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"Propaganda e guerra psicologica sono concetti distinti, anche se non separabili. La funzione della guerra psicologica è di far crollare il morale del nemico, provocargli uno stato confusionale tale da abbassare le sue difese e la sua volontà di resistenza all’aggressione. La guerra psicologica ha raggiunto il suo scopo, quando l’aggressore viene percepito come un salvatore."

Comidad (2009)
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NON CI SONO DIGIUNI GRATIS
Di comidad (del 20/07/2023 @ 00:10:08, in Commentario 2023, linkato 7772 volte)
Ogni tanto la cosiddetta divulgazione scientifica si invaghisce di qualche narrazione e ce la propina in tantissime versioni, diverse per alcuni dettagli, ma sostanzialmente univoche nel messaggio “pedagogico”. Da qualche anno c’è una documentaristica molto ricca sul tema dell’estinzione dell’Uomo di Neanderthal; e il busillis sta appunto nel capire come avremmo fatto noi, della specie Homo Sapiens Sapiens, ad accoppare quel fesso di Uomo di Neanderthal. Ovviamente si tratta del solito cumulo di elucubrazioni costruito su dati empirici assolutamente insufficienti, ma l’importante è sollecitare la nostra vena di megalomania. L’arte del pedagogo e quella del truffatore in fondo si somigliano, perché entrambe consistono nel premere il bottoncino della tua mania di grandezza per indurti a fare qualcosa. Abbiamo visto come si sia riusciti ad indurre le masse a sorvolare sull’inefficacia e sulla tossicità dei cosiddetti vaccini, semplicemente trasformando la vaccinazione in un test di moralità e di intelligenza.
Anche la nostra Giorgia Meloni è un po’ pedagoga e un po’ truffatrice, infatti sta sempre a fregarti o negarti qualcosa in nome dell’alternativa di qualche luminoso destino. Quasi tutti i governi europei hanno istituito il salario minimo come meccanismo parzialmente compensativo alle leggi sulla precarizzazione, che hanno determinato un crollo verticale del potere contrattuale dei lavoratori. Nell’avara Italietta invece diventa impossibile. Secondo la Meloni infatti il salario minimo sarebbe uno specchietto per le allodole, mentre la strada maestra per aumentare i salari sarebbe quella di diminuire le tasse sul lavoro. Cari lavoratori, non disperate, perché un giorno anche voi farete parte della razza eletta di quelli che non pagano le tasse. La Meloni rincara la dose spiegandoci che non si può pagare un ventenne perché se ne stia davanti alla televisione, magari a guardare la stessa Meloni che rilascia interviste a Vespa. Giorgia inoltre irride i 5 Stelle che si illudevano di comprarsi i voti con la promessa del Reddito di Cittadinanza. In effetti può darsi benissimo che la promessa di togliere il RDC abbia reso in termini elettorali molto di più della promessa di mantenerlo. Demagogia e pedagogia non sono affatto incompatibili. Ve la siete spassata e adesso dovete espiare: è un messaggio che fa presa. Lo slogan elettorale della Meloni era “la pacchia è finita”; non si è capito bene quale pacchia fosse, ma l’importante era di vendere questa aspettativa punitiva di regolamento di conti e di vendetta sociale.
Giuseppe Conte dovrebbe rifletterci. Quand’è stato che gli è toccato il massimo della popolarità? Quando il suo primo governo ha istituito il Reddito di Cittadinanza? No. Allora quando il suo secondo governo ha istituito il Superbonus? No. Il top del successo personale il nostro “Giuseppi” lo ha riscosso quando ha imposto il lockdown, cioè quando ha inflitto all’economia italiana danni analoghi a quelli della seconda guerra mondiale, gettando sul lastrico milioni di persone. Eppure quel clima di palingenesi sociale è stato un evento unico ed irripetibile. I soliti media mendaci hanno attribuito a Draghi il “merito” della campagna vaccinale. Ma non è vero, infatti il momento magico della campagna vaccinale è stato durante il governo Conte, quando milioni e milioni di persone si sono trasformati in cavie felici di esserlo, andando incontro ai sieri sperimentali con l’euforia e l’ebbrezza del primo appuntamento per un adolescente. C’è chi ancora rimpiange quei bei tempi, quelle meravigliose prove tecniche di demapedagogia.
Qualunque sprovveduto può sentirsi un grande economista sputando la solita ovvietà: “Non ci sono pasti gratis”. Intanto per qualcuno i pasti gratis ci sono, eccome; perché paga qualcun altro, più povero. Nel 2003 è fallito il fondo pensionistico dei dirigenti d’azienda, perciò a farsi carico delle faraoniche pensioni, assegnate con contributi insufficienti, sono stati i pensionati dell’INPS, costretti persino a dilazionare l’età pensionabile. Si può indurre la gente a pagare anche per vendergli digiuni, stenti e miserie.

L’accesso alla moneta unica ha comportato una spesa onerosa per l’Italia, cioè si è investito per creare deflazione, cioè miseria. La quota di adesione dell’Italia al Meccanismo Europeo di Stabilità è di centoventicinque miliardi, i quali, una volta versati, si potrebbero riottenere in prestito ad interesse e persino con vincoli di spesa. Il MES è un esempio classico, canonico, di digiuno a pagamento; e c’è da molto prima che inventassero le app per dimagrire col digiuno intermittente. La distribuzione iniqua del reddito è il fondamento di ogni gerarchizzazione sociale, e garantire questa iniquità non è automatico, bensì comporta costi e spese. Questa costante storica delle società gerarchiche si è però esasperata nell’attuale epoca del dominio del lobbying finanziario, per cui l’Unione Europea, pur di perpetuare le bolle finanziarie dei titoli “green”, non esita a gettare risorse in un irrealistico progetto di abbandono in tempi stretti dei combustibili fossili.
Per digiunare si è spesso costretti a pagare molto di più che per mangiare. La caduta nella spirale dell’indigenza è dovuta più al lavoro che al non lavoro. I bassi salari possono determinare un fenomeno sociale molto pericoloso, cioè il lavorare in perdita, accettando salari che non coprono i costi di trasporto pur di non rimanere tagliati fuori dal mercato del lavoro. Per molte persone la più importante tassa sul lavoro è rappresentata dalle accise sulla benzina; il problema è che quelle accise sono una tassa anche sulla ricerca del lavoro, dato che non c’è app che possa sostituire il presentarsi di persona. La Meloni aveva promesso non solo la castrazione chimica degli stupratori, ma anche la “sterilizzazione” (?) delle accise; mica di togliere le accise, infatti le ha aumentate. Il lavoro può diventare un devastante fattore di pauperizzazione. Spesso coloro che più si sono dati da fare, sono anche quelli che più rapidamente sono caduti nell’indigenza; e magari gli tocca pure sentirsi chiamare fannulloni. L’Homo Sapiens Sapiens questo è. Che vi credevate?
“Non ci sono digiuni gratis” è una formula che indica una costante della società, cioè che i poveri sono chiamati a pagare per impoverirsi, spesso a pagare per farsi licenziare. Il lavoratore paga tasse e accise con le quali i governi finanziano le imprese, le quali con quei fondi possono delocalizzare la produzione, oppure spostare la loro attività verso la speculazione di Borsa. Alla fine degli anni ’70 furono i soldi pubblici della legge per la riconversione industriale a consentire alla FIAT di licenziare migliaia di lavoratori; e intanto i media ci distraevano con la pagliacciata della Marcia dei Quarantamila. Milioni di italiani non hanno mai sentito nominare Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa; eppure si tratta del maggior ente assistenziale per ricchi, e quell’assistenzialismo costa. Miliardi di denaro pubblico devono essere elargiti per creare bolle imprenditoriali di vita breve, ma che in compenso alimentano sostanziose ricchezze private.
Fortunatamente c’è ancora una “sinistra” politicorretta che sta lì a far credere alla gente che le tasse servano a pagare i servizi pubblici. A ben guardare, la fascista Meloni ed i politicorretti suoi avversari non sono poi così diversi, si muovono sulla stessa demapedagogia punitiva ed espiatoria che tanto affascina l’opinione pubblica. Tutti insieme fanno una sorta di “fascisticamente corretto” all’insegna del pauperismo. Ogni tanto fascisti e politicorretti fanno finta di denunciarsi a vicenda e di rinfacciarsi le loro rispettive magagne; e sono talmente meccanici che finiscono per credere alle loro stesse pantomime. Su twitter il senatore Lucio Malan, di Fratelli d’Italia, ha “denunciato” i progetti pauperistici del network C40, composto da sindaci di tutto il mondo che si impegnano nell’ecosostenibilità. Tra i finanziatori di questo network c’è di tutto, compreso il solito Soros. Forse Malan pensa davvero di spaventare l’opinione pubblica facendole sapere quanto siano malintenzionati i politicorretti, i quali ci prospettano un futuro di razionamenti persino del cibo e del vestiario. Non si sa se Malan lo è o ci fa; però dovrebbe sapere che questo è il business, cioè vendere miseria e restrizioni scegliendo ogni volta lo spot ed il testimonial adatti. Un domani potrebbe essere proprio la Meloni ad ammonirci che “la pacchia è finita”, e che bisogna pagare per digiunare.
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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