"
"Feuerbach aveva in parte ragione quando diceva che l'Uomo proietta nel fantasma divino i suoi propri fantasmi, attribuendogli la sua ansia di dominio, la sua invadenza camuffata di bontà, la sua ondivaga morale. Anche quando dubita dell'esistenza di Dio, in realtà l'Uomo non fa altro che dubitare della propria stessa esistenza."

Comidad
"
 
\\ Home Page : Archivio : In evidenza (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 03/01/2021 @ 00:49:17, in In evidenza, linkato 4376 volte)
Il direttore dell' Istat ha passato questa notizia "Nel 2020 in Italia oltre 700mila morti come nel 1944" a tutti i quotidiani nazionali, che l'hanno pubblicata.

I CONTICINI (Analisi Statistica)

Lei ha affermato "Nel 2020 in Italia oltre 700mila morti come nel 1944" *quasi* insinuando che siamo peggio che in guerra. Nessun giornalista si è chiesto, prima di pubblicare la notizia, apparentemente shock, se comparare solo due numeri (i decessi dell'anno 1944 e 2020) omettendo tutta una serie di fattori (dal numero degli abitanti al numero degli anziani, al numero degli anziani con patologie, alla classificazione per età dei decessi, ecc ecc...) non sia un insulto alla nostra intelligenza?
Considerando che nel 1944 la popolazione italiana era intorno ai 45 milioni di abitanti, oggi si aggira intorno ai 59/60 milioni e i decessi di cui Lei parla sono rispettivamente 679.837 nel '44 e quelli del 2020 supererebbero i 700.000, secondo le sue stime (e conviene precisarlo che sono solo sue stime dal momento in cui si parlava 15 giorni fa di 650.000), la percentuale di morti nel 1944 è di 1,502% mentre quella del 2020 (sua ipotesi) è di 1,166%. Fa sorridere...
A mio avviso, nonostante la sua tesi sia a dir poco imbarazzante e di certo facilmente smontabile, non andrebbero comparati i dati e le percentuali dei decessi quanto più le differenze di anno in anno dei dati dei decessi insieme a moltissimi altri fattori che possono averli influenzati.
Prendiamo per esempio l'anno 2015, e giochiamo con le stesse sue carte , ovvero i dati Istat:
nel 2014 - 598.364 decessi , nel 2015 - 647.571 decessi, da un anno all'altro ci sono stati 49.207 decessi in più; nel 2019 - 634.417 decessi , nel 2020 - 650.000 decessi (?) 700.000 (?), una differenza di 15.583 decessi o di 65.583 decessi confrontato al 2017 in cui si presentano 649.061 decessi la differenza è di 50.939 sui 700mila previsti per quest'anno.
Se 15mila morti di differenza rispetto agli scorsi anni bastano per farci sentire in guerra qualcosa non quadra.
Rispettivamente ai dati in percentuale alla popolazione di ogni anno (sempre dati istat):
anno 2014 - 0,984% di decessi
anno 2015 - 1,065%
anno 2017 - 1,071%
anno 2019 - 1,060%
anno 2020 (con popolazione aggiornata ad agosto) - 1,166 % su ipotesi - 1,083 % su dati ad oggi calcolati .
Anche confrontando le percentuali (che sarebbe più corretto) si può notare quanto l'interpretazione dei dati sia fuorviante: dal 2014 al 2015 c'è una differenza di 0,081% di decessi. Proprio tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016 molti giornalisti si sono interrogati in merito.
Dal 2019 al 2020 c'è una differenza di 1,106% (su ipotesi) - di 0,023% (su dati ad oggi calcolati) .
Ipoteticamente se quest'anno siamo in guerra, nel 2015 siamo stati a rischio estinzione.
A questi calcoli sarebbe doveroso aggiungere che sono in costante aumento i morti over 60, rispettivamente:
93.968 nel 2013
94.211 nel 2014
94.204 nel 2015
94.308 nel 2016
94.478 nel 2017
94.489 nel 2018
94.670 nel 2019
- la diminuzione dei giovani dei nostri anni, rispetto non solo al 1944, ma anche agli anni '60 '70 '80 e '90, è compensata proporzionalmente (numericamente) con gli over60, però con una mortalità ad oggi in costante aumento rispetto agli anni sopra citati.
 
Di comidad (del 10/01/2021 @ 00:24:51, in In evidenza, linkato 3086 volte)
Un interessante articolo pubblicato sulla Rivista on line "Gli Asini"

" Se consideriamo gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, settore affine alla “terza missione”, vediamo che in Italia, nel 2017, l’investimento era di quasi 24 miliardi di euro totali (esclusi gli enti no profit): le imprese private spendevano quasi 15 miliardi impiegando il 21,6% di ricercatori del settore mentre l’università e gli enti pubblici di ricerca spendevano la metà (circa 7,7 miliardi) contando però sul doppio dei ricercatori (47%). Che tra i ricercatori pubblici ci possano essere dei fannulloni è possibile e che l’industria sfrutti all’osso i propri è altrettanto possibile, ma un dato così squilibrato tra numero di ricercatori e fondi deve trovare spiegazioni plausibili.
Un’ipotesi potrebbe essere che parte dei ricercatori pubblici, impegnati nella “terza missione”, lavori anche per la ricerca delle imprese private."
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (46)
Commenti Flash (62)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenętre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


21/11/2024 @ 21:43:46
script eseguito in 31 ms