Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
1. Il diluvio di dati, cifre e sondaggi che ci vengono quotidianamente propinati intorno alla questione del Covid19, rende praticamente impossibile farne una valutazione che abbia una qualche connessione con la realtà.
Anche ammettendo che qualche cifra abbia un senso, i ragionamenti che le accompagnano sono piuttosto deboli.
Secondo gli 007 statunitensi, sembra ormai certo che le autorità cinesi:
- Abbiano fatto partire il contagio da un laboratorio di Wuhan, forse a causa di un errore negli esperimenti sui pipistrelli;
- Abbiano volutamente tenuta nascosta l’estrema pericolosità del virus;
- Abbiano fornito cifre fasulle sulle persone realmente decedute nel contagio della regione dell’Hubei;
- Abbiano fornito cifre fasulle anche sulla eliminazione del contagio da Wuhan;
- Abbiano manipolato più volte le metodologie del conteggio dei dati.
Questi sospetti diventano quasi certezze per il fatto che la Cina è un paese con una dittatura comunista, dove vige un regime autoritario, dove la comunicazione viene rigidamente controllata e censurata, dove il controllo sui cittadini è assoluto.
Il Messaggero; Il Fatto quotidiano; La Stampa
Per fortuna, nel libero occidente non c’è bisogno di nessun 007 per sapere che le autorità inglesi:
- Hanno affermato che non c’era alcun problema, mentre il virus si diffondeva;
- Hanno proposto l’immunità di gregge per combattere una eventuale diffusione del virus;
- Hanno fornito cifre fasulle sulla diffusione del contagio;
- Hanno fornito cifre fasulle sui decessi;
- Hanno manipolato le metodologie di conteggio dichiarando solo i decessi ospedalieri;
- Continuano a fornire dati manipolati o parziali.
Questi sospetti diventano quasi certezze, se si tiene conto che Il Regno Unito è una democrazia liberale, dove vige un regime democratico, dove la comunicazione viene rigidamente controllata ma per il bene dei cittadini, dove il controllo assoluto sui cittadini sembra essere di loro gradimento (Cambridge analytica).
Il Messaggero; ansa.it; wikipedia/Cambridge Analytica
Naturalmente la manipolazione delle cifre riguarda anche altri Paesi, come l’Italia o la Francia, dove a intermittenza vengono inseriti i decessi nelle case di cura, i deceduti che risultano positivi post mortem, ma morti per altre patologie e così via. La Francia, ad esempio, ha un tasso di mortalità annuo più basso di quello italiano, inferiore all1%; comunque nel 2017 la Francia ha superato la soglia dei seicentomila decessi, quindi segnalare ventiduemila vittime del covid non ha alcun senso se non rapporti quella cifra con la media di circa cinquantamila decessi che hai ogni mese. Sembra che in Francia l'informazione sia soggetta a spinte contrastanti, da un lato minimizza dall'altro enfatizza.
Le Figaro
Si potrebbe dire che l’unica cosa che i sistemi di dominio siano in grado di creare in laboratorio, siano i dati fasulli.
2.
Ci dicono che questo virus è tanto più pericoloso in quanto non conosce frontiere e non fa distinzione di classi sociali e di razza. Eppure, eppure negli USA la grande maggioranza delle vittime del contagio appartiene alle classi più povere e agli afroamericani, meglio se entrambi. Alcuni studiosi hanno definito il virus in questione un virus “opportunista”. Si potrebbe dire anche razzista e classista, almeno in USA?
Il Fatto quotidiano
Fra gli altri fenomeni della pandemia in USA, c’è stata la vendita in brevissimo tempo di quasi tre milioni di armi ai cittadini. Nello stesso tempo sono andate a ruba tonnellate di carta igienica, ormai introvabile nei supermercati. Forse gli arguti 007 statunitensi potrebbero trovare una relazione tra i due eventi.
wired.it
3.
I vari governi stanno già pensando alla fase 2, anche quelli che non hanno cominciato la fase uno. Una fase che, ci dicono gli esperti, andrà affrontata con molta prudenza per cercare di limitare i rischi di un eventuale contagio di ritorno. Una parte della popolazione sarà dunque costretta a rispettare una serie di restrizioni. Fra coloro che dovranno essere tenuti sotto osservazione, ci dovrebbero essere:
- Coloro che presentano l’insieme dei sintomi del cv19 e che risultano positivi al tampone;
- Coloro che presentano solo alcuni sintomi, ma sono positivi al tampone;
- Coloro che sono asintomatici ma risultano comunque positivi al tampone;
- Coloro che presentano i sintomi ma non sono positivi al tampone;
- Coloro che sono parzialmente guariti dal contagio;
- Coloro che sono totalmente guariti dal contagio; ma non hanno sviluppato anticorpi;
- Coloro che hanno avuto contatti con persone affette da cv19;
- Coloro che hanno avuto contatti con le persone affette e poi guarite;
- Coloro che hanno avuto contatti con persone asintomatiche, ma positive al tampone;
- Coloro che hanno superato i 65 anni;
- Coloro che sono affetti da patologie affini.
Il resto della popolazione, se ne rimane un po’, potrà godere di una certa libertà di movimento.
Grazie al Covid il governo cinese ha sedato la pericolosa rivolta di Hong Kong costringendo i suoi abitanti a rimanere chiusi in casa; ma, con lo stesso Covid, la Cina ha trovato anche un’efficace arma di ritorsione nella guerra economica intentatagli dagli USA. Certo, le cose sono andate poi ben oltre le probabili intenzioni del governo cinese. Pechino non poteva immaginare che il separatismo lombardo avrebbe cavalcato il Covid per farne uno strumento di secessione, offrendo così all’organizzazione Mondiale della Sanità la sponda e l’avallo per proclamare la pandemia.
Raffreddando la propria economia, la Cina intendeva colpire gli USA nel loro nervo più scoperto, il petrolio di scisto. Il petrolio che gli USA ricavano dalle rocce di scisto è costosissimo e necessita di un prezzo del petrolio piuttosto elevato, dai settanta dollari in su. A causa dell’ulteriore recessione mondiale innescata dal Covid, il prezzo del petrolio è crollato dai circa sessanta dollari del gennaio scorso a meno di un terzo di quella cifra. Con l’assassinio del generale iraniano Soleimani, gli USA erano riusciti ad inasprire la tensione in Medio Oriente e quindi, se non a far risalire il prezzo del petrolio oltre i sessanta dollari, almeno a far lievitare i costi assicurativi del trasporto di greggio nel Golfo Persico, a scapito dei loro concorrenti sauditi e iraniani.
Ora quel po’ di vantaggio ricavato dall’assassinio, non solo è stato rimangiato ma, addirittura, il petrolio di scisto è totalmente fuori mercato e molte aziende sono costrette a fermare la produzione, col rischio di non riprenderla più. Appena pochi anni fa gli USA avevano celebrato il successo di essere diventati i primi produttori mondiali di petrolio.
Già lo scorso anno esperti americani del settore annunciavano il disastro del petrolio di scisto. In queste settimane però il disastro ha assunto proporzioni inimmaginabili un anno fa, con la conseguenza di coinvolgere tutta la filiera produttiva connessa al business: aziende meccaniche, chimiche, eccetera. Mai un’innovazione tecnologica aveva sortito effetti così devastanti. Ma forse l’innovazione tecnologica c’entra sino a un certo punto: l’antieconomicità del business del petrolio di scisto era palese sin dall’inizio. Economia e business sono cose diverse e spesso opposte. Il business si è imposto grazie alla potenza della tenaglia del lobbying: da un lato una martellante propaganda catastrofista sulla prossima fine del petrolio, dall’altro lato un’inondazione di sovvenzioni in denaro pubblico. Mentre si è intenti ad inseguire i fantasmi dello Stato e del Mercato, i veri soggetti concreti in campo sono le lobby, le cordate di affari, che sono trasversali al pubblico ed al privato.
Molti “sovranisti” si ostinano a scorgere nel cialtrone Trump un proprio referente e non vogliono rendersi conto di quanto sia rozzo ed estemporaneo il loro idolo. Quando il governo cinese ha reso note le esigue cifre delle vittime del Covid, il cialtrone Trump è corso a darsi la zappa sui piedi, “sfidando” i dirigenti di Pechino a fornire i veri numeri.
La Cina è ridiventata una potenza economica da poco tempo e quindi nei suoi dirigenti rimane la memoria di una tipica arma dei deboli: sfruttare la malafede del potente e ritorcerla contro di lui; la malafede rende infatti prevedibili. Avallando l’emergenza sanitaria per pregiudiziale polemica anticinese, il cialtrone della Casa Bianca abbocca all’amo e contribuisce ad affossare l’economia mondiale, con ogni prospettiva di vendere il petrolio statunitense. Non è neppure da escludere che il lobbying farmaceutico abbia avuto il suo peso nel cambiamento di posizione dell’Amministrazione statunitense nei confronti dell’emergenza Covid.
Eppure il cialtrone Trump aveva la possibilità di reggere sulla linea della sdrammatizzazione dell’emergenza sanitaria. Non era neppure necessario mettersi contro gli scienziati, perché sulla questione Covid gli scienziati non sono per niente concordi e bastava dar voce a quelli che pensano che proprio agli eccessi terapeutici si debba molta della mortalità. Una gran parte dell’opinione pubblica mondiale si sarebbe schierata dalla parte del cialtrone della Casa Bianca. In Italia e Spagna la quarantena è stata accettata sinora senza eccessivi problemi; ci sono però aree del mondo, come il Brasile, dove la giornata lavorativa fa la differenza tra la vita e la morte e la strada è il luogo obbligato dove procacciarsi la sopravvivenza.
La rivolta di Hong Kong era stata fomentata dal Dipartimento di Stato USA e dalle sue ONG, perciò rappresentava anch’essa un episodio dell’aggressione USA alla Cina allo scopo di smembrarla in più Stati. Quest’aggressione degli USA non derivava da una minaccia reale della Cina, che non può ambire al ruolo di superpotenza planetaria. Oltre un certo limite la demografia non è più una spinta ma un freno, non determina l’impellenza di espandersi, bensì, al contrario l’urgenza di tenere insieme i pezzi del Paese.
Gli apparati americani (il “deep State”) sono considerati i custodi della “strategia” del proprio Paese; in realtà gli apparati americani funzionano in base ad una logica aziendale improntata all’enemy business. Ci si inventa la minaccia di un nemico per far piovere denaro pubblico ed allestire business con aziende private di armi o di controllo tecnologico. Gli “strateghi” del “deep State” non sentono neppure il bisogno di pensare, perché c’è il denaro che pensa al posto loro.
Le reazioni scomposte dell’Amministrazione USA alla Via della Seta segnalano l’incapacità delle oligarchie statunitensi di capire che in questo momento una ripresa degli scambi mondiali era nei loro interessi per impedire il disastro a catena del petrolio di scisto. Con la consueta volgarità che lo contraddistingue, Edward Luttwak ha ribadito le minacce al governo italiano per l’innocua adesione dell’Italia al Memorandum per la Via della Seta. Se la minaccia fosse arrivata da qualche funzionario del Dipartimento di Stato, allora si sarebbe potuto credere che la paranoia degli USA giungesse al punto di supporre che l’Italia cerchi un’occasione per sganciarsi dal dominio americano. Ma Luttwak parla bene l’Italiano, ha vissuto parecchio tempo in Italia e quindi conosce i propri polli, ha sperimentato di persona la libidine di servilismo delle oligarchie italiane e di gran parte della nostra opinione pubblica. Si ha perciò l’impressione che sulla questione della Via della Seta gli USA stiano prendendo a calci l’Italia, cioè l’alleato più servile, per mandare un messaggio indiretto agli alleati un po’ meno servili.
In altri casi invece l’incapacità statunitense di comprendere il servilismo delle oligarchie italiane, è stata autentica, al punto di fraintendere le richieste del nostro governo di aiuti sanitari USA per l’emergenza Covid. Le reazioni americane sono state sospettose e meschine, non comprendendo che la richiesta era una piaggeria del nostro governo. Nel momento in cui sono piombati qui Russi e Cubani a darci soccorso, era un modo per far sapere al padrone americano che l’unico aiuto a cui veramente si tiene è il suo.
Ringraziamo Mario C. “Passatempo”, GiorgioGiorgio e Cassandre per le segnalazioni.
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