Commentario
IL POTERE DELLA RAPPRESENTAZIONE MEDIATICA
Oggi in Italia non sarebbe più possibile un altro scandalo
del contrabbando di petrolio come quello del 1980. Non perché
non vi sia più contrabbando di petrolio, ma perché non vi
sono più le leggi e le normative che consentivano di
individuarlo.
Grazie al controllo delle bolle di accompagnamento che dovevano seguire
il petrolio durante il trasporto, fu possibile individuare a Vicenza
dei depositi clandestini di petrolio. È probabile che il
previsto raddoppio della base NATO di Vicenza comporti un
consequenziale raddoppio anche dei depositi clandestini che si trovano
vicino la base.
La normativa che consentiva ai pochi funzionari che volessero farlo di
individuare il contrabbando, è stata abolita tra il 1993 ed il
1994, perciò oggi il contrabbando di petrolio può dirsi
del tutto liberalizzato. È significativo che la decisione che
avrebbe aperto un'incolmabile voragine nell'erario dello Stato
italiano, venisse assunta proprio nel periodo di "Mani pulite", nel
clima di palingenesi morale allora creato dai media.
Nessuno poteva allora immaginare che nel momento in cui sembrava
prospettarsi un ritorno per quanto parziale alla legalità, i
governi dell'epoca - sorti all'insegna del rigore finanziario e dei
sacrifici, guidati da personalità integerrime come Amato e
Ciampi -, prendessero provvedimenti che legalizzavano
l'illegalità.
I media possono quindi creare una rappresentazione della realtà
che sia l'esatto opposto della realtà propriamente detta.
Per potere incrementare il loro contrabbando di petrolio tramite le
basi NATO, gli Stati Uniti hanno aggredito e occupato l'Iraq,
cioè uno dei pochi Stati laici di tutta la regione, e ciò
proprio nel periodo in cui pareva più forte l'emergenza del
fondamentalismo islamico. Lo stesso Iraq risulta oggi occupato dagli
Stati Uniti grazie ad un accordo di spartizione con l'Iran, eppure sino
a pochi giorni fa i due Paesi sembravano sull'orlo di una guerra
nucleare. Il governo statunitense e quello iraniano sono stati i soli
ad aver espresso soddisfazione per l'esecuzione di Saddam Hussein e,
non a caso, le ultime parole dell'ex presidente iracheno sono state non
solo verso gli Stati Uniti, ma anche verso l'Iran e le sue mire di
costituire uno Stato sciita satellite.
Nel 1999 l'intervento della NATO in Kossovo fu giustificato con la
necessità di far cessare un genocidio di Albanesi da parte dei
Serbi, intervento che fu l'occasione per D'Alema e i DS per entrare
nelle grazie degli Stati Uniti. A distanza di qualche anno, abbiamo
saputo che la realtà era l'opposto, cioè che era in atto
un genocidio di Serbi da parte di una frazione di Albanesi armata dagli
Stati Uniti.
Per quanto condiviso sul piano generale, ogni discorso sul potere
mistificatorio della rappresentazione mediatica rimane poi privo di
effetti pratici nei casi particolari. Nel caso di Giorgio Welby, che ha
occupato per settimane le prime pagine dei giornali, il coinvolgimento
di Marco Pannella avrebbe dovuto mettere sull'avviso sul fatto che le
cose non stavano così come ci erano presentate, e che
probabilmente Welby era strumentalizzato per fini che ci saranno
evidenti solo tra qualche tempo.
Al contrario, lo stato emozionale ha soffocato qualsiasi considerazione di prudenza.
Quanta attenzione hanno concesso i media ai dati ufficiali su tutti i
nuovi insediamenti NATO sul nostro territorio? Pochissima.
Questa assenza di informazione, dovrebbe costituire già di per
sé un'informazione, almeno per chi voglia riconoscerla.
4 gennaio 2007