Il giornalista Giampaolo Pansa di recente ha rinnovato i suoi
attacchi polemici contro l'ex segretario di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, definendolo ancora una volta il "parolaio rosso" ed accusandolo di aver affossato la sinistra facendo cadere per due volte i governi guidati da Romano Prodi. L'ex giornalista di "sinistra" adotta una tecnica polemica tipicamente di destra, anzi, da Neocon, senza preoccuparsi della coerenza delle accuse, ma gettando discredito da tutti i lati possibili. Chi faccia cadere due governi potrebbe essere legittimamente considerato uno che agisce per fare danni, ma non un "parolaio".
Le cronache raccontano le cose diversamente da come le ricostruisce Pansa. Se è vero che Bertinotti paragonò Prodi a Cardarelli, definito da Flaiano come il "più grande poeta morente", sta di fatto che a far mancare i voti in Parlamento a Prodi fu l'UDEUR di Clemente Mastella, allora ministro della Giustizia. Mastella fu spinto a tanto da due moventi noti e precisi. Il primo motivo era di cercare protezione contro un'inchiesta giudiziaria, ed il secondo era di sottrarsi all'accordo schiaccia-piccoli-partiti proposto al capo delle destre dall'allora segretario del PD, Veltroni. Il Buffone di Arcore, prima di quel ripescaggio veltroniano, era dato come politicamente morto, quindi è a Veltroni che spetta sicuramente l'onore di aver causato la caduta del secondo governo Prodi. Così la racconta persino Romano Prodi.
Queste falsificazioni della storia recente hanno riguardato anche altri aspetti della biografia del Buffone, considerato vittima di un colpo di Stato internazionale alla fine del 2011, per aprire la strada al governo Monti. Anche qui la mistificazione gioca sulla confusione. Ci fu una famosa lettera della BCE nell'agosto del 2011, ma, in base alla testimonianza di Tremonti, essa fu sollecitata addirittura dal governo in carica, per farsi considerare inamovibile per motivi di emergenza finanziaria. Il Buffone cadde perché il governo perse altri parlamentari a causa dell'azione di "convinzione" di Cirino Pomicino.
Il colpo di Stato ci fu davvero, ma non contro il Buffone, ma per bloccare le elezioni anticipate che avrebbero consegnato, con tutta probabilità, il governo a Bersani. Cosa aveva di tanto notevole Bersani da rendersi degno di non uno, ma due colpi di Stato da parte del presidente Napolitano, uno nel 2011 ed un altro nel 2013, quando gli fu sottratto l'incarico di formare il governo?
Bersani è l'uomo delle privatizzazioni a tappeto del 1999, ed anche l'uomo che parla di politica solo in base agli slogan del Fondo Monetario Internazionale, infatti è ossessionato dal mostro del "populismo". Bersani è il lobbista della Lega delle Cooperative e della loro "cooperazione" con un'altra associazione di piccole e medie imprese, la Compagnia delle Opere. Bersani è anche il lobbista delle Municipalizzate del Centro-Nord, che favorì con la privatizzazione dell'energia elettrica del '99. Quand'era ministro dello Sviluppo Economico, Bersani allestì un
progetto di aggregazione delle Municipalizzate per aprirne l'azionariato alle grandi banche multinazionali, tra cui JP Morgan, Goldman Sachs e la poi defunta Lehman Brothers. Insomma, Bersani è per il Mercato, che più Mercato non si può. Il che dimostra che Bersani un po' gonzo lo è, dato che il "Mercato" è una di quelle fiabe che le multinazionali propinano alle loro colonie.
Le multinazionali infatti non sapevano che farsene di un fanatico del "Mercato", e soprattutto non volevano un lobbista delle Cooperative e delle Municipalizzate a capo del governo italiano; volevano invece un lobbista che fosse tutto per loro, uno come Renzi. Il capitalismo non è un "modello" a cui aderire, e poi tutti contenti. Il capitalismo propriamente detto non è altro che un principio giuridico in base al quale il potere in un'azienda si calcola in base alle quote di capitale; ma ciò non ci dice assolutamente nulla sul suo funzionamento reale.
"Capitalismo" è l'etichetta di un sistema di rapina e saccheggio, perciò si sfrutta la rendita di posizione che deriva dal grado che si occupa nella gerarchia imperialistica. Molto raramente il colonialismo multinazionale trova un argine nelle cosiddette "borghesie nazionali", in quanto l'imprenditoria non possiede una vera coscienza di classe, ma si aggrega solo in base all'odio di classe contro il lavoro.
L'Europa attuale è una creatura dell'imperialismo USA, esercitato attraverso la NATO ed il FMI; ma in questo quadro la Germania svolge un ruolo di servitore privilegiato, cosa che consente una sorta di sub-imperialismo tedesco sia sull'Europa Orientale che sull'Europa Meridionale. Ad esempio, la
compagnia Fraport di Francoforte ha approfittato dell'attuale condizione della Grecia per estorcere al governo greco la concessione per quattordici aeroporti, ovviamente a prezzi di svendita.
Pansa accusa Bertinotti di aver affossato la sinistra. Ma si tratta dello stesso tipo di diversivi che Pansa ha adoperato dieci anni fa, con la storiella del "sangue dei vinti". Il lamento sui poveri fascisti che avrebbero pagato la loro "coerenza" diventando vittime dei comunisti, era un modo di aggirare la vera questione storica, e cioè come mai le camicie nere si siano così rapidamente convertite in "camicie a stelle e strisce". Quando si dice la "coerenza".
Invece di usare Bertinotti come un comodo bersaglio fisso, Pansa dovrebbe invece spiegarci che fine abbiano fatto le socialdemocrazie europee dopo la caduta del Muro di Berlino. Come mai i socialdemocratici europei hanno abbandonato il Welfare e l'economia mista? E come mai oggi la loro principale funzione pare quella di fornire uomini per ricoprire il ruolo di segretario generale della NATO?
La socialdemocrazia era un compromesso sociale dovuto alla Guerra Fredda; ma, una volta caduto il Muro, è stata liquidata in gran fretta perché la finzione di un "capitalismo dal volto umano" non serviva più. Lo si è visto nel caso della Grecia, allorché si è notato che i socialdemocratici tedeschi hanno fatto a gara con la Merkel ad escogitare vessazioni contro la Grecia.
Dopo la caduta del Muro, Deutsche Bank si impadronì di molte banche della Germania Est e dei loro crediti. Tutta l'operazione di saccheggio fu condotta da colui che oggi svolge la funzione di ministro dell'Economia in Germania, Schauble. La stessa Deutsche Bank oggi minaccia la stabilità dell'economia mondiale e ricatta i contribuenti europei con un
buco da titoli derivati di proporzioni abissali. Forse allora il Muro a qualcosa serviva.
Nel 2006, nel suo discorso di insediamento come presidente della Camera, Bertinotti affermò che nella lotta politica non bisogna più considerare l'avversario come un nemico. Se fosse stato appena un po' comunista, Bertinotti avrebbe saputo che nel capitalismo non ci sono amici o nemici o avversari, ma solo prede e predatori.