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"La nozione di imperialismo americano non si deve intendere come dominio tout court degli Stati Uniti, ma come la guerra mondiale dei ricchi contro i poveri, nella quale gli USA costituiscono il riferimento ed il supporto ideologico-militare per gli affaristi e i reazionari di tutto il pianeta."

Comidad (2012)
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 22/08/2024 @ 00:07:19, in Commentario 2024, linkato 6286 volte)
Poco più di una settimana fa il ministro della Difesa Crosetto aveva proclamato che le armi consegnate dall’Italia all’Ucraina non dovevano essere usate in territorio russo; sennonché anche stavolta sta cambiando idea. Come si diceva anni fa, non è colpa sua, è colpa della società; per la precisione, è colpa della società per azioni, la Leonardo SPA. Da consulente della Leonardo, il ministro Crosetto deve prendere atto che la nostra super-azienda degli armamenti è troppo integrata con le omologhe multinazionali americane perché il nostro governicchio possa permettersi atteggiamenti autonomi. La Leonardo non si limita a produrre F-35 per conto della Lockheed Martin, ma è intrecciata anche con la Boeing, con la quale fabbrica gli elicotteri Grey Wolf. Si tratta in effetti di un modello di un precedente elicottero della Leonardo, che Boeing avrebbe “aggiornato”, tanto da strappare un contratto di fornitura miliardario al Pentagono.
Leonardo collabora con la Boeing anche per il settore dell’aviazione civile, infatti produce nello stabilimento di Grottaglie parti in carbonio per la fusoliera del 787. Lo stabilimento è rimasto chiuso alcuni mesi a causa dei problemi di Boeing. Di questi problemi la Leonardo aveva avuto un’avvisaglia, dato che nel 2022 un Boeing 747 in partenza da Taranto Grottaglie, che trasportava le parti di fusoliera prodotte in loco, perse una ruota in fase di decollo. Tutto ciò che riguarda la Boeing è un po’ surreale e iperbolico, una di quelle storie che, come diceva Pirandello, non hanno bisogno di essere verosimili perché sono vere. Poco più di un mese fa un Boeing 757-200 ha perso a sua volta una ruota in fase di decollo da Los Angeles. Cinque mesi fa un incidente analogo era accaduto ad un Boeing 777 in partenza da San Francisco. Visto che siamo nel surreale non poteva mancare il gioco di parole alla Bergonzoni, infatti nel gennaio scorso un Boeing 737 Max ha perso un portello mentre era in volo e ha dovuto fare un atterraggio di emergenza a Portland.
Ma Boeing non si fa mancare niente quando si tratta di far fuori i passeggeri; infatti nel luglio scorso la Federal Aviation Administration ha effettuato un’ispezione urgente alle maschere d’ossigeno dei Boeing 737 in seguito a numerose segnalazioni di malfunzionamento. Meno male che qualche volta Boeing viene pescata con le mani nel sacco insieme con altre multinazionali del settore. Boeing ed Airbus sono entrambe sotto indagine per aver falsificato la documentazione in modo da far passare come titanio ciò che non lo era. Di recente alcuni dipendenti della Boeing hanno testimoniato in pubbliche inchieste affermando che chiunque segnali alla direzione aziendale dei problemi di sicurezza viene ignorato nel migliore dei casi ma più spesso minacciato. Il risvolto inquietante non poteva mancare, infatti due dipendenti che avevano testimoniato contro la Boeing sono morti in circostanze tragiche.

Nel luglio scorso Boeing si è dichiarata colpevole di “criminal fraud conspiracy”, cioè di associazione a delinquere a fini di frode per non aver ottemperato ad un accordo volto a riformarla dopo due incidenti a dei 737 Max che avevano causato la morte di 346 persone tra passeggeri ed equipaggi. La Boeing è sfuggita al processo penale accettando di pagare una multa di poco più di 243 milioni di dollari. La Boeing ha quindi ammesso di aver violato un altro accordo giudiziario analogo già raggiunto nel 2021, che prevedeva il pagamento di una multa di due miliardi e mezzo. La disinvoltura con cui questi accordi vengono violati fa sorgere dubbi sul fatto che le multe siano effettivamente pagate e che non si risolva tutto con dilazioni su tempi biblici.
L’aspetto interessante in questi provvedimenti giudiziari non è tanto l’ovvia e scontata impunità accordata ai potenti, quanto invece la trappola ideologica (e mitologica) di questi progetti di riforma e redenzione, come se la Boeing avesse derogato dal capitalismo “sano” e quindi dovesse essere “guarita” e ricondotta sulla retta via. Si tratta di una trappola ideologica in cui spesso le opposizioni si infilano da sole, poiché c’è una remora a riconoscere che nel cosiddetto capitalismo fisiologia e patologia coincidono, perciò qualsiasi multinazionale rappresenta un caso di delinquenza comune. La Boeing può essere considerata un caso limite ma non un caso atipico. Le leggi federali statunitensi prevedono che le aziende che perseguono comportamenti criminali non possano accedere agli appalti per la Difesa. Se fosse davvero così non si potrebbe appaltare a nessuno; invece Boeing ha ottenuto il contratto per la vendita degli elicotteri Grey Wolf prodotti con Leonardo. Inoltre la Boeing non si limita a fornire le bombe che stanno distruggendo Gaza e la sua popolazione, ma, in base agli ultimi contratti, sta rifornendo l’Ucraina di bombe plananti.
Nel 2019 risultava che Boeing era soltanto al decimo posto come contributore alle campagne elettorali dei parlamentari statunitensi, anche se superava in classifica l’azienda concorrente Lockheed Martin. Tra i molti milioni di dollari distribuiti da Boeing ai vari candidati, ci sono quelli per la campagna elettorale di Hillary Clinton. Dopo la vittoria di Trump nel 2016 la Boeing ha pensato bene di contribuire a posteriori alla sua campagna elettorale con un milione di dollari. Barack Obama, che aveva fatto lo schizzinoso nel 2008, accettò invece il finanziamento della Boeing nel 2012.
Un settore nel quale invece la Boeing vanta il primato assoluto è quello della porta girevole tra le carriere nelle istituzioni pubbliche e le carriere nelle aziende private. Un rapporto della senatrice Warren ha mostrato che vi sono stati almeno ottantacinque casi di porta girevole tra il Pentagono e la Boeing. Nella porta girevole la multinazionale Raytheon si piazza solo seconda, anche se come pluri-portagirevolista ha addirittura il Segretario alla Difesa Lloyd Austin. Finora la senatrice Warren l’ha passata liscia, mentre in Italia se un politico o un giornalista si azzardassero a segnalare il sistema di porta girevole tra servizi segreti e Leonardo SPA, si ritroverebbero immediatamente indagati per complicità col terrorismo. Boeing si è appena dichiarata nuovamente colpevole di “criminal conspiracy”, ma potrebbe sempre invocare la scusa di vivere in un sistema nel quale la legalità e l’illegalità, così come il pubblico e il privato, sono assolutamente indistinguibili.
 
Di comidad (del 29/08/2024 @ 00:13:58, in Commentario 2024, linkato 6366 volte)
Stavolta “Open” non ha potuto scaricare la colpa su Massimo Mazzucco. La NASA, l’ente spaziale americano che aveva mandato l’Uomo sulla Luna, oggi non riesce a riportare sulla Terra gli astronauti che aveva spedito sulla stazione spaziale internazionale. Chi poteva essere a combinare il pasticcio? Ovviamente la Boeing, che aveva rifilato l’ennesimo bidone al contribuente americano, cioè la capsula Starliner, che dovrebbe essere una sorta di navetta tra la Terra e l’orbita bassa ma che non è capace neanche di trasportare la spesa dal supermercato a casa. Meno male che a salvare la situazione è arrivato il “cavaliere libero e selvaggio”, il grande outsider Elon Musk, quello arrivato negli USA dal Sud-Africa per via Canada. La NASA ha affidato a lui ed alla sua azienda SpaceX il salvataggio dei due astronauti, la cui missione avrebbe dovuto durare otto giorni, ed invece resteranno bloccati in orbita per altri sei mesi, oltre i due mesi già trascorsi; ovviamente se non ci saranno altri intoppi.
Nella sua infinita saggezza “Open” sa che bisogna sempre lasciare alla gente un miliardario in cui credere; perché la salvezza ci può venire solo da un miliardario, mica da un fesso qualunque. Una volta le grandi contrapposizioni ideologiche erano intestate ai partiti ed ai loro leader, mentre oggi devi sceglierti un miliardario per il quale tifare: Soros o Trump, in base alla fittizia diatriba tra globalismo e sovranismo; per cui si può considerare l’uno il super-eroe e l’altro il “villain”, o viceversa. Il ”filantropo” George Soros è un personaggio fin troppo decifrabile: un ex collaborazionista dei nazisti, poi arruolato dalla CIA e usato come sponda esterna per fare soldi in Borsa con l’insider trading e organizzare rivoluzioni colorate. Nel 2013 Soros fu insignito del premio intitolato a Tiziano Terzani, quindi prestigioso quanto ricevere uno sberleffo; interessanti sono però le motivazioni dei componenti della giuria del premio, che sembrano ispirarsi ad una narrativa fumettistica e descrivono Soros come se fosse Bruce Wayne/Batman (che non a caso è un miliardario-filantropo, ed è infatti l’archetipo su cui si è costruita tutta l’epica rappresentazione della “miliardariomachia”).

Donald Trump è invece un personaggio più impreciso: un palazzinaro e divo televisivo che è stato strumentalmente mitizzato e demonizzato dalla cleptocrazia militare, proprio perché velleitario e quindi idoneo a convogliare una fittizia opposizione. Di autentico nella vicenda di Trump c’è solo la feroce ostilità dei gangster del clan dei Clinton, che rifiutano anche un temporaneo allontanamento dal potere, poiché comporterebbe per loro il rischio della galera. Dato che l’inconsistenza di Trump si è palesata, si è dovuto accoppiarlo ad un altro miliardario che gli facesse da rinforzo: Elon Musk; due miliardari al prezzo di uno. Purtroppo c’è molto cinismo in giro. Ci sono individui aridi secondo i quali Elon Musk svolge la funzione di mito di riserva ad uso delle masse deluse, ma in realtà, a dispetto del suo alone di anti-establishment, dipende anche lui dalla stessa mangiatoia delle altre multinazionali. Per ora infatti la notizia concreta non è che SpaceX riporterà gli astronauti a casa (aspetta e spera), bensì che l’azienda di Musk dipende anch’essa dagli appalti pubblici che ingrassano la cleptocrazia militare. Magari qualcuno credeva che Musk avesse allestito una bancarella per vendere le sue balle spaziali direttamente ai consumatori, invece SpaceX è tra i contractor delle agenzie governative della difesa e della “intelligence”. Questa dipendenza non è cominciata in nome dell’emergenza e per riparare all’ennesimo disastro di Boeing ma c’è da sempre. L’anno scorso il Pentagono ha stipulato un contratto con SpaceX per il sistema Starshield, che monitorerà le minacce provenienti dall’intero pianeta dagli innumerevoli nemici dell’America. Questo è solo l’ultimo super-contratto d’appalto, infatti il Pentagono è da anni acquirente di altri prodotti dell’azienda di Musk, come i razzi Falcon 9, utilizzati per la messa in orbita di satelliti.
Ma per Musk non ci sono solo i contratti per gli appalti governativi, arrivano anche i sussidi governativi, cioè il denaro fresco che non serve a pagare servizi, bensì svolge la sacra funzione di assistere il ricco e di incoraggiarlo a far meglio. Secondo dati ufficiali riportati dal quotidiano “Los Angeles Times”, nel 2015 le aziende di Musk avevano già ricevuto dal governo sussidi per quasi cinque miliardi di dollari (per la precisione, 4,9 miliardi). Il bello è che da anni lo stesso Musk dalla sua piattaforma tuona contro i sussidi governativi riscossi dagli altri suoi colleghi, anche se prendono sussidi meno sostanziosi di quelli che riscuote lui. Evidentemente Musk quei sussidi li vuole tutti per sé. Del resto la recita del sedicente “liberismo” funziona così, perciò capitalismo e Stato sono soltanto nomi d’arte, oppure un medesimo attore che si sdoppia in due personaggi per compiere sempre la stessa azione, cioè privatizzare il denaro pubblico. Alcuni dicono che con una paghetta di cinque miliardi dal governo, qualsiasi cialtrone sarebbe capace di fare il fenomeno; ma sono i soliti invidiosi.
Pare proprio che in questo periodo nessuno possa far peggio della Boeing. In molti ancora pensano che il gioiello tecnologico della Boeing, il mitico elicottero “Apache”, sia il simbolo della potenza americana; eppure negli ultimi tempi gli “Apache” hanno mietuto vittime soprattutto tra i propri piloti, con una serie infinita di incidenti che si è intensificata nell’ultimo anno. Nel mese scorso è rimasto ucciso un istruttore per la caduta di un “Apache”. Ma nel mese di marzo scorso già si constatavano ben tre incidenti consecutivi allo stesso tipo di elicotteri.
SpaceX ha tenuto però a farci sapere che intende mettersi sulla buona strada per insidiare i fasti di Boeing nel creare disastri. In data 11 luglio di quest’anno è stato un razzo Falcon 9 a fallire il lancio di satelliti, mettendo in difficoltà la NASA, che, come un elettore qualsiasi, a questo punto tra Boeing e SpaceX è costretta a scegliere il “meno peggio”; come se veramente si potesse saperlo in anticipo.
 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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