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COME TRANS È PIÙ INTERESSANTE TONY BLINKEN
Di comidad (del 08/08/2024 @ 00:07:53, in Commentario 2024, linkato 6927 volte)
Tempi duri per i pessimisti cosmici che si ostinano a negare l’esistenza del progresso. Una volta per indicare una discussione a vuoto si diceva: “disputare sul sesso degli angeli”; oggi invece si disputa sul sesso dei pugili. Il salto di qualità (il “qualitativer sprung”, per dirla alla Hegel) non poteva essere più promettente. Comunque, mai sottovalutare la futilità e tantomeno la diatriba tra identitari e trans-identitari. Qualcuno ricorderà la schitarrata del maggio scorso del segretario di Stato Antony Blinken in un locale ucraino; Blinken usò il titolo di una canzone di Neil Young per fare un’arringata sul mondo libero. In effetti la libertà è importante, soprattutto quella di saccheggiare il denaro pubblico; un’arte in cui Blinken ci sa fare.
Con la sua espressione da pesce in barile che non capisce nulla e non si accorge di nulla, Blinken viene spesso sottovalutato e disprezzato. Eppure il personaggio ha dimostrato di sapere quello che vuole. Quando il presidente Obama varò una legislazione spot per far credere al suo pubblico di voler limitare il potere delle lobby a Washington, costringendole a dichiarare per chi lavorassero, Blinken ricorse ad un semplice trucco semantico. Nel 2017, insieme con altri diplomatici, fondò una propria società di lobbying, ma, per aggirare quella legge fatta apposta per essere aggirata, la chiamò società di consulenza. Nacque così la West Exec Advisors; che, in quanto società di consulenza, non era tenuta a rivelare l’identità dei propri clienti. Blinken esibisce orgogliosamente nel suo curriculum ufficiale il suo passato di pluri-portagirevolista tra il management privato e il ruolo di diplomatico del Dipartimento di Stato. La stessa persona può passare la porta girevole tra pubblico e privato innumerevoli volte.
L’identità è importante; tanto che alle volte non è opportuno dichiararla ufficialmente, anche se poi è il segreto di Pulcinella, come nel caso dei clienti di Blinken, che sono le solite multinazionali delle armi, dell’high-tech e della finanza che parassitano il budget della difesa. Tutto ciò grazie ad un trans-identitario confesso come Antony Blinken, che infatti si vanta della sua doppia identità: è un funzionario pubblico, un segretario di Stato, cioè un ministro degli Esteri; ma è anche il gestore di una società di affari privata, da cui però momentaneamente si è sospeso, perché ci dicono che così è sicuro che si evitano i conflitti di interessi. La West Exec si occupa di consulenze internazionali e promuove anche aziende israeliane del settore difesa e sicurezza. Diventato segretario di Stato, ovviamente Blinken ha dimenticato la sua vita precedente di affarista privato ed agisce esclusivamente per tutelare interessi pubblici. D’altra parte Blinken ha una doppia identità, o addirittura una doppia personalità, e magari l’una non si ricorda quello che fa l’altra. Nei suoi viaggi all’estero Blinken può quindi tranquillamente occuparsi di quello e quello, affari e politica; tanto le sue due personalità fanno vite separate e forse sono ignare l’una dell’altra. Del resto non sarebbe giusto negare a Blinken ciò che viene consentito a Superman e Clark Kent.

In un opuscolo pubblicitario della sua azienda Blinken dichiarava: “I consulenti di West Exec hanno lavorato insieme con i massimi livelli del governo, gestendo e anticipando l’impatto delle crisi internazionali sul processo decisionale: possiamo fornire le stesse intuizioni e strategie ai leader aziendali di tutto il mondo”. L’opuscolo non poteva essere più chiaro di così: grazie al fatto di tenere il piede in due scarpe, Blinken e soci possono “anticipare” le situazioni di tensione internazionali, in quanto loro stessi le provocheranno, in modo da creare occasioni di business per i loro clienti. La corruzione ed il conflitto di interessi vengono venduti come “competenza”; ed in effetti anche derubare il contribuente è una competenza. Forse non è una coincidenza il fatto che da segretario di Stato Blinken non abbia mai contribuito a risolvere, e neppure ad attenuare, nessuna crisi internazionale; semmai ha contribuito ad aggravare la situazione.
Le teorie della cospirazione si basavano sull’ingenuo presupposto che esista un’autorità legale-razionale detta Stato, che può essere aggirata solo attraverso una manipolazione dall’esterno; mentre invece si vede che legale ed illegale sono complementari al funzionamento della cleptocrazia. D’altra parte i cleptocrati hanno i loro addetti alle pubbliche relazioni che producono affabulazione distopica in modo da avvolgere il furto legalizzato in un alone di ingegneria sociale. “Forbes” ha dedicato un dettagliato articolo alle ricchezze che Blinken ha potuto accumulare grazie alla sua condizione di portagirevolista tra incarichi pubblici e business privati. Non c’è niente da nascondere perché è tutto legale (o legalizzato), ma l’eccessiva evidenza dà adito alla sottovalutazione.
Visto che tutto è arcinoto, anche la stampa di establishment ha riportato le notizie sulla condizione trans-identitaria dell’amministrazione Biden. Il “Washington Post” pubblicò un documentato articolo sull’occupazione del Dipartimento di Stato da parte dei procuratori d’affari della West Exec, e ciò proprio all’atto dell’insediamento di Biden. La commistione tra politica e affari ed i conflitti di interesse non sono nati né oggi, né ieri, né l’altro ieri. Il “qualitativer sprung” sta nel fatto che la corruzione legalizzata ed istituzionalizzata viene attualmente ostentata e pubblicizzata, in modo da allargare il giro dei clienti.
A questo punto definire gli Stati Uniti come una repubblica delle banane sarebbe un eufemismo e persino un complimento. Siamo infatti di fronte alla cleptocrazia conclamata ed autocelebrata. Sennonché la sindrome trans-identitaria colpisce anche i redattori del “Washington Post”. Anzi, forse transitano addirittura in universi paralleli, nei quali gli Stati Uniti sono una democrazia ed uno Stato di Diritto e quindi possono permettersi di salire sul pulpito ed impartire lezioni di legalità a Maduro.