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La fintocrazia trova il suo momento più epico non nello scontro tra destra e sinistra, bensì nella diatriba tra politica e magistratura. La riforma Nordio va stranamente a coincidere con la ricorrenza della morte di Bettino Craxi, colui che una certa vulgata presenta come il martire più illustre del “colpo di Stato giudiziario” del pool di PM milanesi detto “Mani Pulite”; un golpe che sarebbe avvenuto tra il 1992 e il 1993. Purtroppo il gioco delle parti impone che questa narrativa non venga contrastata entrando nei dettagli storici, perciò all’immagine dell’esule perseguitato, rifugiatosi ad Hammamet come a suo tempo Giuseppe Mazzini, si contrappone l’altrettanto acritica versione sul latitante che sfugge ai processi per mazzette. Un articolo sul quotidiano online Linkiesta si compiace del fatto che il presidente Mattarella abbia scavalcato le timidezze nella rivisitazione della figura di Craxi per mettere in evidenza l’opera dello “statista”. Ovviamente siamo sul piano delle chiacchiere; infatti l’articolo si impantana in un calderone di considerazioni inconcludenti sugli esiti politici della fine di Craxi, infilandoci i fumi del “populismo” e persino Giuseppe Conte, il che è quanto dire.
Peccato che tredici anni fa proprio il quotidiano Linkiesta abbia pubblicato un articolo che, sebbene fuorviante nel titolo, riportava qualche fatto che smentisce l’attuale pantomima che si svolge sulle spoglie di Craxi. Il 29 aprile 1993 la Camera respinse la richiesta di autorizzazione a procedere contro Bettino Craxi. Il risultato di quel voto parlamentare suscitò la scontata indignazione dei media, ma, di fatto, lo “statista” era riuscito a salvarsi dalla “Giustizia” (oppure, se si preferisce, dalla “persecuzione giudiziaria”) grazie alle sue prerogative parlamentari e con un meschino discorsetto in cui se la cavava con un “così fan tutti”. Craxi dimostrava di non aver capito niente di quello che stava accadendo; cioè che il problema non era la corruzione in sé, bensì la transizione dalle cleptocrazie politiche locali alla cleptocrazia finanziaria sovranazionale basata sulla circolazione illimitata dei capitali. ... Continua a leggere...
Ci siamo occupati più volte della vicenda che ha coinvolto l'anarchico Alfredo Cospito. Questa sua dichiarazione circola in rete ed è stata inoltrata molte volte.
OGGI VOI RAPPRESENTANTI DEL BRACCIO GIUDIZIARIO DI QUESTA REPUBBLICA CI METTETE SOTTO PROCESSO PER DELLE SCRITTE SUI MURI,
PER LE NOSTRE PAROLE,
PER I NOSTRI LIBRI E PERIODICI,
COSTRINGENDO DI FATTO L'ANARCHIA ALLA CLANDESTINITÀ.
SIAMO IN BUONA COMPAGNIA, CON QUESTO GOVERNO A GUIDA POSTFASCISTA, LA CENSURA E LA REPRESSIONE SI STANNO ESPANDENDO A TUTTO IL CORPO SOCIALE,
ACCELERANDO LA TRANSIZIONE DA DEMOCRAZIA TOTALITARIA A UN TRAGICOMICO REGIME DA OPERETTA.
DETTO QUESTO MI TOCCA RINGRAZIARVI:
DOPO UN ANNO DI SILENZIO, GRAZIE AL VOSTRO IMBARAZZANTE E ANACRONISTICO PROCEDIMENTO PENALE, MI È CONCESSO ESPRIMERE IL MIO PENSIERO PUBBLICAMENTE.
ANCHE SE DA REMOTO, ANCHE SE PER IL BREVE TEMPO DI UN BATTITO D'ALI, OGGI POSSO STRAPPARMI IL BAVAGLIO,
LA MORDACCHIA MEDIEVALE DI UN 41 BIS CHE UN GOVERNO DI CENTROSINISTRA ANNI FA MI HA APPLICATO PER METTERE A TACERE UNA VOCE SCOMODA,
PER QUANTO MINORITARIA E ININFLUENTE,
MA CERTO NEMICA DI QUESTA VOSTRA DEMOCRAZIA.
QUESTI DUE ANNI DI REGIME SPECIALE MI HANNO DEFINITIVAMENTE APERTO GLI OCCHI SUL VERO VOLTO DEL VOSTRO DIRITTO,
DELLE VOSTRE GARANZIE COSTITUZIONALI, RIVELANDOMI UN SISTEMA CRIMINOGENO FATTO DI TOTALITARISMO OSCENO,
QUANTO CRUDO E ASSASSINO. ... Continua a leggere...
Bisogna ringraziare il governo Meloni per aver finalmente messo nero su bianco cose che qualunque persona di buon senso già sapeva, ma che per conformismo intellettuale dovevano essere relegate nel calderone delle teorie del complotto.
Poco meno di un ventennio fa Umberto Eco aveva ufficialmente squalificato culturalmente tutte le ipotesi riguardo al ricorso da parte del potere ad attentati e operazioni “false flag”, per cui anche nella sinistra “antagonista” si temeva di far brutta figura al solo accennare dubbi sulle versioni ufficiali fornite per eventi terroristici. Nel 2007, nella sua rubrica su “l’Espresso”, Eco avallava uno degli argomenti tipici del cosiddetto “debunking”, cioè la “prova del silenzio”, la mancanza di una “gola profonda” nel caso 11 settembre. In base a tale argomento, sarebbe impossibile per tanti cospiratori mantenere il segreto del loro crimine. Tutto il falso ragionamento di Eco e dei “debunker” si basa sull’inghippo semantico di catalogare pretestuosamente come cospirazione e come crimine ciò che in realtà per tutti i servizi segreti è mera routine. Non c’è potere che non si eserciti come abuso di potere, alternando legalità ed illegalità a seconda delle convenienze. La teoria liberale si illude di limitare il potere attraverso la separazione delle funzioni ed il loro bilanciamento; sennonché il potere ricostruisce i suoi intrecci attraverso l’illegalità, tanto che esistono apparati istituzionalmente deputati ad agire illegalmente e in segreto. La stessa nozione di “Stato” si dimostra molto labile e chimerica, dato che il potere reale è gestito da lobby d’affari trasversali al pubblico ed al privato, ed anche al legale ed all’illegale. Gli incantesimi retorici del “debunking” si basano sul mito del “potere legittimo”; in realtà la legittimazione avviene a posteriori e per via fraudolenta, cioè ogni potere giustifica la propria esistenza fronteggiando il caos che esso stesso crea.
In tutto ciò che riguarda il terrorismo, il pathos e l’orrore sono mera convenzione politica e illusione mediatica, entrambe soggette a decadere se cambiano interessi e “alleanze” (o, per meglio dire nel nostro caso, sudditanze). Abbiamo appena assistito alla cordiale stretta di mano tra il nostro ministro degli Esteri, ribattezzato per l’occasione “Al Tajani”, con Al Julani, già leader di Al Qaeda e Al Nusra. Non si tratta soltanto del solito doppiopesismo, poiché in una logica coloniale è opportuno che il tuo vassallo locale sia un personaggio “spregevole”, in modo che i presunti “pregevoli” lo possano far ridiventare un bersaglio non appena faccia comodo. La “sinistra” è abbastanza bigotta da cadere in queste trappole psicologiche, ed ancora ci si ricorda di Ingrao e della Rossanda che nel 2011 davano del “mascalzone” a Gheddafi; come se da queste parti ci fosse qualcuno in grado di rivendicare una moralità superiore. Non è un caso che Israele in questa ultima settimana abbia cominciato a bombardare quegli stessi mercenari camuffati da jihadisti, quelli che sino a pochi mesi fa venivano ospitati e curati negli ospedali israeliani, con Netanyahu pronto a stringere loro la mano in quanto suoi dipendenti. ... Continua a leggere...
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