"
"La condanna morale della violenza è sempre imposta in modo ambiguo, tale da suggerire che l'immoralità della violenza costituisca una garanzia della sua assoluta necessità pratica."

Comidad
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 10/01/2021 @ 00:24:51, in In evidenza, linkato 3084 volte)
Un interessante articolo pubblicato sulla Rivista on line "Gli Asini"

" Se consideriamo gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, settore affine alla “terza missione”, vediamo che in Italia, nel 2017, l’investimento era di quasi 24 miliardi di euro totali (esclusi gli enti no profit): le imprese private spendevano quasi 15 miliardi impiegando il 21,6% di ricercatori del settore mentre l’università e gli enti pubblici di ricerca spendevano la metà (circa 7,7 miliardi) contando però sul doppio dei ricercatori (47%). Che tra i ricercatori pubblici ci possano essere dei fannulloni è possibile e che l’industria sfrutti all’osso i propri è altrettanto possibile, ma un dato così squilibrato tra numero di ricercatori e fondi deve trovare spiegazioni plausibili.
Un’ipotesi potrebbe essere che parte dei ricercatori pubblici, impegnati nella “terza missione”, lavori anche per la ricerca delle imprese private."
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 07/01/2021 @ 00:20:00, in Commentario 2021, linkato 9250 volte)
In base all’idea che la politica rappresenti interessi economici, l’attuale scenario politico viene spesso interpretato come la suddivisione da un lato di partiti che si richiamano alla finanza globale e, dall’altro lato, di partiti “sovranisti” che invece farebbero riferimento ai capitali nazionali, oggi particolarmente in difficoltà. Si tratta di un’interpretazione lineare, che però ha un piccolo difetto: non corrisponde ai dati di fatto.
In Italia il partito più globalista di tutti è il PD, che però è anche il partito che vanta storici legami con capitali molto legati al territorio, come la Lega delle Cooperative e le aziende municipalizzate del Centro-Nord. Nel triennio 2014-2017 il finanziere George Soros ebbe una partecipazione azionaria in una società immobiliare della Lega delle Cooperative, la IGD, come a sponsorizzare il governo Renzi, o a metterlo sotto tutela. Si trattò comunque di una parentesi che non ha modificato il radicamento territoriale della Lega delle Cooperative.
La Compagnia delle Opere è l’altro grande aggregato di aziende radicate nei territori, ed è noto il legame tra questa aggregazione economica con Comunione e Liberazione. Eppure CL ha rinnegato questo suo referente territoriale per sposare entusiasticamente la causa di Mario Draghi, un player della finanza globale, ormai divinizzato, da candidare al vertice del potere politico in Italia.
Se si va a vedere come vanno le cose sul fronte cosiddetto “sovranista”, non c’è solo contraddizione tra referenti economici e scelte politiche, ma c’è il vuoto assoluto. Il primo governo Conte (il governo gialloverde presunto “sovranista”) si è consumato in un’umiliante trattativa con la Commissione Europea sugli zero-virgola e su pretestuose procedure d’infrazione, tanto da configurarsi nella pratica come un governo Gentiloni bis.
Alla fine il gruppo dirigente della Lega Nord (Maroni, Giorgetti, Zaia) ha liquidato l’esperienza governativa, umiliando il proprio “leader”, Matteo Salvini, e sconfessando la sua “creatura”, ovvero la Lega in versione di partito “nazionale”. Questa sconfessione era finalizzata alla trattativa col PD per rafforzare le autonomie Regionali, in modo da consentire alla Lombardia, al Veneto e al Piemonte di integrarsi con la Baviera nella mitica macroregione alpina Eusalp.
Il presunto partito “sovranista”, la Lega, si è rivelato perciò il più europeista di tutti. Mentre il gruppo dirigente leghista è ancora costretto a fingere di essere contro il MES e ad assecondare Borghi e Bagnai, i 5 Stelle hanno addirittura votato la riforma del MES. Sino a qualche anno fa il “sovranismo” enfatizzava soprattutto la figura di Putin, presunto “grande statista” ed altrettanto presunto avversario della globalizzazione; ciò anche a dispetto di ogni evidenza contraria. Putin però è comunque un leader vero, colui che media tra i due poteri in campo in Russia, Gazprom ed esercito. Putin è inoltre il leader di una potenza non ai vertici della gerarchia internazionale, anzi demonizzata e criminalizzata a più riprese; perciò, per quanto fossero illusorie le speranze riposte su Putin, almeno la loro contraddittorietà non appariva così stridente.
Con l’adozione del mito di Trump, il “sovranismo” è invece rientrato in pieno nell’alveo della gerarchia internazionale, celebrando il ”leader” (si fa per dire) della potenza imperialistica egemone. Trump è anche un miliardario, come Soros o Gates, quindi si ribadisce anche la gerarchia sociale nella sua narrazione del politicamente corretto, la nuova religione ufficiale che celebra nei miliardari i nuovi santi. La propaganda statunitense è stata sposata al punto che oggi i “sovranisti” sono diventati persino anti-cinesi. La Cina non è capace di riprendersi Taiwan e rischia addirittura di perdere Hong Kong, però, secondo la narrazione mainstream, aspirerebbe all’egemonia mondiale. La realtà è che la Cina è colpevole soltanto di aver violato la gerarchia internazionale, diventando da semplice potenza economica anche una potenza tecnologica e finanziaria. Ma in quattromila anni di storia la Cina ha avuto spesso il primato economico, finanziario e tecnologico, eppure non è mai riuscita a dominare neanche mezza Asia.

La tesi che la politica rappresenti interessi economici non può essere negata in assoluto, per cui si possono riscontrare anche casi in cui ciò avviene, ma nella sua tendenza generale la politica si limita a ribadire le gerarchie interne e internazionali vigenti. Secondo la concezione tradizionale, riformulata teoricamente anche dal giurista tedesco Carl Schmitt, la politica si muoverebbe in base allo schema amico-nemico. Questa concezione sembrerebbe molto cruda e realistica, mentre in effetti risulta un po’ troppo idilliaca. Se questa concezione fosse vera, ciò comporterebbe infatti che, almeno all’interno del recinto amicale, i rapporti dovrebbero essere solidali. Nella realtà non è così.
In un contesto gerarchico la condizione amicale, se priva di status, può risultare molto più sfavorevole e molto meno dignitosa di quella di nemico. In una visione gerarchica l’amicizia non è neppure concepibile: o si è ossequiati per il proprio status, oppure si viene precipitati sino alla condizione del paria e del capro espiatorio. Ci hanno raccontato che ci sono lo Stato di Diritto e la Legge, per poi accorgersi che non esistono regole ma solo gerarchia; c’è chi sta sopra e chi sta sotto, ci sono i Giudici con le loro bizzose sentenze e poi c’è la massa dei colpevolizzati cronici, cioè la discarica su cui riversare sacrifici ed espiazioni: il vaccino non funziona ma ti devi vaccinare lo stesso, la mascherina non serve ma la devi indossare lo stesso, gli “esperti” cambiano idea ogni cinque minuti ma tu devi obbedirgli lo stesso; più si sta in lockdown e più i contagi aumentano, però le restrizioni devono continuare comunque.

Il ruolo decisionale della politica è nei fatti molto aleatorio. La politica si trova imbarazzata e spiazzata davanti alle lobby, poiché queste si muovono unilateralmente ed automaticamente verso la promozione di un interesse o di un business. La politica, al contrario, avrebbe bisogno dei suoi tempi per consultarsi e informarsi, individuare gli interessi da tutelare ed i mezzi per farlo. Più si insiste sulla rapidità dei processi decisionali e peggio è, poiché nella concitazione le lobby avranno la possibilità di far passare solo le informazioni che fanno loro comodo.
Stando così le cose, l’unico spazio e l’unico “automatismo” che rimangono alla politica consistono nella rituale riconferma delle gerarchie vigenti, sia a livello interno, sia a livello internazionale. Ciò spiega molti dei comportamenti dell’attuale governo Conte. Ad esempio: il Comitato Tecnico Scientifico aveva suggerito al governo un lockdown per la sola Lombardia, ma lo status gerarchico di questa regione non consentiva di conferirle le stimmate di appestata come una Campania o una Calabria qualsiasi; perciò, per rispettare le gerarchie interne alla nazione, il lockdown e la patente di appestato è stata assegnata all’intero Paese.

Allo stesso modo, nella vicenda del Covid la politica estera del governo non ha fatto altro che riconfermare lo status gerarchico della Germania, assegnandole un improbabile ruolo di salvatrice, mentre all’Italia spetta la parte dell’indegna di essere salvata, tanto che starebbe già sprecando soldi che non ha mai avuto e che probabilmente non arriveranno mai. Il ruolo della politica è quindi quello di riconfermare le gerarchie, umiliando le classi inferiori e le regioni inferiori, e al tempo stesso sollecitando la colonizzazione da parte dei Paesi “superiori”. Non si tratta neppure di scelte ma dei soli spazi a disposizione per la politica.
Il capitalismo si è presentato come liberazione dalle gerarchie sociali tradizionali, ma poi è diventato la società più gerarchica di tutte. La gerarchia non è solo rapporto di forza, in quanto questo si combina con la servitù volontaria, oppure indotta da sedimentazioni culturali ed alibi ideologici vecchi e nuovi. L’emergenza Covid si è rivelata una guerra imperialistica a bassa intensità, in cui le gerarchie interne e internazionali si sono riconfermate ed enfatizzate attraverso spinte coloniali, autocoloniali e di lobbying.

Ringraziamo Claudio Mazzolani per la collaborazione.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (46)
Commenti Flash (62)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenętre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


21/11/2024 @ 14:08:09
script eseguito in 47 ms