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IN NIGERIA IL VERO MACROCRIMINE È IL MICROCREDITO
Di comidad (del 12/04/2018 @ 00:05:19, in Commentario 2018, linkato 3934 volte)
Il potenziale mistificatorio dell’elettoralismo non rimane mai inutilizzato ed infatti nelle cronache delle consultazioni per la formazione del governo si continua a parlare di “vincitori” delle elezioni. In realtà nelle ultime elezioni vi sono dei sicuri sconfitti ma non dei veri vincitori; anzi, la portata di questa mancata vittoria è resa più grave proprio dalla rotta degli avversari.
Per queste elezioni la Corte Costituzionale aveva allestito un broglio elettorale preventivo, violando l’aritmetica con l’abbassamento del 10% della soglia per raggiungere la maggioranza. L’unico concorrente diretto dei 5 Stelle per spartirsi le spoglie del PD avrebbe dovuto essere LeU, che però si è messo preventivamente fuori gioco adottando le icone di Grasso e della Boldrini, cioè di due colonne portanti prima del regime monarchico di Napolitano e poi del regime renziano. Pur in queste condizioni ottimali, la soglia del 40% per Di Maio è rimasta un miraggio.
Ma il vero disastro elettorale riguarda il cosiddetto centrodestra, che era l’unica vera coalizione in campo e quindi non avrebbe dovuto incontrare eccessive difficoltà a varcare una soglia così bassa. Il punto è che la destra non ha affascinato l’opinione pubblica proprio con quello che appariva come il cavallo vincente a tutti e tre i partiti della coalizione, cioè la questione migratoria. I terribili fatti di Macerata sono stati strumentalizzati senza alcun pudore. Lo psichiatra forense Alessandro Meluzzi si è messo a denunciare la minaccia della “mafia nigeriana”, cercando di accreditarsi come il Roberto Saviano della destra (ammesso e non concesso che Saviano sia di sinistra). Si è arrivati alla cialtroneria più smaccata chiedendo anche per Meluzzi una scorta, in previsione di eventuali minacce da parte della mafia nigeriana. Nell’operazione propagandistica è rimasto coinvolto anche l’esponente di Fratelli d’Italia Guido Crosetto, che di solito passa per una persona seria.
Ancora una volta si è dimostrato che il vero antidoto al delirio xenofobo non è l’animabellismo degli “accoglienti” ma la prudenza di chi teme le avventure: con la barbarie delle cacce al migrante clandestino, con il velleitarismo dei respingimenti e dei rimpatri forzati si sa come si comincia e si sa benissimo dove si va a finire. Tanto più che rendere il clandestino sempre più clandestino, ottiene il sicuro effetto di renderlo sempre più ricattabile, quindi più appetibile per un mercato del lavoro al ribasso.

E ancora una volta la vituperata “Gggente che non capisce” ha dimostrato che sarebbe stata disponibile ad un messaggio meno superficiale. La fiaba dei migranti che scappano dalla miseria e intanto spendono cifre per traversare il Sahara ed il Mediterraneo non regge più. Anche il mantra “aiutiamoli a casa loro” si scontra con l’evidenza della macchina mostruosa delle ONG e del “non profit” che ha invaso e destabilizzato l’Africa.
Se il messaggio sulla questione migratoria si fosse concentrato sul ruolo subdolo delle ONG nel sistema mondiale della finanziarizzazione, invece che sui rituali macabri della mafia nigeriana, forse la “Gggente” si sarebbe sentita meno presa in giro. Il massacro economico e sociale determinato in Nigeria dalla pratica del microcredito non è più un’informazione ristretta agli ambiti scientifici, ma ha raggiunto anche un quotidiano come “The Guardian”. Ormai è evidente che il microcredito non aggiunge imprese all’economia di un Paese, ma crea imprese specializzate nella concorrenza al ribasso che mettono fuori mercato le imprese che c’erano prima. Alla fine le nuove imprese soccombono ed il risultato è da un lato la desertificazione industriale e dall’altro lato l’indebitamento di massa.

Esistono mega-multinazionali “non profit” del microcredito come l’americana Kiva che ancora cercano di spacciare la loro attività di forzata inclusione finanziaria delle masse povere per un soccorso umanitario. Dopo tanti anni dovrebbero essersi accorti che si ottiene l’effetto contrario. In realtà lo si sa benissimo: il microcredito è il business del millennio, poiché, a fronte di un rischio basso e costi bassissimi, consente di sfruttare finanziariamente la immensa platea dei poveri del mondo, da irretire nel circuito bancario con le esche avvelenate dei microprestiti.
Il risvolto più inquietante dell’indebitamento di massa in Nigeria è il recupero crediti, un business che coinvolge illegalmente anche i poliziotti e che costituisce una nuova fonte di occasioni per il crimine organizzato. Il terrore del recupero crediti costituisce per molti la spinta concreta alla migrazione, poiché, in alternativa alla persecuzione a vita in patria, si presenta l’opzione di ottenere un nuovo prestito per pagarsi il viaggio con la falsa speranza di ripagare i debiti.