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"Propaganda e guerra psicologica sono concetti distinti, anche se non separabili. La funzione della guerra psicologica è di far crollare il morale del nemico, provocargli uno stato confusionale tale da abbassare le sue difese e la sua volontà di resistenza all’aggressione. La guerra psicologica ha raggiunto il suo scopo, quando l’aggressore viene percepito come un salvatore."

Comidad (2009)
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 30/11/2006 @ 23:50:33, in Commentario 2006, linkato 1571 volte)
Nei giorni scorsi le prime pagine ed i commenti dei maggiori quotidiani sono stati occupati dalla vicenda del presunto avvelenamento al polonio di una ex spia russa. Il presunto assassinio è stato attribuito al presidente russo Putin, da un po' di tempo scaduto nella considerazione dei media "occidentali", al punto da essere catalogato fra i dittatori pazzi che giocano con l'energia nucleare. La vicenda è chiaramente una montatura, per di più confezionata su uno standard propagandistico molto basso, con suggestioni fin troppo palesi, dato che l'avvelenamento al polonio radioattivo vuol suggerire indirettamente una minaccia nucleare russa.
Tutto ciò rientra in un piano di rilancio della NATO, ufficialmente in funzione anti-russa, che prevede anche il potenziamento delle attuali basi, tra cui quella nel Veneto.
I motivi per cui Putin non è più amato sono abbastanza evidenti, e i diritti umani in Russia e in Cecenia non c'entrano nulla. Putin è diventato da tempo un temibile concorrente delle multinazionali angloamericane dell'energia, ha cominciato a formare cartelli ed a commerciare in proprio, inoltre ha trasformato le ex province dell'impero sovietico in colonie commerciali simili a quelle che gli Stati Uniti hanno nell'America Latina. L'Ucraina, quando faceva parte dell'Unione Sovietica, riceveva il metano praticamente gratis, mentre ora deve pagarlo a prezzi esorbitanti.
Liberandosi dell'impero, la Russia ha potuto avviare un colonialismo commerciale che le consente di sfruttare al meglio la sua posizione di superproduttore di materie prime. L'aspetto farsesco della vicenda è che ora molte di queste province dell'ex impero sovietico sono entrate nell'orbita americana, sono ostili all'ex padrone russo, ma dipendono da lui molto di più, subendo uno sfruttamento che prima non subivano.
Un dato curioso è che, da quando è caduto in disgrazia agli occhi degli opinionisti "occidentali", Putin è diventato un beniamino di settori della destra di estrazione fascista e cattolica, che sperano di trovare in lui una possibile sponda per gli Europei che vorrebbero liberarsi del dominio americano esercitato sotto l'ombrello propagandistico del cosiddetto Occidente. Questi cattofascisti che hanno scoperto la falsità dell'Occidente sono però fuori tempo massimo, perché gli Europei non sono più degli interlocutori politici, al massimo degli interlocutori affaristici. L'Euro - che avrebbe dovuto essere l'antidollaro - si è risolto in una mera operazione di colonialismo interno all'Europa da parte della Banca Centrale tedesca.
Il fatto è che gli Europei da un secolo non fanno più politica con l'occhio alla carta geografica, ma seguendo le astrazioni ideologiche della propaganda americana. È così che gli Europei, dalla prima guerra mondiale, hanno consentito di far loro da arbitro a dei Paesi geopoliticamente inaffidabili come la Gran Bretagna e, più ancora, gli Stati Uniti, che si avvalgono della loro posizione di isolamento geografico per destabilizzare il pianeta senza il rischio di subire invasioni. Per gli Stati Uniti perdere una guerra significa solo doversi ritirare dal Paese che hanno aggredito, ma non devono temere a loro volta delle vere aggressioni nel loro territorio perché nessun Paese avrebbe i mezzi per farle.
I Russi ci hanno messo ottanta anni per capirlo, ma alla fine ci sono arrivati, e infatti la loro politica estera ha completamente abbandonato ogni preoccupazione di stabilità ed equilibrio internazionale.
Putin è diverso da Stalin, da Breznev e persino da Gorbaciov, perché non si pone più nessun obiettivo di contenimento dell'avventurismo affaristico/criminale degli Stati Uniti, lascia fare, anzi agevola. Putin è un famoso esperto di Judo, ed approfitta dello slancio dell'avversario per fare i propri interessi. Mentre Gorbaciov impedì nel 1991 l'invasione dell'Iraq fornendo assistenza missilistica a Saddam Hussein, Putin invece ha lasciato invadere e occupare l'Iraq nel 2003, perché avrebbe così potuto avvantaggiarsi dell'aumento dei prezzi del petrolio dovuto alla destabilizzazione dell'area mediorientale.
Di fronte alla messinscena dell'11 settembre, Putin ha deciso di farsi anche lui un 11 settembre (la strage di Beslan), per trasformare propagandisticamente in terrorismo islamico la ribellione cecena.
Ai tempi di Breznev, la casta militare russa fingeva di prendere sul serio la minaccia della NATO per aumentare a dismisura il proprio potere e i propri privilegi; ma ora comanda il KGB (ufficialmente sciolto, ma più in forma che mai), e la NATO è presa per quella che è, cioè uno strumento di minaccia e di occupazione per i piccoli Paesi e, soprattutto, per i cosiddetti alleati degli Stati Uniti.
Putin non ha nemmeno più bisogno dell'apparato industriale europeo, perché ormai c'è la Cina. Sono invece gli Europei che hanno bisogno del metano russo. Putin è l'unico capo di Stato straniero che ha preso sul serio Berlusconi, proprio perché in lui non si è mai aspettato di trovare un interlocutore politico, ma solo un mediatore d'affari.
I cattofascisti devono quindi rendersi conto che se l'Occidente non è mai esistito, l'Europa non esiste più, e non da oggi. L'Europa si è sacrificata all'occidentalismo, cioè al mito della superiorità razziale anglosassone, di cui Mussolini ed Hitler erano convinti assertori (leggetevi il "Mein Kampf").
Mussolini nel 1936, dopo la conquista dell'Etiopia, si trovava isolato ed accerchiato dall'Impero Britannico, perciò nessuno più di Mussolini avrebbe dovuto tatticamente guardare con favore una Spagna rossa che mettesse in crisi il colonialismo britannico ed il suo controllo dello Stretto di Gibilterra. Invece Mussolini svenò l'Italia per una crociata anticomunista in Spagna, che faceva solo gli interessi della Gran Bretagna, privando così l'esercito italiano proprio dei mezzi necessari per combattere l'esercito britannico in Africa.
Certe cose Giampaolo Pansa non ve le dice - e perché dovrebbe? mica lo pagano per questo -, ma i "ragazzi di Salò" non sono stati mai impegnati da Mussolini per contrastare gli angloamericani, bensì, da subito, per dare la caccia ai rossi, e la Resistenza non era neppure ancora nata.
Viene il sospetto che l'innamoramento dei cattofascisti per Putin sia quindi dovuto al fatto che questo non è un russo tipico, ma un russo americanizzato, che imita la spregiudicata irresponsabilità degli Stati Uniti e della Gran Bretagna.
Comidad. 30 novembre 2006
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Di comidad (del 23/11/2006 @ 22:30:39, in Commentario 2006, linkato 1350 volte)
In Libano un ministro cristiano - della famiglia del fondatore del partito dei cristiano-maroniti, Gemayel -, è stato ucciso in un attentato immediatamente attribuito alla Siria ed agli Hezbollah. Quanto accaduto era purtroppo prevedibile. Dal momento che gli Stati Uniti ed il loro fantoccio israeliano non sono riusciti a prevalere sul campo, era da attendersi che facessero ricorso all'altro grande strumento del colonialismo: l'odio etnico.
Poche migliaia di Inglesi poterono dominare per un secolo su centinaia di milioni di Indiani (nel 1913, erano 76.000 soldati inglesi e 315 milioni di indiani) non soltanto grazie alla superiorità tecnica della loro Marina militare, ma anche fomentando i conflitti etnico-religiosi, fra Mussulmani e Indù, ma anche fra gli stessi Indù. I conflitti etnici, una volta innescati, si riproducono per spirale di vendetta. Sicuramente molti cristiano-maroniti sospettano, o sanno, che dietro l'assassinio ci sono gli Stati Uniti, ma ognuno di loro ha un conto da regolare a causa delle faide etnico-religiose precedenti, perciò lo spirito di vendetta può sopire il buon senso, soprattutto quando questo spirito di vendetta viene rifornito di denaro e di armi. In Kossovo gli Stati Uniti hanno praticamente creato dal nulla un conflitto etnico fra Serbi ed Albanesi, per poi giustificare l'aggressione alla Serbia.
Ma queste tecniche di dominio colonialistico sono molte più diffuse di quanto non si creda persino all'interno del cosiddetto "Occidente". Il fatto che l'Occidente sia una finzione, che esistano soltanto vari gradi della gerarchia coloniale, è una constatazione che irrita anche molti progressisti, e persino alcuni rivoluzionari.
Questi vogliono fare sì gli antirazzisti, ma da posizioni di superiorità razziale, perciò non rinunciano al piedestallo dell'Occidente, da cui giudicare il cosiddetto Terzo Mondo, impartendogli prediche e lezioni di vita. Eppure che il cosiddetto Terzo Mondo in realtà siamo anche noi, è dimostrato, ad esempio, dal fatto che nell'ultima legge finanziaria si prevede persino un articolo di spesa per fomentare l'odio etnico. Il ministro dell'Istruzione, Fioroni, ha finanziato infatti un progetto per Napoli, contro la dispersione scolastica. In questo progetto sono previsti anche ulteriori fondi ai cosiddetti "maestri di strada", che già si sono distinti in questi ultimi anni per la loro azione nei cosiddetti "Quartieri Spagnoli". Già questa espressione, divenuta dominante da una quarantina d'anni, costituisce un arbitrio linguistico: nel dialetto napoletano i rioni in questione sono chiamati semplicemente "Quartieri", mentre nella toponomastica urbana sono denominati Montecalvario e San Ferdinando. È chiaro che questa dizione fasulla sia funzionale ad un falso messaggio.
L'azione dei "maestri di strada" si fonda infatti sulla premessa secondo cui i "Quartieri Spagnoli" costituirebbero un'etnia separata dal resto della città, un'etnia che si caratterizzerebbe per la sua incapacità di accettare regole e disciplina (cioè le stesse caratteristiche che il razzismo ufficiale attribuisce ai Napoletani in genere, ma si sa che la contraddittorietà di un discorso aumenta il suo potere di suggestione propagandistica). Quando il leader dei "maestri di strada", Marco Rossi Doria, anni fa illustrò la sua opera al ministro dell'Istruzione di allora, Tullio De Mauro, riuscì a commuoverlo sino alle lacrime; ciò nonostante che il ministro in questione fosse informato del fatto che i "maestri di strada" non avessero mai recuperato dalla strada neppure un alunno, ma li prelevassero in maggioranza dalle scuole pubbliche della zona.
I "maestri di strada" ovviamente non stanno per strada, ma al coperto, all'interno di scuole o di sedi di associazioni, che mettono a disposizione dei loro studenti delle biblioteche con i libri di ... Oriana Fallaci, in modo che l'etnia pseudospagnola del centro di Napoli sia allevata nell'odio verso altre etnie.
Comidad, 23 novembre 2006
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


23/11/2024 @ 09:23:20
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