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"Politically correct" è l'etichetta sarcastica che la destra americana riserva a coloro che evitano gli eccessi del razzismo verbale. "Politicamente corretto" è diventata la locuzione spregiativa preferita ovunque dalla destra. In un periodo in cui non c'è più differenza pratica tra destra e "sinistra", la destra rivendica almeno la sguaiataggine come proprio tratto distintivo."

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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 26/09/2024 @ 00:09:21, in Commentario 2024, linkato 6834 volte)
Ognuno ha il sacrosanto diritto di considerarsi indispensabile; anzi, di ritenersi il compimento della Creazione. Allo stesso modo ogni civiltà tenderà a concepire se stessa come il fine della Storia e come il senso del destino umano. Il ridicolo comincia semmai quando ti aspetti che gli altri te lo riconoscano e magari recrimini pure sull’altrui ingratitudine. Ciò spiega l’ involontario effetto comico dell’ultima fatica letteraria del giornalista statunitense Federico Rampini, il quale rimprovera il mondo di essere troppo restio a precipitarsi a baciare la terra dove cammina il Sacro Occidente.
D’altra parte occorre diffidare di ogni tentativo di trascinarci a discutere dei massimi sistemi o a trattare di soggetti generici, privi di indirizzo e di numero di telefono, come appunto il mitico “Occidente”. Finisce altrimenti come ai tempi della signora Thatcher, la quale distraeva e abbindolava l’opinione pubblica con sortite da filosofastra come il suo famoso motto secondo cui “la società non esiste”. Da un primo ministro non bisogna accettare che ci faccia la lezione di metafisica ma che ci dica dove andrà a prendere i soldi. Se non ci si fosse fatti fuorviare dagli slogan vuoti, si sarebbe appuntata l’attenzione sul fatto che la Thatcher rinnegava le promesse elettorali e, mentre riduceva le tasse ai ricchi, le aumentava a dismisura ai poveri spostando la leva del fisco su tutti i consumi di prima necessità ed in particolare sui carburanti.
Esiste un genere letterario del falso proverbio cinese, e ce n’è uno che fa al caso nostro: quando indichi la Luna l’uomo sciocco guarda il dito, mentre l’uomo saggio guarda cosa stai facendo con l’altra mano. In ogni caso la Luna, ovvero l’Occidente, non c’entra niente. E cos’è che c’entra? Ce lo spiegava nel 2013 un certo Federico Rampini in un articolo su “la Repubblica”, nel quale contestava all’allora ministro della Difesa italiano, Mario Mauro, di aver fatto da testimonial in uno spot della Lockheed Martin per promuovere il caccia F-35. Lo slogan pubblicitario recitato da Mauro era “se vuoi amare la pace, devi armare la pace, l’F-35 lo fa”. In realtà, secondo quanto riferito da Rampini, dal punto di vista tecnologico il nuovo caccia di Lockheed Martin aveva presentato numerosi problemi, mentre i costi di produzione e di gestione erano cresciuti già del 70%. Rampini rilevava anche che i soli clienti di Lockheed Martin sono i governi, i quali si fanno coinvolgere nella promozione mediatica del business della super-arma di turno enfatizzandone le presunte ricadute tecnologiche. L’anno successivo nella trasmissione “Servizio Pubblico” Rampini rincarava la dose e, partendo proprio dalla vicenda degli F-35, spiegava come la lobby delle armi cercasse di condizionare la politica e il giornalismo.

Se quel Rampini del 2013/2014 diceva il vero, l’attuale perdita di appeal da parte degli USA, della NATO e dell’Unione Europea potrebbe spiegarsi appunto con il loro declino tecnologico, a cui corrisponde un’incontrollata lievitazione dei costi degli armamenti. Per dissimulare questi due fenomeni negativi, occorre spingere sull’aspetto pubblicitario, trasformando la politica e la rappresentazione della realtà in uno spot delle armi: il feticismo delle armi surroga l’assenza di strategia. Vediamo la NATO e l’UE diventare sempre più deboli, sempre più corrotte e sempre più piantagrane, alla continua ricerca di nemici per giustificare la spesa militare e gli affari delle armi. Per soddisfare le esigenze della cleptocrazia militare si ricorre ad una narrativa che esageri non solo le minacce ma anche la capacità di porvi rimedio con una mitizzata superiorità tecnologica da alimentare con sempre nuovi finanziamenti governativi. Un caso esemplare è la BIRD (Binational Industrial Research Development) Foundation, che dal 1977 succhia denaro pubblico negli Usa e in Israele. Quando i sionisti nostrani ci dicono che “Israele siamo noi” affermano il vero, dato che la commistione di affari delle armi tra noi e loro è ormai inestricabile, cioè siamo un’unica cleptocrazia militare transnazionale che fa credere all’opinione pubblica che sia il costo stratosferico di un’arma a garantire per la sua efficacia. L’Italia fa parte a pieno titolo del club cleptocratico militare israelo-americano, infatti la Leonardo, oltre a collaborare con centri di ricerca tecnologica israeliani, possiede anche una sua società controllata negli Stati Uniti che ha attuato la fusione con un’industria israeliana delle armi, la Rada.
Non è quindi un caso che i media abbiano spacciato la vicenda dei cercapersone esplosivi in Libano come un attacco “high-tech” e “cyber” da parte di Israele. Alla fine si è visto che si trattava di dispositivi manomessi artigianalmente con cariche esplosive, quindi niente che non fosse alla portata di un qualsiasi tecnico di medie capacità. Trattandosi poi di dispositivi piuttosto obsoleti e a buon mercato, è molto improbabile che fossero in uso da parte del personale militare di Hezbollah, un partito politico che gestisce anche l’assistenza sanitaria e la protezione civile in Libano. Si è trattato quindi di attentati terroristici low-tech, privi di effetto sul piano militare, compiuti in funzione esclusiva dei media euro-americani, in modo che possano continuare la loro ingannevole narrativa pubblicitaria sulla supremazia tecnologica delle armi israelo-americane. In realtà Hezbollah ha spinto i suoi attacchi missilistici su Israele molto più a sud, fino ad Haifa e alle porte di Tel Aviv. Nonostante i tre costosissimi sistemi antiaerei (Iron Dome, Patriot, e Arrow) i missili passano lo stesso, andando a colpire non bersagli civili ma basi militari e le grandi fabbriche di armi come la Rafael Advanced Defense Systems.
In nome dell’unità della cleptocrazia militare mondiale, la Rafael ADS e la Lockheed Martin si sono associate per produrre un nuovo sistema antimissile a tecnologia laser, visto che l’Iron Dome non funziona e serve solo a divorare soldi. Il nuovo sistema si chiama Iron Beam e, come già l’Iron Dome, promette di essere la nuova super-arma che risolverà finalmente tutti i problemi. Sull’operatività e sull’efficacia dell’Iron Beam non c’è ancora nulla di concreto; in compenso ogni tanto si sa quanto sta venendo a costare. L’ultimo finanziamento da parte USA per l’Iron Beam è stato di un miliardo e duecento milioni.
 
Di comidad (del 19/09/2024 @ 00:09:53, in Commentario 2024, linkato 6189 volte)
Qualcuno ricorderà il Matteo Salvini in veste di squadrista mediatico che, alla testa di una banda di giornalisti come lui, andava a citofonare ad un presunto spacciatore. Per quel gesto Salvini non ha avuto conseguenze giudiziarie. L’unica obiezione che tempo dopo i magistrati gli mossero fu di aver ostacolato le indagini dando modo con quel clamore di trasferire la droga da un posto all’altro. E che fine fa la dignità della persona, criminale o meno che sia? E non conta niente l’aver istigato altri a commettere analoghe molestie?
Anche giuristi pronti a stigmatizzare il comportamento di Salvini esortarono però a non lasciarsi andare al “toto-reati”. Si può capire l’opportunità di tanta indulgenza, dato che lo squadrismo mediatico verso i deboli fa sempre comodo al potere: lo si è visto in epoca psicopandemica, quando la figura del giornalista/provocatore tornava utile per ridicolizzare i cosiddetti “negazionisti” e “no-vax”. In base alla Costituzione si potrebbe privare un cittadino della libertà ma non della dignità, quindi torturare e umiliare non sarebbe ammesso; ma questa è la fiaba per l’intrattenimento, mentre nella pratica reale del potere la privazione della dignità della persona è la premessa indispensabile per estorcere la disposizione servile a sottoporsi a forche caudine come la mascherina e il green pass. Per questo motivo lo squadrismo mediatico è trasversale alla destra ed alla sinistra, cambiano solo i bersagli, per cui Salvini ha i suoi e Fanpage ne ha altri.
Il Salvini giornalista/squadrista mediatico l’ha passata liscia in nome dell’interesse superiore; mentre il Salvini ministro degli Interni sembrerebbe non aver avuto altrettanta fortuna nella vicenda della nave dell’ONG Open Arms. Oggi infatti Salvini si ritrova rinviato a giudizio addirittura per sequestro di persona. Si tratta di un’occasione irripetibile per allestire una bella pantomima tra destra e sinistra. La destra invoca la “difesa dei confini”, mentre la sinistra si appella ai “diritti umani” che devono prevalere sulla “sovranità”, come dice il pubblico ministero in persona nel rinvio a giudizio di Salvini. Ovviamente è tutto fumo. L’opinione pubblica si fa trascinare nel talk-show e si appassiona al falso dilemma ideologico, perdendo di vista il fatto che in ogni caso si apre uno spazio enorme per l’arbitrio del potere. Il meglio che la magistratura ha saputo opporre al vittimismo di Salvini è stato il solito mantra liberale della legge uguale per tutti. Ma il problema è che la legge non è uguale a se stessa, le si può far dire ciò che si vuole, anche il contrario di quello che c’è scritto. La liberaldemocrazia ha realizzato la perfetta autocrazia, la totale autoreferenzialità ed estemporaneità del potere.

Nella vicenda in oggetto la questione concreta era di stabilire se vi fosse stata o meno omissione di soccorso oppure una mancata tutela dei minori; perciò tirare in ballo il sequestro di persona serve solo a seminare incertezza del diritto, anzi l’incertezza persino del linguaggio. Se c’erano dei naufraghi, di conseguenza c’era un situazione di urgenza per la quale andavano soccorsi immediatamente; il pubblico ministero dice invece che Salvini avrebbe avuto persino il tempo e il modo di sequestrare i presunti naufraghi. E allora dov’era l’urgenza?
Salvini si è prestato al gioco delle parti e, con quel suo grottesco spot, ha avallato lo schema ideologico tratteggiato dalla Procura. Il peggio che possa capitargli è di finire per un po’ ai servizi sociali e poi ritornare in parlamento rieletto trionfalmente con l’aureola del martire. Per i pochi elettori della Lega va benissimo fomentare la guerra civile tra le regioni d’Italia, l’importante è che il disturbo non provenga dagli immigrati. Ma, grazie al pubblico ministero che gli ha fatto da “spin doctor”, ora la base elettorale di Salvini può allargarsi, poiché nel documento ufficiale della Procura al segretario leghista è stato fornito un assist, elevandolo a campione della “sovranità” anche a scapito dei diritti umani. In realtà sarebbe tutto da dimostrare che Salvini abbia effettivamente fatto difesa dei confini e non la sua solita propaganda elettorale, ed è strano che il pubblico ministero lo accusi e lo accrediti acriticamente di una sorta di “eccesso di sovranità”. C’è uno squilibrio anche in questa ipotesi accusatoria, dato che non si capisce perché il fanatismo sia una esclusiva dei presunti “sovranisti”, e non possa invece darsi che anche l’ONG abbia forzato la situazione proprio per arrivare ad un confronto ideologico con Salvini.
Tra l’altro il titolo di ONG (Organizzazione Non Governativa) è del tutto mistificatorio, dato che queste organizzazioni sono semmai ultra-governative e dipendono in gran parte dal denaro pubblico, in particolare del Dipartimento di Stato USA e della Commissione Europea. Se Salvini avesse voluto realmente difendere i confini, invece che fare spettacolo a spese di poveracci sui barconi, avrebbe dovuto anzitutto impedire alle ONG di allestirsi la loro rete di relazioni in Italia. Lo strumento c’è e consiste nel tracciare un elenco di nomi a cui far corrispondere la qualifica di “persona non grata”, cioè a cui non è consentito l’ingresso nel paese nonostante il loro status di VIP o di figli di papà. .La locuzione latina "persona non grata" è diventata internazionale tramite il gergo diplomatico italiano e recepita così com'è, non tradotta, in tutte le lingue. Stranamente proprio in Italia la locuzione è quasi sconosciuta, e se la pronunci magari credono pure che stai parlando di qualcuno che non ti ha ringraziato per il regalo di natale.
Il danno aggiuntivo di questa vicenda giudiziaria riguarda la dilatazione dei reati. Questa storia del “sequestro di persona” è una bella boutade che può fare da jolly in ogni situazione. Si spalanca una gigantesca voragine di contenzioso infinito. Se un insegnante nega ad uno studente di uscire dalla classe, si rende responsabile di sequestro di persona? Forse sì, forse no. Intanto partono le denunce e poi decide il giudice. Ancora meglio del toto-reati: il toto-sentenze.

Ringraziamo Antonio.
 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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