Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Due filmati tratti da youtube
http://www.youtube.com/watch?v=LGXWcJ3Hzcw
http://www.youtube.com/watch?v=R_r8oMpCQWA&feature=related
Trascrizione del Primo video
Edoardo Galeano è uno degli intellettuali più rispettati della sinistra latino-americana; un valoroso esercizio giornalistico, di chiara opposizione alle barbarie militari nel cono Sud, lo ha costretto all’esilio.
Il suo incorruttibile compromesso etico, che si manifesta in tutta la sua opera attraverso una squisita ironia poetica, gli è valso il riconoscimento internazionale della sua figura letteraria.
“Il diritto all’indipendenza, il diritto alla sovranità è oggi un lusso dei paesi potenti, paesi ricchi; quando i paesi poveri esercitano il patriottismo, quel patriottismo si trasforma in “populismo”, o peggio ancora in “terrorismo”, e costituisce una minaccia per il mondo.
Noi non abbiamo il diritto di difenderci. Abbiamo solo il diritto di accettare quello che altri decidono per noi, e quegli altri sono coloro che esercitano il Governo Mondiale.
Ma chi è questo killer seriale che uccide tutto ciò che tocca?
Bisognerebbe metterlo in prigione, mi viene da pensare, ma succede che non si può mettere in prigione questo killer seriale, perché lui ha le chiavi di tutte le prigioni, e perché è un sistema, un sistema universale di potere che ha trasformato il mondo in un manicomio e in un macello.
Il Fondo Monetario Internazionale lo controllano cinque paesi, soprattutto uno, che è quello che ha diritto di veto, ma diciamo cinque.
La Banca Mondiale è un po’ più democratica, è controllata da otto paesi.
L’Organizzazione Mondiale del Commercio (che è quella che ci condanna a guadagnare sempre meno e pagare sempre di più) , il suo statuto stabilisce il diritto di voto, ma mai si è votato. MAI!
UN CAPITALISMO ASSASSINO
Fino a trenta-quaranta anni fa a nessuno veniva in mente di diffidare della giustizia come un valore universale e quindi tutti, bene o male, persino la destra più recalcitrante, condividevano fondamentalmente, non dico l’indignazione o la denuncia, ma almeno l’accettazione che l’ingiustizia esisteva nel mondo. E adesso che siamo governati da questa dittatura invisibile dei grandi signori della finanza e della guerra, i guerrafondai e banchieri, che comandano nel mondo e che usurpano una parola bellissima, come la “Comunità Internazionale”, una bellissima espressione. La comunità internazionale che adesso nomina i banchieri e i guerrafondai. “Comunità Internazionale” è il potere che esercitano i banchieri guerrafondai.
Bene, in altri tempi si ammetteva che un mondo che crea povertà è un mondo ingiusto, cioè che la povertà è figlia dell’ingiustizia. Oggi è sempre più raro ascoltarlo, perché risulta che l’ingiustizia ha smesso di esistere.
La povertà è il giusto castigo che l’inefficienza merita.
Non so se in altre civiltà, in altri periodi della storia umana, la gente è stata così presa dalla paura come viviamo noi adesso. Abbiamo paura di tutto, tutto il tempo; non si può far niente, è un gas paralizzante: la paura.
Le paure credo predominanti, che si sentono di più nella vita quotidiana sono: la paura di perdere il lavoro, che è un tipo panico del nostro tempo: l’insicurezza lavorativa. La paura di non avere domani il tuo posto di lavoro in fabbrica, in ufficio, che fa sì che una serie di diritti sindacali, che si erano ottenuti in due secoli di lotta, stanno correndo adesso un grave pericolo di morte, perché nessuno osa niente per paura, per panico di perdere il lavoro che si ha. Chi non ha paura di perdere il lavoro, ha paura di non trovarlo, che è una paura molto simile.
E ci sono molte altre paure …
La paura di vivere, la paura di essere, la paura di cambiare, la paura dei demoni che inventano per spaventarci.
Il lavoro, oggi come oggi, vale meno della spazzatura. Impunemente, impunemente, gli impresari decidono chi lavora, chi non lavora e quanto si lavora, si lavora sempre di più in cambio di meno, sempre più ore in cambio di uno stipendio minore.
Alcuni diritti conquistati in molte battaglie difficili negli anni, come il diritto alla sindacalizzazione, si violano oggi con scandalosa impunità.
Quello è un diritto annichilito dalla macchina della morte del mondo di oggi. E’ una macchina di sterminio dei diritti, che ha trasformato il lavoratore in un mendicante, un mendicante di lavoro, un mendicante di stipendio.
Libera circolazione delle persone: che scherzo di cattivo gusto!
In un mondo dove ci sono milioni e milioni di immigrati, di espulsi per la siccit à, da quelle catastrofi chiamate “naturali”, che di naturale non hanno niente, o dalle dittature, o dalle guerre, che vagano cercando casa e si ritrovano con le porte chiuse in faccia; quest’invasione degli “invasi”, gente che dal sud marcia verso il nord. Il nord che tante volte ha invaso il sud, nelle guerre coloniali e nelle guerre che erano coloniali, ma che non lo dicevano che lo erano. Questa invasione degli invasi forse è il dramma più importante del mondo d’oggi, del mondo dei nostri giorni.
Queste folle che vagano cercando quella peregrinazione inutile. Questo esodo tragico di gente che aspira ad essere trattata come si tratta il denaro. Per il denaro non esistono frontiere, non c’è nessun problema, e per gli immigrati, i migranti, per l’esodo degli abbandonati, per le braccia che cercano lavoro e destino, ci sono muri, tremendi muri.
Affinché i privilegiati possano continuare ad essere la minoranza che comanda e il resto si rassegni ad essere la maggioranza che ubbidisce.
Mi trovo, quasi senza volerlo in discussioni, assurde dove difendo ardentemente i giovani, questi screditati giovani dei giorni nostri che supponiamo siano ragazzi vuoti, dal punto di vista delle generazioni precedenti.
Si dice: “a questi della politica non interessa nulla, se ne fregano di tutto, sono degli egoisti, questi rocchettari di oggi”.
Ed io li difendo perché credo che hanno tutte le ragioni per non credere. C’è un sistema universale di potere che li invita a non credere.
Secondo video
Offre loro la fede e poi li tradisce. E loro assistono alla politica come se fosse un circo, dove quelli che hanno più successo sono quelli capaci di fare la piroetta più prodigiosa, per fare al governo il contrario di quanto hanno promesso in partenza.
Adesso la tortura sia chiama “sollecitazione illegale”, il tradimento si chiama “realismo”, e l’opportunismo si chiama “pragmatismo”, e l’imperialismo si chiama “globalizzazione”, e le vittime dell’imperialismo si chiamano “paesi in via di sviluppo”, confondendo i bambini con i nani, e il sistema, che nella mia infanzia e gioventù chiamavamo capitalismo, viene chiamato oggi “Economia di Mercato”.
Anche il dizionario è stato assassinato dall’Organizzazione Criminale del Mondo. Oramai le parole non dicono più quello che dicono o non sanno quello che dicono.
E Bin Laden è il demonio professionista più di successo, è quello che meglio compie le sue funzioni, ma non è l’unico, c’è sempre qualche Satana a portata di mano per dirci che l’umanità è in pericolo, questo è l’ultimo giorno del mondo.
E molta gente si fa eco di quelle voci della paura che impone una Dittatura Invisibile e paralizzante, che è nemica della dignità umana, perché quelli che siamo, perché tutti siamo ingabbiati dalla paura. Non siamo più liberi, e noi che non siamo più liberi, non possiamo avere dignità.
(video 11 settembre delle Twin Towers)
Come è possibile che si sia arrivati a tanto.
OK perché quello è imprescindibile affinché tutti, tutte le persone che formiamo questa cosa che chiamiamo umanità, impariamo una buona volta che può succedere anche a noi. E che a chiunque può succedere di finire rasato con un’uniforme a righe umiliato quotidianamente, perseguitato dalla sfiga in un posto come Guantanamo. A chiunque può succedere di essere torturato. Se la tortura torturasse soltanto i colpevoli non sarebbe efficace. Se a Guantanamo fossero detenuti soltanto i colpevoli di atti terroristici, Guantanamo non servirebbe a niente.
Servono questi esempi, questi simboli del potere; funzionano perché mettono paura e mettono paura nella misura in cui può succedere a chiunque. E’ una questione di fato.
E’ da molto tempo che la tortura si praticava, ma non si predicava. Ma adesso si proclama ai quattro venti che la tortura è una meraviglia, inoltre viene detto partendo dal falso presupposto che il torturato dice la verità. Non è vero che il torturato dice la verità. Il torturato canta meglio di Gardel, dice qualsiasi cosa.
Ogni torturato si trasforma in uno scrittore al momento, ed è un grande scrittore.
Non si tortura per ottenere informazioni, questo è falso, si tortura per seminare la paura. In questo sì, bisogna riconoscere che la tortura è efficace!
E’ per questo che adesso la tortura è oggetto di una pubblicità incessante, perché la macchina della paura, la macchina per seminare paura, usa la tortura per prevenire il delitto della dignità.
Non è un fenomeno nuovo, ma adesso si dà con una particolare intensità. Questa perversa eredità coloniale che ci convince che la realtà è intoccabile.
La paura del cambiamento. Non si può, l’intenzione è buona, ma non si può, bisogna essere realisti.
Oggi come oggi, quando i ministri dell’economia sono quelli che veramente governano i nostri paesi, ma quei ministri dell’economia sono a loro volta governati dal governo che li governa, che è quello dei grandi organismi finanziari internazionali, o presumibilmente internazionali, o imperiali, per dirlo con parole più chiare.
Oggi come oggi regna questa sorta di ideologia dell’impotenza nata dalla paura.
Non si può!
Ed io penso che quella paura del cambiamento è una paura molto, molto dannosa e che è una delle paure più potenti, più importanti in questa sorta di Macchina Mondiale del Crimine., perché è una paura che uccide la speranza, cioè agisce contro la volontà democratica del cambiamento.
Il presidente dell'Iran Ahmadinejad ha immediatamente catalogato il caso Wikileaks nell'ambito della guerra psicologica, un concetto che nel dibattito politico iraniano non solo è abituale, ma viene anche richiamato in modo appropriato, con chiaro riferimento agli aspetti tecnici del problema. Per un Paese che cerchi di difendersi dal colonialismo, il concetto di "guerra psicologica" infatti costituisce una di quelle categorie-chiave essenziali per comprendere il mondo in cui si vive.
La guerra psicologica risulta tanto più efficace quanto meno viene percepita come tale, e la colonia perfetta è quella inconsapevole di esserlo; quindi non c'è da stupirsi che sui notiziari italiani le parole di Ahmadinejad siano scivolate senza commenti né spiegazioni, ed anche quando l'espressione "guerra psicologica" è stata per un attimo evocata, essa è rimasta a galleggiare in un oceano di indeterminatezza, senza mai far luce con un esempio o con un riferimento storico.
Nei confronti dell'Italia le finte fughe di notizie hanno colpito soprattutto l'ENI, la cui immagine è stata associata a quella di Berlusconi, in modo da trascinarla nello stesso discredito e, forse, nella stessa caduta. Il gasdotto South Stream, nato da un accordo tra ENI e Gazprom, è diventato così un "cedimento" dell'Italia agli interessi russi, un effetto delle frequentazioni fra Berlusconi e Putin. Ora, secondo i commentatori, il South Stream sarebbe diventato persino un "peso" per l'ENI, dato che le metaniere consentirebbero di approvvigionarsi di gas in modo più economico e meno impegnativo. Sarà, ma intanto l'ENI è stata costretta a cedere quote dei suoi gasdotti a causa delle "indagini" della Unione Europea, che accusava l'ente di "abuso di posizione dominante". http://www.panorama.it/home/articolo/idAA020001503873?template=templateSky
Insomma, per la UE va bene che l'ENI faccia la multinazionale, ma se si comporta da ente nazionale, allora entra nel mirino dell'antitrust. Inoltre un ENI descritto dai media ufficiali come allo sbando sarebbe "preparato" per essere ceduto gratis alle multinazionali anglo-americane. Che l'accordo con Putin per il South Stream sia stato firmato da Romano Prodi, e che il capo di governo più frequentemente incontrato da Putin non sia Berlusconi, ma Angela Merkel, alla fine risultano dettagli irrilevanti, che non possono competere con "rivelazioni" di documenti segreti.
L'ultimo incontro di Putin con la Merkel risale alla fine dello scorso novembre, ed il Cancelliere tedesco avrebbe interposto i suoi buoni uffici perché il 2011 sia finalmente l'anno in cui la Russia aderisca all'Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO), dopo dieci anni di estenuanti trattative che hanno visto Putin sempre riottoso e recalcitrante al grande passo di integrarsi nella "economia globale", dato che forse non gli conviene.
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.dw-world.de/dw/article/0,,6272200,00.html&ei=zuP9TOa8MoWZOrzQiMIM&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CCcQ7gEwAA&prev=/search%3Fq%3Dputin%2Bmerkel%2Bwto%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Div
Proprio la questione del WTO e delle altre istituzioni della "economia globale" (il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale) pone degli interessanti quesiti sulla guerra psicologica in atto. Che la fuga delle notizie diffuse da Wikileaks sia stata provocata ad arte, non implica affatto che Julian Assange sia a sua volta un agente della guerra psicologica, poiché può essere stato manipolato e strumentalizzato a sua volta. Anche le persecuzioni che lo riguardano, potrebbero non essere affatto una messinscena, poiché provenienti da ambienti diversi da quelli che hanno organizzato la provocazione; sebbene faccia sorridere l'accusa nei confronti di Assange di uso terroristico di internet per aver danneggiato gli USA, i quali, secondo i commentatori, ora avrebbero difficoltà a trovare persone disposte a fidarsi di loro ed a passargli informazioni. Semmai stupisce che ci fossero ancora persone disposte a fidarsi degli USA, perciò non dovrebbe essere difficile per gli stessi USA continuare a trovarle, dato che i gonzi desiderosi di compiacere i potenti non mancano mai.
Assange potrebbe appartenere a tutta quella tradizione del giornalismo investigativo ingenuo, basato sulla ricerca/rivelazione di documenti segreti; documenti che vengono somministrati, paradossalmente, ad un'opinione pubblica che invece risulta ignara soprattutto dei documenti ufficiali. I veri documenti "segreti" non sono quelli che stanno sul sito di Wikileaks, bensì quelli che si trovano sui siti ufficiali del parlamento e dei ministeri.
Ad esempio, quanti cittadini hanno presente l'esistenza del WTO, l'Organizzazione Mondiale per il Commercio, che dal 1995 governa la nostra vita ed i nostri governi? http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:BEwn9VQuPdIJ:www.esteri.it/MAE/IT/Politica_Estera/Economia/Cooperaz_Econom/OMC.htm+ministro+degli+esteri+wto&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it
La parola "globalizzazione" è ormai una delle più abusate dal linguaggio politico, eppure ognuno può farsi carico di sondare quanti cittadini di media cultura ed abituali lettori dei quotidiani riferiscano il termine "globalizzazione" a delle precise organizzazioni internazionali che governano il mondo. Quasi tutti avranno incontrato qualche volta notizie che riguardavano il WTO, ma le informazioni sono rimaste episodiche e frammentarie, perciò la memoria le ha smarrite e soffocate con "informazioni" più invadenti.
La sedicente "globalizzazione" viene fatta passare dalla retorica mediatica per una sorta di vento impetuoso della Storia che travolge le frontiere, perciò ci si guarda bene dal parlare troppo di Fondo Monetario Internazionale, di Banca Mondiale e di Organizzazione Mondiale per il Commercio, altrimenti a qualcuno potrebbe venire in mente che non di "globalizzazione" si tratta, ma di colonialismo. Il WTO costituisce infatti un racket internazionale che costringe tutti i Paesi poveri a rinunciare alle barriere doganali, pena l'entrare nel mirino delle sanzioni economiche e delle invasioni militari. Dal 1995 anche l'Unione Europea costituisce a tutti gli effetti un sistema sub-coloniale del WTO, cosa che spiega l'attuale "terzomondizzazione" dell'Europa.
Se ci si ricordasse ogni tanto dell'esistenza di questi organismi del governo mondiale, persino le privatizzazioni non risulterebbero più come una esigenza dettata da cause economiche "oggettive", ma come l'effetto di una direttiva coloniale del FMI e della Banca Mondiale, cioè la direttiva dello "Sviluppo del Settore Privato". La sigla ufficiale di questa cospirazione criminale per le privatizzazioni è l'acronimo PSD, e tutti i dettagli del complotto sono reperibili sul sito ufficiale del Ministero degli Esteri.
http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:szklp3wQiR4J:www.esteri.it/MAE/IT/Politica_Estera/Organizzazioni_Internazionali/BancaMondiale.htm+fondo+monetario+internazionale+sviluppo+settore+privato&cd=2&hl=it&ct=clnk&gl=it
Il fascino dei finti segreti è tale che oggi esistono più pubblicazioni sul gruppo Bilderberg che sul WTO, e quando si parla delle privatizzazioni imposte in Italia, è più facile che si faccia riferimento all'aneddoto del Panfilo Britannia che alle direttive ufficiali del FMI e della Banca Mondiale. Undici anni fa la grande manifestazione di Seattle contro la riunione del WTO portò per un attimo questa organizzazione all'attenzione dell'opinione pubblica, ma poi, con gli anni, grazie alla guerra psicologica dei media, i manifestanti anti-WTO diventarono i "no-global", cioè agitati che lottavano contro slogan e fantasmi; ed il WTO si è nuovamente defilato. Oggi persino il ministro Tremonti ogni tanto può consentirsi il lusso di farsi passare da "no-global", tanto non significa nulla; intanto lo stesso Tremonti può imporre una Legge come la 133/2008, che costituisce la fotocopia delle brochure del WTO e del FMI.
In quel di Seattle il commento più stupido alla manifestazione anti-WTO, fu, manco a dirlo, di Piero Fassino, allora presente al WTO come ministro del Commercio Estero del governo D'Alema. Fassino ammonì i manifestanti dicendo loro che il WTO non è un nemico, ma un "arbitro". Un arbitro venduto, però.
Cuba è entrata a far parte del WTO quasi dall'inizio, alla metà del 1995, quindi, in base alle regole dell'Organizzazione Mondiale per il Commercio, avrebbe diritto alla clausola di "Nazione più favorita" da parte degli USA, che invece se ne infischiano e continuano ad imporre a Cuba le sanzioni economiche. Dopo quindici anni di battaglie regolamentari, Cuba è riuscita ad ottenere una condanna simbolica delle violazioni USA, ma si è trattato di un risultato puramente morale, senza effetti pratici. Nel frattempo i media internazionali continuano a propinarci la fiaba dell'isola-ultima roccaforte dell'ideologia che rifiuterebbe di aprirsi, tutto ciò "dimenticandosi" dei dati ufficiali che ci parlano invece di un'isola perseguitata dagli USA a dispetto dei trattati internazionali. http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:BtPluDRGRgwJ:www.cubanradio.cu/index.php/news-on-the-radio/1-national-news/939-cuba-blames-the-us-again-for-violations-of-the-wto-ruling+cuba+wto&cd=7&hl=it&ct=clnk&gl=it
Il WTO è un organismo che si dichiara "democratico", ma che di fatto non prevede la pari dignità dei suoi aderenti, dove tutto viene deciso per "contatti bilaterali", cioè corruzione, ricatto e terrore da parte dei forti nei confronti dei deboli. Le multinazionali anglo-americane usano il WTO per disarmare le vittime, ma fanno a meno del WTO quando gli conviene, perché a volte alle multinazionali basta la NATO. La Serbia non fa parte del WTO, se non come "osservatore", quindi sarebbe fuori della "economia globale"; ma la Serbia è stata ridotta dalla NATO ad un feudo delle multinazionali anglo-americane, in particolare della Philip Morris, perciò oggi un Marchionne qualsiasi può consentirsi di minacciare i sindacati di trasferirsi armi e bagagli in Serbia. Quindi le regole dei trattati le devono rispettare solo i contraenti deboli.
Anche l'Iran ha lo status di "osservatore" al WTO, ma non manifesta alcuna intenzione di entrarci, cosa che non ha impedito allo stesso Iran di essere chiamato a presiedere il cartello dei produttori di petrolio, l'OPEC, per il prossimo anno; perciò l'Iran non ha pagato la sua auto-esclusione dal WTO con l'isolamento, a dimostrazione che della "globalizzazione" si può fare a meno. Cuba cerca di combattere l'aggressione coloniale dall'interno del WTO, l'Iran dall'esterno, ma comunque la combattono. In Italia al colonialismo non si accenna nemmeno, quindi per l'ENI - e non solo per l'ENI - si avvicinano giorni ancora più difficili.
|
|
|