Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Speciale “Nigger” (1) : antologia del pensiero razzistico, discriminatorio e gerarchico.
NEGRO “È un animale che mangia il più possibile e lavora il meno possibile”,
Benjamin FRANKLIN, citato in Gobineau, “Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane”, 1853-55.
“Il negro del Texas ha tutti gli istinti selvaggi del Cheroki senza possedere una sola delle sue virtù. Non rotto ancora al giogo della civiltà, comprende a stento il significato del codice morale, contratto sociale o legge della famiglia. Per lui l’industria domestica è una finzione, la famiglia un’iperbole. Moralmente si eleva appena al livello del Kiciapu, che lo supera di molto in intelligenza… Gli annali del crimine sono spaventosi in Texas; ma la parte più vasta e più cupa di questi appartiene ai Neri. L’intelligenza dell’Africano è fra le più ristrette. Mi è stato confermato che attualmente l’infanticidio è altrettanto comune nelle paludi negre che in una strada cinese o in una steppa tartara. Ecco la vera questione negra. Quelli che, penetrati da un pietoso zelo, hanno dato la libertà ai negri, non ne hanno forse, nella loro ignoranza delle leggi della natura, decretato il lento ma inesorabile sterminio? La natura ha dato al Bianco più intelligenza e forza, più genio inventivo, coraggio e perseveranza che al negro. […]
Hepwort DIXON, La Conquista bianca”, 1877.
“Per ora, è un bruto, non cattivo, è vero, ma fradicio di vizi. Quando lavora una settimana, si riposa la settimana successiva; mente per il piacere di mentire; ignora le leggi della dignità umana. Non si sposa, o quasi, e cambia donna come un animale. […]
Jules HURET, De New York à la Nouvelle Orléans, riportando le dichiarazioni del governatore della Lousiana, 1904.
ANCHE GLI OPERAI SONO NEGRI
“Vivere alla giornata, spendere tutto ciò che si guadagna, spesso anche con anticipi, tale è lo stile di vita più diffuso tra la popolazione operaia di Parigi. Quelli che, tra gli operai, hanno salari sufficientemente elevati perché in tre giorni di lavoro possano procurarsi di che vivere per tutta la settimana, passano di solito gli altri quattro giorni nell’ozio e nella dissipazione.
C.M.T. DUCHATEL, Della Carità, 1926.
“E concludo contro quel sofista di Proudhon che gli operai non hanno alcun bisogno di un tribuno per sostenere i loro interessi, perché non sono mai stati oppressi in Francia.” A. FRANCON, Cause della grandezza e della decadenza dei Romani, 1867.
“È stato stabilito da lungo tempo, attraverso calcoli non contestabili, che i minatori di Anzin sarebbero i principali azionisti e padroni della miniera, che gli operai metallurgici del Creusot sarebbero i principali azionisti e padroni dello stabilimento, se solo avessero risparmiato per comprare dei titoli quello che hanno sperperato per intossicarsi. Urbain GOHIER, Pour être sages, 1914.
SIAMO TUTTI NEGRI TRANNE…
Uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti, Benjamin Franklin, per sostenere che gli anglosassoni fossero “il nucleo principale del popolo puramente bianco” (“purely white people”), affermava che “Spagnoli, italiani, francesi, russi e svedesi generalmente tendono ad essere di colore vagamente scuro.” Benjamin Franklin, Writings, Library of America, New York 1987, p.374.
MA SI RISCHIA DI ESSERE EBREI
“I fondatori della nazione inglese, anch’essi, discendevano dalle tribù perdute d’Israele, dato che Saxon è con ogni evidenza una corruzione di Isaac’s son, figlio d’Isacco.”
Citato in Pall Mall Gazette, 3 aprile 1984.
“È l’ebreo che trasuda attraversi i pori dell’Inglese.” Louis MARTIN, L’Anglais est-il un Juif? 1896.
“L’Ebreo non crea, non produce, sfrutta. È il grande negoziante, il grande intermediario universale, come un tempo i Fenici che erano giudei, e gli Inglesi, moderni Fenici, che discendono forse dagli Ebrei” Docteur CELTICUS , Le Diciannove Tare corporali per riconoscere un Ebreo, Librairie antisemite, 1903.
Chi, in questi giorni, si dovesse trovare a fare acquisti in uno dei negozi FNAC di Parigi, ne uscirebbe con una busta di plastica su cui campeggia un pugno chiuso dal significato inequivocabile. In effetti la FNAC, la catena multinazionale francese che distribuisce libri, cd, dvd e altri ninnoli tecnologici, si è davvero scatenata in occasione del quarantennale del Maggio. Un putiferio di libri sul '68, a favore e contro, per chi c'era e per chi se l'è perso (sic), ristampe di dischi dell'epoca, video e dibattiti in quantità industriali. L'anno del Maggio francese è diventato un vero e proprio contenitore mediatico in cui ognuno mette ciò che vuole. I fastosi depliant illustrativi della rassegna titolano: "68 court toujours", oppure "L'esprit de Mai est à la FNAC". Quindi lo spirito del Maggio sarebbe andato a finire alla FNAC. Il direttore della catena spiega che la FNAC stessa non sfuggì all'ondata di lotte e scioperi dell'epoca, e infatti venne più volte occupata dai lavoratori; quindi il direttore ritiene che la FNAC non possa esimersi dal commemorare ciò che ha vissuto direttamente. Visto che dopo quaranta anni i lavoratori della FNAC sono sempre più sfruttati e precarizzati, è qui evidente il tentativo di trasformare il '68 in un evento puramente mitologico, una narrazione funzionale ad un intrattenimento fine a se stesso, priva di qualsiasi aggancio con la realtà storica e sociale.
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