Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L'Antitrust è l'agenzia che in Italia dovrebbe svolgere funzioni di vigilanza e controllo sulle concentrazioni industriali e bancarie. Sennonché il presidente dell'Antitrust, Catricalà, ha dichiarato due giorni fa che la sua agenzia non si opporrà a nuove acquisizioni bancarie da parte di Banca Intesa (che è già di per sé una concentrazione di banche). Gli argomenti adoperati dal presidente dell'Antitrust farebbero pensare che egli presieda un'agenzia di propaganda a favore dei trust: il mercato è troppo puntiforme, la concorrenza va vista su scala internazionale e non locale, vi saranno vantaggi per i consumatori, ecc., ecc.
Si potrebbe ingenuamente supporre che una tale dichiarazione abbia screditato il ruolo dell'agenzia e del suo presidente. Macché! Il meccanismo dell'informazione ufficiale ha rovesciato una manifestazione di non credibilità in una prova che rende l'argomento ancora più attendibile: se lo ammette persino il presidente dell'Antitrust, allora vuol dire che i trust sono proprio necessari.
Nelle stesse ore, l'Organizzazione Mondiale della Sanità - l'agenzia dell'ONU a tutela della salute -, per voce di uno dei suoi esponenti più importanti, Michael Perdue, dichiarava che il virus della influenza aviaria "potrebbe" essere mutato e che gli animali "potrebbero" divenirne portatori sani. Ecco che un'agenzia mondiale preposta al controllo, si mette a giocare con i verbi condizionali, diviene cioè una fonte di voci incontrollate, un'agenzia del panico.
Ce ne sarebbe abbastanza per dubitare dell'effettivo ruolo che sta svolgendo oggi l'OMS, ma anche qui scatta automatico il raggiro dell'opinione pubblica: se lo dice persino l'Organizzazione Mondiale della Sanità, allora...
Ma l'opinione pubblica, nel nostro sistema "democratico occidentale", dovrebbe svolgere a sua volta una funzione di controllo. Invece l'opinione pubblica svolge soltanto funzioni di avallo, come hanno appena dimostrato le reazioni al video del pestaggio di Sassuolo.
Ma un'opinione pubblica che non controlla, anzi che si mostra subito disposta a barattare le garanzie in cambio di "sicurezza", che opinione "pubblica" è? Chi ci garantisce sull'autenticità di interviste, lettere e sondaggi?
In realtà, il vero controllo cessa di esistere, non appena di dà per scontato che altri l'abbiano già esercitato per conto nostro.
Comidad, 9 marzo 2006
L'improvvisa morte dell'ex presidente jugoslavo Svobodan Milosevic è stata davvero un bel colpo di "fortuna" per la Corte Internazionale dell'Aja, ormai da anni imballata in un processo dal quale non vi era ormai nessuna via legale per districarsi.
Che la "fortuna" sia stata aiutata con uno dei tanti mezzi fisici o farmacologici a disposizione dei servizi segreti, è un sospetto talmente ovvio che non vale neppure la pena di soffermarcisi. Ciò che invece deve far riflettere è la dimostrazione di tenuta dell'apparato propagandistico edificato in questi ultimi quindici anni sulla questione della ex Jugoslavia.
La riunificazione tedesca aveva segnato anche la ripresa in grande stile del tradizionale imperialismo tedesco, con il progetto di ricostituire attorno alla Germania una cintura di Stati slavi satelliti, emarginando lo storico nemico serbo. Questo progetto neo - imperialistico era stato spacciato dalla propaganda come un grande "risveglio etnico". Gli Stati Uniti avevano dapprima difeso l'integrità territoriale della Jugoslavia (che, del resto, era stata una loro invenzione, imposta dal presidente Wilson dopo la Prima Guerra Mondiale), ma poi avevano deciso di cavalcare la destabilizzazione dell'area balcanica, fomentando rivolte "etniche" all'interno della stessa Serbia, come è accaduto in Kossovo; il che diede al presidente Clinton addirittura il pretesto per un'aggressione della NATO nei confronti della Serbia.
L'aspetto più preoccupante ha riguardato però, in quell'occasione, la vulnerabilità dimostrata dal circuito della comunicazione di opposizione - compresa quella anarchica -, che è stata praticamente invasa dalle posizioni filo - "etniche". Ogni perplessità ed ogni obiezione a questa offensiva propagandistica sono state neutralizzate con un atteggiamento di disprezzo preventivo, che non ha consentito nessuna discussione. La memoria storica è stata messa completamente a tacere e tutti i crimini dei Croati Ustascia, alleati dei nazisti, sono stati omessi. Anche la recentissima partecipazione del governo croato al genocidio dei musulmani è stata ignorata, mettendo in evidenza solo i crimini commessi dai Serbi.
Persino adesso, dopo la strana morte di Milosevic, dopo anni di processo, in cui le poche notizie concesse dai media, facevano comprendere che non era più possibile presentare l'ex presidente jugoslavo come l'unico "cattivo" della tragedia balcanica, quasi nulla è ancora venuto fuori in termini di riflessione critica.
Il caso di Milosevic viene archiviato in tutta fretta dalla comunicazione ufficiale. Ciò varrà anche per la comunicazione d'opposizione?
Comidad, 16 marzo 2006
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