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UN EUROPEISMO TROPPO AMERICANO
Di comidad (del 27/03/2025 @ 00:05:25, in Commentario 2025, linkato 5459 volte)
La famiglia Agnelli-Elkann rappresenta la massima icona dell’assistenzialismo per ricchi, cioè della finzione di un capitalismo sedicente privato, in realtà retto dal denaro pubblico. Nel mondo reale sono i poveri a dover versare l’elemosina ai ricchi, perciò era sacrosanto e doveroso che anche la manifestazione pro Europa, convocata da uno dei quotidiani di proprietà Agnelli-Elkann, venisse pagata dal Comune di Roma, cioè dal contribuente povero, quello che non può eludere le tasse con i paradisi fiscali e con le fondazioni non profit, che sono a loro volta un paradiso fiscale portatile, che non ha bisogno di scomodare la geografia. Il sindaco Gualtieri ha difeso la sua scelta, infilando nel discorso un’altra informazione preziosa, cioè che la manifestazione per Navalny, svoltasi al Campidoglio il 19 febbraio dello scorso anno, era pagata anch’essa dal Comune di Roma, sebbene fosse stato Carlo Calenda a lanciare l’iniziativa; ovviamente con l’immediata grancassa del “Corriere della Sera”, cioè l’organo di stampa che ha creato Calenda dal nulla. Insomma, non solo europeisti, ma anche anti-putiniani sempre a spese del contribuente.
Il denaro ha non soltanto il potere di comprare e corrompere, ma anche la capacità di suggestionare, illudere, euforizzare; perciò non sempre è facile distinguere il fascino degli ideali dal fascino delle bolle di soldi. Dai documenti dell’OSS e della CIA, desecretati all’inizio degli anni 2000, è emerso il ruolo del non profit nel sostenere finanziariamente i progetti di unità europea. Nel 1948 due ex dirigenti dell’OSS (Office for Strategic Service, il precursore dell’attuale CIA) costituirono l’ACUE (American Committee on United Europe). L’organizzazione serviva a reperire fondi per sostenere i movimenti favorevoli all’unificazione europea. A finanziare l’operazione furono due fondazioni private non profit, la Ford Foundation e la Rockefeller Foundation. Si potrebbe dire che la loro partecipazione alla crociata per il mondo libero e alla guerra santa per la democrazia abbia assicurato a Ford ed a Rockefeller il paradiso … fiscale. L’impressione è che in tutta questa storia il fine coincida con il mezzo, cioè far girare soldi su varie sponde estere; insomma, “money laundering” o riciclaggio che dir si voglia.

Nel 1948 alla vicepresidenza dell’ACUE c’era Allen Welsh Dulles, il quale nel 1950 entrò ufficialmente a far parte della CIA. Alla fine del 1943, ancora da dirigente dell’OSS, Dulles incontrò il fondatore del Movimento Federalista Europeo, Altiero Spinelli. L’incontro fu mediato da un altro agente dell’OSS, lo svizzero François Bondy, anche lui europeista. A fornire i dettagli dell’evento fu lo stesso Spinelli, che nei suoi diari non ha mai nascosto i suoi rapporti con gli Stati Uniti e persino con la CIA negli anni ’50; perciò a riguardo non c’è da fare scoop ma solo scoperte dell’acqua calda. I legami atlantici sono peraltro comuni anche agli altri padri dell’europeismo come il conte Kalergi, l’autore del progetto paneuropeo del 1923, il quale risulta anche lui sulla lista dei beneficiati dall’ACUE. Colpisce la disinvolta schizofrenia con la quale gli europeisti hanno coltivato il loro ideale contestualmente al vincolo auto-coloniale nei confronti degli USA, eletti e accolti come il grande castigamatti straniero, che sta lì a castigare non tanto i mitici nazionalismi, quanto piuttosto i tentativi delle classi subalterne di redistribuire un po’ il reddito. L’idea dell’europeismo come espressione di volontà di autonomia dagli USA, trova quindi scarso fondamento storico; semmai incontra molte smentite, visto che sono stati la tutela e i soldi americani a consentire all’europeismo di consolidarsi come movimento e di diventare establishment. Non a caso oggi è l’irrazionale (e infondato) timore di essere abbandonati dal tutore americano a spingere gli europeisti nel panico e nel delirio. La diatriba tra governo e “opposizioni” rimane comunque nei rituali della fintocrazia, dato che la servitù atlantica non è mai in discussione; solo che le destre “sovraniste” sono disponibili ad una sudditanza diretta nei confronti degli USA, mentre le “sinistre” supplicano di sottomettersi al padrone con la mediazione del feticcio Europa.
Va notato che soltanto nel gennaio dell’anno successivo all’incontro con l’OSS, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi diedero visibilità al loro progetto di manifesto per un’Europa Libera e Unita, che reca quindi la data di pubblicazione del 1944. Il testo è noto anche come “Manifesto di Ventotene”, poiché, secondo quanto riportato nella prefazione, le prime bozze sarebbero state scritte durante il confino in quell’isola. L’espressione “Manifesto di Ventotene” risulta perciò un ossimoro ed anche un iperbole. Al di là dell’enfasi retorica, infatti a Ventotene mancava al documento l’elemento essenziale per essere considerato un manifesto, cioè la pubblicazione. Alla fine di tutta la vicenda, pare proprio che l’unica a non entrarci per niente sia proprio la povera e incolpevole Ventotene, tirata in ballo pretestuosamente come alibi, in modo da retrodatare la nascita dell’europeismo di Spinelli a prima che le truppe USA si insediassero in Europa.