"
"L'elettoralismo risulta così euforizzante perché è una forma di pornografia, attiene cioè al desiderio puro, magari con quella dose di squallore che serve a conferire un alone di realismo alla rappresentazione. Ma i desideri, i programmi e le promesse elettorali non sono la realtà, che è invece scandita dalle emergenze. L'emergenza determina un fatto compiuto che azzera ogni impegno precedente, ed a cui ogni altra istanza va sacrificata, come ad un Moloc. Carl Schmitt diceva che è sovrano chi può decidere sullo stato di eccezione. Ma nella democrazia occidentale vige uno stato di emergenza cronica, cioè uno stato di eccezione permanente, l'eccezione diventa la regola."

Comidad
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 10/09/2015 @ 01:03:21, in Commentario 2015, linkato 2090 volte)
In questi mesi di recrudescenza dell'emergenza profughi, il Sacro Occidente ha scoperto di avere un altro nemico (o un altro alibi): gli "scafisti". Lo "scafismo" rappresenta una categoria ancora incerta, ma non c'è dubbio che, con il tempo, la narrazione mediatica si arricchirà di connotazioni e di sfumature inquietanti che renderanno il nuovo nemico più familiare e riconoscibile da parte dell'opinione pubblica. Potrebbe venirne fuori un bell'ibrido mostruoso, magari un cocktail di jihadismo e mafia russa.
A questa pubblica opinione addestrata al wrestling opinionistico dei talk-show, viene offerta intanto una vasta gamma di eroi mediatici con i quali schierarsi, da una Merkel in versione umanitaria, ai "cattivi" Salvini ed Orban. Il giornalista "contor-sionista" Furio Colombo si schiera senza esitazioni con la cancelliera Merkel, che costituirebbe, secondo lui, l'ultimo barlume della politica estera europea. In realtà per parlare propriamente di politica estera non bastano i confronti con la commissaria europea Mogherini, al paragone della quale qualunque figura rischia di giganteggiare. Occorrerebbe qualche passetto in più.
In tutta la rappresentazione della guerra allo "scafismo", la Merkel può permettersi di recitare la parte del personaggio nobile, mentre a Renzi si riserva il ruolo del deficiente, poiché è ovvio che non si può dare la caccia agli scafisti senza mettere a rischio la vita dei profughi. Ma la Germania non sta nel Mediterraneo a ridosso delle coste africane, e non è neppure un Paese di frontiera come l'Ungheria e la Serbia. La geografia consente oggi alla Merkel di far bella figura, prendendosi comodamente anche un milione di profughi siriani, che potranno essere degli ottimi lavoratori sottopagati, dato che la Siria ha sempre speso molto in istruzione e qualificazione professionale.
Anche senza fare della dietrologia, ma attenendosi rigorosamente alle notizie di fonte ufficiale, si comprende immediatamente che qualcosa non torna in questa "emergenza" profughi. Un problema come l'immigrazione di massa potrebbe anche non avere soluzioni, ma la buona fede dei governi europei può essere comunque misurata in base alla loro volontà di circoscrivere il problema e di ricondurlo a numeri più gestibili. Ed è proprio questa volontà che manca. Semmai si può scorgere la volontà contraria. Se si va a scorrere infatti l'infinita lista ufficiale dei Paesi sottoposti a sanzioni da parte dell'Unione Europea, alla lettera elle si scopre che ad essere oggetto di un rigoroso embargo sulle armi c'è ancora la Libia del governo "laico" di Tobruk in guerra con le milizie jihadiste.
In base alle notizie di stampa si scopre anche che le milizie jihadiste beneficiano invece di regolari forniture di armi da parte della Turchia. E, sino a prova contraria, la Turchia fa parte della NATO. La questione delle forniture di armi alle milizie jihadiste non solo ha determinato tensioni tra il governo di Tobruk e la Turchia, ma comporta una situazione di scontro diplomatico tra la stessa Turchia ed il governo egiziano di Al-Sisi, che pure dall'UE viene indicato come un punto di riferimento irrinunciabile per la lotta al terrorismo.
Se l'UE volesse dimostrare di fare appena sul serio nella lotta alla partenza di barconi dalle coste libiche, le basterebbe togliere l'embargo al governo di Tobruk e muovere una protesta diplomatica presso il governo di Ankara. Ma, con tutta probabilità, le direttive della NATO sono ben diverse.
Sta di fatto che a gestire tutta l'operazione mediatica del bimbo siriano morto sulla spiaggia è stata proprio la stampa turca, quindi la versione ufficiale che è stata imposta sull'emergenza profughi viene confezionata dal governo di un Paese NATO non aderente alla UE; ed il governo turco è coinvolto nell'appoggio sia ai jihadisti della Libia che a quelli della Siria. Allora, di che cavolo parla Furio Colombo?
Ma c'è anche di peggio, come i cannoneggiamenti ed i bombardamenti aerei che gli Israeliani riservano alle truppe di Assad ogni volta che queste cercano di stanare le milizie jihadiste dal confine del Golan. Non si tratta proprio di milizie dell'ISIS, ma comunque di un'organizzazione affine, Al Nusra. Non risulta però che nessuna obiezione sia mai stata mossa a riguardo ad Israele; anzi, all'Expo di Milano Renzi ha celebrato l'unità di intenti che esisterebbe con Netanyahu sulla presunta lotta al terrorismo.
Se Assad è per L'UE ancora il principale nemico, quale alternativa si offre a milioni di Siriani in fuga dal Califfato, se non l'emigrazione di massa? Non è che qui si tratta di eliminare con una sorta di genocidio migratorio proprio il popolo siriano, visto che costituisce il principale ostacolo per Israele e per gli USA?
Una volta questa tragedia migratoria sarebbe stata definita aggressione imperialistica; anche perché vi era più lucidità rispetto al fatto che l'imperialismo non è affatto un ordine mondiale, ma una destabilizzazione permanente. Oggi anche le più ardite opposizioni si fermano quasi sempre alla locuzione di "responsabilità dell'Occidente", una nozione abbastanza generica ed ambigua da poterla interpretare nel senso che gli USA e la NATO hanno sbagliato a non bombardare di più. Il presidente francese Hollande si adegua a questa interpretazione delle "responsabilità dell'Occidente", ed ha annunciato voli di ricognizione sulla Siria in vista di bombardamenti contro l'ISIS. Poi, tanto per chiarire le cose, lo stesso Hollande ha dichiarato che il suo principale obiettivo rimane la cacciata di Assad. Parole che, anche se non fossero seguite dai fatti, costituiscono già di per se stesse un incentivo alla migrazione.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 17/09/2015 @ 01:06:32, in Commentario 2015, linkato 3235 volte)
Come era prevedibile, la questione dei danni ambientali causata dalla base statunitense del MUOS (Mobile Users Object System) di Niscemi, si è avvitata in quel consueto stillicidio di perizie di segno opposto e di sentenze in parte rimangiate. Il movimento di opposizione al MUOS si ritrova quindi invischiato in quel rituale roleplay, per il quale a chi cerca di prospettare seriamente questioni tecniche si replica con un tipo di comunicazione irresponsabile; perciò non solo qualunque rischio viene aprioristicamente escluso, ma poco ci manca che il MUOS venga presentato come una fonte dell'eterna giovinezza.
Criticare i movimenti non ha senso, poiché i loro limiti non sono soggettivi, ma oggettivi; non dipendono cioè da carenze di chi ne fa parte, ma dalla natura stessa dei movimenti. Sin dalla loro formazione i movimenti si delineano in base a "valori condivisi", come la salute o la legalità costituzionale. Solo che questi "valori condivisi" non sono affatto condivisi dal governo e dai media. Anche la "democrazia" si riduce al diritto di manifestare, il che, concretamente, comporta solo il diritto di farsi manganellare dalla polizia, con l'obbligatorio strascico di condanne per resistenza all'arresto (quando colpisce corpi solidi, il manganello incontra resistenza).
D'altra parte la comunicazione irresponsabile del potere, pur nel suo intento di ridicolizzare e banalizzare, talvolta finisce involontariamente per riportare le questioni al nodo cruciale, che è quello dell'imperialismo e del colonialismo. Un "reportage" (si fa per dire) del quotidiano "La Stampa" dello scorso anno dall'isola di Ohau dell'arcipelago delle Hawaii ci mostra infatti la popolazione locale tranquilla ed entusiasta del fatto di convivere con l'impianto gemello del MUOS di Niscemi.
Sennonché le Hawaii fanno parte degli Stati Uniti in seguito ad un violento processo di conquista coloniale che durò dal 1876 al 1898, con tanto di colpo di Stato, anche con l'intervento dei Marines, ai danni della monarchia locale. Il confronto con le Hawaii non è quindi per la Sicilia tanto rassicurante, poiché quelle isole del Pacifico videro la propria popolazione in gran parte sterminata e soppiantata dall'arrivo di coloni americani.
Dei quattro MUOS operanti al mondo, due non si trovano negli Stati Uniti, uno a Niscemi in Sicilia e l'altro a Kojarena in Australia. Ed anche l'Australia non ha dei precedenti molto rassicuranti. Nel 1975 il governo australiano del laburista Gough Whitlam pretese di veder chiaro nelle operazioni di spionaggio satellitare della base USA-CIA di Pine Gap. Whitlam però ottenne solo di farsi destituire da un colpo di Stato organizzato dalla CIA e dal servizio segreto britannico MI6.
L'atto formale di destituzione del Primo Ministro Whitlam fu compiuto dal Governatore Generale, il rappresentante della Corona britannica in Australia. Si scoprì così che l'Australia non è un Paese indipendente, ma tuttora una colonia britannica. Si scoprì anche cosa succede a chi cerca di opporsi alle basi USA. In queste settimane si sta festeggiando il record di regno della regina Elisabetta II, ed è un peccato che, tra le benemerenze della regina, non si ricordi anche quel colpo di Stato del 1975.
L'impianto MUOS di Niscemi non può esibire neppure la esile foglia di fico giuridica dell'Alleanza Atlantica, poiché gli USA se lo gestiscono da soli e non vogliono "alleati" tra i piedi. La fiducia che viene pretesa è totale e incondizionata. Ciò ci riconduce al nucleo arcaico del colonialismo, nel quale il popolo conquistatore diventava non solo la casta dominante nei confronti dei popoli conquistati, ma anche la loro divinità.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (46)
Commenti Flash (62)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


21/11/2024 @ 17:52:07
script eseguito in 54 ms