Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
È significativo che la testata giornalistica che ha sostenuto con più enfasi - e contro ogni evidenza - la tesi della simmetria del conflitto tra Israele ed Hezbollah sia "La Repubblica", cioè un giornale che si rivolge ad un'opinione di sinistra. L'aggressività e la spacconeria propagandistica della destra "neocons" statunitense trovano dunque la copertura di una "sinistra" intimidita da tanta arroganza. Una copertura che consiste nel non fornire l'informazione chiave, e cioè che tutte le notizie di carattere militare che provengono da Israele - immagini comprese - sono prodotte o mediate dall'esercito israeliano, e ciò in base non ad un arbitrio momentaneo, bensì ad una legge vigente.
Tutta la questione della presunta pioggia di missili che cadrebbe sulle città israeliane di confine, andrebbe riletta alla luce di questo semplice dato, e cioè che i giornalisti inviati in Israele non hanno alcuna possibilità di verifica diretta.
Per settimane i media hanno sostenuto disciplinatamente l'irrealistica tesi dei lanci di razzi Katiusha, poi, dopo che la notizia risultava screditata su Internet, si è ripiegato sui missili Fajar, di fabbricazione iraniana.
Perché non dirlo subito, dato che, già ai tempi in cui era ancora primo ministro Sharon, Israele "denunciò" uno spiegamento di missili Fajar ai confini con il Libano? Perché costringere i giornalisti a ripetere per tanto tempo la stupidaggine dei katiusha.
Il fatto è che anche questa ultima versione ufficiale ha una durata limitata, dato che i missili Fajar hanno tutta una serie di difetti che ne rendono facilmente individuabili le rampe di lancio. Di fronte alla schiacciante superiorità aerea israeliana, le rampe potevano avere qualche giorno di funzionalità, ma certo non un mese.
Quando anche la versione ufficiale dei Fajar si sarà logorata, allora se ne tirerà fuori un'altra, e un'altra. Nel frattempo i bombardamenti israeliani sulla popolazione civile libanese potranno continuare sotto l'alibi morale di uno scontro quasi alla pari.
E intanto crescerà la pressione dell'ONU e dell'Unione Europea sulla Siria perché accetti di "rassicurare" Israele, cioè accetti di disarmarsi, esponendosi così ad un attacco statunitense.
È chiaro che finché la stampa "di sinistra" non si deciderà a "rivelarci" che ogni informazione di carattere militare che provenga da Israele è strutturalmente inattendibile - inattendibile a norma di legge -, questo gioco propagandistico potrà andare avanti.
Comidad, 10 agosto 2006
Dato che l'offensiva israeliana nel sud del Libano non è riuscita a spezzare la resistenza degli Hezbollah, allora il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha adottato una risoluzione di cessate il fuoco, che, contestualmente, impone il disarmo degli stessi Hezbollah. Insomma, visto che il fantoccio degli Stati Uniti non è riuscito a vincere la guerra sul campo, l'ONU cerca di assicurargli, anche questa volta, una vittoria comunque, tramite il disarmo degli aggrediti, a cui non viene riconosciuto nemmeno il diritto di difendere la propria terra dalla conquista straniera.
È ovvio che un disarmo della resistenza libanese comporterebbe una ulteriore aggressione israeliana. Del resto, quando il governo libanese accondiscese alla richiesta degli Stati Uniti di allontanare dal suo territorio le truppe siriane, era altrettanto ovvio che ciò ponesse le premesse per un'aggressione di Israele, che non avrebbe più dovuto preoccuparsi della contraerea siriana.
La slealtà e la mancanza di parola sono la linea costante e coerente della politica statunitense, e l'ONU avalla sempre, puntualmente. Ci si è subito dimenticati degli osservatori ONU uccisi pochi giorni fa dal fuoco israeliano, perché colpevoli di non confermare le versioni ufficiali del governo israeliano. Infatti l'ONU, in base ai rapporti di cui dispone, sa benissimo che è Israele a compiere da decenni incursioni e provocazioni oltre il confine libanese, e che non è vero che qualche migliaio di guerriglieri abbia sfidato Israele solo per fanatismo.
Anzi, il Consiglio di Sicurezza decide di inviare anche delle truppe ONU, nonostante questo precedente, e il governo Prodi-D'Alema si dichiara subito disponibile a mandare dei propri soldati, pur sapendo in anticipo che faranno da bersaglio inerme all'esercito, all'aviazione e (perché no?) alla marina israeliane.
Tutto secondo il solito copione. Infatti Blair non ha neppure mancato di mettere su il consueto finto attentato, che sarebbe stato sventato grazie alle torture. Ovviamente non sono mancate neppure le scontate apologie dell'illegalità "a fin di bene". Angelo Panebianco, sul "Corriere della sera" ha anche suggerito una sorta di complicità morale con il terrorismo da parte di coloro che non approvano le torture, chiamati, non a caso, "fondamentalisti della legalità". Persino i sofismi della propaganda ufficiale sono sempre gli stessi.
Non c'è niente di più sorprendente della prevedibilità.
Comidad, 17 agosto 2006
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