Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
• Michel Foucault, in Sorvegliare e Punire, notava come la pratica dell’incarcerazione e degli istituti di pena era, in origine, nata sull’onda degli ideali illuministici. Al condannato non andava inflitto il supplizio, ma una pena adeguata che ne favorisse la riabilitazione e un suo reinserimento nella società. La stessa condanna a morte, nei casi estremi, andava “addolcita” con la rapidità suggerita da Monsieur de Guillotin. Occorreva superare quella visione arcaica e feroce che individuava nella pena uno strumento di vendetta della società. D’altronde, Foucault sottolineava che “Mettere qualcuno in prigione, tenercelo, privarlo del cibo, del riscaldamento, impedirgli di uscire, di fare l’amore ecc. …è la manifestazione di potere più delirante che si possa immaginare”. Com’è noto da tempo, la maschera di modernità del dominio è andata a farsi benedire, mentre quel che rimane nella punizione è solo l’aspetto arcaico della vendetta. Il reinserimento è rimasto nel campo delle buone intenzioni e le prigioni, invece di scomparire, diventano sempre più gigantesche. Un fallimento? Secondo Foucault si è trattato di uno straordinario successo per il dominio, visto che le prigioni sono diventate un’area privilegiata per la produzione di un illegalismo facilmente controllabile dal potere. E’ qualcosa da coltivare con cura, perché questo genere di illegalismo giustifica la presenza dell’ingiustificabile: la polizia.
Ne sanno bene qualcosa gli Stati Uniti, dove quasi un cittadino su cento è ospite delle galere e dove la produzione di illegalismi e di criminalità controllabile è una delle eccellenze del made in USA.
L’attuale catastrofe sanitaria si sta rivelando anch’essa una situazione ricca di possibilità per il dominio. Riuscire a tenere chiuse in casa centinaia di milioni di persone è già un risultato notevole. Se si considerano anche gli effetti di riaffermazione delle gerarchie in questo contesto, la giustificazione del controllo capillare e del ricompattamento sociale, se ne può intuire la portata. Persino le future difficoltà economiche saranno occasione per altri business e per la legittimazione delle gerarchie affaristiche.
• Anche la Quarantena evoca qualcosa di arcaico. Il nome del periodo di isolamento di quaranta giorni sembra essere la variante veneziana di quarantina. Se la medicina moderna, messa alle strette, deve ricorrere a questa pratica, non è buon segno. Questo istituto di profilassi pubblica nasce a seguito delle grandi pestilenze del Trecento e del Quattrocento, quando sorgono i primi lazzaretti. Nei lazzaretti la permanenza era proprio di quaranta giorni. L’idea dei quaranta giorni – a parte qualche suggestiva ipotesi, come i calcoli astronomici babilonesi – sembra sia da riferirsi alle purificazioni di origine biblica. Il Diluvio dura quanta giorni, il digiuno di Cristo nel deserto quaranta giorni, e anche la Quaresima ha la stessa durata. Insomma, di fronte a questo strano virus, la medicina moderna, con la sua pretesa di scientificità, non sa fare altro che ricorrere ad una tecnica arcaica e per certi versi arbitraria. Eppure il dominio del “sapere scientifico” con l’invadenza della medicina risale al XVII secolo, mentre oggi si riconosce che la scienza medica di quel periodo era pura cialtroneria.
• Il covid19, negli USA, è stato l’occasione per chiudere le scuole pubbliche. I bambini e i ragazzi che frequentano queste scuole sono 30milioni di cui almeno 22 milioni appartengono a famiglie molto povere. Per questi ultimi, la scuola rappresentava l’unica occasione per un vero pasto. [Altro aspetto della modernità arcaica, nel “paese più ricco del mondo”]. E mentre l’”ecologista” Michelle Obama era riuscita a ottenere che mangiassero qualcosa di decente, con un po’ di verdura e di frutta, il cialtrone CialTrump ha ripristinato il vecchio menu, imponendo di nuovo merendine, coca cola, hamburger e patatine. A causa del virus, gli allievi delle scuole pubbliche dovranno rinunciare anche all’hamburger.
Si dice che molti soldati USA siano tra i contagiati. Ma poi se ne preoccupano davvero tanto del Covid? Il sito della Difesa dice che la prevista mega-esercitazione NATO in Europa sarà sì "ridimensionata" (ma di quanto?), ma comunque tra il 20 aprile e il 20 maggio si terrà lo stesso. Non è che l'emergenza virus finirà il 21 maggio?
Sembra ormai evidente che la cosiddetta “comunità scientifica”, pur nel marasma comunicativo, sia definitivamente ridotta alla funzione di confermare le linee strategiche del dominio. La produzione di emergenze, insicurezze, precarietà, disorientamenti e allarmi, deve giustificare l’organizzazione neo-disciplinare e securitaria della società. Si tratta di una tecnica, neppure particolarmente raffinata, ma sempre efficace. Il TG scientifico della RAI, Leonardo, si allinea e lancia l’allarme.
Nella puntata del 18 maggio:
- Un reportage spiega che le mascherine possono essere un ricettacolo di batteri e virus, e quindi è meglio usare quelle usa e getta. Ma intanto si cominciano a vedere gli effetti di quest’uso intensivo di mascherine e guanti, che iniziano a ricoprire le nostre spiagge e i nostri mari. Dato il quantitativo enorme di questi dispositivi, se solo l’1% finisse il mare, le conseguenze sarebbero disastrose per l’ambiente. Gli esperti del WWF lanciano l’allarme.
- Il servizio successivo mostra che a causa del lockdown, le persone hanno mangiato più del solito senza fare attività fisica. Si calcola che gli italiani siano aumentati come peso corporeo di almeno il 3-4 %, con conseguenze molto serie per tutti i rischi connessi al sovrappeso. Gli esperti lanciano l’allarme.
- Altro servizio. La Sardegna è interessata da una invasione di cavallette che stanno provocando seri danni. Le cause sembrano legate ai cambiamenti climatici e all’abbandono di aree prima coltivate. Un fenomeno che aveva già interessato diversi paesi africani. Gli esperti della FAO lanciano l’allarme.
Nella puntata del 25 maggio.
I redattori della prestigiosa rivista scientifica (sempre prestigiose,
quelle anglo-americane) Science, ci mettono in guardia. La fine del lockdown potrebbe essere solo temporanea (chi l’avrebbe mai detto?). Sembra infatti che il Covid 19 tenda a trasformarsi in virus stagionale, il che richiederebbe una serie di confinamenti e deconfinamenti nei prossimi anni. In conclusione, gli esperti di Science lanciano un allarme, per il futuro.
L’espressione “gli esperti lanciano l’allarme”, usata nella trasmissione della RAI, è diventata un vero e proprio tic comunicativo. Non si tratta più solo di una espressione, bensì di una filosofia di vita, una visione del mondo, una weltanschauung.
Insomma, se per caso, con l'arrivo della bella stagione, il virus dovesse andare in vacanza, niente paura: altri allarmi sono pronti.
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