Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
C’è un'ironia nel fatto che il finanziere Warren Buffett sia allo stesso tempo padrone dell'agenzia di rating Moodys e della catena dei McDonalds, in tal modo può avvelenarci da tutti i lati: sul cibo, ma anche sull'informazione finanziaria. Warren Buffett non si fa mancare neanche la possibilità di avvelenare ulteriormente l'informazione giornalistica, infatti il quotidiano "Il Sole - 24 ore" ci fa sapere, con toni entusiastici, che il finanziere si è appena impadronito di una grande catena di giornali locali statunitensi.[1]
Nell'articolo, e persino nel suo titolo, Buffett viene celebrato come "l'oracolo di Omaha". In tal modo il quotidiano confindustriale si dimentica quanto stava scritto in un suo articolo di due anni prima, in cui si narrava che l'oracolo aveva ammesso candidamente che la sua sibilla, Moodys, aveva sbagliato tutto in fatto di previsioni e valutazioni finanziarie. Come scusa, Buffett non aveva trovato di meglio che dire che a sbagliare erano stati tutti, e che lui, comunque, non prende mai le sue decisioni di investimento in base alle informazioni delle agenzie di rating. E se lo dice lui, per una volta gli si può credere. [2]
Il presidente della commissione statunitense incaricata di indagare sulle agenzie di rating, Phil Angelides, nell'occasione aveva affermato che le previsioni di Moodys "o erano inutili, o in odore di frode". Ed in effetti il rating è una macchina della banalità (l'ultima: "se dall'area dell'Euro dovesse uscire la Grecia, l'Euro ne risulterà indebolito"); una funzione fumogena che serve però a coprire episodi specifici di aggiotaggio, o addirittura di frode.
Non si è ancora accertato se Mario Monti facesse il consulente di Moodys per occuparsi del fumo o direttamente dell'arrosto (le frodi), ma appare comunque irrealistica l'ipotesi di una sua incriminazione per aggiotaggio. Infatti anche le indagini della commissione statunitense risultano arenate; e non c'è da stupirsene, perchè, in definitiva, chi può permettersi di toccare Warren Buffett?
Dopo che il nostro ha detto che i ricchi negli USA sono tassati troppo poco, si è costruito anche un alone di santità, più che sufficiente per far innamorare quella "sinistra" la cui idea della redistribuzione della ricchezza non riesce ad andare oltre la mitologia fiscale.
Il codice penale, all'articolo 501, definisce così l'aggiotaggio: "Chiunque, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci, pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifici atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci, ovvero dei valori ammessi nelle liste di borsa o negoziabili nel pubblico mercato, è punito... ecc., ecc.". [3]
Lasciamo perdere le punizioni, perché, se si assumesse per vero quanto dice l'articolo 501, non solo tutti coloro che praticano il rating, ma anche quelli che esercitano ogni forma di lobbying, dovrebbero essere già tutti in galera. Senza aggiotaggio non esisterebbe neppure il capitalismo. Il capitalismo è basato infatti su una visione del mondo falsa, esagerata e tendenziosa. Il falso comincia addirittura dal farsi chiamare "economia di mercato", quando invece è un sistema assistenziale ad uso dei ricchi.
Ma nel capitalismo il più grande aggiotaggio avviene nel deprezzare quella che è la merce più importante: i poveri. L'economista-ecologista indiana Vandana Shiva ha parlato molto del business dei poveri, precisando in cosa consista questa loro svalutazione: "L'ipocrisia che caratterizza il linguaggio delle multinazionali fa sì che le nuove strategie per lo sfruttamento dei poveri vengano presentate come politiche per la lotta alla povertà. L'obiettivo è però quello di eliminare le capacità dei poveri, di svalutare le loro competenze, le loro abilità e capacità di auto-organizzare e sostenere economie vitali ...". [4]
Esiste però anche un'altra forma di svalutazione dei poveri, che si esprime attraverso forme di destabilizzazione e di psywar, il cui scopo è far credere che i poveri, lasciati a loro stessi, non siano capaci d'altro che di farsi la guerra l'uno con l'altro. Non caso i media ci avvisano che in questi giorni in Nigeria sarebbe in atto una "guerra fra poveri", di musulmani contro cristiani.
Da molti anni la Nigeria viene etichettata dalla CIA, e in genere dall'intelligence militare statunitense come un "failed State". Cinque colonnelli dell'aeronautica statunitense - di cui uno è esperto di psyops - si sono messi insieme per delineare uno scenario consono agli "interessi della sicurezza statunitense" in seguito al prossimo fallimento della Nigeria. L'occupazione militare della Nigeria è quindi all'ordine del giorno, anzi, già annunciata. Potrebbe trattarsi della seconda tappa africana per la NATO. [5]
Non a caso, il segretario di Stato USA, Hillary Clinton, tiene nel suo mirino la Nigeria già da un bel po'. Con acuto senso diplomatico ed esemplare correttezza nei rapporti internazionali, la Clinton rilascia spesso pagelle ai vari Stati e governi. Due anni fa lanciò delle dichiarazioni in cui manifestava la sua indignazione non solo per il grado di corruzione in Nigeria, ma anche per la mancanza di meritocrazia. [6]
Detto da una criminale come la Clinton sembra una barzelletta, ma la guerra contro i poveri si serve ampiamente di questo pretesto della corruzione: i poveri sono ladri, i poveri sono corrotti e non amano la meritocrazia; mentre i ricchi non hanno bisogno di rubare e di intascare mazzette, perché sono già ricchi, quindi anche meritevoli. Sull'ambiguità del concetto di merito, si potrebbero poi chiedere spiegazioni a quel raffinato intellettuale che è Warren Buffett. L'attitudine all'ipocrisia ed al crimine dimostrata dalla famiglia Clinton, può essere considerata anch'essa un "merito"? Il marito di Hillary, Bill Clinton, infatti imperversa a sua volta da anni in Nigeria con la propria fondazione, lanciando quei finti programmi di lotta alla povertà descritti da Vandana Shiva. [7]
Ma ce n'è anche per noi italiani. L'aggiotaggio per svalutare i poveri può servirsi anche di attentati "psyops". Ci raccontano infatti che a Brindisi un poveraccio, impazzito per difficoltà finanziarie, non abbia trovato di meglio per vendicarsi che collocare una bomba sotto una scuola, e solo perché non poteva colpire altri bersagli. I poveri sono anche pazzi.
I media non hanno neppure mai dedicato grande spazio a questo attentato di Brindisi: la minimizzazione degli spazi concessi corrisponde al minimalismo dei contenuti narrativi. I moventi dell'assassino sono infatti futili ed evanescenti. In questa narrazione psyops, il giornalismo e la cattiva letteratura diventano tutt'uno, perciò le nebbie della retorica giornalistica s'incaricano di coprire le falle della versione ufficiale . Eccone un saggio tratto da "La Stampa":
"E allora bisogna provare a immaginarlo, quest’uomo gonfio di rancore, mentre gioca al piccolo chimico nelle campagne del Salento. Un uomo che sta preparando con cura la sua vendetta contro il mondo." [8]
Ma è poi così casuale la scelta proprio di una scuola per lanciare una psycological operation? Il primo a parlare di guerra psicologica a proposito dell'attentato di Brindisi è stato proprio il ministro dell'Istruzione, Profumo. Magari gli sarà scappato. [9]
[1] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-17/warren-buffett-oracolo-omaha-164942.shtml?uuid=AbHOU3dF
[2] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-06-03/buffett-moodys-sbagliato-come-080000.shtml?uuid=AYnqHVvB
[3] http://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-viii/capo-i/art501.html
[4] http://www.shantionlus.org/PDF/newsnov2006.pdf
[5] http://www.hsdl.org/?view&did=697456
[6] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.voanews.com/content/article/152943.html&ei=AwPXT9WZHITOswaN9oCwDw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=5&ved=0CGsQ7gEwBA&prev=/search%3Fq%3Dclinton%2Bnigeria%2Bcorruption%26hl%3Dit%26prmd%3Dimvns
[7] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.clintonfoundation.org/news/news-media/index.php%3Fpage%3D21&ei=OgXXT-X9KIzEsgbZy8DIDw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CF4Q7gEwAA&prev=/search%3Fq%3Dclinton%2Bfoundation%2Bnigeria%26hl%3Dit%26prmd%3Dimvns
[8] http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/457955/
[9] http://www.umbria24.it/brindisi-ministro-profumo-assisi-%C2%ABuna-guerra-psicologica-fatta-scuola%C2%BB-umbria24/99610.html
di Marco Rigamo Tratto da http://www.globalproject.info/it/in_movimento/la-notte-dei-ganzer-viventi/11798
Mentre in Cassazione si sta studiando come tutelare la carriera di una manciata di condannati per le violenze alla scuola Diaz, tutti promossi ai vertici di Polizia e Servizi, mentre in Tribunale si rifilano serenamente tre anni (su otto chiesti dal pm) a Er Pelliccia per aver lanciato un estintore in Piazza San Giovanni il 15 ottobre scorso senza che nessuno (nemmeno lui) faccia una piega, ecco che il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri (Ros) firma una nuova brillante operazione antiterrorismo, connotata da dieci arresti e 24 ulteriori denunce nell'area anarchica e da una inedita “saldatura transnazionale”. Chi ha intenzione di interrogarsi sul tema di prova fornito alla magistratura di Perugia si risparmi la fatica: la firma in calce alle richieste di esecuzione delle catture è quella del generale Giampaolo Ganzer, comandante il raggruppamento. Ancora lui. Quello condannato due anni fa dal Tribunale di Milano a “soli” 14 anni di galera, contro i 27 richiesti dall'accusa, per il reato di costituzione di una associazione per delinquere (armata, aggiungerei) finalizzata al traffico di droga e armi, al peculato, al falso e ad altri reati al fine di ottenere successi e avanzamenti in carriera. Inutile farsi domande o spulciare gli articoli dei soliti pistaroli perché la tecnica d'indagine è sempre la stessa dagli anni '70: costruzione di teoremi.
Aveva il grado di capitano quando nel '79 era uomo di punta di Dalla Chiesa nel Veneto, suo il dossier utilizzato dal pm Calogero per inquisire e incarcerare una trentina di attivisti dell'area dell'Autonomia Operaia. Quando foraggiava e pilotava i pentiti utili allo smantellamento della colonna veneta delle Brigate Rosse. Dieci anni dopo si distingueva per lo sterminio fisico di una banda di giostrai in Friuli, debitamente infiltrata, e per i rapporti con la banda Maniero che gli costavano l'accusa di false dichiarazioni al pm. Era colonnello quando finiva sotto processo a Brescia per aver organizzato importazioni di armi e droga al fine di inscenare brillanti quanto fasulle operazioni di sequestro, distraendo a favore del raggruppamento ingenti somme di denaro. Era il '97 quando una raffineria di cocaina scoperta a Rosciano risultò essere uno stabilimento sotto copertura della sua squadra del Ros. Erano i suoi uomini a presentarsi agli interrogatori davanti ai magistrati con microfoni nascosti per farli degenerare in rissa e paralizzare i processi. Era vicecomandante del Ros durante le giornate di Napoli e Genova nel 2001, sue le disposizioni in tema di ordine pubblico, era dalla Beretta di uno dei suoi uomini che veniva esploso il colpo che uccideva Carlo Giuliani, ragazzo di vent'anni, suoi i reparti che contro le disposizioni della Questura attaccavano a freddo il corteo delle Tute Bianche. Era finalmente generale di brigata quando un anno dopo, avvalendosi di uno dei suoi teoremi, la magistratura di Cosenza eseguiva con grande clamore mediatico - e assegnazione al carcere duro del 41 bis - una ventina di ordini di cattura contro una campionatura di attivisti presenti al G8, inchiesta sgonfiatasi e finita nel nulla.
Il suo curriculum ci insegna senza incertezze che l'agire investigativo suo e dei suoi uomini è lo stesso da sempre: illegittimo, connotato dal collazionare a piacere cose, frasi, dialoghi, eventi, luoghi, segmenti telematici, intercettazioni, edificando una coerente cabala induttiva fino a quando questa non rende sostenibile l'ipotesi di accusa di associazione sovversiva. Il tutto con il più alto tasso di spettacolarizzazione possibile. Pochi dubbi che l'inchiesta di questi giorni non segua le stesse linee guida. Ma ciò che rende l'attualità della cronaca giudiziaria molto simile a un film dell'orrore è l'indifferenza mediatica davanti alla peculiarità dell'uomo che se ne assume la paternità. Ganzer è stato processato e condannato a Milano dopo essere riuscito a paralizzare i procedimenti bergamaschi in ragione del coinvolgimento di un suo referente, magistrato presso la procura di Bergamo. Una condanna a 14 anni di reclusione, ancorché non definitiva, stroncherebbe la carriera di qualsiasi cittadino. Se questo cittadino fosse un attivista dei movimenti avrebbe la vita segnata per sempre. Dopo più di due anni nulla è dato sapere in ordine al relativo processo di appello, mentre si sa che la prescrizione ha da sempre un occhio di riguardo per gli imputati eccellenti. Non serve indignarsi ancora una volta per gli intrecci di potere politico, malaffare, magistratura d'arrembaggio, comando sulle dinamiche di conflitto. E' semplicemente ora di sciogliere il Ros.
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