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IL VERO SPREAD DEL SACRO OCCIDENTE
Di comidad (del 10/01/2013 @ 01:02:19, in Commentario 2013, linkato 1726 volte)
Non è soltanto l'allarme "spread" che sta rientrando. Pare proprio che sia il concetto in quanto tale ad avere perso di fascino e di seduzione mediatica. Capita come in quei serial televisivi, dove un personaggio o una situazione sembrano assumere un'importanza decisiva nella narrazione, salvo poi essere liquidati e dimenticati nelle puntate successive, come se non fossero mai esistiti.
Ci sono alcuni telespettatori che, addirittura dagli anni '80, ancora ricordano con indignazione la vicenda della figlia del commissario Cattani nel serial "La Piovra". Tutta la prima serie si era basata sull'effetto emotivo della violenza carnale subìta dalla figlia del commissario ad opera di sicari mafiosi, e su tutte le peripezie del commissario per salvare la ragazza. All'inizio della seconda serie, dato che il personaggio-figlia ormai era d'ingombro, la poverina venne, con brutalità mafiosa, liquidata dagli sceneggiatori col pretesto di un banale incidente. La grande maggioranza degli spettatori non notò nulla di strano, ed il serial continuò con crescente successo.
Tutto questo perché non ci sono storie da raccontare, ma solo pretesti narrativi per allungare il brodo da una parte, ed insinuare messaggi arbitrari dall'altra. La propaganda ufficiale funziona con schemi narrativi analoghi, così che a qualcuno è venuto persino il sospetto che anche i serial facciano parte integrante dei meccanismi di propaganda, e che costituiscano una forma pianificata di addestramento di massa alla confusione mentale. Nell'epoca in cui il principio di autorità sembrerebbe in crisi e "l'obbedienza non è più una virtù", in realtà si sono sviluppate sempre di più tecniche di manipolazione dell'opinione pubblica atte ad illudere che le scelte siano libere.
Ormai chi si ricorda più del "processo a Gheddafi" davanti alla Corte Penale Internazionale dell'Aia? Eppure, per qualche mese, sulla prospettiva e sulla promessa di questo processo si era fondata la legittimazione internazionale non solo della "rivoluzione libica", ma anche dello stesso intervento della NATO. Per settimane Emma Bonino imperversò sui canali televisivi ad intrattenerci sulla necessità di questo processo, nel quale sarebbero state finalmente esibite le prove dei crimini di Gheddafi. Chi è incaricato di manipolare la pubblica opinione ormai sa bene come agire in questi casi; tanto che è bastato l'effetto shock del video-linciaggio per aprire un altro dibattito infinito che facesse dimenticare quanto detto in precedenza. Quel video-linciaggio è capitato così a proposito da far sospettare che si trattasse di un falso, di un depistaggio per coprire un'esecuzione operata a freddo da mandanti e sicari che volevano rimanere nell'ombra.
Manco a dirlo, il linciaggio in quanto tale è stato persino assunto dai media come prova indiretta dei crimini di Gheddafi. Quella barzelletta oscena che porta il nome di "Corte Penale Internazionale", non si è neppure premurata di simulare un po' di disappunto per la mancata consegna dell'imputato. Anche Emma Bonino era immediatamente dopo in altre faccende affaccendata. Successivamente sulla Libia è calato il blackout mediatico, così rigoroso da aver investito anche la vicenda dell'ambasciatore statunitense ucciso a Bengasi lo scorso settembre.
Attualmente la vicenda siriana ripropone le stesse situazioni, infatti la formula che la sedicente "Comunità Internazionale", cioè la NATO, prospetta come soluzione alla crisi siriana, è quella della liquidazione di Assad per far posto ad un "governo di coalizione" in cui tutte le etnie siano rappresentate. La caduta - sia in senso letterale che metaforico - del segretario di Stato USA Hillary Clinton, e la sua sostituzione con John Kerry, avevano suscitato qualche speranza che l'aggressione alla Siria potesse recedere ed esaurirsi. Ma è di pochi giorni fa la notizia della fornitura alla Turchia di missili statunitensi Patriot per "difendersi" dalle eventuali "aggressioni siriane".
Non che i Patriot rappresentino quell'arma così decisiva che le lobby accreditate al Pentagono vogliono far credere, però ciò indica comunque un'ipotesi concreta di coinvolgimento diretto della Turchia nel conflitto. Indirettamente la Turchia è già coinvolta, poiché è da lì che partono le armate mercenarie del Qatar e dell'Arabia Saudita che costituiscono la vera sostanza militare della "rivolta" in Siria. Le attuali ambiguità di Putin rischiano di aggravare la situazione, poiché la sua dichiarazione di non essere interessato alla sopravvivenza politica di Assad, in questo specifico contesto, diventa un oggettivo avallo diplomatico all'ipotesi "via Assad per un governo di coalizione".
Ma, una volta liquidato Assad, chi si ricorderebbe più del "governo di coalizione"? Farebbe sicuramente la fine della figlia di Cattani.
Anche un'esecuzione a freddo di Assad troverebbe facili giustificazioni, ed un massacro degli Alauiti siriani non meriterebbe particolare attenzione mediatica, come sta capitando alle tribù libiche colpevoli di essere rimaste fedeli a Gheddafi. Sono gli spread della propaganda occidentale, cioè il differenziale tra l'accorata retorica umanitaria utile a giustificare le imprese belliche, e la sbrigativa retorica del disprezzo e dell'espiazione che accompagna poi la gestione concreta dei processi di colonizzazione.
Al popolo greco martoriato infatti non spetta nessuna compassione, e la maggior parte dei commenti mediatici è tesa a sottolineare le colpe passate, presenti e future della Grecia, alla quale viene immancabilmente consegnato il conto da pagare. Non vi sarà dunque nessuna sorpresa nello scoprire che la stessa Grecia sia il secondo Paese della NATO per spesa in armamenti, dato che tutti gli "aiuti" dell'Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale sono condizionati all'acquisto di armi.