Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
1- LA NATO, CENTRALE DEL CONTRABBANDO
La NATO è un'organizzazione criminale a tutto tondo, ad un punto tale che è persino difficile farsene un'idea. Le basi NATO, grazie al segreto militare, sono luoghi in cui si traffica di tutto. Talvolta è possibile reperire piccole tracce di questa inesausta attività criminale.
Notizia del maggio scorso:
"Sono stati bloccati lungo via Ausonia a Cassino mentre percorrevano la superstrada in direzione Formia. Due marescialli in servizio alla base Nato di Bagnoli, uno appartenente all’Esercito Italiano e l’altro all’Aeronautica, sono stati fermati per contrabbando di sigarette."
http://www.dimmidipiu.com/cronaca-frosinone/4750-cassino-marescialli-contrabbandieri-arrestati-in-via-ausonia.html
I due marescialli della base NATO di Bagnoli avrebbero dovuto essere processati per direttissima; poi il processo è stato spostato e, da allora, non vi è a riguardo più alcun resoconto della stampa. Chissà perché.
2- A CHE SERVONO QUESTI SERVIZI SEGRETI?
In un articolo del febbraio del 2010 sul sito di "Gush Shalom", il "pacifista" israeliano Uri Avnery si chiedeva cosa accadrebbe se i servizi segreti di tutti i Paesi sparissero contemporaneamente? Secondo Avnery, non accadrebbe nulla, perché queste organizzazioni hanno dimostrato di non essere in grado di reperire le informazioni utili a prevenire gli avvenimenti.
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://zope.gush-shalom.org/home/en/channels/avnery/1266678809/&prev=/search%3Fq%3Dgush%2Bshalom%2Bmossad%2Bmunich%26hl%3Dit%26biw%3D960%26bih%3D545%26prmd%3Dimvns&sa=X&ei=OFcZUJTcNIfXsgbU6oBg&sqi=2&ved=0CFcQ7gEwAQ
Sennonché lo stesso Avnery costituisce l'esempio pratico di ciò che fanno davvero i servizi segreti. Per queste strutture la pratica di "intelligence" è solo una copertura, un pretesto, un alibi ufficiale. La vera attività è la disinformazione.
I servizi segreti non cercano informazioni sulla realtà, ma creano la propria realtà. Magari i servizi segreti ti creano dei finti pacifisti che abbiano lo scopo di seminare sconcerto e confusione. Un nome a caso? Avnery.
Sul "Manifesto" del 2 novembre 2011, c'era un articolo di Avnery sulla Libia, dal titolo che è tutto un programma:
"Io vi dico: benedetta, NATO".
Si tratta di un inno all'intervento della NATO in Libia, a sostegno della presunta "rivolta popolare". Se c'è un segnale inconfondibile della malafede, sta nello spostare la discussione dai dati concreti al moralismo astratto. Infatti Avnery si lancia in una giustificazione del linciaggio di Gheddafi, con un arbitrario paragone storico con la fine di Mussolini. In realtà Mussolini non fu affatto linciato, ma ucciso per una esplicita decisione del Comitato di Liberazione Nazionale.
Al contrario, in Libia il Consiglio Nazionale di Transizione aveva fondato tutta la sua legittimazione internazionale sull'impegno di consegnare Gheddafi alla Corte Penale dell'Aja e di fornire le prove dei suoi crimini. Quindi, anche se Gheddafi fosse stato eliminato senza sovrappiù di dettagli cruenti, il problema politico ci sarebbe ugualmente.
Ora, secondo Avnery, la prova dei crimini di Gheddafi consisterebbe invece nel fatto che ... lo abbiano linciato. I neri linciati in Alabama non hanno più di che lamentarsi.
Il bello è che né la Corte Penale, né l'ONU, hanno condotto proprie inchieste sull'accaduto, dimostrandosi complici della mistificazione: i "crimini di Gheddafi" erano solo fumo della propaganda di guerra. Ciò conferma anche il sospetto che il video-linciaggio di Gheddafi fosse un falso, una Psychological Operation per depistare da quanto realmente accaduto.
L'articolo di Avnery è stato rilanciato dal sito del ... Ministero della Difesa. E ti pareva.
ttp://www.difesa.it/Sala_Stampa/rassegna_stampa_online/Pagine/PdfNavigator.aspx?d=02-11-2011&pdfIndex=48
3- AL QAEDA, PSEUDONIMO DELLA NATO
Sulla Rete circolano da mesi notizie circostanziate sulla presenza di mercenari del Qatar e dell'Arabia Saudita che alimentano, partendo dal suolo turco, la presunta "rivolta" in Siria. Le prove a riguardo sono ormai tante che i media ufficiali non possono più completamente occultarle.
Dal "Corriere della Sera":
"Secondo il corrispondente della France Presse i ribelli sono ceceni, algerini, ma anche musulmani svedesi e francesi, venuti a dare manforte ai siriani."
http://www.corriere.it/esteri/12_luglio_28/siria-ultima-battaglia-aleppo_7709a1b2-d87e-11e1-8473-092e303a3cd5.shtml
Visto che non si può più nascondere si cerca di minimizzare e depistare. Il quotidiano britannico "The Guardian" ci parla ora di presenza di "Al Qaeda" in Siria. Ci si narra la fiaba di una specie di infiltrazione dei cattivi fra i bravi, ma inesperti, ribelli siriani.
http://www.guardian.co.uk/world/2012/jul/30/al-qaida-rebels-battle-syria
Tanta preoccupazione per coprire solo Qatar, Turchia e Arabia Saudita?
In realtà, questa sortita del quotidiano "The Guardian" era per coprire quanto già diffuso da un altro giornale inglese, il "Sunday Express", che ha fornito dati sulla presenza di truppe speciali britanniche, le SAS, in Siria.
http://www.youtube.com/watch?v=CihiBzV_H4U
Ormai le prove vanno oltre il diretto coinvolgimento di Paesi "minori". In Siria stanno operando truppe speciali britanniche, ma anche francesi e persino svedesi. Anche la Svezia, una volta neutrale, ha da anni un accordo di partenariato con la NATO.
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.nato.int/cps/en/natolive/topics_52535.htm&prev=/search%3Fq%3Dsweden%2Bnato%2Botan%26hl%3Dit%26biw%3D960%26bih%3D545%26prmd%3Dimvns&sa=X&ei=ZycaUMj1NeOG4gTjgoGwCQ&sqi=2&ved=0CF0Q7gEwAg
La Psychological War della NATO conosce i suoi polli, quindi era facilmente prevedibile che il lanciare l'esca di un dibattito infinito sull'alternativa tra salute e lavoro avrebbe stanato la legione dei filosofastri sempre in agguato. Nel "dibattito" ovviamente non si è mai mancato di avallare quell'ipocrisia ufficiale secondo la quale le industrie esisterebbero per dare posti di lavoro, perciò, in definitiva la colpa dell'inquinamento è degli operai.
Ciò non vuol dire che l'Ilva di Taranto non sia realmente inquinante; lo è, eccome. Il punto è capire perché la situazione sia stata lasciata incancrenire per anni, come se fossimo ancora nell'800, e non fossero già disponibili da anni le tecnologie non solo per il disinquinamento, ma anche per il ricircolo delle acque impiegate nella produzione siderurgica e per il recupero delle scaglie. A chi fa comodo questa emergenza?
Nel febbraio del 2004 Peacelink rendeva noti documenti del Pentagono - peraltro non segretati - da cui risultava che Taranto sarebbe divenuta sede di un'altra base navale della NATO. La notizia era fino ad allora ignota al Parlamento italiano, anche se era stata in qualche modo anticipata da dichiarazioni di Francesco Cossiga.
La nuova base navale sarebbe stata collocata nel Porto di Taranto, nella nuova megastruttura del Molo Polisettoriale. La base NATO dovrebbe ospitare un grande centro di comunicazioni e spionaggio e servire da sito per i sommergibili nucleari della USNavy. [1]
Dalla mappa del porto di Taranto risulta che il Molo Ovest (o 5° Sporgente), in uso all'Ilva, ed il Molo Polisettoriale, destinato alla NATO, sono a ridosso l'uno dell'altro, ed hanno anche un'insenatura in comune. La stessa insenatura che dovrebbe essere usata dai sommergibili nucleari. [2]
Il caso, la coincidenza e le circostanze della vita hanno fatto sì che la NATO avesse l'opportunità di liberarsi dell'ingombrante vicino grazie ad un'iniziativa della Procura di Taranto. Toghe a stelle e strisce? Ma chi oserebbe mai pensarlo. Perché mai tre basi militari nel Porto di Taranto dovrebbero sottrarre lo spazio ad altre attività?
Gli esempi di altre città ci confortano in questa fiducia nella NATO. Nonostante la nuova base NATO di Giugliano in Campania, e nonostante il rafforzamento delle basi USA del Porto di Napoli e dell'Aeroporto di Capodichino, nel quartiere napoletano di Bagnoli c'è tuttora una base NATO, di cui da due decenni si annuncia vanamente la prossima chiusura. A Napoli la militarizzazione del territorio non ha mai ceduto terreno, semmai lo ha tolto ad altre attività, tanto che dal 1999 il Porto ha ceduto alla USNavy più del 50% delle banchine.
Negli anni '80 anche a Bagnoli c'era ancora uno stabilimento dell'Ilva, che però, quello sì, fu veramente chiuso, anche se con motivazioni ufficiali diverse da quelle oggi adoperate a Taranto. Anche quella di Bagnoli è stata chiaramente una pura coincidenza.
Ovviamente il "cui prodest" non è mai un criterio valido per interpretare gli avvenimenti. Bisogna invece convenire onestamente che la NATO è fortunata, o è protetta da Dio. Anzi, diciamo pure che ormai la NATO è Dio, così si fa prima.
[1] http://www.peacelink.it/disarmo/a/3030.html
http://www.zonanucleare.com/dossier_italia/taranto_nucleare.htm
http://www.peacelink.it/editoriale/docs/185.pdf
[2] http://www.tarantoporto.com/logistica/polisett.htm
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