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"L'elettoralismo risulta così euforizzante perché è una forma di pornografia, attiene cioè al desiderio puro, magari con quella dose di squallore che serve a conferire un alone di realismo alla rappresentazione. Ma i desideri, i programmi e le promesse elettorali non sono la realtà, che è invece scandita dalle emergenze. L'emergenza determina un fatto compiuto che azzera ogni impegno precedente, ed a cui ogni altra istanza va sacrificata, come ad un Moloc. Carl Schmitt diceva che è sovrano chi può decidere sullo stato di eccezione. Ma nella democrazia occidentale vige uno stato di emergenza cronica, cioè uno stato di eccezione permanente, l'eccezione diventa la regola."

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Di comidad (del 27/03/2025 @ 00:05:25, in Commentario 2025, linkato 5382 volte)
La famiglia Agnelli-Elkann rappresenta la massima icona dell’assistenzialismo per ricchi, cioè della finzione di un capitalismo sedicente privato, in realtà retto dal denaro pubblico. Nel mondo reale sono i poveri a dover versare l’elemosina ai ricchi, perciò era sacrosanto e doveroso che anche la manifestazione pro Europa, convocata da uno dei quotidiani di proprietà Agnelli-Elkann, venisse pagata dal Comune di Roma, cioè dal contribuente povero, quello che non può eludere le tasse con i paradisi fiscali e con le fondazioni non profit, che sono a loro volta un paradiso fiscale portatile, che non ha bisogno di scomodare la geografia. Il sindaco Gualtieri ha difeso la sua scelta, infilando nel discorso un’altra informazione preziosa, cioè che la manifestazione per Navalny, svoltasi al Campidoglio il 19 febbraio dello scorso anno, era pagata anch’essa dal Comune di Roma, sebbene fosse stato Carlo Calenda a lanciare l’iniziativa; ovviamente con l’immediata grancassa del “Corriere della Sera”, cioè l’organo di stampa che ha creato Calenda dal nulla. Insomma, non solo europeisti, ma anche anti-putiniani sempre a spese del contribuente.
Il denaro ha non soltanto il potere di comprare e corrompere, ma anche la capacità di suggestionare, illudere, euforizzare; perciò non sempre è facile distinguere il fascino degli ideali dal fascino delle bolle di soldi. Dai documenti dell’OSS e della CIA, desecretati all’inizio degli anni 2000, è emerso il ruolo del non profit nel sostenere finanziariamente i progetti di unità europea. Nel 1948 due ex dirigenti dell’OSS (Office for Strategic Service, il precursore dell’attuale CIA) costituirono l’ACUE (American Committee on United Europe). L’organizzazione serviva a reperire fondi per sostenere i movimenti favorevoli all’unificazione europea. A finanziare l’operazione furono due fondazioni private non profit, la Ford Foundation e la Rockefeller Foundation. Si potrebbe dire che la loro partecipazione alla crociata per il mondo libero e alla guerra santa per la democrazia abbia assicurato a Ford ed a Rockefeller il paradiso … fiscale. L’impressione è che in tutta questa storia il fine coincida con il mezzo, cioè far girare soldi su varie sponde estere; insomma, “money laundering” o riciclaggio che dir si voglia.

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Di comidad (del 20/03/2025 @ 00:05:05, in Commentario 2025, linkato 5585 volte)
Trump non ci ha messo tanto a smentire la sua narrativa di “pacificatore” e di uomo d’affari, infatti si è già invischiato in una politica di aggressioni contro lo Yemen e di provocazioni contro l’Iran, rischiando disastrosi effetti sul piano commerciale. Di conseguenza non ha molto senso la storiella su un’Europa che non si rassegnerebbe alla pace incombente. I nonsensi dell’Unione Europea ci sono ma vanno individuati altrove. Molti commentatori hanno giustamente contestato al piano “Rearm Europe” presentato dalla Commissione Europea di mettere il carro davanti ai buoi, cioè di parlare di soldi senza preventivamente stabilire cosa farci; si tratterebbe quindi di un’operazione puramente finanziaria, priva del sottostante di una strategia militare e di un modello di forze armate. Il dibattito “culturale” a riguardo non va oltre le banalità sui giovani smidollati e inadatti alla guerra; anche se l’esperienza dell’ascolto rovescia il luogo comune, infatti più sono smidollati e più manifestano propositi bellicisti.
La vaghezza del piano di riarmo europeo, lanciato con tanto tambureggiamento mediatico dalla von der Leyen, però sta soprattutto nell’aspetto finanziario. Si tratterebbe di un generico permesso ai vari Stati di derogare dal Patto di Stabilità per complessivi seicentocinquanta miliardi. In più ci sarebbero centocinquanta miliardi di debito comune, in stile Recovery Fund (alias “Next Generation EU”). La differenza abissale col Recovery Fund sta però nel fatto che quel piano si sviluppò in un periodo di inondazione di liquidità da parte della Banca Centrale Europea, la quale aveva avviato vari programmi di acquisto di titoli pubblici e privati con la motivazione, o col pretesto, della pandemia. In altri termini, l’indebitamento contratto in epoca psicopandemica era a bassi tassi di interesse ed in gran parte nei confronti della BCE. Andando al sodo, il “Rearm Europe” si riduce ad una dichiarazione d’intenti senza impegni: “spenderò in armi ottocento miliardi, se e quando me li presteranno e sempre che il tasso di interesse sia abbordabile”. Il segretario della NATO, Mark Rutte, pur non meno delirante della von der Leyen, almeno sui soldi era stato un po’ più preciso, esortando i governi europei a trovare risorse finanziarie per il riarmo tagliando su sanità e previdenza sociale. Sfrondato dall’enfasi retorica e dalla suggestione mediatica, il “Rearm Europe” in definitiva si rivela un passo indietro in termini di effettiva determinazione a riarmarsi.
I media si sono impegnati a reggere il gioco e a cercare di vendere persino l’aria fritta per una grande novità, come quando la von der Leyen ha parlato della possibilità di utilizzare i fondi per lo sviluppo regionale per spese militari. In realtà ciò avviene da sempre, come sa chiunque abbia seguito la vicenda della nuova base NATO di Licola, frazione di Giugliano di Napoli. Le spese per le infrastrutture necessarie a rendere operativa la base militare sono state sostenute in gran parte dalla Regione Campania attingendo ai fondi FAS.

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Di comidad (del 13/03/2025 @ 00:05:05, in Commentario 2025, linkato 5863 volte)
Appare improprio accusare di essere "no pax" la manifestazione indetta per il prossimo 15 marzo dal giornalista Michele Serra. Allo stato attuale infatti non si configura alcuna ipotesi di pace, dato che, per farsi prendere sul serio dalla Russia, l’amministrazione Trump dovrebbe mettere sul tavolo questioni come il ritiro non solo delle sanzioni ma anche dei missili nucleari dall’Europa. Ammesso e non concesso che Trump voglia davvero affrontare certi temi, andrebbe comunque ricordato che essi sono solo in parte nella sua disponibilità, per cui dovrebbe vedersela col Congresso e, soprattutto, con le lobby che lo controllano. Al momento l’unico cambiamento significativo tra Biden e Trump sta nello “story telling”, cioè si è lasciato da parte un trionfalismo bellicistico ormai screditato e perdente, per adottare una narrazione affaristica che si spaccia come “vincente”, ma solo perché rimane ancora sul piano dell’annuncio e dello spot pubblicitario. Non si può escludere in assoluto che in futuro arrivino dei veri cambiamenti, ma per ora il messaggio di Trump e soci consiste nel mantra auto-celebrativo del “se ci fossi stato io - ora ci sono io”. Adesso ci vengono a raccontare che il video porno-affaristico su Gazaland avesse un intento satirico; ma, persino se fosse vero, rimarrebbe comunque il fatto che Trump ha ritenuto che quell’iperbole fosse funzionale al suo culto della personalità. Prima di stabilire se l’avvento di Trump abbia portato una palingenesi oppure una catastrofe, occorrerebbe vedere se i cambiamenti ci sono davvero o parliamo di nulla. Da sempre il messaggio delle destre si riassume nello slogan “ce l’ho duro”, reso popolare da Umberto Bossi; ma l’incantesimo si regge solo sul fatto che c’è una “sinistra” (?) disposta a far finta di crederci.
Altri commentatori hanno paragonato la manifestazione di sabato prossimo alla famigerata “marcia dei quarantamila” del 1980 a Torino, indetta in contrasto con lo sciopero alla FIAT. In effetti entrambe le manifestazioni risultano convocate da giornali della famiglia Agnelli-Elkann, di cui Michele Serra è un dipendente. Su quella manifestazione del 1980 si edificò un mito pseudo-sociologico su fantomatici “ceti emergenti” che si ribellavano alle sclerosi della vecchia classe operaia. A distanza di tanti anni possiamo dire di sapere cosa si stava coprendo con quella messinscena della marcia e con la fiaba dei ceti emergenti.
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Di comidad (del 06/03/2025 @ 00:05:29, in Commentario 2025, linkato 5964 volte)
Molti commentatori hanno ritenuto osceno il noto video pubblicitario di Trump sulla futura “Gazaland”; ed in effetti osceno è, ma nel senso tecnico del termine, in quanto va catalogato nel genere pornografico. Si tratta di tecnica pornografica non applicata alla rappresentazione del sesso, bensì di un altro oggetto del desiderio, in questo caso il denaro e gli affari; perciò anche il “superdotato” protagonista è un miliardario che esibisce la sua ipertrofia non nei genitali ma nella capacità di far soldi. Da sempre la comunicazione pubblicitaria ha fatto ricorso anche alla pornografia e le ha fatto da battistrada. Nei suoi spot l’attuale amministrazione statunitense esibisce in modo scurrile le sue priorità affaristiche non soltanto al di fuori dei canoni del politicamente corretto, ma anche oltre il consueto ritegno dei rapporti sociali e diplomatici. Non è la prima volta che la propaganda USA ricorre a forme di comunicazione estrema e fuori dalle righe. Nel 1986 il poeta sovietico Yevgeny Yevtushenko adoperò il termine “warnography” in merito alla produzione cinematografica hollywoodiana di argomento bellico. Yevtushenko si riferiva a film come “Alba Rossa” del 1984 e “Rambo 2” del 1985. Quei film rappresentavano la violenza in termini plateali e caricaturali, in linea col desiderio di rivincita militare che la frustrazione dell’esperienza vietnamita aveva lasciato in gran parte dell’opinione pubblica statunitense. Il presidente Reagan citò Rambo come suo modello, anche se facendo apparire le sue parole come estemporanee e fuori protocollo. Negli anni ’80 la narrativa statunitense sulla sconfitta in Vietnam consisteva infatti nel classico alibi “troppobuonistico”, cioè nel mantra: “abbiamo perso la guerra perché ci siamo fatti troppi scrupoli morali”.
Trump racconta una fiaba analoga alla “middle class” americana che si è impoverita drammaticamente negli ultimi trenta anni: “siete diventati più poveri perché i vostri governi hanno pensato prima agli altri e dopo a voi, e gli altri paesi se ne sono approfittati”. L’attacco di Trump all’USAID rientra anch’esso in questa narrativa, poiché la gran parte dell’opinione pubblica americana ignora che quell’agenzia governativa è una fabbrica di colpi di Stato all’estero, ma crede che davvero si occupi di aiuti allo sviluppo dei paesi più svantaggiati.
La narrativa interclassista di Trump ovviamente non la racconta come è realmente andata. L’imposizione del dollaro come moneta di pagamento internazionale favorisce le multinazionali finanziarie, ma tiene anche il valore del dollaro artificiosamente alto, per cui rende le merci americane meno competitive sul mercato estero e sul mercato interno. La scontata conseguenza è stata la deindustrializzazione e la delocalizzazione di molte produzioni. Ora Trump promette ai suoi follower di reindustrializzare gli USA facendo il “cattivo”. In realtà Trump, a parte un po’ di retorica sulle criptovalute, non fa nulla per togliere il dollaro dal trono di moneta degli scambi internazionali; anzi, minaccia i BRICS per il loro tentativo di servirsi del dollaro il meno possibile. La politica dei dazi di Trump potrebbe funzionare solo se contestualmente si rimuovesse il dollaro dal ruolo di moneta di scambio internazionale, ma di questa intenzione non c’è traccia.

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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


31/03/2025 @ 06:40:38
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