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La campagna propagandistica che Giampaolo Pansa sta conducendo sul "sangue dei vinti" si svolge all'insegna di un suo aforisma/slogan che condensa il messaggio politico di tutta l'operazione: "Tutti i partiti mentono, ma qualcuno di più. Il Pci però ha sempre mentito".
Se lo scopo di Pansa è quello di stabilire un'equazione politica tra comunismo e menzogna, è evidente che quella sua frase va in tutt'altra direzione. Chi mente sempre è infatti un pessimo mentitore.
L'aforisma/slogan di Pansa è ricavato dalla parafrasi di un concetto che Enrico Berlinguer espose a Massimo D'Alema (ciò secondo la testimonianza dello stesso Massimo D'Alema, che non è il massimo dell'attendibilità). Berlinguer sosteneva che tra le regole del socialismo reale ci fosse quella della tendenza dei dirigenti a mentire sempre, anche quando non fosse necessario. Lo stesso Berlinguer fu vittima di questa tendenza, quando querelò per calunnia Leonardo Sciascia, per aver riferito di una conversazione in cui lo stesso Berlinguer avrebbe parlato di rapporti tra i servizi segreti cecoslovacchi e le Brigate Rosse. Dato che alla conversazione aveva assistito anche il pittore Renato Guttuso, militante comunista, questi fu costretto a smentire il suo vecchio amico Sciascia per fedeltà di partito.
In quella circostanza Berlinguer ebbe la tipica reazione stalinistica di menzogna istintiva, automatica, superstiziosa e del tutto inutile e controproducente. In quel periodo infatti i giornali erano pieni di articoli che riferivano di presunti rapporti tra i servizi segreti cecoslovacchi e le Brigate Rosse; lo stesso Berlinguer aveva ricevuto da un giornalista una domanda in tal senso durante una tribuna politica televisiva, quindi nulla di più ovvio che ne avesse poi parlato anche durante conversazioni private.
La smentita e la querela di Berlinguer ebbero perciò l'effetto di rilanciare e riqualificare una notizia priva di fondamento ed anche di inimicarsi un intellettuale di prestigio come Sciascia.
I comunisti sono perciò sempre stati dei mentitori dilettanti, mentre molti dei loro accusatori sono stati dei grandi mentitori, degli artisti della mistificazione. Uno di questi è stato lo scrittore Giovannino Guareschi, il creatore di quelle due vere e proprie icone nazionali che sono Don Camillo e Peppone. Guareschi è riuscito ad accreditarsi come una voce ironica e imparziale sulle vicende italiane del dopoguerra e si devono a lui le prime notizie sulle presunte stragi perpetrate dai comunisti dopo il 25 aprile.
Guareschi non era affatto la persona che è riuscito a far credere di essere. Nel 1938 aveva firmato il Manifesto della Razza, che Mussolini aveva voluto per sostenere la promulgazione delle leggi razziali in Italia. Nel dopoguerra aveva confezionato e pubblicato una falsa lettera di Alcide De Gasperi, in cui questi chiedeva agli Angloamericani di bombardare l'Italia per facilitarne la capitolazione. La lettera fu smascherata come un falso e Guareschi dovette andare in galera per calunnia, ma come tutti i bravi mentitori riuscì a sopravvivere a questo infortunio, anche perché da quel momento lasciò in pace i democristiani e si dedicò esclusivamente alla calunnia anticomunista.
In un commento alle nostre ultime news sul sito di Contropotere, è stato segnalato che i libri di Pansa sul "sangue dei vinti" sono stati ricalcati, o addirittura copiati, da quelli del giornalista fascista Giorgio Pisanò. Il fatto interessante è che il giornale di Pisanò, "Candido", era stato fondato e diretto proprio da Guareschi, il quale, pur dichiarandosi monarchico, ha sempre fatto riferimento all'area fascista.
Ma se Guareschi era un razzista e un calunniatore patentato da sentenze di tribunale, perché i comunisti non lo hanno fatto presente, visto che Guareschi era anche il principale loro accusatore, il primo autore di tutte le principali notizie sulle stragi rosse della guerra civile?
Il problema è che i partiti comunisti avrebbero avuto difficoltà a farlo presente perché era la verità, e loro hanno una fobia superstiziosa per la verità, anche e soprattutto quando gli farebbe comodo. Questa fobia per la verità, però, non nasce da traumi infantili, ma è l'effetto di quella che - per parafrasare Pansa - è la vera "grande bugia" della propaganda del '900: l'anticomunismo. Il Pci si è avvantaggiato di una posizione di rendita derivante dalla fittizia centralità della lotta al comunismo. l'identità politica dei gruppi dirigenti dei partiti comunisti è sempre stata l'opportunismo puro, altrimenti non si spiegherebbe come si sia arrivati ai D'Alema, ai Fassino ed ai Veltroni, e come si sia passati dal modello sovietico al modello americano con tanta disinvoltura.
L'URSS non c'è più, il comunismo sovietico è screditato, eppure la NATO sta sempre lì. Come mai?
La NATO è una "bugia dalle gambe lunghe", per usare l'espressione di Eduardo De Filippo.
Con il pretesto del funerale del papa, Bush è piombato in Italia per ottenere dal governo... altre basi NATO. Ne ha preteso un'altra anche a Taranto. Si vede che i misteriosi container che sbarcano quotidianamente nel porto NATO di Napoli a Bush non bastano più. Si tratta di contrabbando di petrolio dall'iraq occupato?
Quel che è certo è che il grande scandalo del contrabbando di petrolio del 1980 si arenò quando si trattò di chiarire da dove entrasse in Italia tutto quel petrolio.
La NATO, sorta ufficialmente sul confronto ideologico militare tra Occidente e Comunismo, in realtà è stata l'avamposto delle operazioni commerciali illegali degli Stati Uniti in Europa. Il più grande evasore fiscale d'Europa una volta tanto non è Berlusconi, ma gli Stati Uniti.
Comidad, 28 dicembre 2006
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