Uno degli ultimi atti del non rimpianto governo Letta è stato quello di spedire
i Bersaglieri nella cosiddetta "Terra dei Fuochi", tra le province di Napoli e Caserta. Un territorio già super-militarizzato viene ulteriormente militarizzato, cosicché la causa del male viene spacciata come una cura. Si tratta forse di una nuova dottrina omeopatica basata sull'overdose.
La improbabile rappresentazione mediatica allestita attorno alla "Terra dei Fuochi" non avrebbe mai potuto essere credibile senza il veicolo propagandistico del pregiudizio razziale che ha reso digeribili all'opinione pubblica anche le notizie più incongruenti e contraddittorie. Ci raccontano che esiste una "camorra" impegnata nello smaltimento illegale dei rifiuti tossici. Ma questa "camorra" quale vantaggio avrebbe potuto mai ricavare dal mettersi in mostra dando fuoco a masse di rifiuti abbandonati, che, per il fatto stesso di essere abbandonati, oggettivamente non destavano alcun interesse per le autorità?
Ma si sa che, come si può vedere nei film, i cattivi sono stupidi. Specialmente se i cattivi appartengono ad etnie inferiori, perciò chi chiede spiegazioni può tranquillamente essere etichettato come "complottista", specialmente se fa domande sulla fine che fanno i rifiuti tossici delle decine di basi militari della Campania. Tanto più complottista si dimostrerà poi colui che non ritenga affatto realistico che la Campania sia l'unica, o la principale, area di smaltimento dei rifiuti tossici, e si chiede se per caso il clamore razzistico sulla "Terra dei Fuochi" non serva a distrarre da altre attività di discarica che stanno interessando diverse regioni italiane.
D'altra parte il razzismo interno che vige in Italia costituisce solo una componente di una gerarchia razziale più complessa, che si esprime anche a livello europeo. L'icona razzistica ed autorazzistica del Buffone di Arcore è servita egregiamente per decenni ad alimentare il discredito nei confronti dell'Italia, che ha cessato di rappresentare un interlocutore politico; al punto che la politica estera italiana non è diventata altro che una rassegna di figuracce internazionali, che si è perpetuata anche dopo che il Buffone ha lasciato il posto ai suoi successori. La gerarchia razziale richiede che il ruolo dell'Italia nel consesso internazionale (ovvero, nella gerarchia coloniale) sia di fare brutte figure, e se l'icona del Buffone di Arcore rimane momentaneamente sottoutilizzata a causa di restauri, si può sempre rimediare con sangue nuovo.
La campagna mediatica di supporto al lancio di Matteo Renzi verso la poltrona di Presidente del Consiglio, appare eccessiva e sproporzionata, non solo rispetto al buon senso, ma anche nel confronto con i precedenti. In particolare, appare sospetta la mancanza di accenni da parte dei commentatori ufficiali sulla questione dell'inesperienza internazionale di Renzi. Di qui a poco infatti Renzi dovrà affrontare la sorte del dilettante buttato allo sbaraglio sulla scena europea, dove la sua ansia di compiacere e di farsi accettare lo esporrà al ridicolo; molto di più di quanto non sia accaduto ad Enrico Letta, che poteva vantare qualche dimestichezza con l'ambiente internazionale grazie alla sua frequentazione dell'Aspen Institute .
Come già il Buffone, probabilmente anche il Buffoncello avrà accanto una figura di ministro dell'Economia che gli faccia da tutore; e mentre le telecamere saranno puntate sulle miserabili esibizioni dell'ex sindaco di Firenze, intanto il ministro firmerà di tutto, e gli darà da firmare di tutto. E quest'anno c'è parecchio da firmare. A novembre scatterà la nuova normativa sulla Banca Centrale Europea, che svolgerà funzioni di "vigilanza" sull'intero sistema bancario europeo.
Entro il 4 maggio occorrerà mettersi d'accordo sugli ultimi dettagli, ed è vitale perciò che i cittadini siano distratti nel frattempo.
In realtà questa funzione di "vigilanza", o tutela, configura un assetto finanziario centralizzato, definito ufficialmente come "Unione Bancaria", nel quale la BCE ed il Meccanismo Europeo di Stabilità si occuperanno di ricapitalizzare costantemente le banche (ovviamente a spese del contribuente), cancellando anche la parvenza della tanto celebrata, quanto inesistente, "concorrenza". In pratica si tratta di creare un'unica
super-banca, il più grande monumento all'assistenzialismo per ricchi mai costruito nella Storia.
Un
fondo salva-banche ancora ufficialmente non esiste, ma il presidente della BCE, Mario Draghi, ne auspica la formazione entro cinque anni. Intanto le funzioni di fondo salva-banche sono svolte dal sedicente Fondo Salva-Stati, cioè il Meccanismo Europeo di Stabilità.
La prospettiva di questo strapotere del BCE/MES non è un effetto della recente crisi finanziaria, dato che nel 1997
un articolo su "La Repubblica", dell'economista ed ex ministro Luigi Spaventa (morto nel gennaio dello scorso anno), dava come ineluttabile l'avvento della "Superbanca di Eurolandia". Con la consueta ipocrisia di certi commentatori ufficiali, Spaventa fingeva di dare voce anche alla perplessità di coloro che paventavano la fine dello Stato di Diritto e della separazione dei poteri di fronte alla nascita di un nuovo sovrano assoluto, la Superbanca. Spaventa, ad onta del suo nome, forniva la solita soluzione rassicurante, cioè l'esigenza di sviluppare istituzioni europee prettamente politiche, in grado di bilanciare i poteri delle istituzioni finanziarie. Si tratta della consueta ricetta suggerita da coloro che vorrebbero farci credere che la cura dei mali dell'Europa stia nell'avere "più Europa", un'overdose di Europa.
Ma quelli di Spaventa sono semplici sofismi basati sulla trasformazione della "politica" in un concetto del tutto astratto o metafisico. La politica è l'arte di mediare tra poteri diversi, ma se c'è ormai un unico potere, perché mai questi dovrebbe volontariamente farsi limitare dalla politica o da chiunque altro?
Solo riducendo la teoria della separazione dei poteri di Montesquieu ad una barzelletta, si può far credere che gli equilibri tra le istituzioni siano riducibili ad una questione di bon ton che possa essere risolta con i "prego, si accomodi" ed i "vuole favorire?". Oggi Montesquieu verrebbe liquidato dai media come un "complottista", poichè la sua premessa teorica era che ogni potere implica inevitabilmente l'abuso di potere. E qui non si tratta neanche di teorie, di ipotesi o di sospetti, ma di fatti che accadono in continuazione. L'articolo 32 del Trattato istitutivo del Meccanismo Europeo di Stabilità, in vigore dal 2012, sancisce infatti l'assoluta immunità giudiziaria dei suoi membri, dei suoi organi e dei suoi beni nei confronti di qualsiasi giurisdizione. L'immunità giudiziaria è appunto una peculiarità del sovrano assoluto, ed è appunto questo il ruolo che si sta ritagliando la lobby/oligarchia finanziaria che oggi si identifica con le sigle BCE, MES e FMI .
La conseguenza più ovvia è che questo sovrano assoluto tenga in vita la "politica" solo come spettacolo di un finto confronto-scontro per intrattenere le masse, ed anche per avvilire le masse col giro vizioso dell'aspettativa-delusione. Se l'ingresso in scena di un burattino come Renzi, può essere spacciato dai commentatori ufficiali, e dai media in genere, come il segnale di un risveglio della politica, ciò vuol dire che la politica ormai non è più rappresentanza, ma pura e semplice rappresentazione.
Renzi non ristabilisce i diritti della politica, poiché non ha un mandato elettorale, ma solo il mandato delle "primarie" interne al suo partito. Il vero mandato a Renzi però non glielo ha conferito neppure il PD, ma il presidente Napolitano, il Viceré d'Italia per conto della NATO; lo stesso Napolitano che ha dimissionato la sua precedente creatura, Enrico Letta, in nome del precetto: "io ti ho creato, ed io ti posso distruggere". Renzi non dispone neppure di un programma diverso ed alternativo rispetto a quello del suo predecessore, dato che il programma lo impone sempre Superbanca, il BCE/MES. Renzi non si candida neanche in base ad una diversa maggioranza di governo, ma continua a muoversi nell'ambito delle stesse "larghe intese" imposte da Napolitano subito dopo le ultime elezioni. Quindi la politica non c'entra per niente, ma la distrazione sì.