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"Se la pace fosse un valore in sé, allora chi resistesse all'aggressore, anche opponendosi in modo non violento, sarebbe colpevole di lesa pace quanto l'aggressore stesso. Perciò il pacifismo è impotente contro la prepotenza colonialistica che consiste nel fomentare conflitti locali, per poi presentarsi come pacificatrice."

Comidad
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 12/06/2008 @ 08:51:34, in Commentario 2008, linkato 1277 volte)
La venuta in Italia del presidente iraniano Ahmadinejad per il convegno della FAO del 2-5 giugno, è stata l’occasione per una campagna di odio mediatico che è risultata indicativa della quasi inesistenza di quello che viene definito di solito come “antiamericanismo”. Al di là di quelle che possono essere le critiche verso Bush o verso la politica statunitense in genere, è un fatto che il punto di vista degli stessi Stati Uniti continua a rappresentare per l’opinione pubblica, soprattutto di sinistra, il parametro assoluto del bene e del male.
Un regista noto come un critico radicale del sistema attuale, Ken Loach, ha di recente prodotto un film sullo sfruttamento degli immigrati, dal titolo “In questo mondo libero”, inserendo del tutto pretestuosamente nella storia la figura di un profugo iraniano fuggito a causa della persecuzione dell’odioso regime islamico. Un altro film di grande successo, “Syriana”, ci ha intrattenuto per un paio d’ore sulle efferatezze della politica estera affaristica degli Stati Uniti, ma solo per farci arrivare il vero messaggio, cioè la minaccia oggi costituita dall’Iran e dall’integralismo islamico.
Il senso di certe rappresentazioni è abbastanza evidente: gli Stati Uniti e il cosiddetto Occidente possono comportarsi male, ma i nemici degli Stati Uniti “sono” il male.
In realtà, nulla dimostra che il tasso di criminalità del regime iraniano sia superiore alla media degli altri regimi, comprendendo in questa media anche i Paesi cosiddetti di “democrazia occidentale”. Al cosiddetto “boia di Teheran”, Ahmadinejad, non si è potuto sinora attribuire nessun crimine dell’entità di quelli già noti che sono stati commessi dall’amministrazione Bush, cioè torture, detenzioni senza processo, sequestri di persona, esecuzioni sommarie, ecc.
Il fatto che l’Iran voglia dotarsi dell’energia nucleare, diventa inoltre la prova che stia perseguendo un programma di armamento atomico. Più semplicemente, il governo iraniano potrebbe aver adottato un programma nucleare per lo stesso motivo per cui lo sta adottando il governo italiano, e cioè su sollecitazione delle varie agenzie internazionali che hanno prospettato un affare gigantesco, una miriade di appalti, insomma un saccheggio a tutto campo del denaro pubblico. Il nucleare è un assurdo dal punto di vista economico per la sproporzione macroscopica tra costi e vantaggi, ma costituisce sicuramente una pacchia dal punto di vista affaristico, per questo motivo la Confindustria ha immediatamente sposato il progetto del nostro governo.
Il governo italiano è affascinato dall’ipotesi nucleare perché è un governo corrotto, e questa spiegazione è la più realistica anche per la scelta del governo iraniano, che probabilmente non avrebbe avuto nessuna noia se fosse stato un po’ più corrotto, e si fosse rivolto agli USA per acquistare da loro una tecnologia nucleare obsoleta, e a condizioni molto meno convenienti.
Un altro tema attualmente in voga nella stampa e in televisione, è la “minaccia” di Ahmadinejad di “cancellare” Israele dalla carta geografica. È un tema molto caro a Furio Colombo ed altri sionisti “dal volto umano”, ma, anche in questo caso, c’è ben poco di concreto. Ahmadinejad deve contrastare le accuse che gli provengono dai musulmani sunniti, che contestano a lui ed agli Iracheni sciiti la connivenza con l’invasore americano; Ahmadinejad è costretto quindi a rifarsi una verginità con le affermazioni reboanti, lanciando profezie facili, quanto astratte, sulla sorte di Israele.
Israele è una colonia statunitense come il Kosovo e, come il Kosovo, reggerà finché la presenza militare statunitense lo consentirà. Come il Kosovo, pare che Israele ospiti già una base militare USA, che dovrebbe essere stata completata nel 2005; almeno così indicano le foto lanciate su Internet dal giornalista sionista Barry Chamish.
Dal punto di vista geopolitico, Israele avrebbe una sola chance di sopravvivenza, e cioè crearsi immediatamente vicino uno Stato palestinese la cui esistenza dipenderebbe a sua volta da quella israeliana. Era l’ipotesi di Rabin, che non era un pacifista e si preparava già ad imporre ad Arafat una quota di popolazione ebraica nel nuovo Stato palestinese; ma non era certo l’ipotesi degli Stati Uniti, a cui Israele interessa solo come base per il traffico militare/affaristico/criminale, come appunto è il Kosovo; non a caso, il primo ministro israeliano Rabin è stato assassinato da un presunto “attentatore solitario”, che è il marchio di fabbrica dell’assassinio “Made in USA”.
Mentre Ahmadinejad ha lanciato su Israele solo profezie astratte, le vere minacce di bombardamento atomico provengono oggi dagli Stati Uniti, ed il bombardamento atomico sull’Iran è una ipotesi di cui si parla come se niente fosse. Insomma, quanto a criminalità, allo stato attuale dei fatti, Ahmadinejad non è in grado di reggere il confronto con i criminali dell’amministrazione statunitense.
Qui interviene però un atteggiamento religioso a spegnere il confronto critico sui dati concreti: mentre la criminalità di Ahmadinejad dimostra l’abiezione e la irredimibilità del regime che lui rappresenta, al contrario la criminalità di Bush non fa altro che alimentare la messianica attesa di un nuovo presidente USA che rimetta tutto a posto.
Il più importante teorico italiano del razzismo, Julius Evola, riteneva che la razza non sia altro che la religione originaria - la vera religione, che è sottintesa ad ogni altra religione - che consiste nel considerare i nostri padroni come se fossero anche i nostri dei. La divinizzazione dell’immagine degli Stati Uniti, non è altro che la divinizzazione dei nostri padroni coloniali, che usano il territorio ex-italiano come base per i loro traffici militari, affaristici e criminali; e infatti la visita di Bush in Italia è, come al solito, dettata dall’intento di estorcere al governo Berlusconi altre basi militari.
In fondo, per i nostri giornali e telegiornali, la vera colpa di Ahmadinejad è solo di essere della razza sbagliata.
12 giugno 2008
 
Di comidad (del 04/06/2008 @ 23:22:50, in Commentario 2008, linkato 1670 volte)
Alcuni esponenti di Rifondazione e dei Comunisti Italiani hanno rilevato la “irresponsabilità” di Berlusconi nell’affrontare la cosiddetta emergenza rifiuti a Napoli, accusandolo di criminalizzare un intero popolo. È una denuncia vera ma parziale, perché Berlusconi ha cominciato a criminalizzare l’intero popolo napoletano da almeno due anni attraverso la casa editrice di cui è ufficialmente il padrone, la Mondadori, che ha prodotto allo scopo un best-seller distribuito in milioni di copie, il celebratissimo “Gomorra” di Roberto Saviano. Non si può non notare, però, che la celebrazione di “Gomorra” è stata operata soprattutto dalla sinistra cosiddetta “radicale”, tanto che l’ex presidente della Camera Bertinotti, per un certo periodo, ha fatto praticamente coppia fissa con Roberto Saviano in una serie di manifestazioni pubbliche. Qui si può anche constatare a che punto sia giunta nelle menti della sinistra la dissociazione tra teoria e pratica, tanto che ora ci si sorprende che a premesse razzistiche corrispondano delle conseguenze fasciste.
Altrettanto sorprendente è che ci si sorprenda che oggi sia il committente di Saviano, cioè Berlusconi, a raccogliere i frutti politici di una propaganda che ha teso a far credere che l’intera popolazione napoletana sia, in vari modi, complice della camorra. Di fronte ad una popolazione di criminali, la sospensione delle garanzie costituzionali e la proclamazione di uno stato di eccezionalità, rappresenta un provvedimento minimo che ormai l’opinione pubblica - compresa quella napoletana - è stata preparata da anni ad accogliere come una liberazione. Grazie al film tratto da “Gomorra”, ed al suo successo internazionale riscosso al festival di Cannes, anche l’opinione pubblica straniera è ormai convinta che sia necessario salvare Napoli dai Napoletani, ed è quindi pronta ad avallare ogni provvedimento di carattere dispotico.
Berlusconi vuole ora anche lui iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro di coloro che hanno salvato Napoli dai Napoletani, per poi magari iscriverlo anche nell’albo di quelli che si sono assunti la missione di salvare l’Italia dagli Italiani, come Mussolini. Come rilevato da Benedetto Croce, il fascismo non è un nazionalismo, ma una forma di autorazzismo, quindi un sottoprodotto ideologico del colonialismo delle grandi democrazie anglosassoni. Anche Berlusconi, come già Mussolini, svolge il ruolo di agente locale del colonialismo anglo-americano, come del resto la sua Mondadori è di fatto un’affiliata della corporation Walt Disney. Come Mussolini, anche Berlusconi potrebbe un domani essere criminalizzato e gettato dopo l’uso dai suoi padroni, e ci sarà ancora una volta qualcuno disposto a raccontarci che dovremo essere grati agli Anglo-Americani per averci fatto questo favore. Il problema della “sinistra radicale” è che non si può essere fascisti nelle analisi e poi risultare credibili quando si pretende di adottare una politica del dialogo e del confronto, perché ci si è levati da soli il terreno sotto i piedi. Come mai non ci si è accorti che “Gomorra”, pur con più abilità narrativa, non sostiene nulla di diverso da ciò che Giorgio Bocca va scrivendo da anni in altri best-seller di minore portata, come “L’inferno” o “Napoli siamo noi”?
Certo, Giorgio Bocca ha un passato (passato?) di fascista e di propagandista di tesi razzistiche, quando insieme con il suo camerata Giorgio Almirante, dalle colonne del giornale “La difesa della razza” metteva in guardia le masse contro il pericolo ebraico. Poi Giorgio Bocca ha cambiato schieramento e si è messo a sfogare il suo razzismo contro i Meridionali, continuando così a rimanere fedele al suo maestro di gioventù, Adolf Hitler, che nel “Mein Kampf” non se la prendeva soltanto con gli Ebrei e i Negri, ma collocava anche gli Italiani meridionali tra le razze degenerate.
Saviano non ha la rozzezza espressiva di Bocca, è persino napoletano, e ciò ha messo in ombra i contenuti razzistici del suo libro. Forse in questo caso è intervenuto anche un pregiudizio intellettualistico da parte della sinistra, secondo la quale ciò che è fascista deve essere anche brutto e volgare. Visto che “Gomorra” esteticamente funziona, allora deve essere per forza di sinistra.
Ma il punto essenziale è un altro, e riguarda l’adesione alla mitologia giustificativa del privilegio, secondo la quale la minaccia all’ordine ed alla sicurezza sociale deriverebbe sempre dalla povertà, dalla frustrazione e dalla disperazione. In realtà il pericolo non deriva dallo scontento, ma dall’entità dei mezzi di cui si dispone per nuocere, cioè: il grado di potenza di qualcuno determina anche la misura della sua pericolosità. Non è l’intenzione omicida a spingere a procurarsi un’arma da fuoco, ma è la disponibilità di un’arma da fuoco a far sorgere intenzioni omicide.
La fiaba mediatica ci narra che se sei povero e disperato diventi facilmente criminale e terrorista. In realtà, se sei povero e disperato, la cosa più probabile è che tu rimanga povero e disperato. Il ricco ha invece i mezzi materiali per diventare criminale e terrorista, e in più ha anche i mezzi materiali per acquistare impunità, consenso, approvazione. Bertinotti è un umanitario, quindi non ha disdegnato di frequentare anche i ricchi, scoprendo che in fondo sono persone come noi. Certo, Bertinotti ha ragione: i ricchi non hanno la coda, e non hanno neppure le squame; però Bertinotti dovrebbe anche sapere che, attraverso recenti ed approfondite indagini socio-economiche, si è potuto scoprire che i ricchi hanno i soldi, quindi possiedono giornali, televisioni, catene distributive, cioè possono avere a disposizione un esercito di persone il cui lavoro consiste nel narrare la fiaba che i ricchi hanno sempre ragione, che i ricchi sono delle vittime e degli incompresi, che tutti i problemi derivano dal fatto che i ricchi non hanno abbastanza privilegi, mentre i poveri ne hanno troppi.
Se un giovane ha talento e vuole fare carriera nei media - magari scrivere per la Mondadori -, capisce intuitivamente che deve trovare sempre nuovi modi per raccontare questa fiaba. Saviano può anche ritenersi sinceramente di sinistra, anzi ciò gli gioverà alla carriera, perché conferisce alla sua mistificazione un pathos che altrimenti non avrebbe avuto. Con l’aiuto di “editor” che sanno il fatto loro, Saviano ha potuto alla fine confezionare un prodotto in grado di accedere agli alti livelli della guerra psicologica, del divismo e del business.
Una persona normale vive costantemente l’esperienza di essere contraddetto, anche se dice cose ovvie, e di essere spesso rimproverato, anche se non ha fatto nulla di male, e ciò perché il contraddire ed il rimproverare i propri simili è uno dei pochi piaceri che i poveri possono concedersi. I gruppi privilegiati vivono invece in un mondo che gli racconta sempre e solo la fiaba che vogliono ascoltare, infatti non vengono mai veramente contraddetti, e perciò rappresentano un pericolo, non perché frustrati, ma proprio perché non lo sono. L’irrequietezza e l’insaziabilità dei privilegiati costituiscono l’evidenza meno riconosciuta nelle società di ogni tempo, anche se pensatori di rilievo - come Aristotele, Bakunin e Gramsci - se ne sono accorti, rimanendo comunque inascoltati.
La finta e illusoria immagine della ricchezza soddisfatta ha infatti segnato gravemente la storia del movimento operaio, sino a giungere a Stalin ed alla sua linea di fregare sistematicamente gli alleati a sinistra, pur di trovare la possibilità di accordi con la destra. Questa linea continua nell’attuale stalinismo senza comunismo - e senza sinistra - di Walter Veltroni.
5 giugno 2008

Dal compagno Mario riceviamo e pubblichiamo
“Ho trovato alcune notizie interessanti sulla deportazione del campo Rom di Ponticelli Napoli. Ci sono sporchi interessi sotto.”
”La zona occupata dagli accampamenti nomadi rientra nel Piano urbanistico di zona dove da poco meno di un mese sono stati emessi bandi di gara per la costruzione di strutture residenziali: appartamenti, scuole, ospedali, servizi. Quest'area è interessata da un finanziamento pubblico di 7 MILIONI DI EURO e il termine per l'inizio dei lavori è fissato per agosto. Se entro tale data i lavori non partiranno, i soldi verranno persi. In altre parole, sembra strano che questo 'allarme rapimento' sia scoppiato proprio adesso, pochi giorni dopo i bandi di gara.
TRA L' ALTRO IN EUROPA NELLA STORIA DEGLI ULTIMI 60 ANNI NON ESISTE NESSUN CASO " ACCERTATO " DI BAMBINI RAPITI DA ROM !!!!!”
 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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