"
"Il denaro gode di una sorta di privilegio morale che lo esenta dalla corvée delle legittimazioni e delle giustificazioni, mentre ogni altra motivazione non venale comporta il diritto/dovere di intasare la comunicazione con i propri dubbi e le proprie angosce esistenziali. Ma il denaro possiede anche un enorme potere illusionistico, per il quale a volte si crede di sostenere delle idee e delle istituzioni, mentre in realtà si sta seguendo il denaro che le foraggia."

Comidad (2013)
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 15/09/2016 @ 01:30:00, in Commentario 2016, linkato 1852 volte)
Non c’è dubbio che l’impegno di Massimo D’Alema nel sostenere il “no” al prossimo (?) referendum sulla revisione costituzionale costituisca un motivo di imbarazzo per il resto del fronte del no, in quanto la presenza di un personaggio come D’Alema fornisce molti argomenti polemici, anche piuttosto scontati, all’avversario. Matteo Renzi infatti non ha perso occasione per rinfacciare allo stesso D’Alema la sua posizione di leader del “passato”, cioè esponente del vecchiume politico che il renzismo si è incaricato di spazzare via in nome del “nuovo”. Per la sua polemica, Renzi si è fatto fornire dai suoi “spin doctor” anche un colpo basso, rinfacciando a D’Alema di aver solo firmato, e non scritto, il suo opuscoletto di una ventina di anni fa, quello in cui si proponeva di trasformare finalmente l’Italia in un “Paese normale”.
Invocare la “normalità” ha un solo e sicuro effetto pratico, cioè proclamare la propria anormalità. La “anomalia italiana” è diventata un’espressione proverbiale che si risolve nel conferire al provincialismo uno status ideologico. Di questo provincialismo ideologico risente anche il dibattito sul referendum costituzionale. Alcuni si sono spinti a chiedersi a cosa serva una Costituzione scritta, visto che gli Inglesi ne fanno a meno. Gli Inglesi hanno il self-control e l’understatement, perciò non hanno bisogno di norme scritte, se non come formalizzazione a posteriori. Altro che abolire il senato, si può abolire addirittura la Costituzione. Cosa non si farebbe per diventare “normali”.

Il “normalismo” trova la sua appendice, peraltro contraddittoria, nell’eccezionalismo di altri popoli, specialmente quelli anglosassoni. Negli Stati Uniti il senso della propria eccezionalità e della propria missione mondiale è un dato scontato del dibattito interno. I popoli vassalli possono rifulgere a loro volta di luce riflessa militando nello schieramento del popolo superiore; schieramento oggi definito “Occidente”. Come italiano non vali una sega, ma come “occidentale” puoi vantare dei titoli di nobiltà.
Se da un lato l’ideologia della normalità costituisce la formalizzazione della propria sottomissione coloniale, dall’altro lato si è visto dove ha condotto la posizione di un certo “antagonismo di destra” che qualche anno fa aveva individuato orgogliosamente nel berlusconismo la manifestazione di una vivace anomalia italiana da rivendicare senza vergogna. In realtà la caricatura vivente impersonata dal Buffone di Arcore ha reso credibile nel 2011 agli occhi dell’opinione pubblica nazionale e internazionale quell’emergenza spread che non aveva alcuna pezza d’appoggio nei numeri dei conti pubblici. Il culto della propria anomalia è a sua volta un sottoprodotto dell’ideologia della normalità. Le figuracce internazionali del Buffone erano infatti funzionali a ribadire l’anomalia italiana e quindi a legittimare la normalizzazione poi imposta dalla grigiocrazia montiana.

Il nazionalismo finisce sempre per impantanarsi, poiché si infervora nel cercare un’evanescente identità nazionale e perde di vista il fatto che il colonialismo costituisce lo schema fondamentale della riproduzione del potere, e non esistono popoli e Stati immuni da questo schema. Una classe dominante può esasperare la sottomissione del proprio popolo tramite i vantaggi che gli derivano dallo sfruttamento di un popolo straniero e dalla partnership con la casta dominante del popolo sottomesso, come avveniva con il colonialismo britannico in India. Ma anche nei Paesi in stato di soggezione coloniale le classi dominanti si avvantaggiano dell’investitura, magari temporanea, che gli proviene da poteri stranieri o sovranazionali.
Insomma, le “borghesie nazionali” non esistono e la coscienza di classe di una qualsiasi “ruling class” è indissociabile dal collaborazionismo imperialistico, che funziona sempre in modo bilaterale, altrimenti non si spiegherebbe l’ossessione statunitense per avere “alleati”. Senza la pioggia di denaro degli investimenti dell’Arabia Saudita, la controffensiva reazionaria e “neoliberista” del reaganismo degli anni ‘80 sarebbe stata impossibile, e ciò ha determinato anche il formarsi negli USA di una potente lobby saudita, di cui notoriamente fa parte la famiglia Bush.

Lo stesso D’Alema potrebbe essersi sentito investito e appoggiato da qualche potentato internazionale nel momento in cui ha avviato la sua crociata contro Renzi. D’Alema è meno furbo di quanto crede di essere, e il suo impegno potrebbe non sortirgli nuove investiture dalla NATO come nel caso dell’aggressione alla Serbia del 1999, ma semplicemente una momentanea strumentalizzazione per sostituire Renzi con un commissariamento da parte della Troika.Per questo motivo Renzi sta facendo di tutto per rendersi il più insopportabile possibile, in modo da farci apparire persino la Troika come una “liberazione”.
Certo è che bisognerebbe capire perché mai dopo Renzi l’unica alternativa praticabile sarebbe costituita dal commissariamento da parte della Troika. Il filosofo Massimo Cacciari accredita indirettamente questa ipotesi affermando che lui vota sì perché una vittoria del no al referendum comporterebbe una caduta nel caos politico. La convinzione secondo cui sarebbe impossibile sostituire rapidamente Renzi con le consuete procedure istituzionali non trova il minimo riscontro, se non nell’universo autoreferenziale della propaganda, che ci indurrebbe a credere che un’Italia così irresponsabile da rifiutare di farsi “normalizzare” dalle salvifiche riforme di Renzi, non può che meritarsi un commissariamento.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 08/09/2016 @ 00:00:08, in Commentario 2016, linkato 1876 volte)
Che il cinquestellismo si sarebbe immediatamente impantanato in indagini giudiziarie che lo avrebbero posto in contraddizione con se stesso, costituiva una di quelle previsioni sin troppo facili.
Se oggi il sindaco Virginia Raggi segnalasse la strana tempestività di certe indagini potrebbe essere facilmente accusata di ricorrere ad argomenti già familiari al Buffone di Arcore ed alla sua corte politico-giornalistica. Visto che da parte dei grillini non lo si era notato a suo tempo, non avrebbe senso per loro ricordarsi oggi che il Buffone stesso deve la sua carriera politica dal 1994, e la sua resurrezione politica nel 2008, a due colpi di mano giudiziari, il secondo dei quali, ai danni del ministro Mastella e della moglie, mise fine al secondo governo Prodi.
La fiaba dell’eterno conflitto tra il Buffone ed i magistrati continua dunque a pesare sul dibattito “politico” ed impedisce di analizzare l’effettivo ruolo svolto dalla magistratura in questi ultimi decenni, cioè quello di ribadire lo stato di sottomissione coloniale del ceto politico italiano nel suo complesso, tenuto in ostaggio dalle indagini per corruzione. La stessa legislazione anticorruzione è strutturata in funzione coloniale, poiché si considera reato la tangente, ma non il riservare a se stessi o ai propri parenti carriere nelle multinazionali. Quando il Movimento 5 Stelle ha posto l’onestà al centro del proprio programma politico, non ha dimostrato l’onestà intellettuale di prestare attenzione ai risvolti colonialistici della corruzione ed alle forme “legalitarie” che la corruzione può assumere in un contesto coloniale.

Il Comune di Roma è in deficit anche perché ha dovuto subire lo stesso tipo di truffa finanziaria sui titoli derivati da parte di multinazionali bancarie. A riguardo risultano interessanti le motivazioni della Corte di Appello di Milano che mandava assolte alcune di quelle multinazionali. Secondo i giudici la “asimmetria informativa” (elegante eufemismo per raggiro) non poteva costituire un alibi per il Comune di Milano, il quale avrebbe dovuto dimostrarsi “all’altezza” del suo ruolo istituzionale. Ecco servita dai giudici una visione del tutto astratta e idealizzata delle istituzioni, le quali non sono più composte da esseri umani qualsiasi, che subiscono la condizione di inferiorità dovuta alla abissale sproporzione di forze che si determina nel rapporto con una multinazionale, ma sono chiamate ad esibire doti e competenze sovrumane. L’inettitudine e l’opportunismo dei politici diventano così l’alibi delle multinazionali, alle quali si riconosce che truffando fanno solo il loro mestiere. Questo è il grado di protezione che delle istituzioni dello Stato ricevono dall’istituzione chiamata a proteggerle. Ma per proclamare la legge del più forte c’era bisogno dei giudici? A quanto pare sì.
La sottomissione coloniale ha ovviamente bisogno di una sostanziosa impalcatura ideologica di stampo razzistico. A riconferma che la cultura non ha mai salvato nessuno dai pregiudizi razziali, lo scrittore Alessandro Baricco ha spiegato il motivo delle diverse sorti delle giunte 5 Stelle di Torino e Roma con il diverso grado di corruzione ambientale tra le due città; per cui la titolazione mediatica ha sorvolato sulle eleganti sfumature dello scrittore e sintetizzato il tutto con un “Torino sana, Roma marcia”.
Che Roma sia per il momento maggiormente nel mirino perché, in quanto capitale, è diventata un bersaglio prioritario per il colonialismo, non sarebbe un’ipotesi da prendere in considerazione, in quanto “complottista”. Il complottismo ovviamente non c’entra niente, mentre c’entrano invece i rapporti di forza. Non sono le trame in sé a fare la differenza, ma il peso in termini di intimidazione, disinformazione e cooptazione che si è in grado di gettare sulla bilancia.
Magari ai militanti 5 Stelle potrebbe anche venire in mente di rileggersi la storia giudiziaria e accorgersi che, con qualche rara eccezione, si trova la magistratura sempre dalla parte del più forte. Ai 5 Stelle potrebbe anche capitare di domandarsi se per caso non siano stati essi stessi irretiti in qualche meccanismo manipolatorio per il quale un finto dissenso interno viene dirottato verso il consenso nei confronti di poteri sovranazionali che accorrano a “salvarci”.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (46)
Commenti Flash (62)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


21/11/2024 @ 13:43:37
script eseguito in 46 ms