Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il ministro dell'Istruzione Profumo in queste ultime settimane ha adoperato contro la Scuola la tipica tecnica della doccia scozzese. Dopo aver fatto intravedere ai precari uno sbocco occupazionale con la promessa di un concorso, poi di fatto si è rimangiato tutto prospettando un irrealistico orario di ventiquattro ore per gli attuali insegnanti, ovviamente a stipendio inalterato. Con un eventuale aumento degli orari si chiuderebbero le porte agli insegnanti più giovani, aumentando a dismisura la già elevatissima età media degli insegnanti attuali. Dopo le effimere e false speranze, le nuove proposte-shock di Profumo hanno causato il panico non solo fra gli insegnanti a tempo determinato, ma anche fra quelli a tempo indeterminato, i quali, in pochi mesi, si sono visti sostituire la prospettiva della pensione con quella di una morte in scena, come Molière. A proposito dell'attentato di Brindisi, il ministro Profumo parlò di guerra psicologica contro la Scuola; ma oggi quelle sue ambigue parole appaiono più come un programma di governo che come una denuncia.[1]
La Rete degli Studenti Medi nel frattempo ha adottato come slogan la frase: "Make school, not war"; una formula che ha un suo indubbio fascino, ma non è del tutto storicamente attendibile. L'istruzione di massa è nata e si è sviluppata dalla seconda metà dell'800 in funzione delle esigenze militari degli eserciti di massa. Non a caso il Paese che elaborò il moderno modello di istruzione pubblica fu la Germania del Cancelliere Otto Von Bismarck. Non sarebbe stato possibile il macello della prima guerra mondiale, se la scuola pubblica non avesse preparato centinaia di migliaia di diplomati per coprire i ruoli degli ufficiali. Tra l'800 ed il '900, la Scuola è stata anche il principale veicolo della propaganda nazionalistica e colonialistica.[2]
La Scuola ed il militarismo non possono quindi essere presentati in alternativa, e ciò non vale solo per il passato, ma anche per il presente. La Scuola attuale non sembrerebbe più militarizzata nei comportamenti e nei contenuti, ma ciò riguarda soltanto l'abbandono di vecchi modelli di educazione nazionale, che sono stati sostituiti dai miti della superiorità occidentale, veicolati attraverso le formule della "Educazione alla Legalità" e della "Educazione ai Diritti Umani". La "Scuola democratica" è ancora un veicolo di propaganda bellica, poiché se da un lato predica l'accoglienza verso immigrati e "diversi", dall'altro lato criminalizza tutto ciò che esula dal recinto del Sacro Occidente. La Scuola pubblica riesce comunque ad imporre un atteggiamento acritico verso la "democrazia", cioè verso l'alibi "occidentale" ("Occidente" sta per NATO) per nuove avventure coloniali.
La Scuola Pubblica istruisce sempre meno, perché la vera istruzione deve essere a pagamento; oppure a credito, come negli USA, dove gli studenti escono dal sistema dell'istruzione con decine di migliaia di dollari di debiti. Negli Usa già le High School annoverano la carta di credito tra le materie di insegnamento, perciò si può supporre che lo standard di istruzione media debba adeguarsi al livello necessario per potersi indebitare elettronicamente.[3]
Le linee dettate dall'OCSE hanno mirato per decenni a svuotare l'istruzione pubblica, per rendere l'istruzione funzionale alla privatizzazione ed alla finanziarizzazione. L'effetto è stato di trasformare la Scuola Pubblica in una sorta di pseudo-istituzione, uno zimbello istituzionale da offrire in pasto ai media ed alle famiglie. Congedata l'antica disciplina funzionale all'inserimento nel lavoro e nella produzione, un altro effetto - voluto o collaterale - è stato quello di creare nella Scuola una sorta di realtà virtuale, in cui vigono regole e consuetudini che assegnano allo studente un ruolo di falso protagonismo ed illusorio potere sul mondo adulto. Infatti, mentre si liquidava lo Statuto dei Lavoratori, alla fine degli anni '90 il ministro Berlinguer sfornava quel monumento al falso diritto allo studio che è lo Statuto degli Studenti. Più o meno lucidamente, è nata quindi una nuova pedagogia, mirante a creare un cittadino che non abbia il senso della realtà e dei propri limiti. Sarà un caso, ma è il ritratto del perfetto fruitore dei servizi finanziari e del gioco d'azzardo.
Non è vero quindi che la funzione di indottrinamento propagandistico delle masse sia stata interamente assorbita dai grandi media, dato che la Scuola continua a svolgere una funzione di propaganda e di manipolazione. In un'intervista di una ventina d'anni fa, Giorgio Gaber affermava che mentre la televisione è dannosa e fa bene solo a chi la fa, la Scuola invece fa bene, poiché costringe all'applicazione. In realtà oggi l'istruzione fa male sia a chi la fa, sia a chi la riceve, poiché non ha altro risultato che avviluppare tutti in formule incongruenti.
Il mito democratico scolastico infatti non esclude neppure le suggestioni elitarie, con il mito della valorizzazione delle presunte "eccellenze", un vocabolo ormai sacro del gergo didattichese. A proposito di mitologia elitaria, c'è anche da notare che alla crescente umiliazione reale della funzione docente (divenuta "finzione" docente), fa riscontro nella propaganda ufficiale il crescere del mito di un insegnante ideale, capace di dimostrarsi irreprensibile e "degno" della sua missione in qualunque condizione di stress ambientale. Questo mito del super-eroe, "Superteacher", crea una specie di effetto paralizzante, tale da trasformare gli insegnanti reali in bersagli fissi della guerra psicologica. Lo stato di frustrazione trova sbocco in una competizione fine a se stessa fra gli insegnanti. Niente di strano quindi che la Scuola sia divenuta uno dei luoghi privilegiati del mobbing, non solo da parte dei dirigenti, ma anche fra gli stessi colleghi.
Tutto ciò porta al solo apparente paradosso di una Scuola Pubblica che è contemporaneamente un bersaglio, ma anche un veicolo della guerra psicologica. Il tema della guerra psicologica è quasi assente dal dibattito politico. Nel maggio scorso però è uscito un film che affronta questo tema: "Psywar", un documentario di Scott Noble, con contributi di Noam Chomsky, Howard Zinn ed altri. Il film ha parecchi limiti, ma rappresenta un tentativo serio di proporre la questione psywar ad un pubblico più vasto. [4]
[1] http://www.umbria24.it/brindisi-ministro-profumo-assisi-%C2%ABuna-guerra-psicologica-fatta-scuola%C2%BB-umbria24/99610.html
[2] http://www.articolo21.org/2012/09/make-school-not-war/
[3] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.thirteen.org/edonline/lessons/&prev=/search%3Fq%3Dcredit%2Bcard%2Blesson%2Bplans%2Bfor%2Bhigh%2Bschool%26hl%3Dit%26biw%3D1440%26bih%3D763%26prmd%3Dimvns&sa=X&ei=0gl9ULjiII7Gswbv-IGAAQ&ved=0CC8Q7gEwAA
[4] http://www.youtube.com/watch?v=2xuoa7tF-x8&playnext=1&list=PL8266F6313ADE33C9&feature=results_video
A dare retta ai telegiornali ed ai quotidiani, sembrerebbe che la gara fra Bersani e Renzi sia storicamente più decisiva dello scontro fra Cesare e Pompeo. Quanto poi una maggioranza parlamentare o l'altra siano in grado di cambiare realmente qualcosa, lo si è potuto accertare nei giorni scorsi, quando il generale De Bertolis ha tranquillamente ammesso di aver dato numeri falsi alla Camera a proposito del costo dei caccia F-35. Rispetto agli ottanta milioni di euro ad aereo che erano stati annunciati, già si prospetta un "ritocco" a centoventisette milioni cadauno, anche se il generale promette che dopo il cinquantacinquesimo esemplare i costi scenderanno a sessanta milioni. Un affare. [1]
Il parlamento ha finto ancora una volta di crederci. Si potrebbe giustamente osservare che in materia di spese militari il parlamento si è sempre lasciato prendere in giro senza protestare, e che basi militari USA e NATO sono sorte senza neppure avvertire lo stesso parlamento. Tutto vero, ma ciò non toglie che la vicenda degli F-35 rappresenti quello che negli anni '70, con reminiscenze hegeliane, si soleva chiamare un "salto di qualità".
Negli stessi giorni in cui Bersani va predicando che bisogna far tutto rispettando i famosi "saldi", fa comunque un po' di impressione sapere che il bilancio dello Stato ha al suo interno una sorta di buco nero istituzionalizzato, vincolato a sua volta a quel feticcio indiscutibile costituito dagli "obblighi NATO". Nessuno è oggi in grado di dire quanto costeranno effettivamente gli F-35 e ciò, di conseguenza, rende ogni Legge di Stabilità finanziaria una mera finzione. Finché il pareggio di bilancio non era stato recepito come principio costituzionale, il lievitare incontrollabile delle spese militari poteva essere inquadrato nell'andazzo generale, ma adesso assume il tono di un macabro sberleffo.
Ma, a quanto pare, di sberleffi ce ne sono anche per ciò che riguarda l'aspetto industriale della faccenda. Al progetto FACO per l'assemblaggio degli F-35, con stabilimento a Cameri in provincia di Novara, partecipano aziende di vari Paesi "alleati" degli USA, tra cui anche Finmeccanica, il cui titolo azionario nei mesi scorsi era lievitato in vista di questa orgia di appalti. Nel novembre del 2010 il sottosegretario alla Difesa, Crosetto, era andato negli USA a fare il duro nel negoziato per la distribuzione degli appalti, peraltro senza ricevere risposte né dal sottosegretario americano alla Difesa, Carter, né dai funzionari della multinazionale Lockheed Martin, che è la vera proprietaria del progetto per gli F-35. Proprio pochi mesi fa, Carter ha fatto sapere che per la distribuzione degli appalti se la vedrà direttamente la dirigenza Lockheed Martin, quindi per gli altri rimarrebbero solo le briciole. [2]
Finmeccanica inoltre è appena finita sotto inchiesta giudiziaria per corruzione internazionale, perciò i suoi margini di manovra nel negoziato con Lockheed Martin si sono ridotti a meno di zero. La tempestività di queste inchieste giudiziarie, sempre funzionali ad interessi di marca USA, potrebbe lasciare perplesso anche chi non dubita affatto che, quanto a delinquenza, i dirigenti di Finmeccanica non abbiano nulla da invidiare neppure a Sallusti. Nessun magistrato è in grado di farsi da sé le indagini, perciò in definitiva egli dipende da ciò che gli viene fatto arrivare sul tavolo; e questa realtà, da sola, senza neppure il bisogno di ulteriori sospetti, dovrebbe essere sufficiente a smontare del tutto il mito della magistratura.
L'ipoteca militare sul bilancio dello Stato è diventata una tutela militare sullo Stato. E in Italia dire "militare", è come dire NATO. Che l'Italia sia ormai un protettorato della NATO viene solennemente annunciato persino dal sito dell'Esercito. Una notizia del 20 ottobre scorso, rilanciata dalla ADN-Kronos, ci mette a conoscenza della conclusione di un'esercitazione effettuata in Sicilia:
"Presso la base addestrativa di Piazza Armerina (Enna), si è conclusa l'esercitazione ''Eagle's Beak 2012'' che ha visto impegnati il Comando della Brigata meccanizzata ''Aosta'' e i reparti dipendenti. Scopo dell'esercitazione, spiega l'Esercito sul suo sito, è stato quello di ''addestrare all'applicazione delle procedure Nato e nazionali lo Stato Maggiore e i quadri delle unità, sia dipendenti sia in concorso, che costituiranno il ''capability basket'' della Jrrf, Joint Rapid Response Force della Nato nel primo semestre 2013''. Il pacchetto di capacità Jrrf è costituito da ''un bacino di unità interforze ad alta e altissima prontezza operativa, posto alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa, da cui attingere per garantire una risposta rapida alle esigenze di sicurezza nazionale e internazionale, il cui addestramento è incentrato sulla capacità di operare in ambiente interforze ('joint') caratterizzato da possibili episodi di combattimento ad alta intensità''. [3]
A parte la solita spacconeria del gergo militare, risulta chiaro che questo Jrrf rappresenta un "pacchetto" di forze militari straniere che potrebbero intervenire in Italia in qualsiasi momento e con qualsiasi pretesto; per di più alle dipendenze dirette dello Stato Maggiore. Intanto la Sicilia è diventata a tutti gli effetti un poligono militare, e ciò spiega come mai l'aeroporto civile di Fontanarossa venga continuamente chiuso con i più vari pretesti, ed anche perché l'aeroporto civile costruito nella ex (ex?) base NATO di Comiso non riesca ancora a partire. [4]
Stando così le cose, cambiare il Presidente del Consiglio non servirà a molto.*
[1] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-15/costeranno-previsto-milioni-dollari-175638.shtml?uuid=AbhTBPtG&fromSearch
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/16/supercaccia-parlamento-ingannato-vero-di-paola-si-dimette-falso/383702/
[2] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.defensenews.com/article/20100201/DEFFEAT04/2010331/Italy-Threatens-Halt-JSF-Plant-Work&prev=/search%3Fq%3Dlockheed%2Bfaco%26hl%3Dit%26prmd%3Dimvns&sa=X&ei=1cWHUO7HI83ItAbcpoCYCg&ved=0CDEQ7gEwAQ
http://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=1&hl=it&prev=/search%3Fq%3Dlockheed%2Bfaco%26hl%3Dit%26prmd%3Dimvns&rurl=translate.google.it&sl=en&u=http://blogs.ottawacitizen.com/2012/07/23/lockheed-martin-not-u-s-will-decide-which-country-does-what-on-f-35/&usg=ALkJrhjh8z2gkTm_UcSS6z6B0AoXCfE3nA
[3] http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/08:08/4243193
[4] http://www.corrierediragusa.it/articoli/economia/catania/19232-chiude-fontanarossa-ipotesi-sigonella-riggio-a-comiso-non-si-vola-politici-tutti-a-casa.html
*Si ringraziano i compagni Tiziano, Fricche e Robinarc per le segnalazioni.
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