Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
L'ennesima sortita del Buffone di Arcore è servita ancora una volta ad accreditare il mito personale di Mario Monti, ed anche ad avallare la falsa impressione di una discontinuità del governo attuale con quello precedente. Tutto questo prestigio personale - che potrebbe favorire un rilancio politico per la prossima legislatura -, Monti lo ha ottenuto grazie ad una sfiducia parlamentare che gli costa appena un mese e mezzo di governo in meno. Un affare.
In realtà uno degli atti più recenti del governo Monti è stato quello di concedere mille licenze per siti di gioco d'azzardo online, e ciò in applicazione di un decreto del Ferragosto 2011, emanato proprio dal governo che lo ha preceduto. [1]
Il gioco d'azzardo è l'unico settore che non conosce recessione, e si trova ormai ai primi posti per consistenza del business. Con il gioco d'azzardo online bastano una carta di credito ed un codice fiscale per rovinarsi l'esistenza standosene comodamente a casa. [2]
La carta di credito sta diventando ormai il documento fondamentale per esibire uno status di cittadinanza. Esiste un network mondiale, l'AFI (Alliance for Financial Inclusion), per dotare tutti, ma proprio tutti, di carta di credito. L'alibi fiabesco secondo cui i poveri governi sarebbero costretti obtorto collo a salvare banche "troppo grandi per fallire", s'infrange contro l'evidenza di questo network (o racket?) planetario, in cui i governi e le banche centrali dell'area G-20, ma non solo, si danno da fare per allestire, a pro dei bombanchieri, il mega-business del denaro elettronico. Da qui a qualche anno, milioni di persone che non hanno visto neanche il denaro contante, dovrebbero trovarsi forzosamente integrate in sistemi creditizi elettronici. [3]
Dato che c'è sempre da imparare da Paesi più civili del nostro, sarà utile sapere che il governo scozzese ha elaborato un piano educativo "a favore" dei senzatetto, e non certo per dar loro una casa (magari li impigrirebbe), ma una carta di credito. L'accedere ad una carta di credito, secondo il governo scozzese, potrebbe responsabilizzare gli homeless e renderli persino capaci di trovarsi un'abitazione. Questa affermazione è fatta dal governo scozzese in tono assolutamente serio. [4]
L'inconveniente che impediva di concedere la carta di credito agli homeless era la mancanza di un domicilio stabile; ma la tecnologia elettronica galoppa, e la vecchia card a banda magnetica ora è già in via di sostituzione con "smart card" dotate di microchip. Quindi oggi i senzatetto potrebbero essere oggetto di sperimentazione di nuove tecnologie di credito che li rendano sempre identificabili e reperibili.
Che tra financial inclusion e gioco d'azzardo online vi sia qualcosa di più di un rapporto casuale, ma addirittura un nesso causale, è dimostrato dalla vicenda di un certo Brian Pomeroy, che è stato chiamato a far parte sia della "task force" (sic!) del governo britannico per la financial inclusion (ovvero la carta di credito obbligatoria per tutti), sia della commissione per il gioco d'azzardo. [6]
Il denaro elettronico rende questo tipo di business molto più agevole, poiché l'assenza di contanti non determina rischi di caduta di liquidità in caso di insolvenza dei debitori. Ma i debiti vanno comunque riscossi, e non certo con le buone maniere.
Ecco quindi che si apre più spazio per un altro business, sempre più interessante: il recupero crediti. Recuperare crediti era considerato una volta un business da crimine organizzato, ma oggi è anche un crimine legalizzato, dotato di un lobbying ufficialmente riconosciuto.
Meno di due mesi fa, un consulente del Primo Ministro britannico Cameron, tale Luff Jonathan, ha lasciato l'incarico governativo per diventare lobbista di Wonga, la più grossa agenzia di prestiti e di recupero crediti della Gran Bretagna, ed anche quella più chiacchierata per i suoi metodi sbrigativi e fraudolenti. L'ennesimo caso di quella che i Britannici chiamano "revolving door", è servito a far capire per chi stia davvero lavorando il governo Cameron. Ammesso che ce ne fosse bisogno. [7]
La vicenda dei clochard impiantati di microchip di credito inseguiti dai sicari del recupero crediti, avrebbe potuto costituire sino a qualche tempo fa uno spunto narrativo per storie di fantascienza-incubo; ma oggi un racconto così si troverebbe ad essere già superato dall'attualità.
1) http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/15/arriva-la-prima-liberalizzazione-quella-del-gioco-dazzardo/151639/
2) http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-12-05/lindustria-azzardo-prospera-nonostante-121249.shtml?uuid=AbiQRK9G
3) http://gpfi.org/about-gpfi/partners/alliance-financial-inclusion
4) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.educationscotland.gov.uk/Images/HomelessnessandFinancialInclusion_tcm4-684759.pdf&prev=/search%3Fq%3Dfinancial%2Binclusion%2Bgambling%26hl%3Dit%26tbo% 3Dd&sa=X&ei=7tPEUMyuIYPJtAbToIGoCA&ved=0CIcBEO4BMAk
5) http://www.libertadiscelta.com/carte-di-credito-con-microchip.html
6) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.fsa.gov.uk/about/who/board/pomeroy.shtml&prev=/search%3Fq%3Dfinancial%2Binclusion%2Btask%2Bforce%2Bgambling%26hl%3Dit%26tbo%3Dd&sa=X&ei=ltfEULPrH83Lsgar6oCgBQ&ved=0CEcQ7gEwAg
7) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.telegraph.co.uk/news/politics/david-cameron/9642807/David-Camerons-senior-adviser-leaves-to-lobby-for-Wonga.html&prev=/search%3Fq%3Ddebt%2Bcollection%2Blobbyists%26hl%3Dit%26tbo%3Dd&sa=X&ei=b9HEUN6uGIXYtAbRtoDwBg&ved=0CEUQ7gEwAg
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.guardian.co.uk/business/2012/sep/16/wonga-trebles-earnings-loans&prev=/search%3Fq%3Dwonga%2Bcriminals%26hl%3Dit%26tbo%3Dd%26biw%3D960%26bih%3D513&sa=X&ei=SHjHUPT7JqjP8QHL2YCoCg&ved=0CDMQ7gEwAA
La pubblicazione dei dati Eurostat sull'aumento della povertà e del rischio-povertà in Europa ha suscitato sui media il solito "dibattito", viziato in partenza dal rappresentare l'impoverimento come un "problema", come un effetto indesiderato delle politiche di "rigore". In realtà il bombardamento sociale del "rigore finanziario" non è sostanzialmente diverso dai bombardamenti militari, nei quali l'obiettivo dichiarato è un pretesto non soltanto per il consumismo delle bombe (tanto paga il contribuente), ma anche per fare il maggior numero possibile di "danni collaterali", cioè di vittime civili. Anche il "rigore" è un business, ed il "danno collaterale" della maggiore povertà apre a sua volta nuove frontiere al business. [1]
In questi anni è risultato sempre più evidente il nesso consequenziale tra l'aumento della povertà e la finanziarizzazione dei rapporti sociali. La povertà diventa un business finanziario, costringendo i poveri all'indebitamento crescente.
Pochi giorni fa il governo tedesco ha potuto annunciare trionfalmente che l'obiettivo del pareggio di bilancio è stato raggiunto con un anno di anticipo, e ciò soprattutto grazie al fatto che la Germania ha potuto finanziare il suo debito pubblico a tasso zero, poiché, contestualmente, sono stati i Paesi del Sud dell'Europa non solo a pagare tassi di interesse più alti, ma anche ad indebitarsi maggiormente. Dopo un anno in cui ci si era sempre detto che "il problema è il debito", si è poi scoperto che il governo Monti non soltanto non ha ridotto il debito pubblico, ma lo ha aumentato. Il cosiddetto "spread" si è rivelato così una tassa sulla povertà, un'elemosina dei poveri nei confronti dei ricchi.
Procede intanto l'addestramento dei poveri all'uso degli strumenti finanziari. Il governo Monti ha rilanciato la "Social Card" di tremontiana memoria, annunciando la sperimentazione in alcune città e Regioni di una nuova versione familiare della carta. Viste le cifre in ballo per questa carta prepagata, il vantaggio per le famiglie è pressoché inesistente, semmai il vantaggio è per BancoPosta che la gestisce. [2]
Lo scopo della social card è in realtà quello di allargare il target dei servizi finanziari. Nata negli USA, anche lì "in via sperimentale", la Social Security Card si è diffusa a macchia d'olio, tanto che i fruitori della carta nel 2013 ammonteranno già a dieci milioni, secondo le stime di Comerica, l'istituto di credito di Dallas a cui il Tesoro americano ha affidato il business. [3]
I Paesi anglosassoni stanno dimostrando che i poveri costituiscono un target inesauribile per l'offerta di servizi finanziari. Non soltanto la carta di credito viene oggi concessa anche ai disoccupati, ma questi sono anche fatti oggetto di un vero e proprio allettamento per dotarsi di questo "servizio" finanziario. Il fatto è comprensibile, se si considera che disoccupati e precari possono essere ridotti ad un livello assoluto di dipendenza da questi strumenti finanziari; cosa che non sarebbe possibile nei confronti di chi disponesse di fonti regolari di reddito. Se i prestiti ai poveri fossero ancora in contanti, allora i rischi di insolvenza sarebbero mortali per un business del genere; ma oggi c'è il denaro elettronico e le banche non devono compromettere la propria liquidità per concedere carte di credito. [4]
I poveri tendono ancora a servirsi soprattutto di contanti, ma le banche intendono sollevare le masse da questa condizione primitiva, attraverso quello che chiamano un programma di "inclusione finanziaria". Il suono nobile e commovente della parola "inclusione" serve a nascondere il fatto che si tratta di un programma a basso rischio d'impresa per lo sfruttamento delle possibilità di indebitamento delle masse più povere. [5]
Il governo britannico ha elaborato nel 2007 un piano di inclusione finanziaria per salvare le masse di "unbanked" dal loro misero destino e per metterle a disposizione dell'amorevole offerta di servizi bancari. Lo stesso governo britannico ha ritenuto di porre una deroga ai limiti della sua "spending review" pur di stanziare dei fondi per questo piano umanitario. [6]
Anche la Banca d'Italia ha impostato un piano analogo, ciò in attuazione delle indicazioni del G-20 a riguardo. A quanto pare il denaro elettronico ha un club di supporter piuttosto nutrito. [7]
La Banca Mondiale, nella sua veste di agenzia specializzata dell'ONU, rappresenta l'avanguardia in questo progetto di soccorso mondiale agli "unbanked". Robert Zoellick, presidente della Banca Mondiale sino al luglio scorso, ha profuso più di tutti il suo personale impegno nella "financial inclusion". Zoellick costituisce il prototipo del perfetto bombanchiere: proviene da Goldman Sachs e, nel periodo in cui ha fatto parte dell'amministrazione Bush, è stato uno dei promotori più zelanti dell'aggressione all'Iraq. Zoellick è anche un ospite d'onore, pressoché fisso, del Consiglio Atlantico della NATO. [8]
Le banche in questo periodo hanno una pessima reputazione e, spesso, persino una pessima stampa. Ma le denunce possono rimanere sul vago, mentre, come si dice, il diavolo si annida nei dettagli. C'è qualche prestigioso commentatore che auspica addirittura un passaggio completo al denaro elettronico, con l'abbandono definitivo del contante; ciò in nome della lotta all'evasione fiscale, come se l'elettronica fosse intrinsecamente onesta, e fosse in grado solo di "tracciare" e non potesse anche sviare. L'unico risultato certo dell'adozione integrale del denaro elettronico, sarebbe invece quella di rendere definitiva la "financial inclusion", cioè di non porre più limiti alle possibilità per le banche di impoverire e sfruttare i popoli.
[1] http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/internetsocieta/2012/12/03/Quasi-120-milioni-europei-minacciati-poverta-_7895880.html
[2] http://it.finance.yahoo.com/notizie/social-card-nuova-versione.html
[3] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.money-zine.com/Financial-Planning/Buying-Insurance/Social-Security-Debit-Card/&prev=/search%3Fq%3Dsocial%2Bsecurity%2Bcard%2Bjp%2Bmorgan%26start%3D10%26hl%3Dit%26sa%3DN%26tbo%3Dd%26biw%3D960%26bih%3D513&sa=X&ei=hfG8UMDvK4GetAaI34HQCA&ved=0CDIQ7gEwADgK
[4] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.thisismoney.co.uk/money/cardsloans/article-2188712/No-job-No-problem-Credit-card-firms-make-easier-borrow-youre-unemployed.html&prev=/search%3Fq%3Dcredit%2Bcard%2Bunemployed%26hl%3Dit%26tbo%3Dd&sa=X&ei=z9q9UJSQIYWc9QSvi4GQCA&ved=0CGwQ7gEwBg
[5] http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en%7Cit&u=http://betterthancash.org/why-e-payments/financial-inclusion/
[6] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.dwp.gov.uk/docs/financial-inclusion-actionplan061207.pdf&prev=/search%3Fq%3Dfinancial%2Binclusion%2Btask%2Bforce%26hl%3Dit%26tbo%3Dd&sa=X&ei=gIq_UIiHFqj44QTr2IGQCQ&ved=0CEsQ7gEwAg
[7] https://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:jzIFz5CUih4J:www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/quest_ecofin_2/QF_96/QEF_96.pdf+inclusione+finanziaria&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESgQQ3hwQR0xoAeUk4UIkTjsVtB6umCq5hVi_mnDSU7lvwh0VUbzU0O2RUlpexYn9dnM_DfR6YwM8HmMTVffsq_xK8qN2h-FDl67NDh-4Y6Matqo0O3an_QCnh1WmOyvQMxPMUev&sig=AHIEtbQWcBWF_nh7kVgUOuDqKK8eLNWgTg
[8] http://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=1&ei=a_u-UICpNqKJ4gTjxYCgAg&hl=it&prev=/search%3Fq%3Drobert%2Bzoellick%2Bfinancial%2Binclusion%26hl%3Dit%26tbo%3Dd&rurl=translate.google.it&sl=en&u=http://live.worldbank.org/closing-gap-financial-inclusion-liveblog-webcast&usg=ALkJrhhqbsOGR4FNmRTl8X_TgQlJ6ZnqRg
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