Commentario
PUTIN DELL'EUROPA SE NE INFISCHIA
(ED HA RAGIONE)
Nei giorni scorsi le prime pagine ed i commenti dei maggiori quotidiani
sono stati occupati dalla vicenda del presunto avvelenamento al polonio
di una ex spia russa. Il presunto assassinio è stato attribuito
al presidente russo Putin, da un po' di tempo scaduto nella
considerazione dei media "occidentali", al punto da essere catalogato
fra i dittatori pazzi che giocano con l'energia nucleare. La vicenda
è chiaramente una montatura, per di più confezionata su
uno standard propagandistico molto basso, con suggestioni fin troppo
palesi, dato che l'avvelenamento al polonio radioattivo vuol suggerire
indirettamente una minaccia nucleare russa.
Tutto ciò rientra in un piano di rilancio della NATO,
ufficialmente in funzione anti-russa, che prevede anche il
potenziamento delle attuali basi, tra cui quella nel Veneto.
I motivi per cui Putin non è più amato sono abbastanza
evidenti, e i diritti umani in Russia e in Cecenia non c'entrano nulla.
Putin è diventato da tempo un temibile concorrente delle
multinazionali angloamericane dell'energia, ha cominciato a formare
cartelli ed a commerciare in proprio, inoltre ha trasformato le ex
province dell'impero sovietico in colonie commerciali simili a quelle
che gli Stati Uniti hanno nell'America Latina. L'Ucraina, quando faceva
parte dell'Unione Sovietica, riceveva il metano praticamente gratis,
mentre ora deve pagarlo a prezzi esorbitanti.
Liberandosi dell'impero, la Russia ha potuto avviare un colonialismo
commerciale che le consente di sfruttare al meglio la sua posizione di
superproduttore di materie prime. L'aspetto farsesco della vicenda
è che ora molte di queste province dell'ex impero sovietico sono
entrate nell'orbita americana, sono ostili all'ex padrone russo, ma
dipendono da lui molto di più, subendo uno sfruttamento che
prima non subivano.
Un dato curioso è che, da quando è caduto in disgrazia
agli occhi degli opinionisti "occidentali", Putin è diventato un
beniamino di settori della destra di estrazione fascista e cattolica,
che sperano di trovare in lui una possibile sponda per gli Europei che
vorrebbero liberarsi del dominio americano esercitato sotto l'ombrello
propagandistico del cosiddetto Occidente. Questi cattofascisti che
hanno scoperto la falsità dell'Occidente sono però fuori
tempo massimo, perché gli Europei non sono più degli
interlocutori politici, al massimo degli interlocutori affaristici.
L'Euro - che avrebbe dovuto essere l'antidollaro - si è risolto
in una mera operazione di colonialismo interno all'Europa da parte
della Banca Centrale tedesca.
Il fatto è che gli Europei da un secolo non fanno più
politica con l'occhio alla carta geografica, ma seguendo le astrazioni
ideologiche della propaganda americana. È così che gli
Europei, dalla prima guerra mondiale, hanno consentito di far loro da
arbitro a dei Paesi geopoliticamente inaffidabili come la Gran Bretagna
e, più ancora, gli Stati Uniti, che si avvalgono della loro
posizione di isolamento geografico per destabilizzare il pianeta senza
il rischio di subire invasioni. Per gli Stati Uniti perdere una guerra
significa solo doversi ritirare dal Paese che hanno aggredito, ma non
devono temere a loro volta delle vere aggressioni nel loro territorio
perché nessun Paese avrebbe i mezzi per farle.
I Russi ci hanno messo ottanta anni per capirlo, ma alla fine ci sono
arrivati, e infatti la loro politica estera ha completamente
abbandonato ogni preoccupazione di stabilità ed equilibrio
internazionale.
Putin è diverso da Stalin, da Breznev e persino da Gorbaciov,
perché non si pone più nessun obiettivo di contenimento
dell'avventurismo affaristico/criminale degli Stati Uniti, lascia fare,
anzi agevola. Putin è un famoso esperto di Judo, ed approfitta
dello slancio dell'avversario per fare i propri interessi. Mentre
Gorbaciov impedì nel 1991 l'invasione dell'Iraq fornendo
assistenza missilistica a Saddam Hussein, Putin invece ha lasciato
invadere e occupare l'Iraq nel 2003, perché avrebbe così
potuto avvantaggiarsi dell'aumento dei prezzi del petrolio dovuto alla
destabilizzazione dell'area mediorientale.
Di fronte alla messinscena dell'11 settembre, Putin ha deciso di farsi
anche lui un 11 settembre (la strage di Beslan), per trasformare
propagandisticamente in terrorismo islamico la ribellione cecena.
Ai tempi di Breznev, la casta militare russa fingeva di prendere sul
serio la minaccia della NATO per aumentare a dismisura il proprio
potere e i propri privilegi; ma ora comanda il KGB (ufficialmente
sciolto, ma più in forma che mai), e la NATO è presa per
quella che è, cioè uno strumento di minaccia e di
occupazione per i piccoli Paesi e, soprattutto, per i cosiddetti
alleati degli Stati Uniti.
Putin non ha nemmeno più bisogno dell'apparato industriale
europeo, perché ormai c'è la Cina. Sono invece gli
Europei che hanno bisogno del metano russo. Putin è
l'unico capo di Stato straniero che ha preso sul serio Berlusconi,
proprio perché in lui non si è mai aspettato di trovare
un interlocutore politico, ma solo un mediatore d'affari.
I cattofascisti devono quindi rendersi conto che se l'Occidente non
è mai esistito, l'Europa non esiste più, e non da oggi.
L'Europa si è sacrificata all'occidentalismo, cioè al
mito della superiorità razziale anglosassone, di cui Mussolini
ed Hitler erano convinti assertori (leggetevi il "Mein Kampf").
Mussolini nel 1936, dopo la conquista dell'Etiopia, si trovava isolato
ed accerchiato dall'Impero Britannico, perciò nessuno più
di Mussolini avrebbe dovuto tatticamente guardare con favore una
Spagna rossa che mettesse in crisi il colonialismo britannico ed il suo
controllo dello Stretto di Gibilterra. Invece Mussolini svenò
l'Italia per una crociata anticomunista in Spagna, che faceva solo gli
interessi della Gran Bretagna, privando così l'esercito italiano
proprio dei mezzi necessari per combattere l'esercito britannico
in Africa.
Certe cose Giampaolo Pansa non ve le dice - e perché
dovrebbe? mica lo pagano per questo -, ma i "ragazzi di Salò"
non sono stati mai impegnati da Mussolini per contrastare gli
angloamericani, bensì, da subito, per dare la caccia ai rossi, e
la Resistenza non era neppure ancora nata.
Viene il sospetto che l'innamoramento dei cattofascisti per Putin sia
quindi dovuto al fatto che questo non è un russo tipico, ma un
russo americanizzato, che imita la spregiudicata
irresponsabilità degli Stati Uniti e della Gran Bretagna.
Comidad. 30 novembre 2006