Fiori e cannoni (kenia 1)
La presentatrice televisiva Licia Colò, che conduce un programma
popolar-turistico, ha invitato gli spettatori ad acquistare qualche
fiore in più per aiutare la popolazione del Kenia in preda alla
guerra civile. In effetti il Kenia produce una percentuale consistente dei
fiori venduti in Europa. Peccato che la produzione sia in mano alle
solite multinazionali che, oltre ad aver impoverito il paese con le monocolture, lo riempiono di armi per consentire ai kenioti di
scannarsi tra loro con le solite provocazioni etniche, quelle
provocazioni organizzate da improbabili leader locali etero-diretti .
Alcuni telegiornali hanno riportato con enfasi il fatto che i Kikuiu -
una delle "etnie" in lotta- sono dediti a particolari rituali magici di
appartenenza; sarà un caso, ma si tratta della stessa storia che
i giornali inglesi riportavano negli anni '50 all'epoca del massacro
dei Mau Mau, ovvero proprio dei Kikuiu, da parte delle truppe coloniali
britanniche.
Democrazia all'arancia (kenia 2)
Kibaki e Odinga sono i due leader principali che si contendono il
potere in Kenia. Mentre Kibaki ha vinto delle elezioni sfacciatamente
truccate, il leader dell'opposizione, Odinga, controlla la maggioranza
del parlamento con il suo movimento ODM (Orange Democratic Mouvement).
Il signor Odinga, dal passato sufficientemente delinquenziale, annovera
tra i suoi più importanti consiglieri per la comunicazione lo
statunitense Dick Morris, mai troppo lodato regista e sceneggiatore
della fasulla "rivoluzione arancione" in Ucraina nel 2004. Visto che il
Kenia è partner strategico di Washington nella "lotta al
terrorismo" nel corno d'Africa , e che è uno dei paesi che
potrebbero ospitare in futuro la sede dell'Africom, il comando militare
che gli USA sono sul punto di installare sul continente, si può
capire chi abbia le mani in pasta nella situazione attuale del Kenia.
Mercatino del lavoro
La crisi delle industrie automobilistiche USA continua. La Ford passa
dal secondo al terzo posto fra i colossi del settore e decide di
liberarsi di 54mila operai. Il metodo seguito in questa
ristrutturazione è almeno apparentemente nuovo. I lavoratori in
esubero vengono messi all'asta e ceduti al miglior offerente
nell'ambito di kermesse definite senza ironia Festival del lavoro.
Sembra che i giovani lavoratori della Ford in esubero siano entusiasti
di questa trovata neo-schiavile. Si può esser certi che il PD,
dopo la tempestiva adesione all'idea della castrazione chimica e altre
proposte sadiche delle destre, non vorrà farsi sfuggire questa
nuova lezione di democrazia che ci arriva da oltreoceano.
Camp 1
La coltivazione più diffusa e redditizia in California non
è quella dei vigneti ma della marijuana. La crescita
esponenziale della produzione interna, dicono sia dovuta alle
difficoltà di importare la cannabis dal Messico e dal Canada per
l'aumento dei controlli. Naturalmente il governo ha lanciato la sua
campagna contro la coltivazione di marijuana, Camp (Campaign against
marijuana planting), che avrà gli stessi risultati di quella
contro il narcotraffico colombiano, ovvero l'aumento della produzione e
del consumo. Se si tiene conto che gli USA consumano oltre il 50% della
droga prodotta al mondo (solo in California, più dell'11% della
popolazione fuma marijuana) e che una percentuale rilevante degli oltre
due milioni di detenuti nelle carceri USA vi si trova per reati legati
alla droga, si può capire come la droga sia una vera manna per
il sistema di controllo e per l'affarismo criminale statunitense.
Camp 2
Ormai sembra certo che gli USA siano sul punto di raggiungere un nuovo
record: più dell'1% della popolazione dietro le sbarre (oltre
due milioni e trecentomila persone); anche l'Italia si difende bene
con i suoi 60.000 detenuti. Ma i contribuenti statunitensi possono
dormire sonni tranquilli, visto che il costo dei detenuti non si
trasformerà in aumento di imposte.
La maggior parte delle carceri USA è infatti in mano ai privati
che, comprensibilmente, cercano di rendere proficuo lo sfruttamento del
lavoro dei detenuti. Prima si guadagna sul traffico di droga e poi sul
lavoro dei detenuti per reati connessi alla droga.
6 marzo 2008