"
"Le decisioni del Congresso Generale saranno obbligatorie solo per le federazioni che le accettano."

Congresso Antiautoritario Internazionale di Ginevra, 1873
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 06/12/2007 @ 22:13:01, in Commentario 2007, linkato 1176 volte)
Le reazioni dei governi cosiddetti occidentali alla vittoria del partito del presidente Putin alle elezioni del parlamento russo, hanno assunto dei toni involontariamente umoristici. Il presidente Bush non si è complimentato con Putin a causa del sospetto di brogli che grava sulle elezioni russe, mentre le autorità europee hanno lamentato l'eccesso di copertura mediatica di cui si è avvantaggiato il partito al governo.
Insomma, non si è capito se le oligarchie "occidentali" rimproverino Putin di fare le stesse cose che fanno loro, oppure se la prendano con lui perché sta confezionando la messinscena della democrazia meglio di loro.
Si può immaginare inoltre cosa sarebbe accaduto se Putin avesse perso le elezioni: ci sarebbe stato un boato di soddisfazione dei media analogo a quello verificatosi per la contemporanea sconfitta di Chavez al suo referendum sulle modifiche alla costituzione venezuelana. Anche di Chavez, se avesse invece vinto, si sarebbe detto che aveva fatto ricorso a brogli.
Nell'uno e nell'altro caso, tanta ostilità della stampa "occidentale" è dovuta alla frustrazione degli interessi affaristici delle multinazionali anglo-americane.
Da quando la British Petroleum è stata estromessa dal business del gas russo, la propaganda britannica ha imbastito nei confronti di Putin una serie di provocazioni piuttosto puerili, come quella del presunto assassinio del dissidente russo con il polonio radioattivo. Condizionati dagli interessi britannici, anche i media italiani fanno la morale a Putin e lo esortano a ritrasformare la Russia in colonia come ai tempi di Eltsin. Si tratta però di una posizione irrealistica, che persevera negli errori di valutazione già commessi a suo tempo dal presidente USA Clinton.
Negli anni '90 le multinazionali petrolifere si illusero di aver trovato in Russia il loro nuovo Eden coloniale, ma era chiaro già allora che se il KGB consentiva a Eltsin di firmare contratti a condizioni così sfavorevoli, lo faceva solo per il tempo necessario ad acquisire il know-how e le relazioni utili per poi poter procedere in proprio. Anzi, l'oligarchia russa ha oggi la potenza finanziaria sufficiente per poter fare del colonialismo commerciale in proprio, non solo nei confronti degli Stati dell'ex impero sovietico, ma anche nei confronti della stessa Europa occidentale.
L'unico governante europeo a complimentarsi con Putin è stato Sarkozy, e il fatto ha, come al solito, alimentato le illusioni di alcuni commentatori circa l'attivismo e l'autonomia dell'attuale presidente francese. In realtà Sarkozy fa l'amico di Putin per lo stesso motivo per cui ama Bush. La compagnia petrolifera francese, la Total, è stata associata da Bush allo sfruttamento del petrolio iracheno, mentre Putin ha concesso alla stessa Total alcuni contratti di fornitura di gas russo.
Il punto è che quando la politica di un governo coincide con gli affari, il contraente più debole diventa automaticamente una colonia; ed oscillare tra la subordinazione a due colonialismi, non fa una politica di indipendenza nazionale.
La Francia e l'Europa attuali sono un po' in una condizione simile alla Cina dell'800, che era soprattutto una colonia britannica, ma che subiva incursioni coloniali anche da parte di altre potenze, come gli USA, il Giappone, la Germania e persino l'Italia. Oggi l'Europa rimane soprattutto una colonia commerciale degli Stati Uniti, ma si espone ormai anche al colonialismo russo. Durante la prima guerra mondiale, Georges Clemenceau sintetizzò efficacemente con uno dei suoi crudeli aforismi la schizofrenia della politica francese dell'ultimo secolo: i Francesi offrirebbero subito la loro vita alla Patria, ma mai i loro soldi. Questa schizofrenia è oggi incarnata da Sarkozy che blatera ancora di una Francia grande potenza, ma poi ne smantella le basi, a cominciare dall'apparato dello Stato. Sarkozy è oggi ritratto dalla stampa padronale come il San Giorgio che si batte contro il drago dei "privilegi delle categorie", il che, tradotto dal codice della propaganda, vuol dire che si propone di sostituire nella pubblica amministrazione il lavoro stabile con lavoro precario o schiavistico. L'oligarchia francese ha trovato nella precarizzazione e nella schiavizzazione un business che in prospettiva è colossale. D'altra parte, nel momento in cui va a toccare le basi del proprio stesso establishment, l'oligarchia francese non può essere più sicura che un domani non sia scalzata nella gestione di quel business da altre oligarchie imposte dai colonialisti.
6 dicembre 2007
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 10/12/2007 @ 14:06:33, in Testi di riferimento, linkato 1604 volte)

Presentiamo un breve testo di Piercy Ravenstone, economista inglese, il cui vero nome era Richard Puller. Il testo è ancora valido per una serie di motivi: demolisce la mitologia del Capitale, rivela l'aspetto magico/religioso del concetto, mette in ridicolo i suoi profeti e cantori, lo pone in concreta relazione con la spesa pubblica e con la rendita, lo oppone al lavoro umano, dimostrando che non c'è capitalismo senza appropriazione e gestione a fini privati del pubblico denaro. Soprattutto, è un testo del 1821, quindi il carattere mistificatorio del capitalismo era già chiaro allora, per chi lo voleva vedere. Anche Marx conosceva Ravenstone, perché lo ha citato in nota nel "Capitale"(Libro I, sez. IV, cap. 13, nota n.° 196), però per questioni diverse, quindi è stata una precisa scelta di Marx quella di non tenere conto della sua denuncia del capitalismo, e della "scienza" economica che lo supporta, come fenomeni ideologici. Nell'attuale retorica ufficiale il dio Capitale è stato in parte soppiantato dal dio Mercato, un'altra astrazione mitologica, utile ad attribuire tutti i problemi ad una presunta necessità superiore e impersonale, contro la quale sarebbe vano opporsi, distraendo così l'attenzione dalla vera questione: gli interessi affaristici di precise oligarchie finanziarie e commerciali.
Comidad, dicembre 2007

Nel 1821 un certo Richard Puller aveva pubblicato con lo pseudonimo di P. Ravenstone un libro dal titolo "Qualche dubbio sull'esattezza di alcune opinioni generalmente accolte in materia di popolazione ed economia politica". Ecco quel che Ravenstone dice all'inizio del capitolo intitolato "Del capitale":

Ma arriveremmo a una visione molto imperfetta degli effetti della rendita e delle tasse, se dimenticassimo le conseguenze che derivano dalla creazione di capitale. Il capitale è figlio della rendita e delle tasse, il loro costante alleato, il loro confederato in tutte le intromissioni e usurpazioni che esse compiono nei confronti dell'operosità umana. Esso è per meglio dire, il pioniere che apre loro la strada. È la grande causa che opera a gonfiare il numero degli oziosi, e ad addossarne il fardello all'intera società. Tuttavia non è molto facile farsi un'idea precisa della natura del capitale. Esso è certamente un essere affatto diverso dai suoi associati. La rendita e le tasse hanno un'esistenza aperta e dichiarata: il modo in cui operano lo abbiamo sotto gli occhi. Calcolandone l'ammontare siamo in grado di fare una stima dei loro effetti; i loro movimenti avvengono alla luce del giorno, le loro pretese non sono dissimulate. Si tratta di sostanze visibili e tangibili. Le loro proprietà possono venire accertate nel crogiuolo dell'esperienza; possono venire sottoposte alla prova dei loro effetti pratici. Ma per il capitale non è così. Esso non ha che un'esistenza metafisica. Per quanto i suoi effetti possano essere ovunque toccati con mano, la sua presenza non può essere individuata da nessuna parte. La sua natura incorporea è per sempre al di fuori della nostra portata. Nessuno ha mai visto la sua forma; nessuno sa dove dimori. Il suo potere non sta in se stesso; non agisce se non con mezzi presi a prestito. I suoi tesori non sono una ricchezza reale, ma soltanto rappresentazioni della ricchezza. Possono venire accresciuti fino a ogni quantità immaginabile, senza aggiungere nulla alle reali ricchezze di una nazione. Il capitale è come l'etere sottile degli antichi filosofi: sta vicino a noi, attorno a noi, si mescola in tutte le cose che noi facciamo. Per quanto di per sé invisibile, i suoi effetti sono anche troppo evidenti. Il capitale non è meno utile ai nostri economisti di quanto lo fosse l'etere per i filosofi. Serve a dar conto di qualunque cosa non possa essere spiegata altrimenti. Dove la ragione viene meno, dove l'argomentare è insufficiente, esso opera come un talismano per mettere a tacere tutti i dubbi. Nelle loro teorie occupa lo stesso posto che era tenuto dalle tenebre nella mitologia degli antichi. È la radice di tutte le loro genealogie, la grande madre di tutte le cose, la causa di ogni evento che accade nel mondo. Il capitale, secondo loro, è il padre dell'operosità, il precursore di ogni processo. Esso costruisce le nostre città, coltiva i nostri campi, canalizza le acque vaganti dei nostri fiumi, ricopre di boschi le nostre aride montagne, trasforma i nostri deserti in giardini, decide che sorga la fertilità ovunque prima era la desolazione. Esso è la divinità della loro idolatria, che hanno innalzato al culto nei luoghi sacri del Signore; e se la sua potenza fosse quale essi la immaginano, non sarebbe certo indegno della loro adorazione.

Piercy Ravenstone,

A few doubts as a correctness of some opinions generally entertained on subjects of population and political economy,
London, J. Andrews, 1821.


A proposito del testo qui sopra abbiamo ricevuto una replica e si è sviluppato un piccolo dibattito. Gli interessati lo trovano su questa pagina.

Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (46)
Commenti Flash (62)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


21/11/2024 @ 17:42:38
script eseguito in 63 ms