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ANCHE LANDINI VITTIMA DEL FINANZIARIAMENTE CORRETTO
Di comidad (del 05/12/2024 @ 00:05:20, in Commentario 2024, linkato 6145 volte)
I rituali di intrattenimento della fintocrazia prevedono che un governo di destra tenga un atteggiamento sprezzante e insofferente verso i sindacati, in modo da indurli a mobilitarsi per difendersi il loro angolino di interlocuzione con l’establishment. Seguendo il copione i leader sindacali usano toni verbali accesi e coloriti (“rivolta sociale”) per sollecitare una partecipazione di massa alle manifestazioni; cosa che farà da sponda al governo di destra consentendogli di interpretare a pieno titolo la parte della vittima dell’odio e delle “violenze di piazza” (cioè i soliti tafferugli che si verificano tra polizia e confidenti della polizia). I leader della destra possono così eccitare i propri supporter, prospettando loro pornografici scenari di repressione sempre più draconiana. Crosetto e Salvini propongono infatti di punire i violenti con multe pesanti oltre che con la galera. Visto che il segretario CGIL, Maurizio Landini, viene additato come il mandante quantomeno morale delle violenze, si potrebbe arrestare e multare pure lui. Tra i porno-sogni della destra forse soltanto quello di deportare i migranti potrebbe eguagliare la libidine di umiliare i sindacalisti. Del resto il mantra della destra è che i sindacati hanno rovinato l’Italia, perciò sarebbe ora che l’Italia rovinasse i sindacati reclamando da loro un risarcimento in denaro.
Sarebbe però riduttivo supporre che la fintocrazia esaurisca i suoi rituali e le sue risorse filodrammatiche soltanto con il derby tra destra e sinistra e con lo scontro tra ultras delle rispettive tifoserie. Ci sono momenti nei quali troviamo unite destra e sinistra in un patriottico sussulto di indignazione nei confronti di chi abbia abusato dei finanziamenti pubblici. Dopo le stra-remunerate dimissioni di Carlos Tavares da CEO di Stellantis, tutti i partiti chiedono che John Elkann in persona venga a conferire in parlamento per rendere conto delle mancate promesse di sviluppo industriale.
Ammesso però che Elkann si degni di andare in parlamento, non potrà dire nulla che i politici non sappiano già e che fanno finta di non sapere; perciò, in omaggio ai cerimoniali della fintocrazia, Elkann si guarderà bene dal dirlo. L’inconfessabile è che il denaro pubblico non è stato investito da Stellantis in sviluppo industriale, bensì per una riconversione dell’azienda in senso finanziario. Oggi Stellantis è praticamente una banca, cioè fornisce “servizi finanziari”, che è un modo politicamente corretto per dire prestiti ad interesse. Ancora più politicorretta è la locuzione “inclusione finanziaria”, cioè la costrizione nei confronti delle masse povere ad utilizzare i “servizi” bancari, una prassi che rappresenta attualmente la più lucrosa forma di sfruttamento dei migranti ed anche il principale fattore di spinta alla migrazione.

Il ritorno in termini di profitto degli investimenti industriali non è comparabile con quello degli investimenti in “servizi finanziari”. La deindustrializzazione comporta la finanziarizzazione dei rapporti sociali, cioè la tendenza a sostituire il più possibile i salari con i prestiti. Le destre hanno accusato Landini di essere un “fondamentalista” a causa di qualche suo slogan più trasgressivo. In realtà oggi ai sindacati mancano proprio i fondamentali, tra i quali il capire che la rinuncia a dare priorità alla rivendicazione salariale comporta la resa alla finanziarizzazione dei rapporti sociali. I sindacati infatti non hanno assolutamente contrastato la tendenza alla finanziarizzazione dei rapporti sociali, né sul piano pratico, né sul piano ideologico; al punto che la stessa CGIL si è convertita al “finanziariamente corretto”, facendosi coinvolgere nel business del microcredito non solo ai soggetti in condizione di bisogno ma anche agli aspiranti imprenditori. Il microcredito è nato come arma del neocolonialismo per “banchizzare” le masse povere dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, creando destabilizzazione sociale ed anche spinta migratoria, dovuta proprio all’impellenza di ripagare i debiti. La pubblicità a favore del microcredito si sofferma però su quei rari casi in cui il meccanismo sembrerebbe aver sortito effetti positivi, ma in generale il microcredito risulta socialmente devastante perchè non soltanto rende epidemico l’ indebitamento; peraltro anche a cifre non tanto “micro”, dato che si può arrivare a prestiti fino a settantamila euro; e un debito di questa entità può stroncare un’esistenza, consegnandola ad una condizione di dipendenza cronica.
I privati devono fare profitto, quindi i privati devono deindustrializzare e riconvertirsi in senso finanziario. Ai politici di destra e sinistra spetta invece la nobile missione di erogare fondi pubblici ai privati facendo finta di non sapere che fine faranno quei sussidi alle imprese. L’unico modo per preservare l’industrializzazione sarebbe di renderla pubblica; e pubblica anche in modo trasparente, senza il trucco delle SpA con il governo che fa l’azionista, il che provoca confusione tra diritto pubblico e diritto privato in modo da consentire di comportarsi come un privato. Ma la trasparenza giuridica presupporrebbe che lo Stato fosse davvero un soggetto pubblico, e non invece quello che è, cioè una finzione giuridica in funzione di un dispositivo di privatizzazione del denaro pubblico. Un “comunismo reale” consisterebbe appunto nel ribadire che ogni impresa che si regga sul denaro pubblico deve essere inequivocabilmente pubblica.
A mo’ di consolazione Elkann potrebbe però ricordarci che non è soltanto il contribuente italiano ad avergli finanziato la trasformazione della sua industria in una banca. Il contribuente americano infatti non è stato da meno. Nell’aprile di quest’anno l’amministrazione Biden ha deciso l’ennesimo stanziamento di oltre un miliardo di dollari a favore di Stellantis e di General Motors, con la solita scusa di incentivare la produzione di veicoli elettrici. Per non essere da meno, dal 2020 anche General Motors, forse traviata dall’esempio degli Elkann, ha avviato le procedure legali per trasformarsi a pieno titolo in una banca. Anche in questo caso il pretesto ufficiale è di ottimizzare entrando nel business dei prestiti-auto; ma è chiaro che poi ci si espande a qualsiasi settore di prestiti.