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"Ridurre l'anarchismo alla nozione di "autogoverno", significa depotenziarlo come critica sociale e come alternativa sociale, che consistono nella demistificazione della funzione di governo, individuata come fattore di disordine."

Comidad
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 07/02/2021 @ 00:06:51, in In evidenza, linkato 4455 volte)
L'indicatore magico, strumento di comando per aprire o chiudere la nostra libertà di movimento (non quella delle merci), che le autorità hanno adottato e continuano ad adottare é il parametro R0, basato su un modello probabilistico. Semplificando la definizione: numero di persone che sono state contagiate da un soggetto positivo al coronavirus. Il calcolo viene effettuato prendendo come campione la cosiddetta “popolazione totalmente suscettibile”, quindi gli individui che non sono protetti, perché non sono immuni e possono ammalarsi. L’indice R0 viene, quindi, utilizzato per calcolare l’andamento dell’epidemia, seguendo uno schema di base molto semplice: 
Se R0 > 1, allora l’epidemia si diffonde;
Se R0 < 1, allora l’epidemia si interrompe, fino a svanire.
Nulla sul fatto che dipenda da almeno tre elementi nessuno dei quali conoscibile in modo davvero oggettivo: a) la probabilità di trasmissione per singolo contatto tra una persona infetta e una suscettibile, b) il numero dei contatti della persona infetta, c) la durata dell'infettività.
Ma il punto ancora più ambiguo di questo parametro é che il suo valore può essere modificato, in pratica, per come é congegnato, esclusivamente attraverso la riduzione dei contatti interpersonali, ovvero sociali degli individui. Insomma sulla scia di un virus cosi anti-democratico, questo R0 é “assai di parte” spingendo a prendere in considerazione una sola medicina contro i nuovi virus: il lockdown più o meno totale ... meglio se totale !!
Ma come sono andate le cose? Prendiamo due indicatori: numero di positivi al coronavirus ogni 100 tamponi effettuati e numero di guariti per ogni deceduto positivo al coronavirus. Che cosa descrivono?
Il primo ci dice semplicemente quale é la capacità del virus di infettare. Il secondo quale é la capacità dei contagiati, unitamente al sistema delle cure, di reagire positivamente all'infezione.
Nella realtà se una pandemia (e questa é una curiosa pandemia, o meglio sindemia, quando in Australia come nel Regno Unito, in Italia o in America Latina i più colpiti sono le persone più svantaggiate; le residenze per anziani che hanno fatto registrare il maggior numero di decessi sono quelle dei quartieri più poveri e i cittadini più colpiti sono quelli con impieghi precari, obbligati a recarsi al lavoro con i mezzi pubblici [2] ) si ritenga tale, è al numero di morti che si deve prioritariamente guardare e non ai contagiati (consideriamo che i contagiati nelle influenze stagionali sono, solamente in Italia, tra i 4 e gli 8 milioni ma la cosa non preoccupa più di tanto).
Chiediamoci: il lockdown ha fatto lievitare il numero di morti ?
Usiamo i dati che sia Istat che Istituto Superiore di Sanità hanno pubblicato rimarcando correttamente un numero di morti superiore a quello delle fonti ufficiali della prevenzione civile e del ministero della Salute.
L'Italia entra in quarantena il 10 marzo 2020 ed entra nella Fase 2 il 4 maggio.
I dati Istat al 10 Marzo sono i seguenti : ricoverati 5.038, terapia intensiva 877, curati a domicilio 2.599, positivi 8.514, guariti 1.004, morti 631, contagiati 10.149.
Al 4 di maggio leggiamo: ricoverati 17.242, terapia intensiva 1.501, curati a domicilio 81.436, positivi 100.179, guariti 81.654, morti 28.884, contagiati 210.717, ovvero sulla base di 2.153.772 tamponi effettuati a quella data ci troviamo con circa 10 trovati positivi al coronavirus ogni 100 tamponi e appena 2,8 guariti per ogni deceduto positivo al coronavirus.
Sintetizziamo: nel periodo 10 Marzo – 4 maggio 2020 i contagiati sono aumentati di 20,8 volte, i guariti di 81,30 volte, i morti di 45,8 volte e, dato molto importante, l'aumento dei morti é stato proporzionalmente superiore di 2,2 volte all'aumento dei contagiati.
Ed ora veniamo alle due settimane dal 4 al 17 maggio, in piena Fase 2.
Dati pubblicati: contagiati 14.718, guariti 43.522, morti 3.024, tamponi eseguiti 851.188.
Abbiamo 1,7 trovati positivi al coronavirus ogni 100 tamponi e 14,4 guariti per ogni positivo al coronavirus deceduto.
Conclusione: i positivi al tampone sono crollati di quasi 6 volte, passando dal 9,8% della fase lockdown all' 1,7% delle prime due settimane della Fase 2. Il rapporto guariti/morti é più che quintuplicato passando da 2,8 guariti per 1 morto nella fase del lockdown a 14,4 guariti per 1 morto nelle prime due settimane della Fase 2 .
Insomma ritornati alla luce delle strade delle città e delle campagne, gli "umani" della quarantena non sono stati sopraffatti dal coronavirus, né hanno allargato le maglie attraverso le quali passa il contagio. Apertura e libertà non hanno significato un passo indietro, ma alcuni decisi passi in avanti per uscire da questa strana pandemia.
Sorge la domanda: perché ci hanno rinchiusi in casa ?
Perchè il governo con il suo solito puntiglio ci ha continuato a dire che se le cose andavano bene era grazie alla quarantena, se andavano meno bene era perchè alla quarantena avevamo rinunciato troppo in fretta ?
 
Di comidad (del 10/01/2021 @ 00:24:51, in In evidenza, linkato 3084 volte)
Un interessante articolo pubblicato sulla Rivista on line "Gli Asini"

" Se consideriamo gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, settore affine alla “terza missione”, vediamo che in Italia, nel 2017, l’investimento era di quasi 24 miliardi di euro totali (esclusi gli enti no profit): le imprese private spendevano quasi 15 miliardi impiegando il 21,6% di ricercatori del settore mentre l’università e gli enti pubblici di ricerca spendevano la metà (circa 7,7 miliardi) contando però sul doppio dei ricercatori (47%). Che tra i ricercatori pubblici ci possano essere dei fannulloni è possibile e che l’industria sfrutti all’osso i propri è altrettanto possibile, ma un dato così squilibrato tra numero di ricercatori e fondi deve trovare spiegazioni plausibili.
Un’ipotesi potrebbe essere che parte dei ricercatori pubblici, impegnati nella “terza missione”, lavori anche per la ricerca delle imprese private."
 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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