"
"Il Congresso nega nel principio il diritto legislativo" "In nessun caso la maggioranza di qualsiasi Congresso potrà imporre le sue decisioni alla minoranza"

Congresso Antiautoritario Internazionale di Saint Imier, 1872
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 06/06/2013 @ 02:35:29, in Commentario 2013, linkato 3627 volte)
Meno di due settimane fa il Primo Ministro turco Erdogan dichiarava di prevedere una rapida caduta del regime di Assad in Siria, ad opera dei "ribelli". La dichiarazione era in linea con l'atteggiamento ostile verso Assad tenuto dal governo turco in tutta la crisi siriana; ma lanciarsi in auspici così plateali rappresentava sicuramente una chiusura a qualsiasi possibilità di interlocuzione con un avversario presentato come politicamente già morto.
Il fatto che in questi giorni sia invece proprio Erdogan a veder messa in questione la propria legittimità politica dalle manifestazioni di piazza, rappresenta qualcosa di più di un'ironia del destino, ma potrebbe configurarsi come una logica conseguenza della politica anti-Assad. Ogni teatro di guerra tende ad esportare la propria instabilità ai Paesi vicini, e ciò non avviene per un semplice "contagio", ma per il fatto che spesso la posizione di "alleato" si dimostra più insidiosa di quella di nemico.
Riguardo alle motivazioni delle manifestazioni, appare strano questo concentrarsi della rivolta contro la presunta svolta "autoritaria, integralista e populista" di Erdogan, mentre soltanto da parte di gruppi dell'estrema sinistra si accenna al fatto più macroscopico che la Turchia stia partecipando all'aggressione contro un Paese vicino e tradizionalmente amico. Mancano inoltre i riferimenti a tutti i pericoli che comporta l'interventismo in Siria. Togliere il divieto del velo islamico è certamente meno allarmante del fatto che Erdogan abbia deciso di asservire il proprio territorio alle esigenze dell'aggressione della NATO contro la Siria, lasciandolo trasformare in una base per le milizie mercenarie del Qatar e dell'Arabia Saudita, ed esponendolo così a tutte le possibili fregature connesse alla posizione di alleato troppo servile e servizievole.
Infatti una delle conseguenze più gravi della posizione di alleato subordinato riguarda la perdita del controllo del proprio territorio a causa della crescente invadenza dei cosiddetti "alleati". Sarà una banalità ricordarlo, ma mettersi in posizione supina è sempre un invito all'aggressione. Il colonialismo è sempre più schematico che strategico, e spesso l'alleato può costituire una preda molto più facile e disponibile del nemico. Non è un caso che la cosiddetta guerra in Afghanistan sia diventata (sempre che non lo fosse sin dall'inizio) soprattutto una guerra degli USA contro un loro "alleato" tradizionale come il Pakistan. Erdogan dovrebbe perciò cominciare a preoccuparsi del fatto che i media occidentali denotino un atteggiamento sin troppo "comprensivo" nei confronti dei tafferugli in Turchia, e si tratta degli stessi media che in Italia considerano il sampietrino di un manifestante come un caso di para-terrorismo. Altri commentatori ufficiali intanto già descrivono Erdogan come se fosse un Fratello Musulmano, mentre i rapporti di Amnesty International sono presi per oro colato, esattamente come per la Siria. Analogamente, i capi di governo occidentali, a cominciare da Angela Merkel, hanno espresso posizioni "equidistantiste" che rappresentano una mortificazione diplomatica per un alleato fedelissimo come il regime turco. Insomma, sembra mancare poco che persino ad Erdogan venga affibbiato quell'epiteto di "dittatore" che implica la morte civile a livello diplomatico.
L'occupazione del territorio turco inoltre non ha riguardato soltanto la presenza di basi di truppe mercenarie straniere, ma anche di servizi segreti, e persino di quelle nuove agenzie della provocazione e dei colpi di Stato che sono le Organizzazioni Non Governative. La Open Society Foundations del finanziere "filantropo" George Soros - che si dimostrò decisiva nella destabilizzazione di tutta l'Europa dell'Est e dell'Asia ex sovietica -, risulta ora presente in modo massiccio anche in Turchia.
A scorrere i programmi ed i progetti della fondazione di Soros per la Turchia, impressiona il loro tono educazionistico e civilizzatore, come se la Turchia stessa andasse rapidamente convertita al vangelo occidentalista. Particolarmente pretestuosa appare la questione dell'estensione dei diritti della donna in un Paese che è stato tra i primi a riconoscere loro il diritto di voto; addirittura dal 1923. Il governo Erdogan inoltre non ha mai messo in questione i diritti acquisiti dalle donne nel periodo dei governi laici, né vi è traccia di islamizzazioni forzate; persino le norme che limitano la vendita degli alcolici sono più miti di quelle dei Paesi scandinavi. Non si capisce allora perché Soros non vada a salvare la Svizzera, che ha concesso il voto alle donne soltanto nel 1971, o la Svezia, che raziona gli alcolici.
Come è già avvenuto in Tunisia ed in Egitto, ed all'inizio anche in Siria, non c'è dubbio che la rivolta in Turchia convogli, o fagociti, anche istanze e rivendicazioni autentiche di un Paese che ha attraversato una notevole fase di sviluppo economico a costi sociali durissimi. Ma occorre tener presente che la tecnica della "rivoluzione colorata" elaborata dal team di Soros, non implica solo aspetti di mistificazione, ma anche di manipolazione. Anche l'adesione alla rivolta turca di un grande scrittore come Orhan Pamuk è sicuramente sincera; ma lo stesso Pamuk, sempre lucidissimo nello smascherare le magagne interne alla Turchia, si dimostra troppo spesso supinamente credulone nei confronti dei miti del Sacro Occidente.
La fondazione di Soros afferma anche di adoperarsi per l'entrata della Turchia nell'Unione Europea, cosa che sino a qualche anno fa avrebbe potuto costituire l'ammissione ad un club di eletti, mentre oggi suona come una minaccia di ingresso in un campo di concentramento. La "deriva autoritaria" di Erdogan fa tenerezza se confrontata con l'attuale situazione europea, nella quale un organismo come il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), vanta uno statuto che - agli articoli 32, 33, 34, 35 e 36 - conferisce ad una ristretta oligarchia finanziaria dei privilegi inauditi ed un'assoluta immunità giudiziaria. Il tutto avviene nella completa disinformazione di una pubblica opinione convinta invece di sapere tutto grazie ai finti eroi del giornalismo d'assalto come i Santoro, le Gabanelli ed i Saviano. Tra l'altro il MES, mentre si arroga poteri assoluti sulle finanze e sui parlamenti dei Paesi europei, confessa nel suo stesso statuto - al punto 8 del preambolo - la propria totale dipendenza da un'istituzione come il Fondo Monetario Internazionale, controllata dagli USA che ne costituiscono il socio di maggioranza.
Intanto, un'altra di quelle ONG no profit specializzate nella destabilizzazione internazionale, la Bertelsmann Foundation, comincia a discutere di obiettivi molto più ambiziosi, cioè l'inserimento della Turchia nel nuovo "ordine" transatlantico del commercio e della finanza, una forca caudina imposta dagli USA e contrassegnata dall'acronimo TTIP, che dovrebbe andare in vigore dal 2015, ma di cui l'opinione pubblica del libero Occidente non è stata ancora informata.
L'integrazione nell'ordine transnazionale - cioè il dominio incontrastato delle multinazionali - prevede l'eliminazione di quei meccanismi di mediazione sociale che sono tipici dello Stato nazionale; e si tratta di innocue politiche di garantismo sociale, che però le organizzazioni transnazionali etichettano come "populismo". Tutto ciò che possa minimamente ostacolare lo strapotere delle multinazionali viene perciò catalogato come minaccia autoritaria e degenerazione morale. Il fatto di essere "alleati" non salva nessuno da questa sorte, anzi, espone ancora di più all'aggressione coloniale. Se ne stanno accorgendo ora i Paesi del Sud Europa, ed anche la Turchia potrebbe rendersene conto di qui a poco.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 05/06/2013 @ 21:53:42, in Finestra anglofona, linkato 5602 volte)
The case of North Korea is becoming a further demonstration of the fact that there is no opposition to U.S. imperialist system, either in the so-called West or in the context of the so-called emerging countries. The whole official propaganda was not matched by any element of criticism, even about he most obvious absurdities.
It is not explained to us how a country that would starve over sixty years, can have more than 24 million inhabitants in an area which is about half of Italy. No one notices the ridiculous fact that this propaganda on hunger in North Korea comes precisely from those who, for decades, have imposed more and more severe economic sanctions on that country. There is not even explained how it would be possible that a military caste, historically consolidated from half a century of anti-imperialist resistance, such as North Korea, could take orders from a virtually featherless"dictator", who seems to have a mere symbolic function of continuity .
The opinion that North Korea represents the lowest grade in the so-called human rights is taken for granted by the media, but no one seems to notice that this judgment is derived from reports from NGOs such as Human Rights Watch, which are reported to show an “inclusive” attitude to CIA operations like "secret rendition" (kidnapping and torture) . (1)
Also, the amount of military maneuvers put in place by the United States in the last months is not at all linked to the current increase in the paranoia of the North-Korean military regime , as if this paranoia was dictated solely by internal causes. Since March, the U.S. army has implemented three overflights on North Korea with their B-2 bombers plus countless naval movements and deployment of new aircraft and missiles. (2)
Nothing similar in amount and quality of intimidation can be attributed to the North Korean regime. Nevertheless, even the so-called "threats" of the North Korean regime have never been contextualized within the framework of the combined military maneuvers between the U.S. and South Korea, maneuvers that also included the simulation of a nuclear bombing with the usual B-2. Of course, all of these movements would be dictated exclusively by U.S. military “defensive” reasons. (3)
Even the diplomatic results achieved by the U.S. Secretary of State, John Kerry, in being able to engage China in order to isolate the North Korean regime, are interpreted solely as a result of the growing worldwide concern for the aggressiveness of dictator Kim Jong Un, whereas a more and more submissive attitude of the Chinese economic regime could be recognized just as the main cause of the increased U. S. aggressiveness . For China, the independence of North Korea is an indispensable strategic bastion, so much so that it should be supported even if the U.S. propaganda could have told the truth about the aggressiveness of the North Korean regime. The fall of North Korea in U.S. hands would mean a further step in the encirclement of China.
In addition, to disprove the myth of the ideological purity of the"socialist" regime of North Korea, it could be observed that since many years this country has become one of the major areas of investment for Chinese businessmen. The story of the uncontrolled dictator, even by Beijing, therefore, is not based on any concrete response. (4)
Yet the Chinese government expresses its determination solely on theTibetan question, although Tibet is no longer considered an indispensable and strategic area, since in the 50s all potential sources of Kuo Min Tang resistance were turned off in the Chinese territory. The uncompromising attitude on Tibet is therefore an alibi for the Chinese government, in order to overshadow the weakness demonstrated in the case of Libya, Syria, and just now in North Korea.
The prospect that the world may be on the brink of a nuclear war only because of a "mad dictator", appears quite realistic and plausible in the eyes of world public opinion. The official propaganda does not need to be based on any rational construct, indeed, the narrative is more fairy-tale, the more effective. The existence of these mythical "dictators" justifies then automatically every military aggression of the United States; justification endorsed even by those who do not feel themselves pro-American. For all the commentators the unique reasonable solution stands always and merely on a total collapse of the North Korean regime, while it is not at all taken into account the possibility that the United States can meanwhile cease their overflights and their nuclear maneuvers in North Korea.
The mystification of "Saddam’s weapons of mass destruction" has already been archived, so no one faces the problem that any North-Korean renounce over its nuclear program would not avoid an American aggression, on the contrary this one would be increased. Even Gaddafi had given up his chemical and nuclear weapons project, and for a while 'was also reinstated in the assembly of the so-called "international community", but then, to gain unconditional endorsement to his elimination, it was enough to call him a "tyrant" and "butcher of his people." In short, only those who are able to demonstrate an absolute moral perfection could have – maybe - the right to be exempted from the American bombing.
The undisputed and pervasive success of the mad dictator’s tale– crossing ideologies and parties-, is so much so that undermines the same ideas of modernity and civil progress. It seems that at the bottom of the social world there is an archaic, primitive, tribal core, which feeds elementary mythologies.
April 11, 2013

1) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.huffingtonpost.com/tom-hayden/cia-secret-rendition-poli_b_162916.html&prev=/search%3Fq%3Dcia%2Bsecret%2Brendition%2Bhuman%2Brights%2Bgroup%2Bhuffington%2Bpost%26hl%3Dit%26biw%3D960%26bih%3D473&sa=X&ei=5p1lUey9BOiR4ASnzoDABA&sqi=2&ved=0CEIQ7gEwAg
2) http://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=1&ei=GEJhUePMIOj24QSPsICgBQ&hl=it&prev=/search%3Fq%3DNorth%2BKorea%26hl%3Dit%26biw%3D960%26bih%3D473&rurl=translate.google.it&sl=en&u=http://edition.cnn.com/2013/04/04/world/asia/korea-us-military-action-dates/index.html&usg=ALkJrhifCqFrH1ldy2SzRhLp8bVtBMxc0Q
3) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.cbsnews.com/8301-202_162-57576920/north-korea-orders-rockets-on-standby-following-u.s-b-2-drill/&prev=/search%3Fq%3Dnorth%2Bkorea%2Bb-2%26hl%3Dit%26biw%3D960%26bih%3D473&sa=X&ei=UWxhUYWFBcjdPYyPgLAJ&ved=0CEIQ7gEwBA
4) http://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=http://rt.com/business/china-north-korea-investment-627/&prev=/search%3Fq%3Dchinese%2Binvestment%2Bnorth%2Bkorea%26hl%3Dit%26biw%3D960%26bih%3D473&sa=X&ei=ubFjUZeWCKeP7AaW3YD4BQ&ved=0CEsQ7gEwAw
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (46)
Commenti Flash (62)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenętre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


23/11/2024 @ 09:05:17
script eseguito in 47 ms