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L’intervento israeliano a Gaza, spiegato dal giornalista britannico Andrew Sullivan:
Di comidad (del 14/01/2024 @ 00:39:24, in Falso Movimento, linkato 3030 volte)
1. Delusione :
“Ricordo bene il momento in cui ho smesso di simpatizzare per gli israeliani. […] L’attacco aereo e terrestre di Israele contro Gaza ha riempito quel breve interregno di bombe e cadaveri. Tutte quelle vittime civili, e quei bambini sotto le macerie, mi hanno dato il voltastomaco.”

2. Hamas:
“Certo, sapevo che Hamas mescolava deliberatamente miliziani e civili e che nei mesi precedenti aveva sparato migliaia di razzi contro il sud di Israele.”

3. Gli USA
“[il presidente USA] Si è limitato a chiedere di favorire un nuovo processo di pace fermando la costruzione di nuovi insediamenti illegali in Cisgiordania a Gerusalemme Est.

4. Israele
“Rilanciare i negoziati e al tempo stesso fermare gli insediamenti era una richiesta legittima da parte dell’alleato che fornisce a Israele tre miliardi di dollari di aiuti all’anno.
Ma il governo israeliano di Benjamin Netanyahu […] non ha sospeso gli insediamenti. Anzi, ha approvato nuove costruzioni a Gerusalemme Est […]”

5. Cambiamenti
“Un tempo a Washington il giornalismo d’opinione era dominato da pochi organi di stampa, quasi tutti fanaticamente a favore di Israele. Il Washington Post, il New Republic, il Weekly Standard e il National Review erano tutti neoconservatori su questo argomento. E il New York Times non era molto diverso. Oggi è emersa una nuova generazione di giovani giornalisti, ebrei e non, che ha consentito l’avvio di un vero e proprio dibattito.

6. Antisemitismo.
“Certo, se qualcuno osa criticare Israele sui mezzi di informazione statunitensi viene Ancora definito antisemita. Ma ormai quest’accusa è stata usata così spesso che (purtroppo) ha perso quasi significato.”

7. tutto cambia
“Ma alla fine quello che conta sono le nuove idee e le nuove generazioni. Il vecchio rapporto speciale tra gli Stati Uniti e Israele è finito. Da cosa sarà sostituito, se mai lo sarà, lo scopriremo presto.”

La curiosità sta nel fatto che i brani riportati sono tratti da un articolo scritto e pubblicato nel giugno del 2010. Lo schema narrativo attuale, più che sostituire quello precedente, sembra essersi andato stratificando negli anni.