Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il fumo mediatico ha spacciato l'elezione di Mattarella come l'ennesimo trionfo personale di Matteo Renzi. In realtà in Italia non si diventa presidenti della Repubblica senza l'investitura della NATO. La prova la si può trovare nella nostra "bellissima Costituzione", la nostra "Costituzione Fiaba", come dice Benigni. Dietro le fatine ed i principi azzurri, vi si annidano però non solo mefitici "Draghi", ma anche terribili orchi. Come nell'articolo 87, dove ci viene detto che, tra le altre cose, il presidente della Repubblica presiede il Consiglio Supremo di Difesa, "costituito secondo la Legge". Le leggi in oggetto sono quelle del 1950, del 1999 e del 2010, e configurano una commissione mista, costituita dai principali ministri e dai vertici militari. Lo stesso segretario del Consiglio è un militare. Davvero una bella trovata quella di inserire di straforo nella Carta Costituzionale un organismo dai poteri imprecisati, che configura una specie di governo di emergenza che non ha alcun obbligo di rispondere al parlamento. Alla faccia degli "equilibri istituzionali".
E come sarebbe venuta ai nostri "Padri Costituenti" questa bella ponzata? Non dovevano sforzare molto la fantasia, perchè nello stesso anno in cui veniva scritta la nostra "bellissima Costituzione", il 1947, il presidente Truman aveva inventato negli USA un organismo analogo. Il National Security Act del luglio del 1947 istituiva infatti il National Security Council, un supergoverno composto dai vertici civili e militari. La NATO sarebbe stata costituita solo due anni dopo, nel 1949, eppure pare che aleggiasse nell'aria, visto che i "Padri Costituenti" già adeguavano la forma istituzionale della Repubblica italiana alle esigenze dell'alleanza militare con gli USA.
Quindi sarà del tutto casuale che l'attuale presidente della Repubblica sia anche il ministro della Difesa che aveva gestito l'aggressione della NATO contro la Serbia nel 1999. Deve considerarsi assolutamente casuale anche il fatto che Mattarella appartenga ad una delle dinastie più importanti del potere in Sicilia, cioè la regione più militarizzata d'Italia e d'Europa. Come pure è una mera coincidenza che le sue prime parole da neo-eletto siano state sulla questione del "terrorismo" e delle "dittature" che minaccerebbero il Sacro Occidente. Anche in questa circostanza Sergio Mattarella non doveva sforzare granché la fantasia, visto che la priorità della "minaccia terroristica" era già stata individuata dal Consiglio Supremo di Difesa, nella sua riunione del 15 ottobre scorso. Non ci vuol molto sforzo neppure a prevedere che, in una delle prossime riunioni del Consiglio di difesa, ad essere evocato sarà il fantasma del "dittatore" Putin.
Nei prossimi anni il Consiglio Supremo di Difesa avrà parecchio da lavorare. Un'agenzia di stampa statunitense, vicina al Pentagono, "Global Security", ci avvisa infatti che l'Italia ha in programma un aumento delle spese militari di qui al 2017, perciò il costo della nostra "alleanza" NATO dovrebbe superare l'1% del PIL. Meno male che queste notizie ce le danno gli Americani. Del resto, se non le sanno loro.
Tra le facili profezie si potrebbe annoverare anche un aggravarsi della nostra sudditanza atlantica nei prossimi anni. Una nuova "bolla finanziaria", simile a quella dei mutui del 2007, starebbe per scoppiare negli USA. Stavolta si tratta della bolla dei prestiti agli studenti, secondo quel saggio sistema che si sta importando anche in Italia, di costringere i ragazzi ad indebitarsi a vita per sostenere i sempre più onerosi studi superiori. Le insolvenze però crescono, così come i rischi di una generale ricaduta negativa sui consumi.
Questa crisi incombente potrebbe costituire la spinta definitiva per la già attesa liquidazione dell'euro. Si può essere certi che anche questa prossima crisi finanziaria verrà gestita come le precedenti, cioè presentandola come una felice occasione per estorcere ulteriori "cessioni di sovranità". Ma, stavolta, a presentarsi a riscuotere, probabilmente non sarà un'ormai estenuata Unione Europea, ma la NATO in prima persona. Un ringraziamento al compagno Tiziano Cardosi per l'utile segnalazione.
Pochi giorni prima delle elezioni greche e della prevista vittoria della formazione di sinistra Syriza, il quotidiano britannico "The Guardian" ha dedicato un ampio e circostanziato articolo alle attività "filantropiche" del finanziere George Soros in Grecia. I "centri di solidarietà" allestiti da Soros si sono occupati persino di fornire gasolio alle scuole lasciate al gelo dalla politica di austerità dei governi succedutisi dal 2010 in poi. La beneficenza di Soros ha peraltro suscitato l'indignazione e le proteste di alcune associazioni di genitori, irritati dall'ingerenza di un personaggio il cui arrivo in vari Paesi si è sempre accompagnato ad operazioni di manipolazione e destabilizzazione.
La notizia di queste iniziative di Soros in Grecia circolava in rete da almeno un anno, ed il fatto che "The Guardian" abbia scelto la vigilia elettorale per rilanciarla con risalto, è stato interpretato da alcuni come un qualche tipo di "messaggio" relativo al contesto in cui la vittoria di Syriza e del suo leader, Alexis Tsipras, si sono verificate. Ancora prima, nel 2013, ad occuparsi dei rapporti tra Soros e Tsipras, era stato un organo di stampa tedesco, specializzato in notizie economiche, "Wirtschafts-Woche". Il giornale in questione è ritenuto uno dei più "autorevoli" del settore a livello internazionale, tanto che è stato "onorato" dal presidente della BCE, Mario Draghi, che lo ha prescelto come interlocutore giornalistico privilegiato per rilasciare le sue interviste. Il lungo articolo, che si snoda per varie pagine, presenta un ritratto a tutto tondo del finanziere ungherese-statunitense, con toni in parte celebrativi ed in parte sarcastici, tanto che Soros viene definito come un aspirante "salvatore dell'Europa", qualcuno che vorrebbe passare alla storia come grande pensatore politico. Tra le altre cose, Wirtschafts-Woche fa sapere che Soros avrebbe finanziato un viaggio di esponenti di Syriza negli USA per promuovere l'immagine della nuova formazione politica.
Tutte queste notizie, e gli annessi "messaggi" in esse contenute, di per sé non dimostrano ancora che Tsipras sia un fantoccio di Soros, ma sono sufficientemente indicative del fatto che la Grecia sia a rischio di entrare sotto la "tutela" dello stesso Soros. La conferma del fatto che Soros agisca come un soggetto privato di politica estera è venuta anche di recente dal suo incontro del novembre scorso con dei parlamentari ucraini per dar vita ad una ” autorità anti-corruzione" (sic!). Il paradosso contenuto nella notizia ha suscitato il sarcasmo persino da parte dell'agenzia che l'ha riportata, l'ANSA, pur nota per il pelo sullo stomaco che esibisce ogni volta che si tratti di sostenere la propaganda occidentalista. Soros è notoriamente considerato una sorta di nume tutelare dell'attuale Ucraina, dato che si attribuisce a lui l'aver distaccato definitivamente questo Paese dall'orbita russa con le note "rivoluzioni colorate".
Soros sembra agire come un soggetto autonomo di politica estera, ma la sua stessa biografia ufficiale pone dei seri dubbi a riguardo. Nato a Budapest nel 1930, George Soros, con la sua famiglia, sarebbe passato del tutto indenne in mezzo alle furiose persecuzioni antiebraiche operate in Ungheria sino al 1945. Soros si sarebbe deciso a trasferirsi per gli studi a Londra solo nel 1947, per sfuggire allo stalinismo. A Londra il giovane Soros sarebbe rimasto folgorato dalle dottrine sulla "Società Aperta" del filosofo austriaco Karl Popper, ed a queste dottrine avrebbe poi intitolato la sua agenzia privata di politica estera, la Open Society Foundations. La "Società Aperta" costituisce infatti un'elucubrazione abbastanza fumosa da poter servire da copertura ad un totalitarismo della finanza e delle multinazionali.
Qualcuno ha avanzato il sospetto che l'adolescente Soros sia stato in realtà adottato dalla CIA, fondata proprio nel 1947 dal presidente Truman. La stessa CIA avrebbe provveduto a ripulire la fedina della famiglia di Soros, in vari modi compromessa nella collaborazione con il nazismo, confezionandole addirittura una fittizia identità ebraica.
Un Soros come soggetto privato di politica estera, ma si tratterebbe comunque di una privatizzazione di marca CIA. L'intreccio tra servizi segreti, finanza e multinazionali rappresenta una scontata affinità elettiva, poiché disinformazione, intossicazione ed infiltrazione consentono di manipolare e destabilizzare non solo gli Stati, ma anche i mitici "Mercati". Il finanziere "filantropo" potrebbe quindi un giorno rivelarsi come un agente segreto con multiple funzioni: provocare, destabilizzare, ma anche far soldi a beneficio proprio e dei suoi colleghi della CIA.
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