"
"L'abolizione dello Stato e del diritto giuridico avrà necessariamente per effetto l'abolizione della proprietà privata e della famiglia giuridica fondata su questa proprietà."

Programma della Federazione Slava, 1872
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 13/11/2008 @ 07:51:40, in Commentario 2008, linkato 1530 volte)
Per otto anni la presidenza degli Stati Uniti è stata occupata da un autentico esponente dell’oligarchia affaristica che domina il Paese dalla sua fondazione. La famiglia Bush, originaria del New England, ha esteso il suo potere sino alle regioni del sud-ovest e del sud-est degli Stati Uniti, trasformando gli Stati del Texas e della Florida in propri feudi privati. In Italia sarebbe - ancora per il momento - inimmaginabile che un grosso affarista andasse a dirigere il principale servizio segreto; ma negli USA Bush padre ha potuto ricoprire la carica di direttore della CIA senza sollevare obiezioni, riuscendo così a preparare il terreno per un lungo dominio non solo della propria famiglia, ma anche della propria cosca affaristica, che ha potuto saccheggiare la spesa pubblica statunitense senza incontrare ostacoli. In tal modo si è però determinato un discredito dell’immagine degli Stati Uniti, ricondotta alla sua dimensione reale di apparato di supporto per cosche affaristico-criminali.
Con l’elezione di Barak Obama si torna invece ai presidenti-fantoccio, alla Ronald Reagan, che costituiscono un valido espediente per creare nuovamente un’opportuna distanza tra la finzione e la realtà, utile per frenare il crescere a livello planetario dei sentimenti e degli atteggiamenti antiamericani. L’elezione di Obama ha infatti posto immediatamente le condizioni per un rilancio del filo-americanismo, ed anche molti di coloro che continuano a nutrire diffidenza, non sono però riusciti a non provare compiacimento per il fatto che l’elettorato americano abbia premiato un candidato che, almeno a livello di immagine, rappresentava l’anti-Bush.
Il problema è che questa visione si regge su un soggetto inesistente: l’elettorato. In tutti i sistemi elettorali, l’elettorato costituisce una finzione, poiché sono sempre forze esterne a determinare i risultati, ma, nel caso degli Stati Uniti, viene a mancare anche la sola parvenza di una regolarità del meccanismo elettorale.
L’assenza di un’anagrafe elettorale nazionale, con in più il fatto che le operazioni di scrutinio sono affidate a ditte private, fa sì che il risultato sia manipolabile a piacimento, senza le difficoltà che comporta in un Paese europeo. Negli Stati Uniti la maggioranza degli iscritti alle liste elettorali è, da un secolo, appartenente all’area di voto del Partito Democratico, ma le elezioni sono state più spesso vinte da candidati repubblicani, grazie alla esclusione preventiva degli elettori potenzialmente ostili ed alla “correzione” dei risultati finali.
Il fatto che stavolta non solo abbia vinto il candidato democratico, ma che lo abbia potuto fare anche in uno Stato di proprietà dei Bush come la Florida, è indicativo che la scelta dell’oligarchia affaristica sia stata quella di rimanere per un po’ tra le quinte e di lasciare che le pubbliche relazioni riprendessero un ruolo che avevano perso da tempo.
La presidenza Obama rappresenta però un’operazione di pubbliche relazioni difficile e complessa, e ciò spiega il perché negli Stati Uniti si sia preferito farne a meno finché è stato possibile. Il potere dell’oligarchia affaristica statunitense, nel proprio Paese come nel mondo, è basata non solo sulla potenza intrinseca degli Stati Uniti, ma anche, e spesso soprattutto, sull’alleanza con i gruppi affaristici più reazionari presenti in ciascuna nazione, le cosiddette cleptocrazie.
Per questi gruppi, il razzismo e l’odio per tutto ciò che abbia una parvenza di uguaglianza, non costituiscono solo una bandiera ideologica, ma la base del processo di identificazione personale e di gruppo, ciò che viene definito come “falsa coscienza”. Senza la pretesa di una innata superiorità razziale, ogni gruppo affaristico sarebbe costretto a vedere se stesso semplicemente come una cosca di criminali comuni favoriti dalle circostanze.
Le operazioni mistificatorie, come la presidenza Obama, richiedono perciò l’imposizione di una generale disciplina tendente a separare rigidamente la finzione ufficiale dalla realtà del saccheggio affaristico. È comunque inevitabile che ora questo ed ora quell’esponente delle cleptocrazie tenda a sfuggire alla disciplina ed a scoprire il gioco; ed è stato questo il caso delle recenti dichiarazioni di Berlusconi su Obama “giovane, bello e abbronzato”, che hanno fatto il giro del mondo.
In base al principio che il giornalismo costituisce l’arte di nascondere i fatti parlandone, i media hanno avvolto le dichiarazioni del Presidente del Consiglio in una cortina fumogena, puntando sul contenuto razzistico della frase, in particolare sulla parola “abbronzato”, che ha oscurato le altre due.
In realtà, il razzismo costituisce il contesto e non il contenuto della frase incriminata. Anche se Berlusconi avesse detto soltanto “giovane e bello”, il senso sarebbe stato ugualmente offensivo, poiché riferirsi alle qualità estetiche di uno statista, nel linguaggio politico, costituisce un modo per sminuirne l’importanza.
Berlusconi ha dimostrato cioè il suo razzismo non con la parola “abbronzato”, ma trattando un Presidente degli Stati Uniti con un una paternalistica accondiscendenza, che non si sarebbe mai permesso se avesse pensato di avere a che fare con un presidente vero. Per un razzista, il rimanere rigidamente nella finzione e non trattare un “negro” da “negro”, costituisce un notevole sforzo di autocontrollo; un autocontrollo che non appartiene certo alle qualità di uno come Berlusconi.
I media sono riusciti a tamponare questa prima falla del sistema di pubbliche relazioni, ed in Italia hanno ridotto il tutto alla solita polemica tra maggioranza e opposizione, dimenticando che il fatto ha comunque avuto una risonanza mondiale. Sono state poi confezionate dalle agenzie statunitensi di psychological war delle minacce di Al Qaeda ad Obama, che hanno comportato un rapido spostamento dell’attenzione dell’opinione pubblica.
Ma in futuro altre falle si apriranno nell’edificio mistificatorio costruito sulla presidenza Obama, e la corsa dei media a chiuderle si farà sempre più affannosa.
L’uso crescente dei fantocci in politica si scontra con le evidenze, come si è visto anche nel caso delle dichiarazioni di Andrea Camilleri sulla Gelmini. I media hanno puntato sulla parte della frase dello scrittore in cui questi diceva che l’attuale ministro della Pubblica Istruzione non è “un essere umano”, come se ciò comportasse una sorta di esclusione razzistica. Camilleri si era riferito invece all’artificiosità del personaggio, alla sua innaturalezza. In effetti la Gelmini somiglia a quei personaggi dei film di fantascienza, come robot, androidi, cyborg; non pare cioè possedere una personalità propria, ma sembra fabbricata da qualcun altro, cioè da Tremonti.
Anche Berlusconi risulta artificioso, ma nel suo caso ciò si spiega facilmente con trenta anni di operazioni di chirurgia estetica, ed anche di sostegno farmacologico al suo attivismo ed alle sue meccaniche euforie. La Gelmini è invece una giovane che appare già spenta ed inerte, una persona senza passato, che recita a memoria frasi non sue. Non c’è dubbio che Obama come attore sia di tutt’altro livello, ma non è detto che ciò basti.
13 novembre 2008
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 20/11/2008 @ 09:24:12, in Commentario 2008, linkato 1459 volte)
Sulla sentenza di Genova, che ha mandato assolti i vertici della polizia per le torture alla scuola Diaz, Gad Lerner ha commentato sul suo blog domandandosi se non sarebbe stato meglio negare l’evidenza, e presentare l’operato dei poliziotti come una legittima reazione al terrorismo; dato che, in tal modo, si sarebbe almeno evitato di scaricare “all’italiana” tutta la responsabilità sui funzionari subalterni.
In realtà, la sentenza di Genova non è stata all’italiana, ma all’americana, dato che ricalca in pieno lo schema già attuato nei processi per le torture nel carcere di Abu Ghraib: anche in quel caso tutta la colpa è stata circoscritta a dei subalterni, senza coinvolgere le responsabilità degli alti gradi militari e dell’amministrazione Bush, la quale, nello stesso periodo delle sentenze, si adoperava sfacciatamente, e con successo, per rendere ufficiale e legale la pratica della tortura negli USA.
Prima delle sentenze su Abu Ghraib, allora sì, si sarebbe adottata la vera soluzione all’italiana, cioè la negazione dell’evidenza sino in fondo, dato che, in questa circostanza, l’evidenza la si è negata, eccome, ma soltanto per ciò che riguardava le responsabilità politiche e dei vertici della polizia.
Anche se i fatti di Genova sono avvenuti qualche anno prima di quelli di Abu Ghraib, le sentenze sono giunte dopo, e quindi si sono adeguate a questo nuovo modello politico e comunicativo; un modello che prevede sia la spettacolarizzazione mediatica delle torture, che diventano un modo per attrarre consenso, sia l’abbandonare la manovalanza al suo destino.
La novità non consiste perciò nelle torture e nei pestaggi a freddo - che ci sono sempre stati -, ma nel consentire la circolazione di immagini ed informazioni a riguardo, cosa che comporta una punizione legale, per quanto mite e meramente simbolica, degli esecutori materiali.
Non è affatto scontato che questo nuovo modello politico/comunicativo sia stato tracciato lucidamente, ma può anche derivare dalle caratteristiche tipiche delle oligarchie cleptocratiche, caratteristiche che implicano una esasperazione esibizionistica della mentalità gerarchica, un vero e proprio culto della disuguaglianza.
In altre parole, se da un lato si sancisce e si santifica l’impunità propria e quella dei propri pari, dall’altro lato non si è disposti a muovere un dito per difendere un proprio subalterno. Ciò che nella vicenda di Genova è completamente mancato, addirittura saltato, è infatti la vecchia tradizione dello spirito di corpo della polizia. I poliziotti potevano ammazzarsi a vicenda - e lo facevano, e ancora lo fanno, molto spesso -, ma una volta non si sarebbero mai mollati a vicenda, ed un superiore si sarebbe comunque fatto in quattro per tutelare un proprio sottoposto.
Le dichiarazioni del senatore Gasparri - esponente dell’ex AN, tradizionale partito dei poliziotti -, dopo la sentenza di Genova hanno quindi assunto un tono involontariamente patetico, poiché la polizia non solo non è “uscita a testa alta” da tutta la vicenda, ma ha offerto lo spettacolo penoso di una istituzione allo sbando. Lo stesso Gasparri poi non ha speso una parola a favore dei poliziotti subalterni condannati, per lasciarsi andare a dichiarazioni tronfie e trionfali sulla caduta della “teoria del complotto”, cioè sulla assoluzione dei vertici della polizia, dimostrando così che quella era la sua unica e vera preoccupazione.
Tutto ciò ricorda lo “stile Rumsfeld”, che in Iraq lasciava l’esercito senza equipaggiamento e senza servizi logistici, per versare tutti i quattrini nelle casse di ditte di mercenari privati come la Blackwater; oppure che nel 2006 non era disposto ad inviare neppure un aereo per mettere in salvo i cittadini americani rimasti nel Libano bombardato da Israele, ma arrivava ad offrirgli di prestargli il denaro per fuggire solo in cambio di interessi da strozzo. Si tratta di un potere criminale, il cui personale è composto da criminali comuni, che si regge e si legittima esclusivamente sulla criminalizzazione dei suoi sottoposti. Non sarebbe stato possibile l’avvento di un personaggio abietto come Brunetta al Ministero della Funzione Pubblica, senza la criminalizzazione preventiva degli statali, attraverso anni di campagna mediatica guidata dagli articoli di Pietro Ichino. Il risultato è che oggi abbiamo uno Stato che si regge sulla criminalizzazione degli statali, e che progetta di derubare i contribuenti attraverso l’appalto delle sue funzioni a ditte private.
20 novembre 2008
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (46)
Commenti Flash (62)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


21/11/2024 @ 17:20:03
script eseguito in 63 ms