Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Poco più di due settimane fa, nell’oleodotto che rifornisce le basi di Aviano e Vicenza si è verificata una perdita che ha inquinato i fiumi Astichello e Bacchiglione, con le falde acquifere ed i terreni agricoli connessi a questi fiumi. Sul fatto è stata anche aperta un’inchiesta dalla Procura di Vicenza, che però ha immediatamente precisato che non ci sono indagati. L’anno scorso lo stesso oleodotto era stato oggetto di lavori di ampliamento che ne hanno rafforzato la portata, e nessuna spiegazione è stata fornita ai sindaci dei Comuni interessati, in quanto il tutto è coperto dal segreto militare.
Appena un mese fa, il comando USA aveva comunicato che non sarebbero più stati assunti lavoratori italiani nella base aerea di Aviano. Di fronte alle proteste delle autorità regionali e comunali, il comando Usa ha detto che il comunicato in questione non era stato sufficientemente chiaro, ma ad oggi non risultano altre disposizioni che smentiscano in concreto quella discriminazione.
È da notare che lo scorso anno vi erano state proteste da parte della CGIL per la discriminazione di cui erano fatti oggetto i suoi iscritti nell’assunzione nelle basi USA e NATO. Quanto siano state efficaci quelle proteste è indicato dal fatto che, a distanza di meno di un anno, la discriminazione nelle assunzioni si è estesa a tutti i lavoratori italiani.
L’unica iniziativa concreta contro queste decisioni discriminatorie è quella del sindaco di Pordenone, che ha annunciato che non parteciperà più a cerimonie ufficiali che riguardino la base di Aviano. L’entità della ritorsione annunciata dal sindaco può far sorridere, ma le cose stanno esattamente così: non c’è null’altro che egli possa fare.
Le basi militari USA e NATO sono del tutto extraterritoriali, sfuggono alla legislazione civile e penale del Paese che deve subirne la presenza, non sono tenute inoltre a dare nessuna informazione o spiegazione sulle loro attività.
I trattati internazionali creano quindi una zona di extraterritorialità e di extralegalità, che non riguarda soltanto l’area delle basi militari, ma l’intero territorio nazionale nel momento in cui sia attraversato da infrastrutture o da operazioni che riguardino le basi stesse. L’oleodotto dislocato dal molo militare di Livorno sino alle basi di Vicenza e di Aviano, attraversa varie Regioni e innumerevoli Comuni, non solo terreni demaniali, ma anche terreni privati di aziende agricole. Tutti i territori limitrofi all’oleodotto possono quindi considerarsi fuori della giurisdizione italiana.
Se si tiene conto del fatto che le basi NATO e USA in Italia sono centotredici e che ognuna di esse è servita da una rete di infrastrutture, si può capire che in pratica non esiste più in Italia un solo territorio che si possa dire italiano.
Dato che questa occupazione militare riguarda l’Italia e non un Paese straniero, la stampa italiana non ce ne dà nessuna notizia.
Nel dopoguerra divenne famosa una vignetta dello scrittore Giovannino Guareschi, in cui due comunisti facevano questo scambio di battute: uno diceva “Piove.”, e l’altro rispondeva: “No, compagno, l’Unità non lo dice”. Quindi Guareschi attribuiva ai comunisti quella che è invece un’attitudine al conformismo tipica di ogni opinione pubblica. A causa dell’anticomunismo mediatico, l’opinione pubblica ha finito per attribuire solo al comunismo quelli che sono i crimini e i disastri riconoscibili in ogni forma di potere. Anzi, nell’attitudine mistificatoria, la democrazia ha dimostrato di eccellere anche nei confronti del comunismo.
Se la perdita dalle condutture ed il relativo inquinamento, avessero avuto origini diverse da quelle dell’oleodotto statunitense, a quest’ora i giornali e telegiornali sarebbero pieni di titoli sul disastro ecologico, ma, visto che i responsabili sono gli USA, allora si può far finta di nulla, anche considerando che la Procura di Vicenza non ha nulla su cui indagare, a causa del segreto militare.
Il problema è che le già incredibili dimensioni dell’oleodotto, e gli ulteriori ampliamenti di cui viene fatto oggetto, non sono spiegabili con esigenze di carattere puramente militare. La versione ufficiale secondo cui l’oleodotto trasporterebbe il cherosene che servirebbe da carburante per gli aerei militari è perciò diventata insostenibile, ecco perché ufficialmente il fatto non può esistere.
L’importazione ed il traffico in Italia della merce più strategica di tutte - il petrolio -, sono affari gestiti direttamente dagli Stati Uniti, che aggirano qualsiasi normativa commerciale e fiscale tramite l’extraterritorialità ed il segreto loro garantiti dai trattati di “alleanza” militare. Espulsa dai media, questa verità non potrà diffondersi neanche per voce di popolo, dato che non vi saranno nemmeno più lavoratori italiani che possano in qualche modo farla trapelare dalle basi USA.
27 marzo 2008
Poco più di due settimane fa, nell'oleodotto che rifornisce le
basi di Aviano e Vicenza si è verificata una perdita che ha
inquinato i fiumi Astichello e Bacchiglione, con le falde acquifere ed
i terreni agricoli connessi a questi fiumi. Sul fatto è stata
anche aperta un'inchiesta dalla Procura di Vicenza, che però
ha immediatamente precisato che non ci sono indagati. L'anno
scorso lo stesso oleodotto era stato oggetto di lavori di ampliamento
che ne hanno rafforzato la portata, e nessuna spiegazione è
stata fornita ai sindaci dei Comuni interessati, in quanto il tutto
è coperto dal segreto militare.
Appena un mese fa, il comando USA aveva comunicato che non sarebbero
più stati assunti lavoratori italiani nella base aerea di
Aviano. Di fronte alle proteste delle autorità regionali e
comunali, il comando Usa ha detto che il comunicato in questione non
era stato sufficientemente chiaro, ma ad oggi non risultano altre
disposizioni che smentiscano in concreto quella discriminazione.
È da notare che lo scorso anno vi erano state proteste da
parte della CGIL per la discriminazione di cui erano fatti oggetto i
suoi iscritti nell'assunzione nelle basi USA e NATO. Quanto siano state
efficaci quelle proteste è indicato dal fatto che, a distanza di
meno di un anno, la discriminazione nelle assunzioni si è estesa
a tutti i lavoratori italiani.
L'unica iniziativa concreta contro queste decisioni discriminatorie
è quella del sindaco di Pordenone, che ha annunciato che non
parteciperà più a cerimonie ufficiali che riguardino la
base di Aviano. L'entità della ritorsione annunciata dal sindaco
può far sorridere, ma le cose stanno esattamente così:
non c'è null'altro che egli possa fare.
Le basi militari USA e NATO sono del tutto extraterritoriali,
sfuggono alla legislazione civile e penale del Paese che deve subirne
la presenza, non sono tenute inoltre a dare nessuna informazione o
spiegazione sulle loro attività.
I trattati internazionali creano quindi una zona di
extraterritorialità e di extralegalità, che non riguarda
soltanto l'area delle basi militari, ma l'intero territorio nazionale
nel momento in cui sia attraversato da infrastrutture o da operazioni
che riguardino le basi stesse. l'oleodotto dislocato dal molo militare
di Livorno sino alle basi di Vicenza e di Aviano, attraversa varie
Regioni e innumerevoli Comuni, non solo terreni demaniali, ma anche
terreni privati di aziende agricole. Tutti i territori limitrofi
all'oleodotto possono quindi considerarsi fuori della giurisdizione
italiana.
Se si tiene conto del fatto che le basi NATO e USA in Italia sono
centotredici e che ognuna di esse è servita da una rete di
infrastrutture, si può capire che in pratica non esiste
più in Italia un solo territorio che si possa dire
italiano.
Dato che questa occupazione militare riguarda l'italia e non un Paese
straniero, la stampa italiana non ce ne dà nessuna notizia.
Nel dopoguerra divenne famosa una vignetta dello scrittore Giovannino
Guareschi, in cui due comunisti facevano questo scambio di battute: uno
diceva "Piove.", e l'altro rispondeva: "No, compagno, l'Unità
non lo dice". Quindi Guareschi attribuiva ai comunisti quella che
è invece un'attitudine al conformismo tipica di ogni opinione
pubblica. A causa dell'anticomunismo mediatico, l'opinione pubblica ha
finito per attribuire solo al comunismo quelli che sono i crimini e i
disastri riconoscibili in ogni forma di potere. Anzi, nell'attitudine
mistificatoria, la democrazia ha dimostrato di eccellere anche nei
confronti del comunismo.
Se la perdita dalle condutture ed il relativo inquinamento, avessero
avuto origini diverse da quelle dell'oleodotto statunitense, a
quest'ora i giornali e telegiornali sarebbero pieni di titoli sul
disastro ecologico, ma, visto che i responsabili sono gli USA, allora
si può far finta di nulla, anche considerando che la Procura di
Vicenza non ha nulla su cui indagare, a causa del segreto militare.
Il problema è che le già incredibili dimensioni
dell'oleodotto, e gli ulteriori ampliamenti di cui viene fatto oggetto,
non sono spiegabili con esigenze di carattere puramente militare. La
versione ufficiale secondo cui l'oleodotto trasporterebbe il cherosene
che servirebbe da carburante per gli aerei militari è
perciò diventata insostenibile, ecco perché ufficialmente
il fatto non può esistere.
L'importazione ed il traffico in Italia della merce più
strategica di tutte - il petrolio -, sono affari gestiti direttamente
dagli Stati Uniti, che aggirano qualsiasi normativa commerciale e
fiscale tramite l'extraterritorialità ed il segreto loro
garantiti dai trattati di "alleanza" militare. Espulsa dai media,
questa verità non potrà diffondersi neanche per voce di
popolo, dato che non vi saranno nemmeno più lavoratori italiani
che possano in qualche modo farla trapelare dalle basi USA.
27 marzo 2008
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