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"Il Congresso nega nel principio il diritto legislativo" "In nessun caso la maggioranza di qualsiasi Congresso potrà imporre le sue decisioni alla minoranza"

Congresso Antiautoritario Internazionale di Saint Imier, 1872
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 03/02/2022 @ 00:02:43, in Commentario 2022, linkato 6765 volte)
Poche idee sono più radicate, e più infondate, della rappresentanza politica degli interessi sociali. La Lega è senza dubbio il caso più manifesto di questa infondatezza, dato che nei suoi comportamenti politici si può riscontrare un totale scollamento dagli interessi della sua base elettorale, cioè il ceto medio delle piccole e medie imprese e dei piccoli proprietari fondiari. Un anno fa l’ingresso della Lega nel governo Draghi ha offerto copertura ad una serie di iniziative come l’indebitamento col Recovery Fund, l’istituzione del Green Pass e la revisione delle stime catastali, misure che nel loro complesso comportano una limitazione della libertà economica della piccola impresa ed, in prospettiva, un aumento dei carichi fiscali. Nei giorni scorsi la Lega ha partecipato, con Forza Italia, alla rielezione del presidente Mattarella, cioè proprio di colui che un anno fa aveva impedito col pretesto Covid quelle elezioni anticipate che avrebbero consentito al centro-destra di andare al governo. In effetti l’ingerenza di Mattarella si era esercitata già prima, poiché sarebbe bastato appena ventilare l’ipotesi costituzionale dello scioglimento delle Camere per far sì che la crisi del governo Conte bis rientrasse, dato che la maggioranza dei parlamentari sa che con questa legislatura la sua carriera si chiude.
La merce di scambio per questi altrimenti inspiegabili suicidi elettorali della Lega, era, ed è, la cosiddetta autonomia differenziata, cioè la possibilità per le Regioni di trattenere per sé i proventi del fisco. Per le Regioni che producono la maggior parte del PIL (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna), sarebbe un discreto affare. L’Emilia Romagna è amministrata dal PD, a riprova del fatto che l’obbiettivo dell’autonomia differenziata è trasversale agli schieramenti politico-parlamentari. Agli inizi di gennaio il ministro Gelmini ha rassicurato queste tre Regioni, promettendo una legge-quadro sull’autonomia differenziata.
Per le regioni del Sud non è che cambi molto, dato che il Sud è storicamente e strutturalmente sotto-finanziato, perciò anche i fondi ufficialmente stanziati vengono tenuti congelati. Il punto è che non cambierebbe molto neppure per i contribuenti del Nord, che dall’autonomia differenziata non otterrebbero una diminuzione dei carichi fiscali, ma solo un aumento della disponibilità finanziaria dei loro amministratori. In altri termini, i contribuenti del Nord vedrebbero sacrificati i propri interessi per consentire che le cosche di affari di Fontana, Zaia e Bonaccini possano gestire più soldi. E chi assicura ai contribuenti che quei soldi vengano davvero investiti sul territorio?
In base a questi elementi l’autonomia differenziata sembrerebbe cosa fatta. Sennonché la rielezione di Mattarella ha comportato un’alterazione senza precedenti di un quadro istituzionale pur già ampiamente sovvertito, per cui oggi ci si sta inoltrando in un territorio istituzionale del tutto inesplorato. Chi dice che la rielezione di Mattarella è stata un ripiego, evidentemente non ne considera le conseguenze, e neppure le premesse.

Gli attuali poteri di Mattarella infatti non trovano precedenti nella storia dell’Italia unitaria. Persino durante il fascismo c’era di fatto una diarchia tra il duce ed il re. Oggi il Presidente della Repubblica può scegliersi il governo, ricattare il Parlamento, sciogliere o meno le Camere a piacimento, presiede il Consiglio Superiore della Magistratura ed il Consiglio Superiore di Difesa. Tutto ciò per un settennato, cioè un tempo che non ha riscontro in altri ordinamenti. Non si comprende a questo punto perché Mattarella dovrebbe rispettare i patti che lo hanno condotto alla rielezione, non solo l’accordo sull’autonomia differenziata, ma anche il tacito impegno a non sciogliere anticipatamente le Camere. Si tratta infatti dei patti leonini della favola di Esopo.
Il nostro attuale superpresidente ha saputo allestire nei decenni la sua rete di potere. Quando si è occupato di servizi segreti ha “regalato” agli agenti una legislazione che gli assicurasse l’impunità legale. Nel suo primo settennato ha anche stabilito un precedente sul suo personale “gradimento” politico dei candidati alla carica di ministro, come si è visto nel caso di Paolo Savona. Come a dire che è il Presidente della Repubblica a stabilire la politica del governo.
I giornalisti, che non avevano capito nulla e che si attardavano a celebrare l’ascesa di Draghi al Colle, hanno dovuto in ventiquattro ore aggiustare il tiro delle loro lingue. Paolo Mieli è apparso il più spiazzato e patetico di tutti, eppure il padre era agente della CIA, a riprova che la famigerata agenzia in fatto di “intelligence” ne ha sempre masticato poco. Gli sarebbe bastato riflettere un attimo sulla contraddittorietà del suo “ragionamento”, secondo cui i superpoteri del Colle erano i più consoni alla statura di Draghi. Ma se il Colle ha i superpoteri, perché mai chi quei superpoteri li gestisce già, dovrebbe poi cederli a qualcun altro? Sarà più ovvio che li usi per mantenerseli indefinitamente. Per questo motivo appare poco realistica l’ipotesi che Mattarella stia preparando le condizioni per dimettersi e far subentrare Draghi. Una voce del genere sembra fatta apposta per tenere buono Draghi prima di liquidarlo definitivamente.

La mancata elezione di Draghi ha deluso anche coloro che credono che siano i mitici “Mercati” a comandare in Italia. Certo, l’Italia è una colonia ed il Presidente della Repubblica è il principale agente coloniale, ma l’imperialismo non è affatto una strada a senso unico, per cui le oligarchie locali sanno farsi i propri affari e sanno ritagliarsi i propri sogni di scalata ad un superiore rango internazionale.
Ironia della sorte, i soli che sembrano pronti a protestare per la rielezione di Mattarella sono i seguaci della Sorella d’Italia, che, da bravi nostalgici, dovrebbero essere a favore della dittatura. In realtà anche la Meloni ha partecipato alla pantomima. Dato che è una ragazza sveglia, doveva sapere dell’accordo sull’autonomia differenziata, perciò ha recitato la parte della “tradita dagli alleati” per ereditare i voti della Lega, pur sapendo che quei voti le frutteranno notevoli rimborsi elettorali ma non la possibilità di diventare Presidente del Consiglio.
 
Di comidad (del 27/01/2022 @ 00:10:52, in Commentario 2022, linkato 6331 volte)
Nel novembre del 2020 i media ci ammonirono di non credere alle fake news diffuse da Guido Bertolaso sui 2000 euro in più che fruttava a ogni ospedale la degenza di un malato di Covid. Si trattava effettivamente di una bufala, dato che, in base a ciò che dice la Gazzetta Ufficiale, l’incremento tariffario stanziato dal governo è di 3713 euro se il ricovero del paziente Covid avviene esclusivamente in area medica, mentre è addirittura di 9697 euro se il paziente risultato positivo al tampone transita in terapia intensiva. Non c’è quindi da sorprendersi se diventano pazienti Covid anche i ricoverati per un’unghia incarnita. Chi parla di teorie del complotto evidentemente non sa che il denaro modifica la percezione della realtà e ti fa vedere le cose come vuole lui, lasciandoti in premio una tranquilla coscienza.
La droga Covid riduce tutti a mendicanti in attesa dei “ristori” del governo. I soldi promessi non sono neppure tanti ma l’emergenza ha “educato” migliaia di piccole imprese prostrate dalle chiusure forzate, dagli ostacoli frapposti da Green Pass e dagli aumenti delle bollette a subire tutto stendendo la mano in attesa della mancia salvifica. Le organizzazioni di categoria dei baristi e dei ristoratori non si accorgono neppure che il Green Pass è un’app che favorisce sfacciatamente l’economia delle app. Una comitiva di amici preferirà ordinare la cena a casa con una delle tante app della ristorazione con consegna a domicilio, piuttosto che rischiare che qualcuno rimanga fuori dal ristorante perché non ha il Green Pass, oppure perché proprio quella sera il suo cellulare si è scaricato. Ma denunciare la sfacciata operazione di lobbying del governo potrebbe comportare il rischio di farsi escludere dall’elemosina.
La “distruzione creatrice” predicata da Draghi e dalla sua lobby del Gruppo dei Trenta spalanca la strada alle multinazionali delle app, ma i nuovi soggetti economici col loro fatturato non potranno compensare le perdite del PIL e dei posti di lavoro e, di conseguenza, del gettito fiscale. In un Paese impoverito chi dispone di liquidità monetaria sposta i rapporti di forza tutti a proprio favore. Grazie agli acquisti di titoli pubblici che la Banca Centrale Europea opera con vari programmi di immissione di liquidità, il governo italiano nel solo 2021 ha ricevuto 159 miliardi di euro. Il mitizzatissimo Recovery Fund invece ci spalmerebbe in tempi geologici 201 miliardi, in gran parte però versati preventivamente dal governo italiano al fondo gestito dalla Commissione Europea, perciò, tra dare e avere, si tratta di molto meno.
Il Recovery Fund rientra quindi nelle fake news, nell’intrattenimento fantastico, mentre a drogare davvero il senso di onnipotenza del nostro governo è la BCE con i suoi faraonici programmi di acquisto di titoli pubblici. Il 31 marzo prossimo il principale di questi programmi di acquisto, il PEPP, dovrebbe cessare, ma il nostro governo fa di tutto per accreditare l’idea che l’emergenza non sia finita, anzi, che non deve finire mai. Chissà perché.

I flussi finanziari possono destabilizzare un Paese e cambiare di colpo la psicologia delle persone. All’inizio degli anni ’90 in Bosnia arrivarono i capitali dell’Arabia Saudita indirizzati ai leader mussulmani, o per meglio dire, arrivarono capitali che fabbricarono dal nulla quei leader. Il denaro risveglia le coscienze, le identità e la memoria, così tanti bosniaci si ricordarono d’improvviso di essere mussulmani. Altro che terapie dell’Alzheimer! Il risultato fu comunque una guerra civile che spaccò persino le famiglie. Nel frattempo tutti i commentatori parlarono di “risveglio etnico”. Il denaro ti fa vedere le cose come vuole lui, ma per sé mantiene il dono dell’invisibilità.
Senza il Quantitative Easing, il Pandemic Emergency Purchase Programme e gli altri consimili programmi di acquisto della BCE, le lobby multinazionali si sarebbero potute solo sognare la loro “distruzione creatrice”. L’attuale svolta tirannica del governo italiano viene paragonata al nazismo da molti commentatori, ed in effetti il nazismo è stato il primo regime ad applicare su vasta scala le tecniche di biopolitica, anche se non le ha inventate. Ma il nazismo, pur nella sua follia criminale, considerava il popolo come una risorsa. Hitler non avrebbe mai esposto la sua diletta gioventù ariana ai rischi a lungo termine dell’inoculazione di sieri sperimentali, perché i malati di cancro non possono produrre ed impugnare armi. La suddivisione tra ariani e non ariani, non prevedeva gli ariani a scadenza, come invece impone il Green Pass, per cui oggi un bi-vaccinato viene considerato alla stregua di un paria no-vax.
L’idea che la tecnologia informatica possa trasportare le masse verso un trans-umanesimo appare come una trans-cazzata, dettata dall’euforia dovuta al denaro a pioggia riversato dalle Banche Centrali. L’oligarchia nostrana coltiva i suoi sogni di primato mondiale nell’imposizione del Green Pass, ma li poggia sui debiti e sulle bolle finanziarie. L’impressione è che non si sia di fronte ad un nuovo modello di società, bensì in un sistema drogato dalla finanziarizzazione dell’emergenza.
 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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