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MA BERLUSCONI CI Č VENUTO O CE L’HANNO MANDATO GLI STATI UNITI?
Nel libro "Egemonia o sopravvivenza", Noam Chomsky dedica un paragrafo ai metodi di infantilizzazione dei “popoli inferiori” da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna, da cui segnaliamo questo passo:
(…) Come aveva osservato con preveggenza il presidente William Howard Taft "non è lontano il giorno in cui l’intero emisfero sarà nostro di fatto, come lo è già moralmente, grazie alla nostra superiorità razziale". Forse i latinoamericani non lo capiscono, aggiungeva l’amministrazione Wilson, ma solo perché "sono bambini capricciosi che si arrogano tutti i privilegi e i diritti degli adulti" e hanno bisogno di "una mano ferma e autoritaria". Non si dovevano però trascurare i modi più gentili. Poteva essere utile "dare qualche buffetto per convincerli del nostro affetto per loro" come consigliava il segretario di Stato John Foster Dulles al presidente Eisenhower. I bambini capricciosi sono ovunque. Wilson considerava i filippini "bambini che devono ubbidire come se fossero sotto tutela"; almeno quelli che erano sopravvissuti alla liberazione da lui invocata mentre esaltava il proprio altruismo. Il suo dipartimento di Stato considerava anche gli italiani come "bambini che vanno guidati e assistiti più della maggior parte delle altre nazioni". Fu perciò giusto e opportuno, per i suoi successori, offrire un sostegno entusiastico alla "rivoluzione giovane e bella" del fascismo mussoliniano, che schiacciò la minaccia della democrazia tra gli italiani, i quali "desiderano un capo forte e amano (…) essere governati in modo teatrale". Questa idea restò in auge per tutti gli anni trenta e fu ripresa immediatamente dopo la guerra. Mentre gli Stati Uniti, nel1948, cominciavano a sovvertire la democrazia italiana rifiutando cibo alla popolazione affamata, ripristinando la polizia fascista e minacciando di fare di peggio, il responsabile per l’Italia del dipartimento di Stato spiegò che occorreva elaborare una politica tale che "anche il più stupido mangiaspaghetti possa capire da che parte tira il vento".
La prestigiosa rivista medica inglese “The Lancet”, in uno dei suoi ultimi numeri, riporta i risultati di uno studio che cambierà certamente il nostro modo di vedere le cose. Il dottor Homer Drae Venters è riuscito infatti a dimostrare che come metodo investigativo la tortura non funziona. Pare infatti che: “…pur di fermare il dolore, il torturato spesso finisce per affermare il falso”. (…)“ E’ provato invece che torture e umiliazioni recano gravi danni sia fisici che psicologici.” Quindi la tortura sarebbe un metodo inaffidabile. Possiamo solo immaginare lo sconcerto e l’imbarazzo alla School of Americas (oggi nota come Western Hemisphere Institute for Security Cooperation), la più famosa scuola di torturatori del mondo, attiva da molti decenni in questo campo. Che ne sarà dei torturatori docenti e allievi? Il loro futuro sembra oggi più incerto. Quel che è certo è che “The Lancet” ci regalerà ancora nuove straordinarie scoperte.
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