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"Propaganda e guerra psicologica sono concetti distinti, anche se non separabili. La funzione della guerra psicologica è di far crollare il morale del nemico, provocargli uno stato confusionale tale da abbassare le sue difese e la sua volontà di resistenza all’aggressione. La guerra psicologica ha raggiunto il suo scopo, quando l’aggressore viene percepito come un salvatore."

Comidad (2009)
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BONANNI: DA SEMPLICE VENDUTO A FANTOCCIO COLONIALE
Di comidad (del 18/11/2010 @ 01:41:06, in Commentario 2010, linkato 2699 volte)
Dopo Berlusconi, lo scorso 5 novembre a Milano anche il segretario nazionale della CISL, Raffaele Bonanni, ha avuto modo di mostrare platealmente al mondo il suo status di fantoccio. Di fronte a dei giornalisti che gli chiedevano un commento sul terribile incidente sul lavoro avvenuto il giorno prima a Paderno Dugnano, Bonanni ha risposto di non saperne nulla, poiché era stato "chiuso" in una riunione.
http://www.youtube.com/watch?v=CjaFHsGvk2Q&feature=player_embedded
L'episodio è stato riduttivamente interpretato come esempio dell'indifferenza dell'attuale CISL per la condizione del lavoro, ma, a ben vedere, esso va oltre questa pur ovvia considerazione. Nessuna indifferenza, e nessuna "riunione", potrebbero infatti spiegare l'impreparazione di Bonanni nella circostanza.
Un "normale" segretario della CISL avrebbe dovuto mettere in conto questa domanda dei giornalisti o, quantomeno, i suoi addetti alle pubbliche relazioni avrebbero dovuto prospettargliela. Bonanni avrebbe potuto rispondere con le consuete frasi ipocrite di circostanza, oppure trovare persino il modo di dare ancora una volta la colpa alla FIOM, che, con il suo infantile estremismo ed il suo ostinato rifiuto a sedersi al tavolo delle trattative, impedirebbe l'avvento del paradiso in Terra. Dal video esce invece un Bonanni ormai tagliato fuori da ogni responsabilità dirigenziale, e trasportato in giro a recitare frasi preconfezionate da qualcuno che non sa niente del mestiere del sindacalista. Risulta evidente che oggi Bonanni non è più un semplice venduto, è un ostaggio.
In una recente intervista a "Repubblica Radio-TV", l'ex segretario di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, ha espresso il suo "fastidio" per gli attacchi alle sedi CISL, poiché, a suo avviso, la linea CISL va battuta sul piano "culturale". Quindi, dopo il "berlusconismo culturale", ora ci toccherebbe contrastare anche il "bonannismo culturale".
http://tv.repubblica.it/videoforum/fausto-bertinotti/55421?video=&pagefrom=2
Il "bertinottismo" consiste appunto nell'aggirare la questione dell'imperialismo/colonialismo attraverso intellettualizzazioni artificiose: è una vera e propria educazione all'astrattezza. In realtà, gli attacchi subiti alle proprie sedi, ed il relativo rango di "vittima del terrorismo" che ne deriva, costituiscono oggi per la CISL l'unico elemento di legittimazione che è capace di esibire. Inoltre la stessa CISL non è in grado neppure di offrire un 'alternativa pratica al modello "concertativo" che i sindacati confederali si sono auto-imposti negli ultimi trentacinque anni. Le burocrazie sindacali hanno potuto ritagliarsi uno spazio di privilegio e di affarismo grazie alla compressione - o alla deviazione su falsi obiettivi - del potere contrattuale del lavoro; non certo in base ad una preventiva e totale rinuncia a questo potere contrattuale in nome del nulla, come prospetta invece lo zombi Bonanni.
Le delocalizzazioni delle imprese non sono infatti un effetto del "mercato" e del costo del lavoro più basso di certi Paesi, ma sono dovute alla politica di incentivi attuata dalla Unione Europea, che in pratica finanzia le delocalizzazioni; come risulta dalle indagini dello stesso parlamento europeo. Quindi Bonanni sa benissimo che nessuna "autodisciplina sindacale" potrebbe essere più appetibile per un imprenditore di una serie di incentivi finanziari che lo invoglino a trasferirsi altrove.
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+IM-PRESS+20060313IPR06152+0+DOC+XML+V0//IT
Le balle di Marchionne sulla nuova era aperta dalla presunta "globalizzazione", cominciano a perdere fascino da quando si vanno diffondendo le informazioni sull'effettivo modello economico cinese, basato sul controllo e sull'intervento massiccio dello Stato sull'economia. Se non fosse per Cremaschi, o per Bersani, che continuamente evocano a sproposito la Cina come esempio di liberismo sfrenato, la mistificazione sarebbe già stata smascherata. A questo riguardo, un cattolico come Bonanni potrebbe invece rifarsi agli studi sull'economia cinese elaborati dalla Università Cattolica del Sacro Cuore, che definisce il modello cinese come "un misto tra IRI, ENI, EFIM e Partecipazioni Statali"; un modello in cui inoltre i "top manager" sono tutti nominati dal Comitato Centrale del Partito. Insomma, secondo l'Università Cattolica, la Cina copia il modello economico che c'era in Italia sino al 1964, e che fu liquidato pezzo per pezzo nel trentennio successivo.
http://www.cattolicanews.it/3356.html
Neanche lo smantellamento del Welfare - o, meglio, la sua privatizzazione/finanziarizzazione - apre spazi e opportunità per le burocrazie sindacali. Se un lavoratore, invece di accedere alla Cassa Integrazione Guadagni, dovrà - come vorrebbe Sacconi - accedere ad un prestito, oppure se un genitore dovrà indebitarsi per mandare il figlio all'Università, non saranno certo le burocrazie sindacali a gestire questo business dello sfruttamento della povertà, ma direttamente le banche e la Confindustria. I "patti di stabilità finanziaria" sono soltanto un pretesto per smantellare il welfare e consegnarlo a questo tipo di business, che, tra l'altro, sono quelli imposti dall'agenda del Fondo Monetario Internazionale.
http://www.bin-italia.org/pdf/fumafinanza.pdf
Nel "bonannismo culturale" non si apre quindi nessuna prospettiva di ruolo del sindacato, neppure per un sindacato corrotto, e da sempre in vendita, come la CISL. In America Latina un caso come quello di Bonanni non sarebbe interpretato come un fenomeno di corruzione locale, ma come l'effetto di una ingerenza coloniale. Il presidente della Bolivia, Evo Morales, non perde occasione per sottolineare pubblicamente il carattere criminale - criminale in senso stretto, tecnico, non astrattamente moralistico - dell'azione del FMI, ed invoca un processo contro questa istituzione/setta criminale, il cui scopo specifico è di impoverire i Paesi su cui riesce ad imporre il proprio controllo.
http://www.telesurtv.net/secciones/noticias/index.php?ckl=80124-NN
Al contrario in Italia, il quotidiano di Rifondazione Comunista, "Liberazione", plaude alla attuale "democratizzazione" dello stesso FMI, che "si apre" ai Paesi emergenti, come Cina, India e Brasile. Il massimo che l'articolista si sente di obiettare all'azione del FMI, è che questa sarebbe stata "discutibile". La rimozione della nozione di colonialismo in RC, rappresenta la trionfale eredità del bertinottismo.
http://www.liberazione.it/news-file/Il-Fmi-prova-a-svoltare--potere-agli-emergenti---LIBERAZIONE-IT.htm
In realtà il FMI non si "democratizza", ma è costretto a venire a patti con i Paesi che lo hanno buttato fuori e, per questo motivo, continuano a detenere un potere contrattuale nei suo confronti. Grazie al suo sistema bancario statalizzato, la Cina si ritrova oggi un surplus finanziario che può permettersi di utilizzare per comprare il debito pubblico dei Paesi occidentali, Stati Uniti ed Europa. Ma gli Stati Uniti, dall'alto delle loro bombe, potranno permettersi di non pagare i debiti, mentre Paesi come la Grecia, il Portogallo e l'Italia dovranno puntualmente pagare gli interessi sui titoli di Stato che hanno venduto alla Cina.
In Italia la questione coloniale non è neppure percepita, ed esiste anche una guerra psicologica - che percorre persino internet -, che si incarica di ridicolizzare preventivamente ogni istanza anticoloniale associandola a personaggi impresentabili. Esiste, ad esempio, una sorta di dottrina del berlusconismo antagonista ed anticoloniale, che individua l'Uomo di Arcore come l'avversario e la vittima dei poteri forti internazionali, i quali gli rimprovererebbero l'accordo per il gasdotto South Stream con la Russia di Putin.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7658
La dottrina del vittimismo berlusconiano non tiene conto del fatto che Berlusconi è vittima esclusivamente della sua stessa stupidità: un Presidente del Consiglio capace di usare il nome di un capo di Stato straniero per le proprie avventure personali, dovrebbe essere cacciato per manifesta inettitudine e per attentato alla sicurezza nazionale. Invece il presidente Napolitano è volato in suo soccorso concedendogli un mese di tempo, con il pretesto dell'approvazione della Legge Finanziaria, in modo da consentirgli di ricomprarsi i voti per la fiducia parlamentare.
Quanto alla storia del Berlusconi campione dell'indipendenza energetica dell'Italia, si tratta di un falso clamoroso e sfacciato, dato che fu invece il Presidente del Consiglio Romano Prodi a concludere nel 2007 l'accordo con Putin per il gasdotto South Stream, progettato da ENI e Gazprom.
http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200711221832256751&chkAgenzie=TMFI&sez=news&testo=saipem&titolo=Eni%20e%20Gazprom%20a%20braccetto%20verso%20South%20Stream,%20al%20titolo%20per%C3%B2%20non%20basta http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:bruV12MDnXAJ:www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo353134.shtml+prodi+putin&cd=4&hl=it&ct=clnk&gl=it
Inoltre fu ancora Prodi a ristabilire, nel 2006, le relazioni diplomatiche ed economiche con Gheddafi, perciò cade anche l'altro caposaldo ideologico del "Berlusconi-vittima dei poteri forti internazionali".
http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:e_4DHNYdAKcJ:www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo326842.shtml+prodi+gheddafi&cd=5&hl=it&ct=clnk&gl=it
Ma il sentito dire può soffocare i dati di fatto e spacciarsi persino per una di quelle verità che suonano scomode e sovversive. Ad un fantoccio coloniale come Berlusconi è capitato di essere presentato addirittura come un campione dell'anticolonialismo, perciò non è detto che non possa capitare altrettanto anche a Bonanni.
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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