IL TRATTORE DI MARCHIONNE
Non sapendo più chi insultare, Marchionne se l'è presa persino con gli animali dello zoo, dimostrando ormai di dare dei punti anche a Brunetta in fatto di ingiurie. Nel frattempo però l'AD della FIAT ha continuato a svolgere la sua missione di agente coloniale, alienando quel po' che rimane della stessa FIAT alle multinazionali straniere.
Non ci voleva molto a prevedere che la separazione della FIAT in due settori, uno delle automobili e l’altro di camion e trattori, preludesse ad una cessione di quest’ultimo, secondo un consolidato schema coloniale. Qualche giorno fa “La Repubblica” affermava che la sorte delle società scorporate è segnata. Le uniche incognite sono il prezzo e l’acquirente. In realtà le ipotesi più attendibili darebbero la tedesca Daimler come possibile acquirente e il prezzo di svendita intorno ai 10 miliardi. Nel momento in cui ha annunciato lo spin off, Marchionne ha detto “l’auto è libera”; e infatti dopo essersi liberata di Termini Imerese, l’auto potrebbe liberarsi anche dei soldi provenienti da Fiat Industrial. Lo scorporo avrebbe proprio come effetto che i soldi della vendita di Iveco e CNH non andrebbero più a ripianare i debiti di FIAT, ma finirebbero direttamente nelle casse degli Agnelli. La Fiat perderebbe una rete internazionale efficiente e la Daimler si rafforzerebbe sul settore camion, eliminando un serio concorrente.
A chi gli contestava di guadagnare in un giorno più di quanto un operaio guadagni in un anno, Marchionne ha risposto irritato che vorrebbe vedere se chi si lamenta sarebbe disposto a fare quello che fa lui. Marchionne ha ragione: effettivamente non tutti sarebbero disposti, come lui, a fare l'agente coloniale.
|