Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
A luglio dello scorso anno la revoca sembrava fatta e si annunciava trionfalmente che la società Atlantia dei Benetton era fuori dalla gestione delle autostrade.
A distanza di meno di un anno la società spagnola Abertis presenta un'offerta per le autostrade; un'offerta che ricicla di fatto i Benetton.
La società Atlantia controllerebbe infatti la maggioranza azionaria di Abertis, guidata dallo spagnolo Florentino Pérez, più famoso, o più famigerato, come presidente del Real Madrid.
Si tratta dello stesso Florentino Pérez che, vendendo il controllo di Abertis ad Atlantia, di fatto l'ha inguaiata di debiti. Per riciclarsi, i Benetton sono oggi costretti ad affidarsi a quello stesso Florentino Pérez che li aveva turlupinati.
All’epoca dell’acquisizione, l’attuale segretario del PD, Enrico Letta era nel Consiglio di Amministrazione di Abertis. Letta si dimise dal CdA dopo l'ingresso di Atlantia, per evitare, a suo dire, “conflitti di interesse”. Una chiusura della stalla quando i buoi erano già scappati? O quando i buoi erano già entrati?
L’attuale viceministro alle Infrastrutture, Morelli, ci informa adesso che la revoca è ormai arenata e che per la concessione delle autostrade deciderà il “mercato” (chiamiamolo così).
Pérez offre un miliardo in più della cordata di Cassa Depositi e Prestiti (di proprietà del Ministero dell'Economia) con due grandi fondi di investimento esteri, lo statunitense Blackrock e l’australiano Macquarie. L’offerta di Pérez è realistica? Oppure è solo una manovra per drogare il titolo Atlantia in Borsa? Oppure è un espediente per entrare di straforo nell’affare?
Per rimediare liquidità, intanto Atlantia ha ceduto il 49% di Telepass al fondo di investimento svizzero Partners Group AG.
Pare che Enrico Cuccia avesse profetizzato che con la posizione di rendita acquisita grazie alla privatizzazione della gestione delle autostrade, i Benetton si sarebbero “infiacchiti”. Per la precisione, i Benetton in questi decenni si sono rivelati personaggi senz’arte né parte, eppure sono ancora lì, miracolati dal tabù che ha impedito la nazionalizzazione delle autostrade con i più vari pretesti.
I probabili sostituti di Atlantia non scherzano quanto a conflitti di interesse, nella loro doppia veste di investitori e consulenti di istituzioni pubbliche. Dopo la BCE di Draghi, ora anche la Commissione Europea ha arruolato Blackrock, stavolta come consulente per la riconversione ecologica, lo stesso settore in cui Blackrock indirizza gran parte dei suoi investimenti.
Dopo aver occupato l’Amministrazione Trump con i suoi “consulenti”, Blackrock si avvia ad occupare anche l’Amministrazione Biden.
In collaborazione con Claudio Mazzolani
L'agenzia ANSA lancia la notizia sconvolgente che la figlia di Bill Gates si è vaccinata e che ai giornalisti presenti all’evento epocale ha rivolto una battuta sulle teorie della cospirazione che circondano la figura del padre: nessun microchip le sarebbe stato impiantato con quella iniezione. Se qualcuno non sapeva dell’esistenza di quella teoria della cospirazione (quasi tutti), ora, grazie alla figlia di Bill Gates ed all'ANSA, ne è venuto a conoscenza. Non che come teoria cospirativa sia granché, dato che si poteva facilmente inventare qualcosa di più suggestivo; ad esempio, l’inoculazione di DNA alieno.
Immaginiamo adesso di essere uno che di mestiere fa l’addetto alle pubbliche relazioni; anzi, come si dice oggi, il consulente d’immagine o “spin doctor”. Il nostro cliente è un tizio supermiliardario che presenta stridenti situazioni di conflitto di interessi. Il supermiliardario gestisce una fondazione filantropica non profit, che si giova quindi di una esenzione fiscale; e, con quella fondazione, promuove prodotti finanziari, informatici, industriali e farmaceutici di società di cui è azionista. Il supermiliardario si è così confezionata un'attività di lobbying scaricandone indirettamente il peso sul contribuente.
Con i soldini risparmiati grazie ai privilegi fiscali, il supermiliardario può permettersi di finanziare l'Organizzazione Mondiale della Sanità, della quale i principali finanziatori istituzionali, gli USA in primis e poi gli altri Stati, come tutti gli Stati, sono per definizione dei cattivi pagatori. Il finanziamento privato diventa perciò decisivo. Si può non sapere come funzionano i virus, ma è facile intuire come funzionano gli esseri umani. Anche se non tutti i finanziamenti privati sono indirizzati a progetti specifici, senza alcun bisogno che arrivino ordini o richieste esplicite, si tenderà comunque a compiacere gli interessi di chi finanzia la baracca, promuovendo le attività proprio nei settori da lui preferiti. Ogni volta che qualche giornalista si è appena impegnato ad indagare sull’OMS, ha trovato un intrico di conflitti di interesse e di porte girevoli tra pubblico e privato.
I consulenti di immagine hanno a disposizione un solo modo per coprire tutte queste situazioni di conflitto di interessi del supermiliardario, cioè screditare e ridicolizzare preventivamente tutte le critiche e le denunce creando un rumore di fondo, una confusione comunicativa, che le copra. Si fanno perciò circolare delle teorie squinternate e caricaturali sulla malvagità del supermiliardario e sui suoi progetti di dominio del mondo. Un settore in cui la vaccinazione sicuramente funziona è quindi quello della comunicazione: una notizia vera può essere neutralizzata diffondendo preventivamente una notizia falsa che vagamente le somigli ma che risulti alla fine inconcludente. Una opinione pubblica “vaccinata” attraverso incredibili teorie cospirative, finirà per non prendere sul serio neppure le denunce circostanziate sui conflitti di interesse.
In tal modo non solo tutte le segnalazioni sul conflitto di interessi finiscono nel calderone delle teorie del complotto, ma si fa soprattutto perdere di vista il problema fondamentale. Che si tratti di un vero filantropo oppure di un perverso, un soggetto privato ha acquisito comunque un potere eccessivo nel condizionare la percezione di questioni fondamentali come la salute pubblica. Persino se Bill Gates rientrasse nella categoria dei “santi subito”, si configurerebbe ugualmente il nonsenso del prevaricare di un singolo punto di vista su una questione di interesse pubblico. Si tratta quindi di cogliere l'indizio che ci fornisce lo spettacolo dei conflitti di interesse e delle porte girevoli: il potere è trasversale rispetto alle categorie astratte e fittizie di pubblico e privato oppure di legale e illegale. Tutte le gerarchie sociali e internazionali, nel loro agire concreto, si pongono come gerarchie antropologiche. Ogni potere tende ad autodivinizzarsi ed a scavalcare le regole che esso stesso ha proclamato ma che valgono solo per i comuni mortali; perciò i miliardari e i “competenti” sono i nuovi santi della religione politicorretta o, se si preferisce, una super-razza eletta.
Il potere non ha bisogno di complottare perché funziona per schemi ripetitivi e riflessi condizionati, che implicano anche le solite esche a disposizione dei subalterni: se non hanno pane che mangino gerarchie; se i redditi da lavoro calano, si può sempre offrire in alternativa la gratificazione illusoria dei sensi di superiorità. Si concede così alla massa di partecipare alla divina natura dei padroni miliardari e “competenti” condividendo lo snobistico disprezzo nei confronti dei loro fantasmatici nemici: i “complottisti”. Il pericolo del cospirazionismo diventa così il grande alibi, o il grande incubo, dei conformisti, che, non osano più dubitare delle narrazioni ufficiali, perché altrimenti, come Gregor Samsa, temono di andare a dormire la sera e di svegliarsi al mattino trasformati in terrapiattisti.
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