Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
I fondamentalisti del libero mercato sono in crisi, si riscopre il protezionismo, l'intervento statale (cioè il denaro pubblico) non è più un tabù. Joseph Lipsky, manager del Fondo monetario internazionale e pasdaran del liberismo, lancia appelli drammatici perché i governi salvino, con massicci programmi di spese, l'economia mondiale dal crollo. Il capo della Deutsche Bank, Josef Ackermann, confessa di non credere più nelle capacità di autoguarigione del mercato, e sostiene la necessità di un intervento regolativo dello Stato. Com'è noto il libero mercato non è mai esistito; il mito del libero mercato è stato usato come randello coloniale per piegare i paesi colonizzati e invaderli con le merci dei colonizzatori; ma l'affarismo criminale si è potuto sviluppare solo con la certezza di essere salvato dallo Stato in caso di difficoltà.
L'elettoralismo è basato sul controllo dei pacchetti di voti, quindi è un sistema in cui è la combinazione delle coalizioni a determinare sconfitte e vittorie. Nel momento in cui il segretario del PD Veltroni ha deciso - o è stato indotto a decidere - di non fare coalizione, ma di correre con l'alleanza della sola Italia dei Valori, ha anche determinato in anticipo il risultato elettorale a favore dell'avversario.
Come fare allora a trasformare un burocratico passaggio di consegne in un trionfo elettorale?
Basta creare una finta suspense. I media fanno intravedere la possibilità di rimonta, poi dei fasulli exit poll prospettano una vittoria di Veltroni; perciò, quando arrivano i veri risultati, una vittoria scontata di Berlusconi sopraggiunge come un evento spettacolare carico di emozione.
C'è anche da spiegare il crollo della "Sinistra Arcobaleno", in cui in parte ha avuto un ruolo l'astensionismo di chi non crede più utile votare una "sinistra radicale" che serve solo a fare da sponda alla propaganda padronale e coloniale. Rimane comunque il fatto che gli ex-DS sono stati la causa della sconfitta, dato che non sono riusciti a portare alla nuova formazione elettorale neanche un pacchetto di voti organizzati, che sono andati tutti a Veltroni. È un segno che i padroni dei voti DS sono stati "convinti" a puntare in modo compatto sul cavallo affaristicamente più pregiato.
*Psicobrogli elettorali 1 è stato lanciato il 13 aprile 2006
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