Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Col ricatto Marrazzo, l'antropologia degli sbirri si arricchisce di nuove figure. Dopo i servizi deviati, i finanzieri corrotti, i forestali golpisti, i poliziotti psicolabili, ecco i carabinieri "infedeli"; non ci restano che gli agenti di custodia evasori.
Nel 1963 le imprese elettriche di tutta Italia vennero nazionalizzate e fu costituito l'Enel. L'operazione fu fatta passare come una concessione alle pretese del PSI che allora si affacciava al governo del paese. In realtà gli impianti delle imprese elettriche erano in uno stato pietoso e sarebbero stati necessari capitali immensi per ammodernarli, così furono ceduti allo Stato per farli ammodernare.
Le imprese elettriche furono indennizzate lautamente e, con i capitali freschi ricevuti dallo Stato, furono fatti nuovi investimenti nei settori allora ritenuti più remunerativi (telefonia, chimica, informatica, ecc).
Gli indennizzi furono pagati, attraverso le bollette dell'Enel, da tutti gli utenti; in pratica gli italiani si "comprarono" le imprese elettriche. Quando poi l'Enel era diventato un gioiello a livello industriale, con impianti all'avanguardia, è stato smembrato nel 1999 (col Decreto Bersani) e "privatizzato". Cioè lo Stato ha venduto a prezzi di favore ai privati, gli impianti che erano stati ammodernati o costruiti di sana pianta con denaro pubblico.
Per di più lo Stato ha venduto una cosa che non era sua, perchè era stata comprata dagli utenti con le trattenute sulle bollette.
Bisogna tenere presente che le azioni dell'Enel messe sul mercato avevano due prezzi diversi, quelle del mercato cosiddetto "istituzionale" (le banche) a prezzi di favore e quelle destinate ai cittadini (il mercato diffuso) a prezzi maggiorati. In questo modo il controllo dell'Enel Spa è andato alle banche e i cittadini sono stati tosati ulteriormente.
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