\\ Home Page : Articolo : Stampa
La monnezza peggio dell’11 settembre
Di comidad (del 26/01/2012 @ 13:14:51, in Testi di riferimento, linkato 4930 volte)
Il caso della monnezza campana è la prova dell’inconsistenza del mito occidentale della democrazia e dello Stato di Diritto.
La nostra classe politica se l’è presa con il presidente brasiliano Lula perché questi non aveva voluto credere ad una sentenza che assegnava a Cesare Battisti la patente di un Padre Pio del terrorismo, dotato del dono dell’ubiquità; e ciò in ragione del fatto che ad emettere quella sentenza era stato il tribunale di un “Paese democratico”.
Si è accertato però che, nel caso della monnezza, democrazia e Stato di Diritto non svolgono alcun ruolo. Sino ad oggi le nostre Autorità non si sono neppure degnate di elargire ai cittadini lo straccio di una “versione ufficiale” su cosa stia accadendo in Campania. Insomma, la monnezza sta peggio dell’11 settembre.
In base a quali motivazioni ufficiali, ben prima che l’emergenza si materializzasse, il governo Prodi decise negli anni ‘90 di istituire un commissariato di governo per l’emergenza rifiuti in Campania?
Perché alcune discariche in Campania rimangono inutilizzate mentre se ne individuano di nuove a ridosso di centri abitati e di falde acquifere? Che fine ha fatto l’inceneritore di Acerra? Funziona o non funziona?
Quanto a trasparenza, anche la tanto decantata Europa si dimostra essere una manica di buffoni. Nonostante i ricorrenti ammonimenti al nostro governo, con tanto di minacce di multe, sinora la Commissione Europea non si è scomodata a pretendere dal nostro governo una relazione sulle cause dell’emergenza-rifiuti in Campania. Il governo italiano quindi non viene invitato nemmeno a prendersi il disturbo di dover mentire.
Meno male che Silvio c’è. Senza le sue fanfaronate sui trenta giorni, dieci giorni, tre giorni, per risolvere l’emergenza-rifiuti, a quest’ora non avremmo avuto neppure il conforto di una bugia. Sola certezza che ci rimane è la militarizzazione della monnezza campana.
La Legge 123/2008, reperibile sul sito della Camera, all’articolo 2 comma 4, dichiara: “I siti, le aree e gli impianti comunque connessi all’attivita’ di gestione dei rifiuti costituiscono aree di interesse strategico nazionale, per le quali il Sottosegretario di Stato provvede ad individuare le occorrenti misure, anche di carattere straordinario, di salvaguardia e di tutela per assicurare l’assoluta protezione e l’efficace gestione.”
Ed al comma 5 ammonisce: “Fatta salva l’ipotesi di più grave reato, chiunque si introduce abusivamente nelle aree di interesse strategico nazionale ovvero impedisce o rende più difficoltoso l’accesso autorizzato alle aree medesime è punito a norma dell’articolo 682 del codice penale.”
E poi, al comma 7, stabilisce: “Al fine di assicurare piena effettività agli interventi ed alle iniziative occorrenti per fronteggiare l’emergenza in atto nella regione Campania, il Sottosegretario di Stato è assistito dalla forza pubblica ed a tale fine le autorità di pubblica sicurezza e le altre autorità competenti garantiscono piena attuazione alle determinazioni del Sottosegretario medesimo. Il Sottosegretario di Stato richiede altresì l’impiego delle Forze armate per l’approntamento dei cantieri e dei siti, per la raccolta ed il trasporto dei rifiuti, nonché il concorso delle Forze armate stesse unitamente alle Forze di polizia, per la vigilanza e la protezione dei suddetti cantieri e siti.” Ma protezione da chi? Dalla “camorra”, oppure dai cittadini?
Un’altra legge ancora, la 26/2010 -reperibile sul sito del Parlamento –, che pure sanciva la “fine”(?) dell’emergenza-rifiuti in Campania, all’articolo 5 comma 1, infine ribadisce: “Per le finalità di cui agli articoli 2, 3 e 4, è autorizzata la salvaguardia e la tutela delle aree e dei siti di interesse strategico nazionale mediante l’impiego delle Forze armate nel limite di duecentocinquanta unità, anche con i poteri di cui all’articolo 2, comma 7-bis, del decreto-legge n. 90 del 2008, sulla base di apposito piano di impiego predisposto trimestralmente dalla articolazione militare della unità operativa. Agli oneri conseguenti si provvede nel limite delle disponibilità delle contabilità speciali di cui all’articolo 2, comma 2.”
Insomma, l’emergenza viene considerata finita, ma la militarizzazione rimane. C’è da qualche parte un brandello di interrogazione parlamentare su tutti questi movimenti di truppe e relativi segreti militari? Non risulta. La Commissione Europea, per caso, ha chiesto chiarimenti a riguardo? Macché! E meno male che c’è la democrazia!
Comidad
Pubblicato su Umanità Nova n°24 - luglio 2011