Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Come molti avevano previsto, il DDL renziano di "riforma" della Scuola presenta le caratteristiche inconfondibili della colonna di fumo costellata di esche e contraddizioni. Paradossalmente, l'unico articolo concreto è il 21, nel quale il governo rinnega tutto ciò che ha scritto, riservandosi di integrare e modificare nei prossimi mesi - ovviamente alla chetichella - il decreto. La tattica non cambia: infiniti dibattiti preliminari a vuoto, per poi essere messi silenziosamente, e senza alcun preavviso, di fronte al fatto compiuto.
Le vere finalità del DDL sono di propaganda e di manipolazione psicologica. Si suscitano una sorta di euforia di cambiamento e, contemporaneamente, opposizioni astratte, all'insegna del rifiuto della "aziendalizzazione" della Scuola e della difesa della "democrazia" degli Organi Collegiali. In realtà, prima della questione della mitica "libertà" di insegnamento, c'è quella dell'attuale delegittimazione della funzione docente, attuata da decenni con una pretestuosa idealizzazione della figura dell'insegnante, utile a trasformare gli insegnanti reali in bersagli fissi. Gli Organi Collegiali sono inoltre da sempre il paravento dello strapotere delle dirigenze. La figura del "preside padrone e signore assoluto" - di cui si parla da venti anni, e che viene ripresentata nel DDL Renzi -, probabilmente non è gestibile da parte degli stessi dirigenti scolastici, abituati ormai a comandare alla maniera dei Savoia, mandando avanti qualcun altro a prendersi le responsabilità.
L'immagine illusoria che si vuole offrire al personale docente, è quella di una "occasione" da non mancare. La "aziendalizzazione" è lo slogan che legittima l'ingresso delle aziende private nella Scuola; e, dietro la cosiddetta "azienda", si fa aleggiare il miraggio della Scuola-business, con progetti didattici dal budget illimitato. La falsa idea che si vuol suggerire agli insegnanti, è che i privati portino soldi, mentre l'esperienza insegna il contrario, e cioè che i privati usano il pubblico come terreno di saccheggio di risorse finanziarie.
Manzoni, nel capitolo XV de "I Promessi Sposi", diceva che la furbizia in fondo è un'illusione, e che i trucchi che il "furbo" adopera con tanta disinvoltura, sono dovuti non alla sua abilità, ma solo alla sua posizione di forza. I trucchi che Renzi usa in casa contro gli insegnanti, pare infatti che funzionino anche contro di lui a livello internazionale.
La notizia della partecipazione italiana al progetto cinese di una contro-banca mondiale, ha suscitato molti commenti entusiastici, poiché questa decisione del governo Renzi sembrerebbe improntata ad un'autonomia nei confronti di Washington. Si pensa infatti che l'iniziativa cinese possa insidiare proprio quel sistema finanziario allestito dagli Usa a Bretton Woods nel 1944, un sistema fondato sul potere sovranazionale delle due banche che hanno sede a Washington, cioè il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
In effetti di concreto in questa notizia per ora vi è solo che l'Italia sborserà altri soldi per poter partecipare a questa iniziativa cinese, e la presenza della City londinese in questa iniziativa asiatica non ha nulla di rassicurante. Il fatto avrebbe potuto assumere una diversa rilevanza se l'Italia avesse deciso contestualmente di cessare la partecipazione - e l'onerosa contribuzione - al Fondo Monetario ed alla Banca Mondiale, ma nulla lascia supporlo. Farsi abbindolare anche dai Cinesi non è di per sé una prova di indipendenza nazionale, tanto più che oggi il capitale cinese si insedia in Italia in condizioni di controllo crescente. Il caso Pirelli è solo il più eclatante, e liquidare sbrigativamente le diffidenze, come fa Tronchetti Provera, parlando di "nazionalismo" ed "antindustrialismo", costituisce un evidente indizio di coscienza sporca.
Se Renzi ha aderito all'iniziativa cinese, nonostante il parere negativo di Washington, è perché vi aderivano gli altri "partner" europei. Il conformismo nei confronti del gruppo può essere una spinta molto più potente del servilismo nei confronti del tiranno, ma questo lo sa anche il tiranno, che può facilmente approfittarne.
Mentre per il caso-Grecia la stampa concede spazio e titoloni alla diatriba dialettica tra Atene e Berlino, la stessa stampa riserva trafiletti alle mosse di quello che è dal 2010 il principale attore della crisi greca, cioè il Fondo Monetario Internazionale. Il FMI si presenta infatti regolarmente a riscuotere i propri crediti dal governo di Atene. In questo mese sono stati trecentocinquanta milioni di euro, ed altri quattrocentosessanta milioni dovranno essere versati ad aprile. Su questo versante, Tsipras continua la politica dei governi greci che lo hanno preceduto.
La domanda delle domande, cioè come mai la superbanca di Washington spadroneggi in Europa, rimane sempre inevasa. L'adozione della moneta unica era stata infatti presentata come un atto di autonomia nei confronti degli USA, e persino come una scelta concorrenziale nei confronti del dollaro. Ancora adesso il sito della Commissione Europea ci "informa" che l'euro si pone come moneta di pagamento internazionale complementare o alternativa al dollaro. Questa balla che ci veniva raccontata dodici anni fa come se fosse oro colato, non ha trovato alcun riscontro; perciò il sito della Commissione Europea è costretto a scadere nel patetico, citando come esempi di affermazione internazionale dell'euro il fatto che esso venga utilizzato ad Andorra e nella Repubblica di San Marino.
I governanti di Atene erano preoccupati di non rimanere tagliati fuori dal business di una nuova moneta di pagamento internazionale, e si sono ritrovati invece a prendere impegni e vincoli che oggi li sottomettono al FMI. Nessuno vuole fare la figura dello scemo rinunciando ad un grosso affare, ed è proprio su questo che contano i truffatori. Potrebbe essere definita come la sindrome di Pinocchio al Campo dei Miracoli. La cleptocrazia - che è poi il vero sistema che si nasconde dietro le astrazioni mitologiche di capitalismo e "mercato" - fonda infatti la sua base di "consenso" sull'illusione di far partecipare alla spartizione del bottino. Se le astrazioni riescono ad esercitare un tale fascino intellettuale, è per motivi molto concreti.
La drammatizzazione artificiosa della crisi greca ha posto le condizioni per l'istituzione di quella dépendance europea del FMI che è il Meccanismo Europeo di Stabilità, il quale ha autodichiarato immediatamente la sua natura criminale, poiché ha rivendicato, nel Trattato istitutivo, la completa immunità giudiziaria dei suoi membri. Una pretesa senza precedenti storici. Nel 2012 il governo Monti presentò come una propria vittoria il fatto che l'Italia sia stata costretta a versare centoventicinque miliardi e quattrocento milioni di euro al Mes; e magari era davvero una vittoria, dipende dai punti di vista.
Ha suscitato numerosi sarcasmi la notizia che Matteo Renzi, durante l'ultima riunione della direzione del PD, abbia definito Landini e Salvini come "fenomeni televisivi". Ma qui non si tratta solo della storia del bue che dice cornuto all'asino, in quanto è del tutto confacente all'attuale sistema cleptocratico il fatto che Renzi - o, per meglio dire, la sua squadra di ghost-writer - fagociti e vampirizzi anche le critiche delle opposizioni. Una cleptocrazia tende a derubarti anche del linguaggio.
Qualche giorno fa, in occasione della manifestazione della FIOM e della nuova "Coalizione Sociale" lanciata da Maurizio Landini, lo stesso Landini ha dato voce ad un malcontento comune, affermando che Renzi sarebbe peggiore persino del Buffone di Arcore. Come al solito, la dichiarazione è stata occasione per "dibattiti" e prese di distanze. In realtà questo genere di "graduatorie di demerito" va inquadrato nelle semplificazioni del linguaggio quotidiano, poiché è abbastanza ovvio che anche Renzi rappresenti la continuità con i governi che l'hanno preceduto; così come è ovvio che ciò venga avvertito come un aggravamento della situazione. Comunque una caratteristica accomuna il Buffone ed il Buffoncello: entrambi sono fantocci che non sarebbero mai riusciti ad emergere da una vera lotta politica.
La continuità di Renzi con i governi precedenti consiste anche in un'azione di governo insensibile agli equilibri sociali ed istituzionali, e che appare semmai interessata a procedere a colpi di destabilizzazione, di false aspettative e docce fredde. Emulo del Buffone del 1994, il ministro del Lavoro (?), Poletti, lunedì scorso dichiarava di attendersi un milione di nuovi posti di lavoro dal cosiddetto "Jobs Act". In tal modo si suscitano molti scetticismi da catalogare come "disfattismo", ma anche tante speranze, da deludere meticolosamente. Sino a pochi giorni fa, ci si diceva che è cominciata la ripresa; ma ora i nuovi dati ci dicono che la disoccupazione invece è in aumento (doccia fredda). Poletti rassicura che non c'è contraddizione tra le castronerie sparate quattro giorni fa e i dati odierni. Schizocrazia.
La schizocrazia è infatti un risvolto inevitabile della cleptocrazia. Nel suo ultimo DDL, Renzi ha lanciato un modello caotico di "Buona Scuola", nel quale non si preoccupa nemmeno di abrogare le vecchie norme che confliggono con le nuove; salvo poi smentirsi nello stesso DDL, all'articolo 21, in cui si riserva di modificare tutto il modificabile nei prossimi mesi. Si annuncia l'azzeramento della situazione precedente per quanto riguarda le assunzioni, che dovrebbero essere, d'ora in poi, solo per concorso. In tal modo i tremila euro già sborsati dai precari della Scuola, ogni volta, per ciascun corso, dalla SSIS (Scuola di Specializzazione all'Insegnamento Secondario) di qualche anno fa, all'attuale TFA (Tirocinio Formativo Attivo), vengono fatti cadere in prescrizione, cioè incamerati senza contropartita.
I corsi a pagamento costituiscono un mega-business ai danni dei precari. Presentati ogni volta come un'ultima spiaggia, come il treno da prendere in corsa, si risolvono in rapine a cui non corrisponde non solo alcuna preparazione, ma neppure alcuno sbocco. Oltre la vecchia SSIS e l'attuale TFA, vi è anche il Percorso Abilitante Speciale (PAS, un acronimo dal suono vagamente speranzoso), ovviamente in cambio dei soliti tremila euro che gli Atenei sono sempre pronti a riscuotere, a riprova del fatto che ormai l'Università è occupata da lobby che considerano la Scuola solo una preda da spolpare.
La lobby universitaria cavalca con disinvoltura le critiche contro la presunta "aziendalizzazione", e l'altrettanto presunta "invalsizzazione" della Scuola. La "Scuola azienda" è solo uno slogan, mentre l'Invalsi è solo una delle tante truffe del privato ai danni del contribuente; ma ai due spauracchi la lobby universitaria pone come alternativa la solita "formazione" da parte della stessa Università, facendo aleggiare agli insegnanti la prospettiva che questa “formazione" venga riconosciuta come ore retribuite.
Ma con l'articolo 21 del DDL, Renzi già si è preparata la marcia indietro sulla questione delle assunzioni. Dopo le proteste e la "trattativa", è prevedibile che si giungerà ad un finto "compromesso", in base al quale si autorizzeranno i precari a sperare ancora. Ovviamente in cambio della partecipazione ad un altro corso, e di altri tremila euro. Se alla cleptocrazia la prossima volta gliene basteranno tremila.
L'ancora vaga "Coalizione Sociale" di Landini si andrebbe quindi a scontrare con un tipo di sistema politico i cui contorni non sono ancora ben distinguibili da parte di coloro che si muovono sugli schemi consueti della difesa dei diritti e della Costituzione. Il famoso documento della multinazionale finanziaria JP Morgan - che dichiarava la necessità di lasciarsi alle spalle le attuali "Costituzioni antifasciste" -, è stato oggetto di vari fraintendimenti. Molti lo hanno persino letto come una indiretta celebrazione di quelle Costituzioni, considerandole come un argine al dilagare di logiche puramente aziendali. In realtà, se si legge il documento con più attenzione, ci si accorge che le cose stanno diversamente. Le "Costituzioni antifasciste" vengono infatti individuate da Jp Morgan come un ottimo bersaglio fisso attorno al quale raccogliere i dissensi e le opposizioni.
La guerra mondiale aveva realizzato le sue aggregazioni antifasciste sulla base di una concezione riduttiva del fascismo stesso, interpretato come mera anti-democrazia. Solo uno sguardo storico meno coinvolto negli eventi, ha potuto scorgere nel fascismo, ed ancora più conseguentemente nel nazismo, l'applicazione scientifica nella metropoli capitalistica di quei metodi coloniali già sperimentati nella periferia. Sono state multinazionali come Bayer, IBM, Deutsche Bank, Standard Oil a creare il modello Auschwitz, e proprio le multinazionali oggi ne sono le vere eredi.
La cleptocrazia non è "questione morale", ma un assetto di dominio ed un rapporto sociale. Il sistema coloniale si regge sul raccordo tra la cleptocrazia multinazionale e le cleptocrazie locali, senza un progetto sociale che vada oltre la predazione. Da qui la schizocrazia degli slogan in contraddizione l'uno con l'altro, poiché il linguaggio ufficiale accorpa la funzione della comunicazione con quella di mettere in confusione le prede.
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