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"Propaganda e guerra psicologica sono concetti distinti, anche se non separabili. La funzione della guerra psicologica è di far crollare il morale del nemico, provocargli uno stato confusionale tale da abbassare le sue difese e la sua volontà di resistenza all’aggressione. La guerra psicologica ha raggiunto il suo scopo, quando l’aggressore viene percepito come un salvatore."

Comidad (2009)
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 31/01/2008 @ 11:51:41, in Commentario 2008, linkato 1313 volte)

La settimana scorsa ha suscitato grande commozione l'episodio della "libera uscita" dei Palestinesi di Gaza verso l'Egitto, in cerca dei generi di prima necessità che l'assedio israeliano aveva ormai reso introvabili. Di fronte all'evidenza della malvagità con cui questo assedio viene operato, la propaganda ufficiale si è subito rimessa in moto per giustificare il governo israeliano in nome della sicurezza minacciata dai presunti lanci di missili da Gaza. La discussione mediatica si è perciò accentrata sulla questione se sia giusto o meno punire un intero popolo per le azioni di alcuni.

È certamente una grande questione, ma assolutamente fuori luogo nella circostanza, poiché qui si tratta anzitutto di capire se ci sia qualche attendibilità nelle minacce che il governo israeliano denuncia. Come è noto, in Israele per legge ogni notizia di carattere militare è monopolio del governo, quindi non c'è alcuna possibilità per chiunque di controllarne la fondatezza. Dato che Israele è sempre in guerra ed ogni notizia ha un risvolto di interesse militare, risulta di conseguenza che in quella che la propaganda ufficiale chiama "l'unica democrazia del Medio Oriente", tutta l'informazione è al di fuori del mitico "controllo democratico".

Il problema della democrazia è che al controllo democratico sfugge praticamente tutto, dato che ovunque può esserci una sicurezza minacciata ed in ogni momento può scatenarsi un'emergenza.

Persino l'economia israeliana è inseparabile dal contesto del segreto militare e non c'è operazione affaristica che non avvenga in un ambito militarizzato. È nel contesto del segreto militare, che oggi gli Israeliani stanno rapinando l'acqua del sud del Libano, esattamente come è avvenuto nel 1967 con l'acqua del Golan siriano e nel 1948 con i fiumi della Giordania. In quell'area geografica, l'acqua è preziosa quanto l'oro e si può quindi comprendere di che affare si tratti.

Democrazia e capitalismo diventano astrazioni metafisiche ad uso della propaganda, se non si tiene conto degli intrecci dell'affarismo con la spesa pubblica, con l'occupazione militare del territorio e con la criminalità comune. I famigerati coloni israeliani che arrivano sempre a seguito delle truppe, si comportano come criminali comuni perché è in quell'ambito che vengono reclutati.

Ma anche la NATO sta fondando oggi un suo Stato in Kossovo in collaborazione con la criminalità comune del luogo. Affarismo e criminalità non si trovano soltanto sotto l'ombrello della NATO, ma sono la NATO: non si può capire nulla di questa organizzazione sorta dai trattati internazionali, se non la si inquadra nelle sue funzioni di traffico illegale consentito dalla extraterritorialità delle basi e dei porti militari.

Non c'è praticamente settimana che sugli scaffali delle librerie non compaia qualche libro che si incarichi di screditare le tesi "complottistiche", come se chi denuncia il crimine affaristico/governativo dovesse per forza pensare ad una mente o una centrale unica che diriga tutte le operazioni.

In realtà l'affarismo criminale funziona con il sistema della cordata: ad un business altri se ne agganciano e, una volta che un territorio è stato occupato e coperto dal segreto militare, le occasioni affaristiche si formano giorno per giorno, ed un affare può tirarsene dietro un altro, ciò all'infinito. La base NATO di Bagnoli a Napoli non è destinata ad un unico e specifico traffico, ma c'è di tutto: in passato le sigarette, oggi la droga e i rifiuti tossici; e persino la propaganda necessaria a coprire il tutto con il mito camorristico,  può diventare business a sua volta, come ha fatto la Mondadori con il best-seller "Gomorra". Qui non c'è nulla da immaginare o da scoprire, dato che si tratta esattamente dei sistemi con cui il colonialismo britannico nel XIX secolo ha spolpato la Cina, che pure formalmente è sempre rimasta indipendente.

Quando Giulietto Chiesa ci informa sugli abusi commessi dalla CIA con i famosi "voli", fa un'opera meritoria, ma anch' egli rischia di farsi tramite della disinformazione nel momento in cui accetta di credere che agli agenti della CIA - e di tutti gli altri servizi segreti  agganciati a loro -, gliene freghi davvero qualcosa di catturare i "terroristi". Quello che interessa alla CIA è l'extraterritorialità delle basi, e tutti i possibili traffici illegali collegati a questa occupazione del territorio di Paesi europei. Quindi oggi anche la CIA cerca di plasmarsi sul modello della NATO, poiché tutto il potenziale operativo dei servizi segreti rimane sotto-utilizzato se non ha a disposizione il controllo materiale del territorio.  

31 gennaio 2008

 
Di comidad (del 07/02/2008 @ 14:21:56, in Commentario 2008, linkato 1297 volte)

I giornali ci hanno informato della soddisfazione dei governi europei per il fatto che nelle ultime elezioni in Serbia, la vittoria sia andata al partito filo-occidentale favorevole all'ingresso nella UE. In realtà c'è da credere che dietro questa soddisfazione ufficiale, in gran parte del ceto politico europeo stia crescendo la preoccupazione per l'ambiguo atteggiamento della Russia in tutta la vicenda serba. Il presidente russo Putin da un lato ha trasformato in questi anni la Serbia in una colonia commerciale della Gazprom - la compagnia commerciale russa -, dall'altro lato non ha mosso un dito perché alle elezioni serbe si affermassero i nazionalisti filo-russi. Per Putin quindi la Serbia deve essere una colonia commerciale, ma non un satellite politico, ed il motivo lo ha spiegato ampiamente proprio lui a proposito dell'Ucraina, dicendo che se questa fosse un Paese meno ostile il governo russo sarebbe costretto anche a farle pagare di meno il gas.

In questa banale frase di Putin vi è tutta la verità storica sulla cosiddetta "fine del comunismo" e sulla "caduta del Muro di Berlino". Ci è stato narrato che il comunismo è crollato a causa della sua inefficienza economica e dello scontento popolare. Oggi scopriamo che dopo quindici anni di capitalismo, tutti i Paesi dell'ex blocco sovietico hanno meno produttività, meno infrastrutture e più miseria rispetto all'epoca del vituperato "socialismo reale", cioè dell'economia di Stato, che, nonostante i suoi disastri, non era per niente peggiore in termini di efficienza e benessere rispetto alla organizzazione privatistica dell'economia. Anche il mito dell'arretratezza tecnologica dell'Unione Sovietica - su cui John Le Carré aveva fondato il suo romanzo "La Casa Russia" - si è rivelato un falso, perché aerei e sommergili russi erano, e sono ancora, molto più sofisticati di quelli americani.

Cosa è cambiato realmente rispetto a quindici o venti anni fa? È cambiato che oggi il gruppo dirigente russo - la cosiddetta Nomenklatura - da semplice ceto privilegiato, si è trasformato in una classe di super-ricchi. Ecco il vero movente, la vera causa scatenante della crisi del "socialismo reale": non era la pressione delle masse, ma l'insoddisfazione del gruppo al potere, che vedeva sfuggirsi dalle mani tutti i possibili guadagni della vendita del petrolio e del gas.

Quindi le minacce alla proprietà pubblica non derivano dalla sua inefficienza, ma dal problema posto in molte occasioni da Bakunin, e cioè che il privilegio è un corruttore insaziabile, perciò ogni condizione di privilegio parziale tende a cercare di diventare assoluta.

Dal 1973, anno in cui il prezzo del petrolio ha cominciato a salire senza posa, per i nomenklaturisti deve essere stata una vera tortura pensare a tutto il petrolio ed il gas  che la Russia cedeva quasi gratis ai Paesi satelliti. Ciò spiega anche perché negli anni '70 il KGB abbia cessato la sua guerra ideologico/propagandistica, lasciando che si affermasse il mito del paradiso capitalistico a scapito del paradiso sovietico. In realtà gli agenti del KGB, convertitisi alla religione dell'affarismo, il paradiso capitalistico avevano già cominciato a prepararselo per sé stessi.

Il "socialismo reale" è caduto per motivi interni alla classe dirigente e non per la pressione popolare, ed anche il tentativo di Michail Gorbaciov di contemperare l'affarismo con la continuità del socialismo reale, è fallito per lo stesso motivo. Quando nel 1991, durante la prima Guerra del Golfo, il prezzo del petrolio è schizzato nuovamente alle stelle, i nomenklaturisti russi non ne hanno potuto più di aspettare e sono corsi ad arricchirsi, liquidando Gorbaciov e l'impalcatura del comunismo.

Per i suoi interessi affaristici, il gruppo dirigente sovietico non ha oggi più nessun interesse a contrastare  il colonialismo statunitense sull'Europa, perché un'Europa ostile è costretta a pagare di più il gas russo. L'Europa si è giovata per mezzo secolo del contrappeso sovietico, mentre ora deve subire contemporaneamente lo schiacciamento tra due colonialismi, ostili tra loro, ma convergenti nello spremere l'Europa il più possibile. Per la destra europea che sperava di trovare in Putin la sua salvezza, ciò costituisce una bella delusione.

7 febbraio 2008

 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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