Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
La notizia del giorno (ormai di ogni giorno) è che Trump ha avviato un negoziato con se stesso per stabilire cosa vuole, però poi ha abbandonato la trattativa perché ha cambiato idea. Oggi puoi annunciare quello che ti pare, tanto domani è un altro giorno, per dirla alla Rossella O’Hara. Ma Trump non è solo “Via col Vento”, è soprattutto “Via col Vanto”, nel senso che in questa comunicazione caotica ci deve pur essere una costante, cioè la sperticata auto-celebrazione. Trump è un felice riscontro della ferrea regola enunciata da Leopardi, secondo la quale non c’è lode che non sia nata dalla bocca di chi ne è l’oggetto. Trump si vanta di essere l’unico presidente USA della storia recente a non aver iniziato una guerra, ed il bello è che c’è ancora chi gli crede, come se l’attacco allo Yemen (cessato solo per esaurimento delle munizioni) non ci fosse mai stato.
Rispetto alla presidenza Biden, comunque Trump ha segnato davvero una svolta epocale, infatti prima, a gestire gli affari ed i conflitti di interessi del presidente, c’era il figlio Hunter Biden; mentre oggi a svolgere il ruolo di faccendiere di famiglia c’è il genero, Jared Kushner, da anni impegnato a trafficare in Arabia Saudita, in Qatar e negli altri emirati. Persino l’attuale visita di Trump a Riad è stata preparata dal geniale genero. Kushner ha sempre respinto ogni accusa di conflitto di interessi, tanto negare l’evidenza non costa nulla. Il fatto che Kushner non si sprema le meningi per cercare alibi, non vuol dire che manchi di fantasia, infatti la trovata di esiliare i palestinesi di Gaza nel deserto e di trasformare la Striscia in una riviera di lusso, è proprio sua, ed è stata da lui enunciata l’anno scorso, per cui il suocero si è limitato a riprenderla e adottarla.
Il conflitto di interessi è come l’Uovo di Colombo, è una banalità che funziona. In astratto il conflitto di interessi è considerato un illecito, ma in concreto è proprio il fatto di tenere il piede in due scarpe, nel pubblico e nel privato, a conferire il massimo del vantaggio e della posizione di rendita, per cui ogni obiezione a riguardo va ad impantanarsi nella rete di potere creata dal conflitto di interessi stesso, oppure a rimbalzare sul suo muro di gomma. Accusare qualcuno di conflitto di interessi equivale a contestargli un grande potere, quindi a fargli pubblicità. Inoltre il fatto di avere le mani in pasta nel pubblico e nel privato, può essere venduto alla pubblica opinione come una garanzia di “competenza”, come si è visto con Mario Draghi. Del resto i banchieri centrali sono degli strani soggetti semi-istituzionali che incarnano e santificano il conflitto di interessi; infatti i banchieri centrali rappresentano degli ibridi tra ruolo pubblico e tutela degli interessi delle aziende di credito private; che poi sono quelle che possiedono le quote di partecipazione alla banca centrale stessa. Le banche centrali sono fondate su un pasticcio giuridico tra diritto pubblico e diritto privato, ed è l’elemento di confusione, di extra-legalità e di illegalità istituzionalizzata, a conferire loro un alone gnostico-sacrale di superiore “competenza”.
Ma il potere conferito dal conflitto di interessi non è dovuto al sacro in quanto tale, semmai deriva dalla confusione che è alla base del sacro; perciò quel potere, grazie alla confusione, è in grado di reggere benissimo al discredito personale e persino al disprezzo. Si tratta della continua smentita del mito del “potere legale-razionale” enunciato da Max Weber, poiché quanto più la comunicazione del potere assomiglia ad “una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di strepiti, e che non significa nulla”, tanto più si impedisce di ritrovare il bandolo delle situazioni a chi cerca di opporsi. Il potere riscuote una rendita dal caos.
Tutti sappiamo che se non ci fosse l’emergenzialismo a carattere pseudo-bellicistico col pretesto della presunta minaccia russa, oggi saremmo comunque in un’altra emergenza, con qualche altra psicopandemia. Il potere di confezionare emergenze è dovuto alla capacità di mobilitare senza la dovuta trasparenza gli interessi pubblici e gli interessi privati, ed è sempre la mancanza di trasparenza a confermare tautologicamente l’autenticità dell’emergenza. Questa non è una teorizzazione astratta dovuta ai critici dell’emergenzialismo e del conflitto di interessi, dato che la riproduzione dello schema pandemico è stata invocata, con esplicite dichiarazioni, da Ursula von der Leyen in persona anche per la questione della gestione dei soldi per il riarmo europeo. La dichiarazione della von der Leyen è di un anno fa, cioè prima che fosse nominata per un altro quinquennio alla presidenza della Commissione Europea. La von der Leyen poteva ostentare tanta sicumera nella riconferma del mandato per ottime ragioni, dato che non era stata scalfita dalle accuse di conflitto di interessi nella gestione del Covid per i rapporti del marito con BioNTech; e neppure la sua posizione era stata intaccata dalle indagini per la sparizione degli SMS scambiati col CEO di Pfizer. Per la fine di maggio è attesa una sentenza per i fatti di cinque anni fa, ma non si capisce quali possano essere gli effetti di una tale sentenza, persino se fosse sfavorevole alla von der Leyen, data l’immunità legale della Commissione Europea. Lo Stato di Diritto è una barzelletta mal raccontata, poiché il potere consiste appunto nella commistione tra il legale e l’illegale, e tra il pubblico e il privato.
Sarebbe ora di rivalutare il troppo bistrattato “benaltrismo”. Quasi tutti i commenti hanno giustamente messo alla gogna il segretario statunitense alla Difesa Hegseth per non aver tutelato la riservatezza delle conversazioni interne all’amministrazione. Certamente è stato grave far trapelare informazioni su operazioni militari in preparazione; ma, a ben guardare, c’era “ben altro” di cui preoccuparsi; infatti, in quelle conversazioni, il segretario alla Difesa, ed anche il vicepresidente Vance, dimostravano di credere davvero alle scemenze che sono soliti raccontare ai media. In particolare, Vance dichiarava testualmente : “Odio salvare gli europei”. Quindi, secondo Vance, attaccare gli Houthi sarebbe stato nell’interesse degli europei. Solo un mentecatto può crederci, in quanto gli Houthi sono in guerra esclusivamente contro Israele, quindi attaccano soltanto navi dirette a porti israeliani o che provengono da essi. Sia gli europei con la missione “Aspides”, sia ora gli USA, nella questione del Mar Rosso agiscono come “proxy” di Israele, visto che la minaccia alla navigazione riguarda solo Israele.
“Israele” va inteso in senso completo, non solo come entità coloniale sionista che occupa un certo territorio, ma anche come sistema di lobbying, finanziamento elettorale, elusione fiscale attraverso il non profit, riciclaggio di denaro tramite operazioni finanziarie all’estero. Se il problema fosse davvero quello della navigazione nel Mar Rosso, per risolverlo basterebbe ben poco, cioè cessare il genocidio a Gaza ed in Cisgiordania, e riconoscere diplomaticamente gli Houthi, in quanto forza che governa lo Yemen e ne detiene l’effettivo controllo. Sarebbe forse il caso di riabilitare persino il “benpochismo”. Nel costante sistema di disinformazione sui presunti nemici del Sacro Occidente, oggi c’è anche la nuova variabile delle gag del cialtrone della Casa Bianca, secondo il quale gli Houthi si sarebbero già arresi e lo hanno pregato di non bombardarli.
Una strana distorsione del senso delle proporzioni sembra affliggere anche i commenti sulla strage di Monreale. Tre ragazzi sono stati uccisi in una rissa a più tempi ed a ridosso della festa più importante della cittadina siciliana. I commenti hanno tirato in ballo di tutto: la disoccupazione, Gomorra, Suburra, persino il “modello Caivano”. Ma c’era “ben altro” da sottolineare, visto che il governo ha appena varato un DDL Sicurezza che attribuisce poteri illimitati e discrezionali alla polizia, e persino l’ombrello di una sorta di immunità penale e disciplinare. Una rissa si è potuta svolgere in più tempi, sino ad uno sbocco sanguinoso, per di più nelle ore che precedevano un evento pubblico che si prevedeva affollatissimo. Possibile che le varie polizie non pattugliassero la zona e non si siano accorte di niente, se non a strage compiuta? Allora che uso fanno le “forze dell’ordine“ di tutto questo strapotere che il governo Meloni gli ha elargito?
Di cosa si occupavano tutti i media ancora il 3 maggio scorso? Stavano ancora a parlare di come, due giorni prima, una spiaggia di Posillipo fosse stata sporcata dai bagnanti. Da anni c’è un lobbying furioso per privatizzare il litorale napoletano, per cui certe foto andrebbero verificate alla fonte, dato che oggi chiunque potrebbe confezionare un falso e inoltrarlo sui social. Inoltre il razzismo antimeridionale è sempre gratificante per l’opinione pubblica settentrionale, così magari questa dimentica che il pubblico della Scala nel 2021 e nel 2022 ha riservato un’ovazione al maggiore esponente dell’oligarchia siciliana; se l’ovazione non si è ripetuta nel 2023 e nel 2024, è solo perché lo stesso Mattarella ha ritenuto di sottrarvisi disertando la Prima della Scala e lasciando il posto ad una diva del sionismo. Si tratta della stessa oligarchia siciliana che ha gestito il degrado che ha condotto ad episodi come quello di Monreale. Ciò smentisce ancora una volta la persistente concezione interclassista del colonialismo, secondo la quale l’oppressione coloniale colpirebbe indifferentemente tutti i ceti della popolazione. Al contrario, gestire una sudditanza coloniale comporta grossi vantaggi per l’oligarchia locale che se ne occupa, tanto che essa può arrivare a posizioni dominanti in campo nazionale e internazionale. Ciò spiega come l’Italietta sia passata dal colonialismo interno verso il Meridione, alla ricerca del vincolo coloniale anche all’esterno: le oligarchie si sono specializzate nel ruolo di agente/garante coloniale di un potere straniero usato come sponda contro le proprie classi subalterne. Lo schema del servo che diventa padrone ha una valenza generale, per cui non c’è da stupirsi che un’agenzia coloniale locale passi a dominare la potenza egemone, come capita nello strano rapporto ancillare degli USA nei confronti di Israele.
La “ben altra” notizia del 3 maggio era infatti la convocazione del Consiglio Supremo di Difesa, presieduto da Mattarella, il quale si occuperà di gestire i miliardi a debito per il riarmo europeo. La beata irresponsabilità con la quale si carica un paese di debiti, e quindi di interessi da pagare, dà il senso dello sradicamento e della estemporaneità di queste oligarchie coloniali, le quali gestiscono un territorio ma se ne sentono estranee, per cui diventano bolle narcisistiche e autoreferenziali. Definire “élite globaliste” queste bolle clepto-schizocratiche risulta fuorviante, poiché attribuisce uno statuto ideologico ad una mera perdita di contatto con la realtà, che viene sostituita da simulacri di presunti nemici e da narrazioni demenziali, perché tanto l’importante è far girare soldi. Nel ridicolo siamo superati dalla Germania, dove un clone della Lega di Salvini, l’AfD viene spacciata dai media e dai servizi segreti per un partito anti-sistema. I “progressisti” che si ostinano a venerare il mito dell’Occidente, usano una identità storico-culturale vaga e incerta come alibi del ruolo di agente coloniale e dell'annesso malaffare.
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